Recensione Final Fantasy VII: Crisis Core

Pronti per scoprire come inizia la storia?

Recensione Final Fantasy VII: Crisis Core
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  • Compilation of Final Fantasy VII

    A partire dal 2004, Square-Enix ha pubblicato una serie di prodotti multimediali atti ad omaggiare uno dei più grandi Rpg della storia, l’indimenticabile settimo capitolo della serie Final Fantasy.
    Di questo innovativo progetto fanno parte le due animazioni Advent Children e Last Order, due titoli dedicati al mercato mobile, il discusso Dirge of Cerberus per PS2 e, ultimo arrivato, Final Fantasy VII: Crisis Core.
    Action/Rpg in esclusiva per PlayStation Portable, Crisis Core ha vissuto una release alla vecchia maniera, di quelle dove a rimetterci sono i giocatori del vecchio continente: nove mesi sono trascorsi, infatti, dal debutto su suolo giapponese. Un’attesa estenuante che solamente un prodotto di qualità superiore può ripagare.
    Avrà Square-Enix (al tempo Squaresoft) replicato la settima magia? Scopriamo, un passo alla volta, quello che si preannuncia il più grande gioco di ruolo per PsP.

    Il cerchio si chiude

    Defilato, tra i meandri dei sidequest e delle sottotrame di Final Fantasy VII, vi era un personaggio chiamato Zack. Lo si vedeva durante un flashback mentre, in compagnia del grande Cloud, viaggiava a bordo di un pick-up. Chi ha vissuto quei momenti, e ricorda come si concluse il racconto, forse vivrà Crisis Core in modo diverso. Magari si renderà conto che, col progredire dell’avventura, è un po’ come se stesse rigiocando per la seconda, la terza o la quarta volta il settimo capitolo della Fantasia Finale. Il primo disco del settimo capitolo. E sa già come andrà a finire.

    Crisis Core è un prequel, racconta la storia di Zack Fair, la sua scalata all’interno della gerarchia dei Soldier, la forza militare al servizio di ShinRa, azienda detentrice, sotto monopolio, dello sfruttamento dell’energia mako, linfa vitale del pianeta. Ma non solo, alle radici di ShinRa vi è un’organizzazione tanto potente da poter decidere la sorte di popolazioni intere, tanto spietata da calpestare i diritti umani e condurre il mondo intero al collasso.
    Nonostante i suoi nobili ideali, Zack lavora al servizio di ShinRa, conscio delle possibilità che tale occupazione può offrirgli, meno consapevole dei danni che la compagnia crea a uomini e cose.
    Angeal, mentore di Zack, i soldati di primo livello Genesis e Sephirot (un Sephirot ancora mansueto, a tratti quasi simpatico), una ritrovata Aeris, il giovane Cloud, i Turks (Tseng, Reno, Rude e la new entry Cissnei); moltissimi dei personaggi che abbiamo conosciuto in passato e qualche nuova, importante, figura. Sono i protagonisti di una storia appassionante, densa di momenti epici ed emozionanti, intrisi della stessa poesia che rese storico ed indimenticabile Final Fantasy VII. Una storia che merita d’essere vissuta e, come vedremo, anche giocata.

    Your mission

    Square-Enix, a differenza di molte (troppe) software house, sembra aver preso seriamente in considerazione la natura portatile della console Sony. PsP non è una PlayStation 2 in miniatura e, in quanto tale, necessita titoli della struttura flessibile, adatti alla partita veloce, ma non per questo privi di un gameplay profondo. Crisis Core è il sunto perfetto di questo concetto. Il titolo Square-Enix gode di una storyline approfondita e di meccaniche di gioco complesse; elementi, però, alleggeriti e resi maggiormente fruibili dalla suddivisione in capitoli, dai frequenti save point e dalla presenza di un altissimo numero di brevi missioni secondarie sempre a disposizione dal menu principale.


