Film come Ringu, The Eye e tutta la più recente produzione cinematografica orientale dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la new age dell'horror ha origini nel lontano Oriente. All'orrore più classico occidentale, molto diretto ed esplicito nella maggior parte dei casi, si oppone un immaginario a tratti metafisico, fatto di creature originate da proiezioni distorte della mente e in grado di incarnare le paure più profonde dell'animo umano o di rappresentarne, fisicamente, la corruzione. Se questa sorta di rivoluzione che ha coinvolto l'immaginario cinematografico ha origini piuttosto recenti, con il remake americano The Ring, interpretato dalla bella e brava Naomi Watts, a segnarne l'inizio, in campo videoludico è ormai da parecchio tempo che le visioni “orrorifiche” orientali furoreggiano. Più precisamente dal lontano 1996, quando Capcom ha dato alla luce il suo capolavoro, quel Biohazard-Resident Evil che ha sancito definitivamente la nascita del filone del survival horror. Ma se gli orrori messi in atto dalla Umbrella Corporation avevano ancora un sapore molto occidentale, direi Romeriano, è con Silent Hill che il distacco stilistico si fa più marcato. La nebbia, all'epoca del primo episodio voluta più per reali necessità tecniche che per intuizioni drammaturgiche, avvolgeva tutta una serie di creature la cui essenza reale era messa più volte in discussione durante il dipanarsi della trama. Dallo stesso autore di Silent Hill, Keiichiro Toyama, ecco arrivare questo Forbidden Siren, titolo in grado di rappresentare una nuova piccola rivoluzione nel filone dei survival horror. Un po' come accaduto in Eternal Darkness, in Forbidden Siren al giocatore è richiesto di impersonare più personaggi, in questo caso gli unici superstiti ai fatti misteriosi avvenuti in quel di Hanuda, un villaggio tipico giapponese. Ma se nel titolo dei Silicon Knights, lo sviluppo è pur sempre scandito da un ordine cronologico preimpostato, in Forbidden Siren, una volta entrati nel vivo della storia, è possibile passare da un personaggio ad un altro in modo non lineare, per poter scoprire via via nuovi elementi in grado di far chiarezza sugli avvenimenti accaduti ad Hanuda.
Dieci personaggi in cerca d'autore
Hanuda, cittadina rurale giapponese i cui abitanti sono dediti ad una religione chiamata Mana, in una notte “da fine del mondo” è devastata da un terremoto; il suono di una sirena anti-aerea - un residuato bellico forse? - accompagna fragorosamente i rumori della catastrofe in atto e la popolazione è inghiottitita dallle onde di un mare rosso come il sangue. Ma il destino degli abitanti di Hanuda non è la morte bensì la non vita nei panni di Shibito, creature (in Kanji la parola letteralmente significa “persona morta”) non coscienti della propria natura e condannati, per quanto tempo ancora non si sa, a condurre un'esistenza simile a quella precedente la tragedia, alle prese con i propri compiti ripetitivi e quotidiani ma svuotati della propria anima di essere umano. Dieci persone sopravvissute all'ecatombe devono lasciare al più presto la cittadina e per farlo hanno solo tre giorni di tempo e uno strumento, il Sightjack, tramite cui potersi collegare mentalmente con uno Shibito o un altro essere umano e poter vedere attraverso i loro occhi. Come gli abitanti di Hanuda abbiano sviluppato tale capacità non è dato saperlo e, più in generale, le informazioni in possesso del giocatore all'inizio del gioco sono minime. Diversamente dai più classici survival horror, in Forbidden Siren non è previsto il filmato iniziale in grado di raccontare i dettagli e le vicende che hanno causato le situazioni che, di lì a poco, il giocatore si troverà a vivere in prima persona. Il primo personaggio di cui veniamo a conoscenza, Kyoya Suda, è uno studente di 16 anni testimone di uno strano rituale religioso. Al centro della scena due donne, entrambe vestite di rosso e dal volto coperto da un velo, accolte tra due file di persone. Una di loro, la più giovane, era stata precedentemente protagonista di una strana scena avvenuta nei pressi dell'altare sacrificale allestito per l'occorrenza. Kyoya la riconosce immediatamente ed è riconosciuto a sua volta dalla ragazza stessa. Il ragazzo, una volta scoperto, fugge inseguito ben presto da un poliziotto che si rivela sin da subito poco “umano” nei modi e nell'aspetto. Ed è a questo punto che i comandi passano al giocatore, braccato dal poliziotto-Shibito, il cui compito è quello di recuperare le chiavi di un furgoncino presente sul luogo appena raggiunto, in modo da poterlo mettere in moto e fuggire dall'indesiderato inseguitore.
