Recensione Final Fantasy I & II Dawn of Souls

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Recensione Final Fantasy I & II Dawn of Souls
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    Final Fantasy I & IIDawn of Souls1987,1988,2004 Square Enix Co.Questo
    recita la schermata introduttiva che accoglie l'acquirente di questa
    cartuccia per Gameboy Advance, in una raccolta che si va a sommare ad
    una lunga serie di vecchi RPG riadattati per il gioiellino portatile
    Nintendo. Il logo dei due giochi e l'immancabile cristallo sullo sfondo
    completano un quadro che ha già detto molto; sono passati diciassette
    anni dal primo Final Fantasy, sedici dal secondo, ed eccoli qui pronti
    ad essere riscoperti dalle nuove generazioni. "Dawn of Souls" non è
    solo un modo più originale di dire "Advance", ma sottintende la nuova
    veste di questi due storici pilastri del videogame.Nuova grafica
    anzitutto, che (sebbene non in grado di reggere il confronto con i più
    avanzati titoli per GBA) rende questi primi capitoli della serie Final
    Fantasy presentabili in maniera più che dignitosa anche agli occhi del
    pubblico moderno. In più, gameplay rivisti e corretti, rivisitazioni e
    aggiunte nelle trame e soprattutto nei dialoghi, calibrazione delle
    classi (per il primo gioco, che le presenta), modalità aggiuntive, due
    minigiochi nascosti, e - purtroppo - un drastico calo della difficoltà
    generale.Prima di proseguire è bene ricordare che i due Final
    Fantasy furono già riproposti su Wonderswan (solo in Giappone) e su
    Playstation (nella raccolta Origins, disponibile anche PAL). Rispetto a
    quest'ultima versione, Dawn of Souls non presenta i discreti filmati in
    full motion video, ma aggiunge tutti i vantaggi della portatilità e una
    completa traduzione in italiano: a voi la scelta di come riscoprire
    l'origine di molte caratteristiche dell'intera serie. Poichè di origini
    si tratta: sebbene Dawn of Souls si presenti come un lifting più che
    apprezzabile, complice l'età dei due titoli la raccolta non si mostra
    assolutamente in grado di tenere testa all'agguerrita concorrenza
    moderna, di cui Golden Sun rappresenta indubbiamente il principale
    esponente. Rimane però il valore puramente "archeologico" dei titoli in
    questione, e la possibilità di scoprire quando e come sono nati i
    "tormentoni" che ci accompagnano da più di dieci titoli: sapevate, ad
    esempio, che il primo chocobo fu introdotto in Final Fantasy II?Ma vediamo ora più nel dettaglio i due giochi...