    Per buona parte dell’avventura la nostra casa, punto di partenza di quasi tutte le missioni, sarà il quartiere generale dei Soldier, situato al centro della città di Midgar. Avremo la possibilità, prima di intraprendere un incarico, di interagire con i nostri colleghi e ricevere informazioni sul lavoro da svolgere attraverso un servizio e-mail fittizio (con tanto di spam). Le mansioni relative al prosieguo della storyline hanno luogo, quasi esclusivamente, all’esterno della metropoli: gli spostamenti avvengono rigorosamente in funzione della narrazione, non vi sono mappe da esplorare, tanto meno la possibilità di back tracking.
    In quanto prodotto destinato ad una console portatile ci sentiamo di condividere la scelta degli sviluppatori: Crisis Core vive di momenti, non soffre di dispersività (in questo caso deleteria), si rivela perfetto vissuto a piccole dosi, sia a livello ludico che narrativo. La trama, infatti, prevede una suddivisione in capitoli distinti, a loro volta frammentati dalla presenza di numerosi punti di salvataggio. Per quanto possa sembrare strano, è possibile proseguire nell’avventura in modo significativo anche giocando una partita di soli 15 minuti. I dialoghi poco invasivi, la limitata interazione con i personaggi non giocanti e la già citata linearità nell’esplorazione alleggeriscono, da un certo punto di vista, la struttura ludica, mettendo in luce scelte concettuali opposte al prototipo, per poi sfoderare una profondità di gioco invidiabile che si palesa nella completa gestione della materia, nel sorprendente battle system e nel numero impressionate di missioni secondarie.

    A proposito di queste ultime: gli sviluppatori hanno pensato di sopperire all’estrema linearità della struttura di gioco e, quindi, alla possibilità di fare level grinding (combattimenti al fine di potenziare i personaggi) mettendo a disposizione del giocatore ben 300 missioni secondarie. Tali sub-quest saranno disponibili accedendo al menu ingame da un qualsiasi punto di salvataggio e si sveleranno, poche per volta, col procedere dell’avventura principale. Il menu di scelta ci informa la difficoltà di ogni livello, difficoltà che, logicamente, cambia a seconda delle statistiche attuali di Zack. Verremo, dunque, proiettati all’interno di mappe circoscritte che riprendono, nella maggior parte dei casi, ambientazioni già visitate durante l’avventura principale. Scopo delle missioni sarà quello di sconfiggere il/i mini-boss al termine del percorso, senza dimenticare la presenza dei classici combattimenti casuali, di cui parleremo in seguito, e di forzieri più o meno celati alla vista.
    Dalla durata media di una manciata di minuti si rivelano un ottimo espediente al fine di “livellare” il protagonista, recuperare oggetti e materia e garantire un’offerta ludica che, in accoppiata con il corposo main quest, permette a Crisis Core di raggiungere quelle vette di longevità ormai tradizione da parte di Square-Enix e di Final Fantasy.
    Resta da sottolineare come tali missioni si rivelino, col passare del tempo, piuttosto ripetitive nello schema d’azione, ma, considerato il livello di sfida sempre alto e lo scopo per il quale sono state create, il risultato di questo corposo diversivo si può considerare più che buono.

    Casual Action Rpg

    Il battle system sviluppato da Square-Enix si rivela l’elemento maggiormente innovativo del titolo, nonché del tutto inedito per la serie. Si basa su un gameplay completamente in tempo reale, caratterizzato dalla presenza di una sorta di slot machine, la DMW (Digital Mind Wave), elemento che, come vedremo, aggiunge una certa dose d’imprevisto all’azione.