Vedo con gli occhi dei morti
Forbidden Siren si presenta come un survival horror decisamente atipico, in cui le mosse del giocatore devono esser ben ponderate e spesso “pianificate”, quasi come in uno stealth-game. I 10 personaggi che saremo chiamati ad “interpretare” sono spesso indifesi o, nel migliore dei casi, muniti di oggetti rudimentali da utilizzare come strumenti di difesa e armi dotate di un esiguo numero di proiettili. Inoltre, in alcune circostanze, al personaggio comandato dal giocatore viene richiesto di attraversare una zona specifica insieme ad un secondo essere umano, situazione che rende ulteriormente difficoltosa la sopravvivenza a causa della necessità di mantenere in vita anche un secondo elemento, magari bersagliato da uno Shibito cecchino appostato sul tetto di un edificio. Considerando che le “forze oscure” che ci troveremo ad affrontare non possono essere definitivamente eliminate a suon di mazzate o colpi di fucile - gli Shibito, una volta atterrati, recupereranno in fretta le energie - e che le stesse creature non posso essere fermate semplicemente da una porta chiusa - memori della vita precedente, sono in grado di aprirle - ecco che abbiamo un visione piuttosto chiara delle difficoltà in cui incapperemo durante la nostra permanenza ad Hanuda. Se non bastasse, gli Shibito sono particolarmente sensibili a rumori vari e fonti di luce sospetti come il cono prodotto dalla torcia in dotazione ed è necessario poter percorrere il tragitto più sicuro non battuto dalle loro ronde continue. Questi zombie, infatti, normalmente sono soliti effettuare le stesse azioni ripetutamente e seguire gli stessi percorsi salvo allertarsi è precipitarsi a verificare la natura di un rumore o di una fonte luminosa non prevista. L'impossibilità di conoscere in anticipo le posizioni attuali degli Shibito - sulla mappa in dotazione non sono indicate - e la scarsa visibilità generale dovuta ad una fitta foschia e alla pioggia continua contribuiscono ulteriormente a rendere difficoltoso il compito, da parte del giocatore, di individuare il percorso migliore per non esser scoperti. Ecco che entra in ballo il Sightjack, una capacità che prima o poi viene acquisita da tutti e dieci i nostri personaggi e che li rende in grado di vedere attraverso gli occhi degli Shibito o di un altro essere umano. Tale particolarità consente di stabilire, seppur con il beneficio del dubbio a meno di non conoscere a menadito la morfologia della mappa, le esatte posizioni occupate dagli Shibito o i loro percorsi abituali, nonché individuare la posizione di oggetti indispensabili presenti nel campo visivo delle creature demoniache. L'utilizzo del Sightjack rende vulnerabile il personaggio che ne sta facendo uso, non essendo possibile muoversi nel momento in cui si ricorre a tale abilità. E' quindi opportuno centellinare o, comunque, far uso del Sightjack soltanto dopo essersi assicurati di esser al riparo dagli sguardi “indiscreti” degli Shibito. In modalità Sightjack gli esseri umani vengono visualizzati, se presenti nel raggio di azione, con una croce luminosa di due colori differenti: blu se il personaggio inquadrato è quello utilizzato dal giocatore, verde in tutti gli altri casi. Per potersi sintonizzare sulle “frequenze” di uno Shibito piuttosto che un altro, occore muovere lo stick analogico sinistro come un comando per un'ipotetica antenna parabolica e, eventualmente, memorizzare le varie frequenze associandole ad uno dei quattro tasti analogici del pad Sony.
