Recensione FUEL

Il gioco di guida più vasto di sempre

FUEL
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Annunciato come una vera e propria rivoluzione nel mondo dei racing game, è finalmente approdato sugli scaffali dei negozi Fuel, il nuovo gioiellino di casa Codemasters. La possibilità di vivere l’esperienza di gioco classica delle corse off road in un contesto completamente nuovo, senza alcun tipo di tracciato prestabilito, ha suscitato il vivo interesse di pubblico e critica per molti mesi; è arrivato ora il momento di capire se il team di sviluppo è riuscito a mantenere le promesse fatte, e se Fuel rappresenta davvero una svolta per il mondo delle corse virtuali.

    Un mondo arido

    Come tutti i racing game, Fuel non presenta una trama o un impianto narrativo, eppure nel titolo sviluppato da Asobo c’è una buona caratterizzazione di base del setting. Le nostre scatenate corse avranno luogo in un mondo diventato arido e improduttivo: un'estesa “Badland” dove l’uomo ha sfruttato e consumato tutte le risorse naturali possibili, una terra selvaggia ed inospitale. Se in molti hanno abbandonato il suolo improduttivo ed il clima arido, un manipolo di pazzi, scalmanati ed impudenti esseri umani ha deciso di sfruttare la rabbia della madre terra per il proprio divertimento e per la propria sete di avventura. Non ci resta quindi che schierarci in questo gruppo di uomini senza criterio, cimentandoci in epiche e leggendarie gare tra sabbia e asfalto, insidiati dalle continue furie del clima.
    Insomma, l’uomo a bordo del proprio mezzo contro la rabbia della natura, una sfida epica che appassionerà e coinvolgerà molti videogiocatori, anche grazie alla rilevante anima artistica che fa capolino già dopo pochi minuti.

    14.000 km quadrati di asfalto, polvere e fango

    Dal punto di vista del gameplay, Fuel si presenta come uno dei più classici giochi di guida off road: comandi semplici e stile di guida molto arcade. Assimilazione del control scheme pratica e veloce, con una curva di apprendimento molto dolce. Per amor di varietà, e sulla scia del recente Motorstorm, i mezzi a disposizione in Fuel sono davvero molti, e vanno dalle moto da cross sino alle motrici dei camion. Sono presenti auto elaborate dallo stile molto poco sofisticato, ovviamente non mancano Quad, moto da strada poco sportive e molte grezze, SUV super corazzati e una vasta gamma di mezzi ibridi che mischiano un po’ le varie categorie principali. La grande varietà di veicoli a disposizione influenza significativamente l’esperienza di gioco, e di volta in volta saremo costretti ad adattarci a stili di guida molto diversi tra loro. Globalmente, in ogni caso, Fuel non si distanzia dai risultati ottenuti dal già citato off road firmato Sony: nonostante le diversità derivanti dal peso e dalla manovrabilità del mezzo, l'esperienza di gioco resta saldamente arcade. Nulla di veramente nuovo per il genere d'appartenenza: un sistema veloce e divertente, ravvivato dalla possibilità di compiere qualche acrobazia in volo.
