Recensione Final Fantasy III

Una nuova "vecchia storia"

Recensione Final Fantasy III
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  • DS
  • iPhone
  • Android
  • Psp
  • La serie Final Fantasy vanta di alcuni capitoli che sono stati di importanza cruciale per la vita di molti videogiocatori: sono tantissime, infatti, le persone che si sono avvicinate al mondo dei JRPG grazie agli episodi sviluppati per la prima Playstation. Tutto questo ha contribuito ad affermare la serie anche in Europa dove, prima dell'uscita del settimo capitolo, era relegata al mercato import. Anche in USA ci furono dei cambiamenti sostanziali: se prima erano stati convertiti solo alcuni episodi, sapientemente rinumerati per cercare di creare una continuità, da quel momento in poi arrivarono sul mercato regolarmente tutte le uscite. Anzi, furono tradotti e convertiti su console più attuali anche tutti i vecchi esponenti della serie che fino ad allora non erano mai usciti fuori dai confini giapponesi, dimodochè in ogni continente i fan di Final Fantasy potessero completare la propria collezione. Ma nonostante ciò, un gioco di questa serie fu snobbato e rimase l'unico a non vedere mai la luce in Europa e USA. Stiamo parlando proprio di Final Fantasy III, che oggi, grazie Square-Enix, finalmente arriva anche da noi in lingua comprensibile e con una veste grafica rinnovata per l'occasione. Adesso che abbiamo fra le mani il gioco completo, è arrivato il momento di scoprire quanto è rimasto di orginale e quanto è stato migliorato, e valutare se tutto quello che è rimasto invariato ha subito il passare degli anni oppure è attuale e divertente da giocare oggi come un tempo.

    Superato l'impatto con l'ottimo FMV della presentazione ed iniziato il gioco, si nota con un po' di amarezza come le grandi potenzialità e le caratteristiche della console non siano sfruttate pienamente. Primo su tutti lo schermo superiore, utilizzato nel corso dell'avventura solo per visualizzare la mappa del mondo e per ricreare degli effetti particolari durante alcune scene di intermezzo: ad esempio, le voci provenienti dagli spiriti dei cristalli verranno visualizzate nello schermo in alto, come ad indicarne la provenienza "divina". Più utile invece la scelta di visualizzare la world map durante gli spostamenti, talmente utile che viene da chiedersi come mai questa funzione non sia stata estesa anche ai dungeon, in modo da rendere un po' meno complicata la loro esplorazione (sopratutto nella parte finale del gioco). Altra cosa che salta subito agli occhi, questa volta però in senso positivo, è l'ottimo lavoro fatto in ambito grafico: sicuramente quello di FF III è uno dei migliori 3D visti fino ad adesso su DS (anche se l'ormai prossimo Dragon Quest Monsters:Joker e il futuro Crystal Chronicles sembrano essere un gradino sopra). Un esempio lampante sono i modelli poligonali dei personaggi e i vestiti dei vari Jobs, ognuno dei quali è curato nei minimi dettagli e varia da eroe a eroe per moltissimi particolari e rifiniture. Buoni anche gli ambienti, anche se, come detto prima, alcuni elementi e particolari non sono decisamente all'altezza del resto. E' stata inserita inoltre una comoda funzione di "zoom" che permette di avvicinare la telecamera per cercare oggetti e interruttori nascosti, contrassegnati da una lucetta brillante altrimenti invisibile. Da segnalare infine gli sporadici e minimi irallentamenti che vi capiterà di incontrare mentre vi muoverete sulla world-map, sopratutto con un guest nel party: si tratta comunque di un piccolissimo difetto, che non va in nessun modo a sminuire l'opera grafica creata dagli sviluppatori. Per quanto riguarda il touch screen, infine, Final Fantasy III sfrutta un sistema di controllo molto simile a Animal Crossing DS: oltre a giocare con i controlli classici, toccando un punto sullo schermo faremo muovere il nostro eroe verso di esso e per interagire con ciò che ci sta attorno basterà toccare gli altri personaggi o l'elemento del paesaggio che ci interessano. Sempre grazie allo schermo tattile, nei menù e durante le battaglie potremo selezionare direttamente le opzioni, senza bisogno di scorrere la lista col cursore. Al giocatore resterà comunque la scelta di quale configurazione usare, visto che nessuna delle due è migliore dell'altra. Pollice alzato per le musiche, molto belle e piacevoli, comprendenti dei grandi classici della serie come la melodia dei cristalli e la famosissima fanfara della vittoria.
    In definitiva, il gioco, pur essendo "riscritto" per DS non sfrutta le caratteristiche dell'hardware sul quale gira, una decisione che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma che comunque non può essere oggettivamente considerata un difetto. In fondo, non stiamo parlando di una produzione originale, ma un remake, e non si può criticare la scelta di Square-Enix di voler lasciare intatto lo spirito originale del titolo, puntando solo ad un rinnovamento del comparto grafico; avrebbe fatto comunque piacere anche uno svecchiamento del gameplay, dal momento che (come vedremo tra poco) gli oltre 15 anni che questo titolo ha sulle spalle si fanno sentire tutti.