Il navigatore
Data la natura non lineare di Forbidden Siren, è presente e consultabile in qualsiasi momento uno strumento particolarmente utile - anzi, indispensabile - chiamato Navigatore. Il Navigatore si presenta ai nostri occhi come una tabella. Sull'asse orizzontale le colonne sono occupate dai nomi dei dieci personaggi coinvolti nelle vicende narrate nel titolo Sony, mentre quello verticale rappresenta l'ordine cronologico con cui vengono scandite le varie missioni di gioco. Ciascuna casella costituisce uno stadio che non necessariamente corrisponde ad un'unica missione da compiere. In alcuni casi, infatti, ciascuno stadio può esser rappresentato da due missioni diverse, da portare sempre a compimento in due momenti diversi utilizzando lo stesso personaggio. Gli stadi sono concatenati fra di loro in modo non lineare e la soluzione della missione principale, unitamente a quella secondaria, permette di sbloccare ulteriori stadi; lo stadio sbloccato in seguito al compimento della missione principale è denominato “prossimo stadio standard”, mentre quello collegato alla soluzione della missione secondaria è chiamato “prossimo stadio alternativo”. Questa struttura concatenata e non lineare è dovuta al fatto che le azioni intraprese durante una missione possono condizionare gli sviluppi e l'evoluzione di situazioni in cui si possono trovare altri personaggi in un diverso momento.
Più stile, meno poligoni
Forbidden Siren, tecnicamente, non stupisce, e di sicuro non è da annoverarsi fra i titoli visivamente più impattanti per PS2 da questo punto di vista. Ciò che colpisce della sua cosmesi, però, è la cura con cui sono stati realizzati i volti dei personaggi che ci troveremo ad interpretare. Pur non potendo contare su una modellazione poligonale ai livelli di un Silent Hill 3, i volti degli abitanti di Hanuda sembrano reali grazie alle texture foto-realistiche che li ricoprono. Premendo il tasto R2 è possibile zoomare la visuale e accorgersi di quanto stiamo affermando. Così facendo ci si potrà anche rendere conto della surreale natura delle animazioni facciali - in Forbidden Siren tutto è “fuori dal reale” - non fluide come ci si potrebbe aspettare, ma realizzate secondo una stile quasi da “Stop motion” - tecnica di animazione piuttosto anzianotta, utilizzata anche in film come L'armata delle tenebre di Sam Raimi - caratteristica che non fa altro che rendere le atmosfere di gioco particolarmente “sospese”, compito a cui assolvono pienamente anche i vari Shibito con le loro sembianze e il loro incedere inesorabile. Per quanto riguarda il dettaglio degli ambienti, il tutto è stato realizzato con cura, anche se le occasioni per poter vedere chiaramente ciò che ci circonda sono molto rare, data la presenza continua di foschia e pioggia a limitare la visuale. La palette di colori, salvo rarissimi casi, è all'insegna del grigiore più totale, caratteristica che maggiormente permette di far risaltare il contrasto con le tonalità vermiglie tipiche delle acque di Hanuda. Per quanto concerne il commento sonoro, accanto a rari accompagnamenti musicali piuttosto sinistri, è sempre presente il rumore incessante della pioggia unito a quello dei passi degli abitanti, umani e non, di Hanuda. Particolarmente utili ai fini del coinvolgimento emotivo i lamenti e le frasi, talvolta indecifrabili, pronunciate dagli Shibito. Purtroppo è da segnalare la presenza di una completa localizzazione dei dialoghi implementata attraverso un doppiaggio non certo della massima qualità. In alcune situazioni si sfiora quasi il comico involontario, come nel caso della frase “oh, ma quella è una pistola, professore” pronunciata dalla studentessa Yoriko di fronte al professor Takeuchi, alla vista dello “strumento” di offesa sfoderato da quest'ultimo. L'interpretazione ha ricordato molto al sottoscritto un doppiaggio tipico di certe produzioni soft-pornografiche, non di certo in linea come atmosfera con il titolo Sony.