    Contrariamente ad altri titoli, il nuovo prodotto Codemasters presenta però uno scenario immenso e incredibilmente vario: ben 14.000 i Km quadrati di tracciati da scoprire. Idealmente, in Fuel potrete sentirvi davvero liberi di tagliare le curve come meglio vorrete, potrete scegliere se saltare le asperità del terreno oppure girarci attorno, o sperimentare una serie pressoché infinita di percorsi per giungere al traguardo. Il mondo presentato dai programmatori Asobo è senz’altro affascinante ed unico nel suo genere. Eppure, la caratteristica principale di Fuel, presenta anche alcuni aspetti che pesano in maniera negativa sul gameplay. Inizialmente l’idea di avere massima libertà nella scelta della strada da seguire stimola il giocatore a dare sfogo al proprio intuito e alla propria creatività, ma ben presto ci si rende conto che tutta questa libertà può essere goduta appieno soltanto in alcune modalità di gioco. Fuel presenta infatti una vasta gamma di tipologie di gara differenti, e non tutte si sposano ottimamente con l'impianto quasi free roaming del titolo. Una volta sbloccata un'area sulla mappa avremo la possibilità di gareggiare in modalità carriera: in questo modo guadagneremo, oltre ai punti “Fuel” (che ci danno la possibilità di comprare nuovi mezzi), anche delle stelle, indispensabili per sbloccare nuove aree. In ogni zona della mappa potremo girare in modalità libera e, attivando il nostro GPS, potremo cercare sul territorio nuove livree, nuovi oggetti bonus e, ancor più importante, nuove sfide, anch'esse prodighe di punti e di oggetti bonus, una volta completate. Le tipologie di gare, si diceva, sono molte: variano dalla corsa a checkpoint, dove dovremo arrivare al traguardo passando per determinati hot-spot, fino alle gare “raid”, in cui potremo dare libero sfogo alla nostra vena esplorativa. Presenti anche le classiche gare a circuito e le prove a tempo, oltre a curiose tipologie alternative. Fra queste ultime citiamo il “cerca e distruggi”, dove dovremo far piazza pulita dei nostri avversari riducendoli ad un ammasso di lamiera, e la “la gara con l’elicottero”, in cui dovremo raggiungere un punto di atterraggio prima del velivolo. In ogni caso, capita molto spesso che anche le gare alternative costringano il giocatore a seguire percorsi obbligati, riducendo non poco la libertà promessa, e svolgendosi invece lungo un vero e proprio percorso obbligato. Certo, la libertà esplorativa resta un sottofondo sempre avvertibile, quando ci si muove da una zona all'altra, ma a conti fatti le singole competizioni ne beneficiano solamente in parte. Ci sono inoltre alcune scelte di design davvero incoerenti per un titolo veloce, frenetico e arcade. Molto faticose e spesso un po’ frustranti sono ad esempio le gare “endurance”, in cui dovremo addirittura percorrere 50 Km per giungere al traguardo: in questo caso anche un solo un errore può risultare fatale, costringendo ad abbandonare la competizione. Infatti (ed è questa un'altra scelleratezza di Fuel), per accumulare le stelle in palio è necessario arrivare in prima posizione (nessun premio di consolazione per gli altri due piloti sul podio).