    Dopo aver valutato e promosso (anche se non a pieni voti) il comparto tecnico, è arrivato il momento di analizzare gli altri aspetti, come trama, battle system e longevità, decisamente più importanti per un gioco di ruolo. Come già accennato in precedenza, il gioco ha mantenuto per molti di questi aspetti la sua forma originale: il che, se da un lato può far felici diversi fan storici della serie, dall'altro potrebbe scontentare molti "neofiti" alla ricerca di un RPG per il loro DS. Difatti, Final Fantasy III presenta una struttura che risulta piuttosto antiquata, e tutto è come avvolto da una evidente atmosfera di "già visto". Un'esempio lampante è la trama del gioco: una serie di eventi talmente classici che, col passare del tempo, sono diventati così banali da poter essere trovati in moltissimi altri giochi. In sostanza, per aiutare i Guerrieri della Luce (Luneth, Arc, Refia e Ingus) a compiere il loro destino, viaggerete tra terra, aria e mare, con addirittura la possibilità di esplorare i fondali marini (come nel settimo capitolo). I dialoghi con i personaggi chiave del gioco sono molto sintetici e sbrigativi, e il più delle volte non sono troppo precisi sulla prossima destinazione da raggiungere, lasciando così il giocatore inesperto un po' disorientato. Tra tutto questo, però, spiccano alcuni spunti interessanti e gradevoli momenti comici e farseschi, che contribuiscono a rialzare un po' il livello della trama. Altro punto importante è il battle system che, non potendo contare del famoso e pratico ATB (introdotto nel 4° capitolo), si presenta nella sua forma classica con struttura a turni: un sistema antico e rudimentale, privo sia di pregi, che di particolari difetti, risultando così tanto immediato quanto limitato. Molte volte l'esito favorevole o sfavorevole di una battaglia potrebbe essere determinato dal caso, e le uniche possibilità di creare una strategia sono date dall'organizzazione del party e dei jobs (caratteristica principale del gioco). Con jobs (lavori, in italiano) si indicano le classi che potremo assegnare ad ogni personaggio, modificandone così aspetto, statistiche, abilità (un ladro, ad esempio, può aprire qualsiasi lucchetto), comandi utilizzabili in battaglia e oggetti equipaggiabili. In qualsiasi momento potremo cambiarli a nostro piacemento, ma ci sarà un "prezzo" da pagare: saremo penalizzati col calo di alcune statistiche fino a quando non avremo vinto un determinato numero di battaglie, tempo necessario per far abituare il nostro personaggio al nuovo lavoro. A seconda di come imposteremo i jobs del nostro party (23 in totale, sbloccabili proseguendo con la storia), potremo modificare in parte l'esito di uno scontro, dando così la possibilità di scegliere fra più approcci possibili ad una stessa battaglia. Per fare un esempio, nel caso dovessimo affrontare un boss debole al fuoco, potremo scegliere se combatterlo usando un party bilanciato (un mago nero, per colpire con magie di fuoco, un mago bianco, impiegato nel curare, e due cavalieri per proteggerli in caso di situazione critica), oppure tentare di batterlo velocemente con un party composto solo di maghi neri. Se nel primo caso il combattimento sarà lungo, ma più facile e con più probabilità di vittoria, nel secondo state sicuri che non durerà più di due turni, sia che si concluda con una vittoria che con una sconfitta. In teoria, quindi, per ogni boss andrebbero cercate e provate diverse strategie fino a quando non si trova quella che si adatta meglio. L'unico inconveniente in questo sistema, però, è dato dall'impossibilità di salvare all'interno di un dungeon prima di affrontarne il boss, mancanza che potrebbe rappresentare un problema per alcuni giocatori. Potrebbe accadere, infatti, di arrivare alla fine di un dungeon abbastanza lungo (sopratutto per la presenza degli impietosi incontri casuali) e di scoprire solo durante lo scontro finale che i propri personaggi sono ancora troppo deboli per sconfiggere il nemico di turno, oppure che i job in uso non sono adatti allo scopo.