Conclusioni
Forbidden Siren è un titolo che riesce a creare un'atmosfera di pericolo costante come solo pochi altri sanno fare. L'atmosfera che caratterizza il titolo Scej è angosciante ed opprimente, l'immaginario creato degni dei peggiori incubi. Risulta evidente la promozione a pieni voti della nuova creazione dell'autore di Silent Hill, anche se il gioco non è consigliato a chi cerca un'esperienza facile e all'insegna della fluidità. Forbidden Siren è un titolo che richiede una buona dose di costanza e tempo per poter esser apprezzato e sviscerato fino in fondo. Alcune missioni, se non affrontate unicamente con l'intenzione di salvare la pellaccia al personaggio comandato, possono richiedere anche parecchio tempo per essere completate, ed il fatto di poter effettuare un salvataggio solo ad impresa conclusa non fa altro che aumentare le difficoltà riscontrabili. L'impressione iniziale è piuttosto fuorviante e non è in grado di rivelare nemmeno una minima parte di quanto offerto dal titolo Sony. Raccomandata ai più impazienti, quindi, una prova su strada un po' meno distratta del solito, in modo da poter capire quanto possa esser alla loro portata un titolo come Forbidden Siren.
Recensione Forbidden Siren
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Forbidden Siren - 1139
Il nuovo volto
Film come Ringu, The Eye e tuttadell'orrore
la più recente produzione cinematografica orientale dimostrano ancora una volta,
se ce ne fosse bisogno, che la new age dell'horror ha origini nel lontano
Oriente. All'orrore più classico occidentale, molto diretto ed esplicito nella
maggior parte dei casi, si oppone un immaginario a tratti metafisico, fatto di
creature originate da proiezioni distorte della mente e in grado di incarnare le
paure più profonde dell'animo umano o di rappresentarne, fisicamente, la
corruzione. Se questa sorta di rivoluzione che ha coinvolto l'immaginario
cinematografico ha origini piuttosto recenti, con il remake americano The Ring,
interpretato dalla bella e brava Naomi Watts, a segnarne l'inizio, in campo
videoludico è ormai da parecchio tempo che le visioni “orrorifiche” orientali
furoreggiano. Più precisamente dal lontano 1996, quando Capcom ha dato alla luce
il suo capolavoro, quel Biohazard-Resident Evil che ha sancito definitivamente
la nascita del filone del survival horror. Ma se gli orrori messi in atto dalla
Umbrella Corporation avevano ancora un sapore molto occidentale, direi
Romeriano, è con Silent Hill che il distacco stilistico si fa più marcato. La
nebbia, all'epoca del primo episodio voluta più per reali necessità tecniche
che per intuizioni drammaturgiche, avvolgeva tutta una serie di creature la cui
essenza reale era messa più volte in discussione durante il dipanarsi della
trama. Dallo stesso autore di Silent Hill, Keiichiro Toyama, ecco arrivare
questo Forbidden Siren, titolo in grado di rappresentare una nuova piccola
rivoluzione nel filone dei survival horror. Un po' come accaduto in Eternal
Darkness, in Forbidden Siren al giocatore è richiesto di impersonare più
personaggi, in questo caso gli unici superstiti ai fatti misteriosi avvenuti in
quel di Hanuda, un villaggio tipico giapponese. Ma se nel titolo dei Silicon
Knights, lo sviluppo è pur sempre scandito da un ordine cronologico
preimpostato, in Forbidden Siren, una volta entrati nel vivo della storia, è
possibile passare da un personaggio ad un altro in modo non lineare, per poter
scoprire via via nuovi elementi in grado di far chiarezza sugli avvenimenti
accaduti ad Hanuda.
