Recensione Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of Fates

Quattro eroi per due schermi

Recensione Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of Fates
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Le cronache delle cronache del cristallo

    Tra i titoli usciti sul buon vecchio Gamecube, forse uno dei più ingiustamente maltrattati è stato l'unico parto Square-Enix dell'intera era 128bit Nintendiana: Final Fantasy Crystal Chronicles. Malgrado il nome, ben poco aveva a che spartire con i titoli regolari della serie, e proponeva anzi una soluzione action più vicina ai Seiken Densetsu, rappresentata sullo schermo da figure e temi comunque familiari agli assidui frequentatori dei mondi dei Chocobo.
    Furono sopratutto il ritmo di gioco ed i propositi multiplayer a rovinare il titolo, malamente veicolati da un obbligatorio uso del GBA come controller (una scelta, seppur in un certo senso rivoluzionaria, che limitava pesantemente l'accessibilità).
    Eppure i giocatori più pazienti e lungimiranti, quelli che hanno trovato il coraggio di avventurarsi in quell'ambientazione da favola, non hanno potuto far altro che lasciarsi rapire dalla bellezza delle location, delle musiche, e anche della storia nebulosa ma comunque affascinante.
    Nessuno si sarebbe aspettato che il franchise venisse ripreso, eppure Square-Enix ha sorpreso tutti annunciando un progetto multipiattaforma tutto dedicato alla grande N, il cui apripista è questo Ring of Fates per DS, uscito ora anche sugli scaffali nostrani.
    Grazie all'immediatezza del DS, i propositi dei programmatori erano quelli di riproporre un'esperienza simile a quella Gamecube, ma priva di quegli orpelli che tanto avevano annoiato noia agli amanti del multiplayer.
    E tra un numero elevatissimo di migliorie all'interfaccia e al gameplay, è stato dato il giusto spazio anche ai giocatori più solitari.

    In quel di Rebena Te Ra

    Il mondo di Crystal Chronicles: Ring of Fates, ruota attorno alla città di Rebena Te Ra e alle sue leggende.
    Nella proposta principale del gioco, ovvero lo story mode, Square-Enix ci delizierà dunque con una storia vera e propria, e non un "espediente" per visitare dungeon e ammazzare mostri.
    In una notte bagnata dalla pioggia e illuminata dalla luce nefasta della luna rossa, faremo conoscenza di due giovani gemelli molto speciali. Yuri e Chelinka, i protagonisti del gioco, sono gli eredi di un potente potere che permette loro di dominare la forza dei cristalli e plasmare il mondo a piacimento (ma a che prezzo?). Questo li rende particolarmente dotati nella magia e nel combattimento, ma anche i bersagli di misteriosi "emissari del tempio".
    Per sventare un'imminente catastrofe i due dovranno imparare a dominare il loro dono ed esplorare le vicinanze del borgo, tra foreste, citta in rovina, montagne e vulcani, cercando di sventare i piani del malvagio di turno.
    Senza svelare troppo dell'evoluzione della trama, vale la pena piuttosto esprimere lodi circa la caratterizzazione della storia e dei personaggi. Inizialmente il titolo sembra partire da pretese modeste, e la sceneggiatura potrebbe addirittura risultare confusa o approssimativa a causa della scelta di abusare di paradossi temporali e dialoghi opzionali con npc (tanto utili per spiegare alcuni tra i più importanti risvolti della trama quanto facili da saltare), ma le vicende col tempo trovano il giusto sviluppo e riescono indiscutibilmente ad ammaliare il giocatore immergendolo in un mondo fiabesco, un intreccio non troppo intricato, eppure ricco di fascino.
    Il cast è decisamente numeroso per un titolo che punta tutto -o quasi- sull'azione, e malgrado non tutti i personaggi siano sufficientemente profondi o originali, non mancheranno sorprese e colpi di scena che faranno luce tanto sulle motivazioni dei malvagi antagonisti, quanto sul passato di alcuni membri del party, come nel migliore dei giochi di ruolo di matrice giapponese.