    In definitiva, Fuel è un prodotto particolare, con buone basi concettuali, che si scontrano però con alcune leggerezze di game design e con l'impossibilità di concedere davvero una totale libertà di movimento. Nell'ottica delle singole competizioni, infatti, il titolo Codemaster non aggiunge nulla di nuovo al panorama degli off road game, costringendo comunque l'utente a seguire tracciati predeterminati (anzi la necessità di dover tagliar e il traguardo per primi scoraggia qualsiasi approccio alternativo). Inoltre, chi cerca un titolo dalla fruizione semplice, dovrà guardare altrove: l'esplorazione metodica è necessaria per scovare nuove gare e procedere nella carriera, e attraversare le badland di Fuel richiede tempo e dedizione. Insomma, paradossalmente Fuel è un titolo arcade che piacerà più agli hardcore gamer che ai giocatori occasionali: i primi, infatti, macineranno chilometri su chilometri, per scoprire ogni segreto del gioco. Si può dire comunque che Asobo e Codemasters hanno lanciato sul mercato un prodotto piuttosto audace, che cerca di andare oltre i canoni classici del genere. Sfortunatamente tanta innovazione dal punto di vista concettuale non è supportata da un gameplay che sappia produrre un’esperienza di guida davvero unica e nuova.

    Terra, fango, pioggia e tornado

    Fuel è un titolo davvero molto ispirato artisticamente: considerando il genere, non si può che apprezzare la volontà dei programmatori di creare una vasta gamma di scenari tutti profondamente diversi tra loro e molto suggestivi. Graficamente il gioco presenta poi dei modelli poligonali complessi: automezzi e piloti sono davvero ricchi di dettagli. Un peccato che, a differenza delle ambientazioni, molto meno attraente appaia il design dei veicoli, invero abbastanza anonimi e poco vivaci. Se in altri titoli del genere (ad esempio PURE) l'utente restava affascinato di fronte allo stile delle "cavalcature meccaniche", in questo caso alternarsi alla guida di moto e camion non trasmette lo stesso "brivido". Davvero impressionante, tuttavia, il lavoro svolto dai programmatori per sviluppare un engine grafico così dettagliato nella riproduzione dello sporco sulle tute dei piloti o sulle livree del mezzo di trasporto. Molto curati tutti i dettagli, quindi, così come gli effetti particellari; in particolare quelli legati alla rappresentazione delle condizioni atmosferiche. Il mondo in cui ci troviamo a gareggiare è infatti climaticamente instabile, e spesso nel corso di una singola gara attraverseremo settori piovosi e lande assolate. Senza contare la possibilità di finire nel bel mezzo di una tempesta e o di trovare un tornado al nostro fianco. Tutti i repentini cambiamenti atmosferici sono ben realizzati e colpiscono molto positivamente. Ovviamente influenzano molto l’esperienza di gioco: il mezzo risentirà di tutte le condizioni del terreno ed ovviamente essere investiti da un tornado avrà qualche conseguenza. Ottime anche le texture e gli effetti di illuminazione, insomma il comparto grafico di questo titolo è davvero molto curato e ben realizzato. Alcuni difetti davvero debilitanti emergono però per quanto riguarda il Framerate in gara: il refresh rate scende drasticamente rispetto alle fasi esplorative, ed in un gioco di guida veloce come Fuel questo problema si fa sentire non poco. Notevole anche l’effetto di pop-up di alcune texture che compariranno solo quando ci avvicineremo a sufficienza agli elementi dello scenario.
    Discorso a parte per l’engine fisico: buono il feeling dei mezzi, ma davvero poco credibili le collisioni con gli altri piloti o con alcuni ostacoli. Frequentemente durante uno scontro il nostro mezzo avrà delle reazioni innaturali, e spesso si bloccherà completamente anche per un urto di lieve entità (contro un cactus, ad esempio). Poco realistico e impreciso, insomma, il motore fisico non riesce a convincere appieno. Così come non lo fa l’IA avversaria: anche a livelli di difficoltà elevati gli altri piloti spariranno dalla gara per sviste davvero clamorose (ad esempio finire dentro un dirupo), e tutti gli avversari sembrano inoltre correre su dei binari, seguendo testardamente le loro traiettorie, incuranti della nostra presenza. Gli effetti sonori del gioco sono buoni, anche non stupiscono particolarmente. Le musiche invece piuttosto banali, noiose, e non danno la spinta necessaria di cui un videogamer ha bisogno durante un gioco di guida come questo. Anche a livello tecnico, insomma, è evidente quale sia l’unico vero punto di forza di questo titolo: la vastità e la varietà dell’ambientazione di gioco. Ottima la riproduzione poligonale e artistica, ma il gioco conserva un fisica fin troppo rozza, che alle volte influisce negativamente sulla progressione delle gare.

    FUEL FUELVersione Analizzata PlayStation 3Numerose le tipologie di gare, avvincente la sfida rappresentata dalla modalità carriera, davvero bella l’idea di aggiungere una modalità esplorativa libera, dove cercare nuove livree e nuove sfide da battere. Tantissimi anche i mezzi a nostra disposizione. Non altrettanto convincente appare però il gameplay: lo stile di guida molto arcade non aggiunge niente di nuovo ai titoli del genere, e per alcuni difetti di design gareggiare può risultare spesso un'operazione frustrante, ripetitiva e poco avvincente. Insomma le due anime del gioco, quella esplorativa e quella “corsistica”, non sono sempre perfettamente bilanciate e spesso si sovrappongono in maniera problematica: alcune volte si gradirebbe un tipo di gara più libero e divertente, altre volte la libertà è fin troppa e sembra quasi di perder tempo a vagheggiare senza concludere niente. Non si può non apprezzare l’ottimo sforzo concettuale dei programmatori, ma si devono riconoscere anche dei limiti evidenti. Fuel è un gioco che consigliamo di provare prima di passare all’acquisto: presenta aspetti molto contrastanti ed ha uno stile molto complesso, e non è per tutti i palati.

    6.5

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