Dieci personaggi in cerca d'autore
Hanuda, cittadina rurale giapponese i cui abitanti sono
dediti ad una religione chiamata Mana, in una notte “da fine del mondo” è
devastata da un terremoto; il suono di una sirena anti-aerea - un residuato
bellico forse? - accompagna fragorosamente i rumori della catastrofe in atto e
la popolazione è inghiottitita dallle onde di un mare rosso come il sangue. Ma
il destino degli abitanti di Hanuda non è la morte bensì la non vita nei panni
di Shibito, creature (in Kanji la parola letteralmente significa “persona
morta”) non coscienti della propria natura e condannati, per quanto tempo ancora
non si sa, a condurre un'esistenza simile a quella precedente la tragedia, alle
prese con i propri compiti ripetitivi e quotidiani ma svuotati della propria
anima di essere umano. Dieci persone sopravvissute all'ecatombe devono lasciare
al più presto la cittadina e per farlo hanno solo tre giorni di tempo e uno
strumento, il Sightjack, tramite cui potersi collegare mentalmente con uno
Shibito o un altro essere umano e poter vedere attraverso i loro occhi. Come gli
abitanti di Hanuda abbiano sviluppato tale capacità non è dato saperlo e, più in
generale, le informazioni in possesso del giocatore all'inizio del gioco sono
minime. Diversamente dai più classici survival horror, in Forbidden Siren non è
previsto il filmato iniziale in grado di raccontare i dettagli e le vicende che
hanno causato le situazioni che, di lì a poco, il giocatore si troverà a vivere
in prima persona. Il primo personaggio di cui veniamo a conoscenza, Kyoya Suda,
è uno studente di 16 anni testimone di uno strano rituale religioso. Al centro
della scena due donne, entrambe vestite di rosso e dal volto coperto da un velo,
accolte tra due file di persone. Una di loro, la più giovane, era stata
precedentemente protagonista di una strana scena avvenuta nei pressi
dell'altare sacrificale allestito per l'occorrenza. Kyoya la riconosce
immediatamente ed è riconosciuto a sua volta dalla ragazza stessa. Il ragazzo,
una volta scoperto, fugge inseguito ben presto da un poliziotto che si rivela
sin da subito poco “umano” nei modi e nell'aspetto. Ed è a questo punto che i
comandi passano al giocatore, braccato dal poliziotto-Shibito, il cui compito è
quello di recuperare le chiavi di un furgoncino presente sul luogo appena
raggiunto, in modo da poterlo mettere in moto e fuggire dall'indesiderato
inseguitore.
Vedo con gli occhi dei
Forbidden Siren si presenta come un survival horror decisamentemorti
atipico, in cui le mosse del giocatore devono esser ben ponderate e spesso
“pianificate”, quasi come in uno stealth-game. I 10 personaggi che saremo
chiamati ad “interpretare” sono spesso indifesi o, nel migliore dei casi, muniti
di oggetti rudimentali da utilizzare come strumenti di difesa e armi dotate di
un esiguo numero di proiettili. Inoltre, in alcune circostanze, al personaggio
comandato dal giocatore viene richiesto di attraversare una zona specifica
insieme ad un secondo essere umano, situazione che rende ulteriormente
difficoltosa la sopravvivenza a causa della necessità di mantenere in vita anche
un secondo elemento, magari bersagliato da uno Shibito cecchino appostato sul
tetto di un edificio. Considerando che le “forze oscure” che ci troveremo ad
affrontare non possono essere definitivamente eliminate a suon di mazzate o
colpi di fucile - gli Shibito, una volta atterrati, recupereranno in fretta le
energie - e che le stesse creature non posso essere fermate semplicemente da una
porta chiusa - memori della vita precedente, sono in grado di aprirle - ecco che
abbiamo un visione piuttosto chiara delle difficoltà in cui incapperemo durante