    Se molti di voi si stanno chiedendo quale sia l'utilizzo che il gioco fa della Wi-Fi Connection, sappiate che l'unico impiego è la possibilità di inviare e ricevere messaggi da altri giocatori tramite la Mognet, la società postale gestita dai moguri. Purtroppo questo servizio è talmente scomodo e inutile che, subito dopo averlo utilizzato per sbloccare le due nuove subquest, lo abbandonerete e ve ne dimenticherete presto.
    A questo punto, dopo essere andati incontro al quasi inevitabile game over, l'unica possibilità sarà quella di caricare l'ultimo salvataggio e attraversare da capo l'intero dungeon: una procedura molto irritante, soprattutto se (come spesso accade nel gioco) la sconfitta è stata determinata puramente da un colpo di sfortuna. Ad innalzare ulteriormente il livello di difficoltà si aggiunge l'impossibilità di comprare oggetti indispensabili come le famose code di fenice (per far rivivere un personaggio del party) oppure gli "etere" per ripristinare gli MP, rendendo praticamente impossibile gestire le risorse umane e magiche del party se non usando le apposite sorgenti che, purtroppo, si trovano solo all'interno dei villaggi e non nei dungeon, dove sarebbero state sicuramente più utili. Per fortuna la longevità si mantiene su dei livelli accettabili, variando dalle 25 ore per la quest principale a circa 35 se si vogliono completare le numerose missioni secondarie, molte delle quali aggiunte in questo remake. Se avete quindi intenzione di iniziare questo titolo, armatevi di una buona dose di pazienza, perché altrimenti il rischio è quello di stufarsi e, di conseguenza, abbandonare il gioco.

    Final Fantasy III Final Fantasy IIIVersione Analizzata Nintendo DSTirando le somme, Final Fantasy III si presenta come un buon Rpg, minato da difetti come una trama decisamente banale, una struttura di gioco un po' troppo antiquata e un livello di sfida a volte eccessivo. Se durante le prime ore può sembrare che il gioco abbia una difficoltà bilanciata, man mano che si procede ci si rende conto di alcune mancanze, sia a livello di gameplay sia a livello tecnico, che contribuiscono a rendere l'esperienza discretamente ardua e, a volte, frustrante. Se si riescono però ad accettare le difficoltà che il gioco propone, l'ottima grafica e la giusta longevità faranno il resto, rendendo Final Fantasy III un validissimo (se non il migliore, per adesso) JRPG per DS.

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