Recensione Experience 112

Un'avventura dal taglio originale e ricca di spunti innovativi

Recensione Experience 112
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  • Pc
  • Nel panorama dell'entertainment per computer sono poche le iniziative volte ad apportare elementi decisivi per innovare la struttura consolidata dei generi videoludici, che finiscono così per "stagionare" pericolosamente, invecchiando anzitempo e svalutandosi. Una situazione paradossale, se consideriamo che i videogiochi sono un prodotto ancora piuttosto giovane. Annunciato poco più di un anno fa da Lexis Numérique sotto l'egida di Blue Label Entertainment, "Experience 112"(noto negli Stati Uniti come ‘The Experiment') prometteva un'esperienza di gioco coinvolgente e fortemente innovativa per il genere delle Avventure Grafiche, a partire dal sistema di controllo e gestione del personaggio principale. Lo sviluppatore transalpino, autore tra l'altro di ‘In Memoriam', non è nuovo a questo tipo di esperimenti nell'ambito dei punta e clicca, segno che c'è la volontà di infondere nuovi spunti di creativa originalità a dispetto dei rischi che queste mosse comportano. Ma è giunto il momento della prova del nove: vediamo insieme se Experience 112 soddisfa tutte le aspettative infuse dai loro creatori.

    La rinascita

    Piazzati di fronte allo schermo del nostro Pc, uno splendido filmato in grafica 3d ci introduce in una nave arrugginita e visibilmente abbandonata da chissà quanto tempo. Osservate un corpo di donna risvegliarsi, come se tornasse a nascere per la seconda volta; si guarda in torno stranita, spaventata e sconvolta.

    Non passerà molto tempo prima di scoprire che la donna si chiama Lea Nichols, e che la nave in cui ci troviamo, la EDEHN (Ethology Department of Extra-Human Neuroscience), è un laboratorio scientifico di etologia che conduceva esperimenti su una sostanza chimica rivoluzionaria, sintetizzata dalle secrezioni di una nuova razza animale fino a quel momento sconosciuta.

    Guardando dritto verso l'obiettivo della telecamera da cui la osservate, Lea ci chiederà di aiutarla a sbrogliare la matassa intricata di misteri terrificanti che avvolge la nave.

    Big Brother is watching you

    Il nostro ruolo, così come la nostra identità nel gioco, rimarranno nell'ombra. Presto ci accorgiamo di trovarci in quella che sembra essere la sala dei bottoni, grazie alla quale siamo in grado di osservare i movimenti di Lea attivando le 250 telecamere disseminate lungo tutti i livelli di gioco. Per guidare gli spostamenti di Lea ci serviamo degli innumerevoli interruttori: accendendo una luce o un qualsiasi altro dispositivo luminoso Lea si sposterà in quella direzione, interagendo anche con eventuali hot spot collocati nella zona. Ormai, dunque, sarà chiaro che non si tratta di un'avventura grafica di stampo classico, in prima o in terza persona: Experience 112 è invece una sorta di racconto per "interposta persona", dal momento che controlleremo il personaggio principale solo indirettamente.