la nostra permanenza ad Hanuda. Se non bastasse, gli Shibito sono
particolarmente sensibili a rumori vari e fonti di luce sospetti come il cono
prodotto dalla torcia in dotazione ed è necessario poter percorrere il tragitto
più sicuro non battuto dalle loro ronde continue. Questi zombie, infatti,
normalmente sono soliti effettuare le stesse azioni ripetutamente e seguire gli
stessi percorsi salvo allertarsi è precipitarsi a verificare la natura di un
rumore o di una fonte luminosa non prevista. L'impossibilità di conoscere in
anticipo le posizioni attuali degli Shibito - sulla mappa in dotazione non sono
indicate - e la scarsa visibilità generale dovuta ad una fitta foschia e alla
pioggia continua contribuiscono ulteriormente a rendere difficoltoso il compito,
da parte del giocatore, di individuare il percorso migliore per non esser
scoperti. Ecco che entra in ballo il Sightjack, una capacità che prima o poi
viene acquisita da tutti e dieci i nostri personaggi e che li rende in grado di
vedere attraverso gli occhi degli Shibito o di un altro essere umano. Tale
particolarità consente di stabilire, seppur con il beneficio del dubbio a meno
di non conoscere a menadito la morfologia della mappa, le esatte posizioni
occupate dagli Shibito o i loro percorsi abituali, nonché individuare la
posizione di oggetti indispensabili presenti nel campo visivo delle creature
demoniache. L'utilizzo del Sightjack rende vulnerabile il personaggio che ne
sta facendo uso, non essendo possibile muoversi nel momento in cui si ricorre a
tale abilità. E' quindi opportuno centellinare o, comunque, far uso del
Sightjack soltanto dopo essersi assicurati di esser al riparo dagli sguardi
“indiscreti” degli Shibito. In modalità Sightjack gli esseri umani vengono
visualizzati, se presenti nel raggio di azione, con una croce luminosa di due
colori differenti: blu se il personaggio inquadrato è quello utilizzato dal
giocatore, verde in tutti gli altri casi. Per potersi sintonizzare sulle
“frequenze” di uno Shibito piuttosto che un altro, occore muovere lo stick
analogico sinistro come un comando per un'ipotetica antenna parabolica e,
eventualmente, memorizzare le varie frequenze associandole ad uno dei quattro
tasti analogici del pad Sony.
Il navigatore
Data la natura non lineare di Forbidden
Siren, è presente e consultabile in qualsiasi momento uno strumento
particolarmente utile - anzi, indispensabile - chiamato Navigatore. Il
Navigatore si presenta ai nostri occhi come una tabella. Sull'asse orizzontale
le colonne sono occupate dai nomi dei dieci personaggi coinvolti nelle vicende
narrate nel titolo Sony, mentre quello verticale rappresenta l'ordine
cronologico con cui vengono scandite le varie missioni di gioco. Ciascuna
casella costituisce uno stadio che non necessariamente corrisponde ad un'unica
missione da compiere. In alcuni casi, infatti, ciascuno stadio può esser
rappresentato da due missioni diverse, da portare sempre a compimento in due
momenti diversi utilizzando lo stesso personaggio. Gli stadi sono concatenati
fra di loro in modo non lineare e la soluzione della missione principale,
unitamente a quella secondaria, permette di sbloccare ulteriori stadi; lo stadio
sbloccato in seguito al compimento della missione principale è denominato
“prossimo stadio standard”, mentre quello collegato alla soluzione della
missione secondaria è chiamato “prossimo stadio alternativo”. Questa struttura
concatenata e non lineare è dovuta al fatto che le azioni intraprese durante una
missione possono condizionare gli sviluppi e l'evoluzione di situazioni in cui
si possono trovare altri personaggi in un diverso momento.