    Un gameplay arricchito e profondo

    Lo story mode e il multiplayer mode di Crystal Chronicles presentano parecchie differenze, una su tutte il controllo del party, che in entrambi i casi può essere composto da un massimo di quattro membri.
    La presenza di una trama che leghi l'esplorazione delle location poi non è cosa da poco, e dona una connotazione certo più lineare all'esperienza di gioco, ma anche più coinvolgente.
    In multi invece sarà possibile esplorare i dungeon liberamente, senza costrizioni generate da calici mistici e nebbia velenosa, ma sopratutto senza soluzione di continuità: completando i vari livelli, se ne renderanno disponibili di nuovi (e sarà possibile affrontare i vecchi a livelli di difficoltà più elevata, come accade in grandi classici del genere quali PSO).
    Proprio come su Gamecube, quattro sono le razze che il giocatore potrà impersonare: Clavat, Yuke, Selkie e Lilty. Ognuna di queste è dotata di particolari poteri e set di attacchi, nonchè di una propensione per le attività offensive, difensive, di spell casting o addirittura di supporto all'interno dell'economia del party. I clavat ad esempio, armati di spade e accette, possono effettuare brevi combo, e ricoprono alla perfezione il ruolo di tank, mentre gli Yuke, particolarmente dotati nelle arti magiche, potranno attivare congegni magici all'interno dei livelli, grazie a cui aprire nuovi passaggi. Alla luce di ciò, in entrambe le modalità, per proseguire al meglio sarà indispensabile imparare a sfruttare le peculiarità di ogni personaggio, attivando interruttori, distruggendo barriere, raggiungendo piattaforme troppo alte con doppi salti. Se in singolo il party sarà bilanciato automaticamente (i quattro personaggi saranno quasi sempre tutti disponibili, e basterà toccare l'apposita sezione del touch screen per cambiare ruolo), in multi bisognerà cooperare più attivamente, precludendosi l'accesso ad alcune zone nel caso in cui i quattro giocatori non abbiano selezionato quattro protagonisti diversi.
    Il lavoro di differenziazione delle razze è stato encomiabile, supportato da un generale inspessimento del gameplay grazie all'introduzione di salti e attacchi volanti e alla possibilità di afferrare i nemici, interagendo in modo divertente quanto inedito (aggrappandosi ad esempio ad una creatura volante e colpendola con la spada, oppure saltando in testa ad un mostro particolarmente grande per calciarlo ripetutamente).
    Anche l'evoluzione dei personaggi con l'accumulo dell'esperienza ha ora un ruolo più importante: salendo di livello non solo aumenteranno i parametri degli eroi, ma si sbloccheranno alcune interessanti abilità di classe come l'aumento dei colpi consecutivi delle combo, scudi di energia difensivi, possibilità di eseguire contromosse o fusioni magiche.
    Proprio riguardo l'uso dei cristalli di magicite e in generale della gestione dell'inventario, il gameplay ha subito uno snellimento notevole rispetto al Crystal Chronicles originale, grazie alle capacità dello schermo inferiore del DS. Sulla destra del touch screen 10 cellette rappresenteranno tutti i tipi di pozioni e magicite disponibili: basterà toccarli per selezionarli e premere X per utilizzarli. Coordinandosi con gli altri membri del party e lanciando più magie contemporaneamente, sarà possibile lanciare incantesimi sempre più potenti e spettacolari, trasformando Fire in Fira e poi Firaga, oppure, selezionando le giuste combinazioni, arrivando a castare i vari Holy, Ultima e Gravity.
    Infine, sempre tramite touch screen, potremo cambiare gli equipaggiamenti dei nostri eroi o visionare le varie mappe dei dungeon. Attenzione però: il gioco non andrà in pausa in questi casi, lasciandoci alla mercè degli attacchi nemici. In multiplayer basterà affidarsi agli amici per per essere sempre protetti, mentre in singolo occorrerà sbrigare le faccende gestionali il più velocemente possibile.

    Gli scogli del gameplay

    Se l'aspetto puramente teorico del gameplay ha subito un upgrade incredibile, grazie anche al level design che unisce con sapienza sezioni tipicamente action rpg ad altre puramente platform, tutte le aggiunte e migliorie al sistema di controllo si infrangono però contro le alte scogliere di un livello di difficoltà di default veramente troppo basso, una linearità dei livelli eccessiva e, sopratutto, un IA ridicola. In particolare sarà quest'aspetto a non permettere al titolo di consacrarsi nell'olimpo dei titoli DS, specialmente nell'esperienza single player.
    I party member controllati dalla CPU non solo attaccheranno raramente, ma faranno di tutto per farsi ferire dai nemici, malgrado la semplicità generale dei loro pattern offensivi. All'inizio dell'avventura sarà principalmente la necessità di tenere in vita i compagni a mantenere soddisfacente il livello di sfida, mentre durante le boss battle, o giocando i vari continue plus, la vita del giocatore si complicherà notevolmente, costringendolo a farsi seguire costantemente dagli alleati in modo da evitare gli attacchi speciali più dannosi. In un certo senso questo è un bene, perchè rende gli scontri meno semplicistici e più strategici, seppur leggermente macchinosi.
    In multiplayer le cose cambiano leggermente: i mostri sono più potenti e aggressivi, e per esplorare le location in modalità Hard e Very Hard basterà finire i vari dungeon individualmente, una sola volta.