    Final Fantasy I

    Il pianeta vive e prospera grazie all'energia
    dei quattro magici "Cristalli": fuoco, acqua, vento, terra. Le forze
    vitali in essi contenuti consentono all'umanità di vivere in pace e
    prosperità. Tutto sembra andare a meraviglia, finchè un brutto giorno i
    cristalli perdono la propria energia, e la popolazione disperata si
    ritrova ad attendere l'avverarsi di una celebre profezia: "Quando il
    mondo sarà avvolto dall'oscurità, compariranno quattro Guerrieri della
    Luce". Chi l'avrebbe mai detto...Dopo un lungo periodo di
    sofferenza, un bel giorno (che coincide con l'inizio del gioco) quattro
    viandanti si presentano infatti al cospetto del Re di Cornelia, ognuno
    con un cristallo in mano. Il viaggio per la salvezza dell'umanità
    comincia. Subito.Questa la prima cosa che colpisce chi di noi è
    cresciuto con gli ultimi giochi della serie: uno straccio di trama e si
    parte. Niente personggi dai background articolati, niente passati da
    svelare, niente tormenti nè paure da affrontare... Solo quattro emeriti
    sconosciuti e una lunga serie di dungeon affollati da mostri attendono
    chi si cimenterà nell'impresa, con appena un goccio di storia tra un
    dungeon e l'altro. E un unico colpo di scena nel finale, che se ai
    giorni nostri può sembrare scontato e banale, nell'anno di grazia 1987
    deve aver colpito duro parecchie persone.Final Fantasy è
    palesemente ispirato ai GDR di stampo occidentale, dai quali eredita la
    suddivisione in classi e l'ambientazione medievaleggiante che ci
    accompagnerà per molti capitoli a venire. Come già detto, i quattro
    aspiranti eroi non hanno un nome, neanche uno di default: selezionando
    una nuova partita verrà chiesto come preferite chiamare i vostri eroi
    e, soprattutto, di scegliere la loro classe.Guerriero, Monaco, Mago
    Bianco, Mago Nero, Mago Rosso, Ladro... ognuno ovviamente con pregi e
    difetti; sono queste le scelte a disposizione, e sono scelte
    definitive. Nel senso, ahimè, che a scelta avvenuta non sarà più
    possibile cambiare classe durante il gioco come succede nel mai troppo
    celebrato Final Fantasy Tactics; unica concessione, un upgrade di
    classe (opzionale e non necessario per terminare il gioco) che verrà
    proposto raggiunto un determinato punto della storia. Il guerriero
    diventerà Paladino e potrà usare le più semplici magie bianche, il
    ladro diverrà Ninja guadagnando l'abilità di lanciare alcune magie
    nere, mentre i maghi si tramuteranno in stregoni e otterranno l'accesso
    alle magie più devastanti del gioco.E a proposito di magie, è bene
    notare come esse siano divise unicamente in magie bianche e nere,
    vadano acquistate nei negozi al pari del comune equipaggiamento e ogni
    mago ne possa apprendere soltanto tre per ciascun livello di potenza.
    Ad esempio, un mago bianco che ha accesso a magie di secondo livello e
    si ritrova con quattro diversi incantesimi da acquistare, potrà
    comunque comprarne non più di tre. Nessun particolare appunto riguardo
    armi e armature, che si comprano e si equipaggiano come sempre.La
    traduzione (commento che vale anche per il secondo capitolo) è
    completamente in italiano, e non solo per quanto riguarda i dialoghi: a
    differenza del lavoro compiuto sui capitoli per Playstation, in Dawn of
    Souls vengono infatti tradotti anche i nomi dei mostri e delle magie.
    Una scelta coraggiosa che farà storcere il naso a qualche purista, ma
    c'è da dire che la traduzione è comunque realizzata in maniera egregia,
    come tutto l'adattamento in generale.Il gioco non è affatto
    impegnativo e si completa agevolmente in una quindicina di ore, a
    seconda ovviamente del proprio stile di gioco: grazie (o per colpa) del
    pauroso ridimensionamento della difficoltà generale operata da
    SquareEnix è infatti possibile "andare al sodo" in breve tempo e
    terminare il gioco senza soffermarsi eccessivamente. Il Level Up è
    rapido e semplice, e i vostri eroi impiegheranno davvero poco a
    trasformarsi in autentiche macchine di morte... al punto che molti
    troveranno più che sufficienti una manciata di colpi per annichilire il
    boss finale. Una parte del tempo si perderà senz'altro a vagare senza
    meta, in quanto il gioco fornisce poche indicazioni su ciò che è
    necessario fare per proseguire e spesso non si ha la più pallida idea
    di dove dirigere il proprio manipolo di eroi; un problema tutt'altro
    che insormontabile, per fortuna.L'unica, piccola sfida deriva dalla
    modalità aggiunta appositamente alla versione GBA, battezzata Soul of
    Chaos: quattro dungeon di lunghezza variabile fra i cinque e i venti
    piani ordinati secondo un ordine casuale, all'interno dei quali è
    possibile affrontare in tutto sedici boss provenienti dai futuri giochi
    della serie (Final Fantay III, IV, V e VI) come ad esempio Rubicante,
    Gilgamesh, Omega, Shinryu, Atomos e molti altri. Un buon incentivo per
    continuare a giocare un titolo che, nella sua essenza, è tutto sommato
    composto quasi esclusivamente da una lunga serie di dungeon, in cui i
    fin troppo frequenti combattimenti toccano a volte toccano la
    terrificante punta di "uno ogni passo". Insomma, tutta un'altra storia
    rispetto a...

