Recensione Fallout 3: The Pitt

Pittsburgh Steelers

Fallout 3
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Le Wasteland (o Terre contaminate) di Fallout 3 non sono il posto ideale nel quale far crescere i propri figli. Brulle, desolate e devastate, queste terre bruciate dalle radiazioni nucleari difficilmente sono luoghi nei quali coltivare la vita, la speranza e la giustizia. Orde di Supermutanti, schiavisti e mercenari attraversano questo territorio dimenticato da Dio e gli ultimi baluardi di civiltà presenti sono rappresentati da sparuti insediamenti assediati da questo ambiente ostile come Megaton, Rivet City e qualche avamposto della Confraternita d'acciaio. Ma se pensate che l'ex Capitale degli Stati Uniti sia il peggior posto del mondo videoludico, probabilmente non siete mai stati a Pittsbugh.

    Lotta intestina

    The Pitt, secondo download content dedicato all'universo di Fallout 3, parla proprio del destino di Pittsbugh, città americana celebre per le sue acciaierie. A differenza di quanto accadeva in Operation Anchorage, The Pitt è un luogo reale, legato direttamente alla Capitale attraverso un tunnel ferroviario nel quale potremo tornare liberamente anche ad avventura completata. Essendo un centro di minore importanza strategica e simbolica tra le tante grandi città della costa occidentale degli Stati Uniti, Pittburgh ha avuto la fortuna di conservarsi in maniera più integra rispetto a Washington e i suoi dintorni. Questa sua fortuna si è trasformata presto in una maledizione. Le tante acciaierie presenti in città non potevano che ingolosire ampi gruppi armati interessati a controllare la produzione del metallo, necessario per mantenere aperta la spirale di violenza iniziata 200 anni prima con la guerra atomica. Il lungo processo di lavorazione del metallo richiederebbe molta manodopera, ma perché reclutare volontari quando si possono facilemente schiavizzare i sopravvissuti della città e dei suoi sobborghi? In questo modo Pittsburgh si è trasformata nel Pitt, un luogo infernale nel quale vittime e carnefici coabitano i resti di una città ancora riconoscibile attraverso i suoi alti palazzi e i suoi monumenti. Un luogo nel quale, come se non bastasse l'incessante malessere che serpeggia tra gli schiavi, si sta diffondendo un virus capace di far regredire l'ospite ad uno stadio animale, facendo diventare comuni essere umani dei “trogloditi”. Voi verrete coinvolti nella lotta intestina del Pitt, attratti da un messaggio di aiuto di Werhner, ex-schiavo fuggito dalla prigionia, che chiederà il vostro intervento per liberare gli altri lavoratori e rubare ad Ashur, il leader del Pitt, la Cura, ovvero l'immunità a tutte le mutazioni indotte dalle radiazioni. Una volta entrato nel campo di lavoro, facendo finta di essere uno schiavo, ci troveremo di fronte ad una scelta davvero difficile, che richiederà di schierarsi o a favore di una rivolta degli schiavi o appoggiare il regno spietato ma utopistico di Ashur.

    The Pitt

    Da quello che si può intuire da questa breve introduzione le vicende di The Pitt sono molto più drammatiche e complesse di quelle vissute nella realtà virtuale di Operation Anchorage. Pittburgh è una città complessa, forse non particolarmente ampia, ma sviluppata su più piani comunicanti. È un luogo infernale, ma proprio per questo molto più carico di fascino rispetto alle lande desolate o ai bunker dell'Alaska. E soprattutto in The Pitt si respira nuovamente lo spirito di Fallout 3, non più mortificato da un gameplay troppo action, ma nuovamente ricco di scelte, di possibilità, di libertà.
    Non che non si combatta nel Pitt, anzi, a seconda della fazione appoggiata dovrete affrontare innumerevoli scontri (inoltre nel Mill avremo sempre la compagnia di qualche simpatico troglodita). Probabilmente si poteva fare ancora di più per rendere l'esperienza più duratura e soddisfacente: con l'aggiunta di qualche quest, magari opzionale, si sarebbero potute sorpassare comodamente le 4-5 ore di gioco necessarie oggi per uscire dal Pitt, che avrebbero reso ancora più convincente il rapporto qualità/prezzo.
    I maniaci del collezionismo sappiano che nel Pitt si potranno trovare alcuni gingilli piuttosto interessante con i quali potenziare il Vagabondo Solitario, a partire dalla potente ascia automatica fino ad arrivare ad una versione molto particolare di un'armatura della Confraternita d'acciaio. Uno degli obiettivi di gioco sarà legato al ritrovamento di 100 barre d'acciaio da consegnare al responsabile dell'acciaieria, mentre gli altri 3 (per un totale di 100 punti) verranno sbloccati automaticamente con procedere della missione.
    Tecnicamente il lavoro svolto è molto buono. La città è molto evocativa, ricca di scorci infernali e ben strutturata su più livelli. Ovviamente il punto di partenza rimane sempre quello del Gambryo di Fallout 3, ma un recente aggiornamento ha apportato un netto miglioramento nella gestione delle luci degli ambienti conferendo un aspetto molto più realistico a tutte le texture. Dal punto di vista audio si sottolinea la solita professionalità con la quale è stato confezionato il prodotto. Sfortunatamente non sono state aggiunte nuove stazioni radio o canzoni anni '50, ma il doppiaggio italiano si attesta sempre su ottimi livelli sia per quanto riguarda l'interpretazione sia l'adattamento.

    Problemi tecnici

    La prima versione di The Pitt arrivata sul Marketplace era piena di Bug, tali da rendere il DLC praticamente ingiocabile. Secondo i tecnici MS e Bethesda si è trattato di un file corrotto messo erroneamente a disposizione per il download. Quello che troverete nei negozi online adesso sembra essere la versione definitiva di The Pitt.

    Fallout 3 Fallout 3Versione Analizzata Xbox 360The Pitt è una buona espansione, capace appunto di prolungare l'esperienza di Fallout 3 in maniera organica e fedele, non andando a snaturare quel senso di libertà morale e fisica che caratterizza l'opera Bethesda e che mancava in Operation Ancorage. Certo, c'è ancora spazio per diversi miglioramenti, ma la strada intrapresa dagli sviluppatori è sicuramente quella corretta per cercare di arrivare ad un livello qualitativamente paragonabile a quello di Lost and Damned o, per rimanere in casa, di Shivering Isle.

    7

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