    Altro grande problema di Ring of Fates è la longevità: bastano solo 12 ore per portare a termine la storia (non poche, per un action rpg/platform, ma nemmeno troppe). In multi invece potenzialmente è possibile esplorare tutti i dungeon in molto meno.
    Eppure, vuoi per via di una rigiocabilità altissima (ricominciando il gioco è possibile accedere ad un dungeon bonus con relativo boss, e ad altre piccole sorprese), vuoi per l'appagante sistema di equipaggiamento che permette di cambiare l'aspetto dei propri avatar a piacimento, combinando decine di cappelli, armi, armature e accessori, vuoi per la presenza (solo in modalità multiplayer) di un gran numero di subquest, abbandonare il titolo una volta finito la prima volta sarà un'ardua impresa.
    In effetti, limare questo problema sarebbe stato possibile non solo aggiungendo qualche livello (in tutto quelli disponibili sono una dozzina), ma implementando il gioco online: molti aspetti del titolo sembrano puntare in questa direzione, a partire dal sistema di personalizzazione a quello di item-forging, che si basa tutto sullo scambio di oggetti e pergamene. Invece Square-Enix ha preferito ingannare le aspettative l'utenza ponendo il bollino Wi-Fi Connection in bella vista sulla copertina, ma limitandone le funzionalità online ad un inutle scambio di Moogle, per di più vincolato dal tedioso sistema di codici amico.

    Ogni destino è inciso nel cristallo

    Sembrerebbe quasi una pantomima ormai, eppure Square-Enix ha per l'ennesima volta superato se stessa.
    Il motore tridimensionale che gestisce Ring of Fates è, senza mezzi termini, eccezionale dimostrazione di come sia possibile creare mondi affascinanti anche sul portatile Nintendo.
    Le location sono ampie, ben definite, in rari casi un po' anonime, ma in generale ben più che soddisfacenti nella loro realizzazione. Vari elementi animati, come effetti luce o di riflessione, o la distorsione dell'acqua assicurano che il giocatore resti puntualmente bocca aperta durante le fasi esplorative. Inoltre, vista la possibilità di interagire con vari elementi al fine di risolvere enigmi, la soglia di attenzione per i particolari è sempre garantita.
    La modellazione dei personaggi sembra un'evoluzione diretta di Final Fantasy III: partendo da ottime basi, i designer hanno caratterizzato al meglio le quattro razze ed i vari nemici con animazioni ed effetti speciali, redendoli vivi e accattivanti. Nei combattimenti questo si traduce potenzialmente in una decina di creature diverse visualizzate contemporaneamente a schermo e un continuo uso di magie e abilità speciali veramente ben fatte, e questo causa lievi rallentamenti, mai troppo fastidiosi, specialmente durante le partite ad hoc. Ma quando il gioco stupisce è sopratutto per merito della presenza di cutscene occasionalmente doppiate in un ottimo inglese, realizzate a volte in CG, altre sfruttando in modo magistrale il motore grafico del gioco. In questi casi, grazie a trucchi registici tutti basati sulla sapiente gestione dell'inquadratura o sugli effetti speciali e di illuminazione, gli schermi del ds regalano ora delle sequenze d'azione mozzafiato, ora momenti drammatici e ricchi di patos.

    Lo stile di Kumi Tanioka, responsabile della colonna sonora, è rimasto invariato malgrado le "limitazioni" dell'hardware del piccolo di casa Nintendo rispetto al Gamecube. L'amore per temi tutti basati su archi e fiati non è svanito, e anzi trova in questa nuova produzione un'ispirazione ancor più elevata, regalando un'accompagnamento riuscitissimo e memorabile, che non si priva del lusso di riprendere qualche brano del passato, pur proponendo un grande numero di idee nuove e originalissime.
    Perfetti anche gli effetti sonori: ogni mostro grugnisce a modo suo, mentre le linee dei vari personaggi, quando non completamente doppiate, sono sempre appuntate da brevi clip che contribuiscono a caratterizzarne l'indole.
    Un plauso particolare va al lavoro svolto per uno dei cattivi principali della storia, Cu Chasp, che vanta non solo una cura estetica incredibile, ma anche un lavoro di caratterizzazione vocale ineccepibile.

    Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of Fates Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of FatesVersione Analizzata Nintendo DSCon un po' di attenzione per la longevità, l'IA ed un supporto online più sostanzioso, avremmo il miglior lavoro di Square-Enix degli ultimi anni. Preso così com'è, con tutti i suoi pregi ed i pochi difetti, Ring of Fates resta però uno dei titoli più riusciti disponibili per Nintendo DS, assolutamente consigliato per gli amanti di platform tridimensionali e giochi di ruolo. Inutile dire, poi, che chiunque abbia altri tre amici in astinenza da titoli cooperativi farebbe bene procurarsi questo titolo immediatamente. Attenzione però! L'uscita pal non ha ripagato i pazienti utenti italiani con una localizzazione adeguata: il testo a schermo è rimasto completamente in in inglese.

    8

    Che voto dai a: Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of Fates

    Media Voto Utenti
    Voti: 24
    7
    nd