    Final Fantasy II

    ...E Square introdusse i propri eroi originali.Timidamente,
    in questo secondo capitolo fanno la loro comparsa eroi definiti, con un
    nome e una precisa caratterizzazione grafica, a cura tra l'altro di uno
    Yoshitaka Amano in splendida forma; qui in redazione, un collega ha
    ribattezzato il gioco "ai tempi degli eroi col rossetto"... e non a
    torto.Fyrion, Maria, Guy: tre eroi alle prese con un mondo da
    salvare. Il malvagissimo (e truccatissimo!) imperatore di Palmesia ha
    richiamato i mostri dagli Inferi per soggiogare l'intero pianeta al suo
    volere. Finiti i tempi di pace e gaiezza, le armate del tiranno
    distruggono i disorganizzati eserciti della resistenza. La capitale di
    Fynn viene conquistata, e il Re deve ripiegare sulla città di Altair.
    Anche i nostri eroi fuggono, ma durante la ritirata vengono quasi
    uccisi: Leon, il fratello di Maria, risulta disperso. Riorganizzatisi,
    i ribelli preparano la controffensiva: a noi il compito di distruggere
    la Dreadnought, l'enorme Aeronave militare che potrebbe spazzare via
    qualsiasi speranza. Ed è, ovviamente, solo l'inizio...Finalmente
    dunque, la Square introduce una trama degna di questo nome, piazzando
    qua e là qualche colpo di scena rappresentato soprattutto dalla morte
    di alcuni dei tanti personaggi. Niente di eclatante, ma dopotutto è
    ancora il 1988: ci sarà tempo per sconvolgere il mondo, dieci anni
    dopo, col terremoto Final Fantasy VII.Sono comunque molte le
    novità di questo capitolo, prima fra tutte l'abolizione delle classi:
    come succederà anche nel settimo capitolo, qui tutti possono diventare
    tutto, e a nessun personaggio è precluso di divenire un potentissimo
    guerriero o un mago o entrambi. Le magie non hanno più divisione tra
    bianche, nere o turchine: sono semplicemente difensive oppure
    offensive, si comprano sempre nei negozi e si apprendono da subito, con
    l'unico limite quantitativo di sedici magie per personaggio. Tutto
    ciò è reso possibile da un gameplay piuttosto atipico: aboliti
    completamente i livelli, l'intero gioco è basato invece sui "parametri"
    dei personaggi: forza, velocità, intelligenza, resistenza... tutte
    queste statistiche partono da zero e si rafforzano con l'utilizzo. Ad
    esempio, subendo danni si perdono punti vita, ma perdendo punti vita si
    aumentano quelli totali. L'utilizzo di magie fa aumentare i punti
    magia, e le magie difensive aumentano il valore di spirito, mentre
    quelle offensive il valore dell'intelligenza. Le stesse magie crescono
    di forza con l'utilizzo: una magia di fuoco appena acquistata
    infliggerà pochissimi danni e consumerà un unico punto magia, ma
    utilizzandola assiduamente sia la potenza che il costo di lancio
    cresceranno sistematicamente, un punto alla volta. E' un
    sistema che purtroppo non funziona del tutto, in quanto l'estrema
    facilità del gioco permette di proseguire tranquillamente per molte ore
    ignorando completamente la magia, salvo poi ritrovarsi con un arsenale
    magico ridicolo davanti a mostri immuni agli attacchi fisici. Anche
    qui, comunque, ci si potenzia in poco tempo, e anche questo secondo
    episodio presenta sporadicamente quell'effetto-smarrimento che porta a
    vagare un pò senza meta; un incentivo ad esplorare che i nuovi JRPG
    hanno totalmente perduto, si potrebbe commentare.Che altro dire di questo Final Fantasy II?Il
    party è composto generalmente da quattro personaggi, e ai nostri tre
    eroi si aggiunge di volta in volta un personaggio diverso. Armi e
    armature sono presenti in gran quantità, ma al posto della classica
    combinazione "arma e scudo" viene introdotta la possibilità di usare
    un'arma diversa in ciascuna mano: in questo caso, state attenti ai
    personaggi mancini quando distribuite l'armamentario!La
    modalità aggiuntiva stavolta si chiama Soul of Rebirth, ovvero la
    possibilità di affrontare nuovamente il dungeon finale non col calssico
    party bensì con i personaggi morti nel corso dell'avventura, e
    onestamente non è qualcosa di cui si sentisse il bisogno. La longevità
    si può stimare fra le quindici e le venti ore complessive per una
    partita base, ovviamente destinate a salire per chi desiderasse
    esplorare e collezionare tutto.

    Concludendo...

    Concludendo, ci troviamo senza dubbio di fronte ad un pezzo di storia videoludica.O meglio, due pezzi: completamente restaurati e, in alcuni punti, migliorati.Dawn
    of Souls è un titolo perfetto per gli appassionati della saga che
    vogliono riscoprire le radici della celebre serie, così come per quanti
    desiderino una coppia giochi di ruolo veloci e poco impegnativi; senza
    ovviamente dimenticare i "completisti" alla ricerca dell'esperienza
    mancante.Lo sconsigliamo vivamente invece a chi cerca negli RPG
    le belle storie (troppo lineari questi due capitoli), ma ancora più a
    chi cerca una sfida appassionante e impegnativa: la stragrande
    maggiornanza degli RPG presenta un grado di difficoltà non troppo
    elevato, ma con Dawn of souls si tocca clamorosamente il fondo di una
    buca che Square Enix sta scavando ormai da tempo.Noi di RPGEye
    ci auguriamo fortemente che i prossimi titoli mostrino una calibrazione
    della difficoltà livellata verso l'alto. Dawn of Souls, purtroppo, è
    un'occasione mancata in quel senso.

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