    La stanza dei bottoni

    Gli sviluppatori avevano anticipato un sistema di Intelligenza Artificiale che avrebbe dovuto rendere il rapporto con Lea Nichols più complesso, attribuendo alla donna una serie di pattern comportamentali diversificati in risposta alle azioni del giocatore. In-game ci accorgiamo che non è proprio così, e forse ci troviamo di fronte ad un primo elemento poco convincente nell'economia ludica, che però non mina eccessivamente l'esperienza di gioco. Lea farà quasi sempre ciò che vogliamo, a parte un paio di casi in cui si rifiuterà di esplorare alcuni ambienti prima di portare a termine degli obiettivi: basterà attivare gli interruttori giusti e la protagonista agirà in autonomia. A tal proposito va spesa qualche parola per la descrizione dell'interfaccia di gioco. Come già detto, avremo la possibilità di gestire il potente sistema di sorveglianza della nave come se ci trovassimo in una cabina di comando. L'interfaccia di gioco, pertanto, è stata abilmente mascherata dagli sviluppatori con le sembianze di un vero e proprio sistema operativo, dal quale potremo accedere a documenti condivisi, personali e privati (previa password). Sarà necessaria qualche ora di gioco per prendere confidenza con i controlli e le opzioni integrate nelle telecamere. Gli enigmi sono rivolti a scoprire quante più informazioni possibili da scovare nei documenti personali dei dipendenti della nave, accedendo ai loro account tramite nickname e password. Alcune di queste ultime vanno ricercate nell'ambiente circostante, servendosi delle telecamere, oppure risolvendo quesiti di decrittazione non molto difficili, preferibilmente muniti di carta e penna. Dopo aver portato a termine i primi obiettivi cominciano gli spostamenti in lungo e in largo. La mappa è suddivisa in zone in base ai piani che compongono la nave, e gli unici caricamenti saranno quelli che avverranno nel passaggio da un piano all'altro. In realtà possiamo accedere già da subito ai livelli disponibili, a parte qualche eccezione, ragion per cui sarà necessario visualizzare anche la seconda mappa - più dettagliata e corredata da legenda - presente nei documenti condivisi per evitare di perderci. L'eccessiva lentezza con cui si muove Lea, però, è decisamente frustrante sia per il tempo che impiega negli spostamenti da una zona all'altra, sia per la ripetitività delle azioni necessarie per farla muovere. Gli sviluppatori hanno ovviato in minima parte a questo difetto semplicemente attivando (in pochissime occasioni) una sorta di pilota automatico che conduce Lea nel luogo in cui deve portare a termine un obiettivo, ma questo non fa altro che costringerci ad osservare con le braccia conserte il monitor per una manciata di minuti. A proposito del monitor, è preferibile utilizzare uno schermo che supporti risoluzioni elevate, per gestire al meglio lo spazio disponibile. Infatti potremmo sentirci costretti a ridurre le finestre delle telecamere, poiché non è possibile ridimensionare i riquadri della mappa e dei documenti. Una limitazione poco pratica, questa, che impedisce di giocare usando una visuale ampia e soddisfacente.

    Quando il tessuto fa la differenza

    Il motore del gioco, completamente in 3D, si comporta abbastanza bene anche in virtù del fatto che i modelli non contengono un numero elevato di poligoni. Il posizionamento delle telecamere, d'altronde, impedisce di entrare troppo nei dettagli visivi, ma è palese come sia stato fatto un largo utilizzo dell'effetto fog per mascherare la mediocrità dei dettagli grafici. Nonostante ciò è consigliato l'utilizzo di una scheda grafica che supporti le DirectX 9.0c ed una CPU adeguata a gestire più eventi simultaneamente, dal momento che attivando tre o più telecamere il motore di gioco comincia a subire dei vistosi rallentamenti (non fidatevi dei requisiti stampati sulla confezione del gioco: una GeForce 6600 non si è rivelata all'altezza del compito). Le animazioni di Lea sono convincenti, nel complesso, anche se ci saremmo aspettati una maggior espressività dal suo viso. Purtroppo la lentezza dei suoi movimenti finisce per rallentare di molto l'azione di gioco e diluire la tensione a discapito del coinvolgimento globale. Nonostante il livello grafico mediocre, la qualità delle texture è buona e basta da sola a rendere un'atmosfera di grande impatto corredata da intermezzi musicali new age misticheggianti che si sposano bene con l'ambientazione marina. Il livello del doppiaggio, in lingua inglese, è passabile così come la traduzione italiana dei sottotitoli, seppur con qualche sbavatura di cui vi accorgerete quando cercherete di utilizzare il ‘potente' sistema di decrittazione.
    Purtroppo Experience 112 non è esente da problemi tecnici, come crash e bug, che però verranno risolti installando la patch 1.1 già rilasciata dagli sviluppatori.

    Experience112 Experience112Versione Analizzata PCLexis Numérique ci ha sorpreso ancora una volta. Experience 112 è un gioco originale, che brilla per la cura dell’ambientazione e per la genialità della trama, frutto di una commistione narrativa fra l’horror e la fantascienza. Purtroppo il ritmo dell’esperienza di gioco è lento e impedisce di palpare emotivamente la tensione creata dal setting e dal plot. L’aspetto grafico era perfettibile, mentre l’interfaccia di gioco andava resa più flessibile. Il gameplay resta il punto di forza di Experience 112, per cui vale la pena acquistare questo gioco. La presenza di bug non è un aspetto simpatico con cui fare i conti, ma perlomeno si tratta di un danno in parte già sanato. Quel che invece sottrae qualche punto alla valutazione finale è la sensazione di non aver gustato appieno un titolo ricco di ottimi spunti non del tutto concretizzati. Per quanto ci riguarda, lo consideriamo un esperimento e non resta che fare un plauso per l’audacia, dato che di questi tempi il rischio non è contemplato nelle strategie del mercato videoludico.

    6.5

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