    Una volta ingaggiato uno scontro (ricordiamo la presenza dei classici combattimenti casuali) comparirà un OSD in basso a destra che ci permette di selezionare le azioni da eseguire. Abbiamo la possibilità di attaccare con la spada, di utilizzare oggetti, o, in alternativa, di sfruttare la potenza delle materia a nostra disposizione, la quale ci permette di eseguire magie e comandi speciali. La parata e la schivata sono sempre a disposizione tramite i tasti triangolo e quadrato, entrambe azioni che consumeranno Ability Points.
    Durante gli scontri, tutti rigorosamente in solitaria, interviene la già citata DMW, costantemente attiva sulla parte sinistra dello schermo. Composta da 3 slot, comprendenti un numero ed una figura ciascuno, la DMW determina, in modo apparentemente casuale, l’attivazione delle Limit (mosse speciali), delle Summon (evocazioni) e di alcuni bonus come aumento temporaneo degli HP, riduzione nel consumo di MP ed altro ancora. Si occupa, inoltre, della crescita di livello della nostra materia attiva e dello stesso protagonista: Zack, infatti, salirà di livello con una combinazione di tre 7, le materie con una di due numeri da 1 a 6 a seconda della posizione nella quale è stata equipaggiata. Qualora 2 figure identiche si trovino negli slot di sinistra e di destra la DMW si sposta a pieno schermo, bloccando momentaneamente l’azione; se la terza figura combacerà con le altre due si attiverà la Limit (o la summon) relativa al personaggio mostrato (tra i tanti Angeal, Sephirot, Cluod, Tseng e le evocazioni Bahamut, Ifrit, Odin ecc.).
    Per quanto tale sistema possa sembrare imprevedibile, bisogna constatare quanto gli aiuti da parte della DMW aumentino intelligentemente con l’incrementare della difficoltà dei combattimenti e come Zack aumenti di livello sempre puntualmente. Gli sviluppatori sono riusciti a creare, dunque, un ottimo escamotage al fine di rendere gli scontri sempre vari e coinvolgenti, pur limitando le azioni del giocatore che, tutto sommato, avrà comunque il suo da fare cercando di schivare i colpi dei nemici e, contemporaneamente, selezionando materia ed oggetti.

    A tal proposito, Crisis Core segna il ritorno della materia, ottimo sistema di gestione delle magie che i fan del settimo Final Fantasy ricorderanno molto bene. Ogni materia permette di eseguire, tramite il consumo di un determinato quantitativo di Magic Points, un dato incantesimo (Fire, Blizzard, Cure, Thunder, ecc.) oppure un comando speciale (il cui costo è calcolato in AP), sia di tipo offensivo (come il Jump o il Vital Slash) che di supporto (come lo Steal che ci permette di rubare oggetti ai nemici).
    Sarà possibile equipaggiare un massimo di 6 materia; questa volta, però, senza la possibilità di collegarne due compatibili al fine di aumentarne l’efficacia. A far fronte a tale mancanza gli sviluppatori hanno optato per un sistema di fusione delle materia. Tale operazione si rivela fondamentale in quanto ci permette di incrementare le statistiche e l’efficacia delle magie, fondendo, appunto, due tipologie di materia ed, eventualmente, anche qualunque tipo di oggetto. I possibili risultati sono tantissimi, soprattutto in considerazione del fatto che ad ogni materia si possono associare attributi quali l’aumento della forza d’attacco, della difesa, dei punti vita e così via.
    Presenti, inoltre, un gran numero di accessori (sarà possibile equipaggiarne 4 contemporaneamente). In linea di massima essi si dividono in due categorie: quelli atti a migliorare le nostre caratteristiche e quelli in grado di aggiungere ai nostri attacchi di base uno status negativo (curse, silence, poison, ecc.) oppure un elemento (thunder, fire, ecc.).
    In conclusione, Crisis Core mette in luce un gameplay vincente, soprattutto dal punto di vista del battle system e della costumizzazione, elementi che oscurano in buona parte la linearità della narrazione e l’assenza di libertà di movimento.