Più stile, meno
Forbidden Siren,poligoni
tecnicamente, non stupisce, e di sicuro non è da annoverarsi fra i titoli
visivamente più impattanti per PS2 da questo punto di vista. Ciò che colpisce
della sua cosmesi, però, è la cura con cui sono stati realizzati i volti dei
personaggi che ci troveremo ad interpretare. Pur non potendo contare su una
modellazione poligonale ai livelli di un Silent Hill 3, i volti degli abitanti
di Hanuda sembrano reali grazie alle texture foto-realistiche che li ricoprono.
Premendo il tasto R2 è possibile zoomare la visuale e accorgersi di quanto
stiamo affermando. Così facendo ci si potrà anche rendere conto della surreale
natura delle animazioni facciali - in Forbidden Siren tutto è “fuori dal reale”
- non fluide come ci si potrebbe aspettare, ma realizzate secondo una stile
quasi da “Stop motion” - tecnica di animazione piuttosto anzianotta, utilizzata
anche in film come L'armata delle tenebre di Sam Raimi - caratteristica che non
fa altro che rendere le atmosfere di gioco particolarmente “sospese”, compito a
cui assolvono pienamente anche i vari Shibito con le loro sembianze e il loro
incedere inesorabile. Per quanto riguarda il dettaglio degli ambienti, il tutto
è stato realizzato con cura, anche se le occasioni per poter vedere chiaramente
ciò che ci circonda sono molto rare, data la presenza continua di foschia e
pioggia a limitare la visuale. La palette di colori, salvo rarissimi casi, è
all'insegna del grigiore più totale, caratteristica che maggiormente permette
di far risaltare il contrasto con le tonalità vermiglie tipiche delle acque di
Hanuda. Per quanto concerne il commento sonoro, accanto a rari accompagnamenti
musicali piuttosto sinistri, è sempre presente il rumore incessante della
pioggia unito a quello dei passi degli abitanti, umani e non, di Hanuda.
Particolarmente utili ai fini del coinvolgimento emotivo i lamenti e le frasi,
talvolta indecifrabili, pronunciate dagli Shibito. Purtroppo è da segnalare la
presenza di una completa localizzazione dei dialoghi implementata attraverso un
doppiaggio non certo della massima qualità. In alcune situazioni si sfiora quasi
il comico involontario, come nel caso della frase “oh, ma quella è una pistola,
professore” pronunciata dalla studentessa Yoriko di fronte al professor
Takeuchi, alla vista dello “strumento” di offesa sfoderato da quest'ultimo.
L'interpretazione ha ricordato molto al sottoscritto un doppiaggio tipico di
certe produzioni soft-pornografiche, non di certo in linea come atmosfera con il
titolo Sony.
Conclusioni
Forbidden Siren è un titolo che riesce a creare un'atmosfera di
pericolo costante come solo pochi altri sanno fare. L'atmosfera che
caratterizza il titolo Scej è angosciante ed opprimente, l'immaginario creato
degni dei peggiori incubi. Risulta evidente la promozione a pieni voti della
nuova creazione dell'autore di Silent Hill, anche se il gioco non è consigliato
a chi cerca un'esperienza facile e all'insegna della fluidità. Forbidden Siren
è un titolo che richiede una buona dose di costanza e tempo per poter esser
apprezzato e sviscerato fino in fondo. Alcune missioni, se non affrontate
unicamente con l'intenzione di salvare la pellaccia al personaggio comandato,
possono richiedere anche parecchio tempo per essere completate, ed il fatto di
poter effettuare un salvataggio solo ad impresa conclusa non fa altro che
aumentare le difficoltà riscontrabili. L'impressione iniziale è piuttosto
fuorviante e non è in grado di rivelare nemmeno una minima parte di quanto
offerto dal titolo Sony. Raccomandata ai più impazienti, quindi, una prova su
strada un po' meno distratta del solito, in modo da poter capire quanto possa
esser alla loro portata un titolo come Forbidden Siren.
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