    Living faces

    Crisis Core mostra un ottimo motore grafico, in grado di visualizzare ambienti ben caratterizzati e texture di qualità. Le strutture 3D sono descritte da un buon numero di poligoni e, quasi sempre, dotate di parecchi elementi di contorno. Davvero ben realizzate le rivisitazioni di alcuni luoghi già presenti in Final Fantasy VII come la chiesa nelle slums, il cannone mako a Junon e l’ingresso del palazzo ShinRa. Sempre di buona qualità le texture che rivestono gli ambienti, un po’ meno efficace la scelta di una palette dalle tinte forse troppo tenui.
    Ma il titolo Square-Enix eccelle nel momento in cui la camera si avvicina ai personaggi: i modelli tridimensionali e, soprattutto, le loro animazioni si rivelano tra le migliori viste sul portatile Sony. Ogni emozione provata dai personaggi viene riportata su schermo attraverso animazioni facciali strepitose e movenze fluide e realistiche (persino singole ciocche di capelli seguono il movimento del corpo). Certo, si presuppone che, nel momento in cui vi sono determinati dialoghi, i programmatori abbiano optato per una versione del motore grafico ottimizzata (alla stregua delle cutscenes di Daxter); resta il fatto che tale risultato, ottenuto completamente in real time, si rivela un nuovo punto di riferimento su PlayStation Portable.
    Dal punto di vista del design ci vediamo costretti a constatare una progettazione degli ambienti piatta e poco curata. Alcune aree già presenti in Final Fantasy VII, inoltre, risultano ora estremamente ridotte e semplificate (Costa Del Sol è ora una misera spiaggetta privata del pittoresco centro abitato e del porto, il villaggio alla base di Junon non è stato riproposto così come parte delle slums e del palazzo ShinRa). D’altro canto, se il level design lascia a desiderare il lavoro svolto da Tetsuya Nomura per il chara design è alquanto lodevole, soprattutto per quanto riguarda il look ed il feeling generale dei personaggi, in grado di creare un ottimo connubio tra passato (elementi fantasy) e presente (elementi hi-tech).
    A completare un comparto visivo più che soddisfacente vi sono gli stupendi intermezzi in computer grafica. Non fatevi ingannare delle ridotte dimensioni del portatile Sony perché le cutscenes in Crisis Core non temono confronti con qualunque altra produzione recente di Square-Enix, mettendo in luce una cura maniacale sotto tutti i punti di vista e regalandoci uno tra i più belli spettacoli che si possano ammirare sullo schermo di PsP.

    La colonna sonora, sul versante audio, riarrangia alcuni brani storici per la gioia dei fan e propone diverse tracce inedite che, spesso, strizzano l’occhio al metal; scelta discutibile per quanto, soprattutto durante i combattimenti, abbastanza azzeccata. Ottimo il doppiaggio inglese (sottotitolato in italiano): efficaci le voci di Sephirot, Tseng e Aeris, meno quella di Cloud. Di buona fattura gli effetti sonori.

    Crisis Core -Final Fantasy VII- Crisis Core -Final Fantasy VII-Versione Analizzata PSPSquare-Enix raggiunge l’obiettivo. Crisis Core è un ottimo Action/Rpg, dotato di alcuni elementi originali degni di nota ed una struttura di gioco studiata in modo da adattarsi alle caratteristiche del portatile Sony. La struttura portante del gameplay, certo, non si allontana molto da quella di altri classici del genere, ma viene rivistata per adattarla perfettamente al sistema di controllo ed alla filosofia "Handheld" di PSP. La mole impressionante di missioni, il completo sistema di fusione della materia ed una storyline avvincente danno corpo ad un prodotto estremamente longevo, arricchito da un upgrade system atipico ma efficace e penalizzato da un level design al di sotto delle aspettative e da una componente esplorativa leggermente sacrificata a favore dell’azione. Se il comparto ludico si rivela più che soddisfacente, Crisis Core esalta il giocatore/spettatore attraverso momenti narrativi di rara poesia, sorretti da una colonna sonora che rievoca il passato e da alcune cutscenes in CG assolutamente spettacolari. Il prodotto Square-Enix, in conclusione, conquista gli appassionati di vecchia data senza rinunciare ad offrire un’esperienza valida sotto tutti i punti di vista, che minimamente tentenna per problemi legati alla ripetitività ed alla linearità generale. Il neofita non godrà appieno dell’operazione nostalgia messa in atto dagli sviluppatori, ma riuscirà, comunque, ad apprezzare quello che, a pieno diritto, diventa uno dei miglioi giochi di ruolo attualmente disponibili su PsP.

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