Recensione Game of Thrones Episodio 5 - A Nest of Vipers

Telltale ingrana ad un passo dalla fine. E' arrivato il momento di stringere, per la serie videoludica dedicata a uno dei fenomeni televisivi più popolari degli ultimi anni, giunta al quinto -e penultimo- episodio.

Recensione Game of Thrones Episodio 5 - A Nest of Vipers
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • E' arrivato il momento di stringere, per la serie videoludica dedicata a Game of Thrones, giunta al quinto -e penultimo- episodio procedendo per terreni impervi. Sviluppata da una lanciatissima Telltale (che di recente ha stretto accordi addirittura con Marvel e Lionsgate), questa avventura a puntate ha inciampato a più riprese: all'inizio dimostrando una sudditanza troppo evidente nei confronti dello show televisivo, più avanti diluendo l'intreccio senza arrivare ad un punto, ma soprattutto non riuscendo a nascondere quanto futile fosse il peso delle scelte operate dal giocatore. In prossimità del traguardo, il team di sviluppo decide improvvisamente di cambiare marcia. A Nest of Vipers riesce finalmente a tirare le redini dell'impasto narrativo, regala una paio di scene d'azione ben strutturate, non glissa sugli intrighi politici e soprattutto ci mette di fronte a situazioni che potrebbero avere conseguenze finalmente tangibili nel finale di stagione. E che hanno, se non altro, un impatto emotivo con pochi precedenti nell'intera produzione di Telltale.

    I nodi al pettine

    Forse il difetto maggiore di A Nest of Vipers è quello di essere un po' incauto sui tempi narrativi. Questo quinto capitolo è quello che segna il ritorno di Asher Forrester sul territorio di Westeros, conclusa la sua crociata per recuperare un esercito con cui aiutare la famiglia a vincere la rivalità con gli Whitehill. Il fatto che la traversata del Mare Stretto, proprio alla fine dell'episodio, sia rapidissima e immediata rischia di confondere i giocatori più attenti alla coerenza, e rappresenta lo spigolo più in vista non solo di questa puntata, ma di tutta la serie, che forse avrebbe potuto gestire un po' meglio le cose. L'altro aspetto da biasimare è che, almeno nella parte iniziale della produzione, si ribadisce ancora una volta quanto evanescenti siano state le scelte morali che il giocatore ha preso fino a questo momento. Che Beshka abbia ucciso il suo vecchio padrone fra le strade di Meereen non produce di fatto nessun cambiamento, se non qualche lungaggine in più nel primo dialogo con Daenerys; alla stessa maniera i comportamenti del folle Ramsay Snow (in una scena iniziale sicuramente d'impatto, ma dalla quale il bastardo di Roose Bolton si defila troppo in fretta) non sono minimamente influenzati dal nostro operato. La scena che più ribadisce quanto illusoria sia la libertà decisionale dell'utente è però quella in cui Rodrick arriva finalmente a scoprire il traditore. Così come accadde per il misterioso antagonista della prima stagione di The Walking Dead (titolo sempre al vertice della categoria per la scrittura esemplare ed il finale perfetto), la "vipera" che coviamo in seno avrà comunque una serie di eventi e sbagli da rinfacciarci, così da giustificare il suo operato indipendentemente da quali siano state le nostre azioni. Tutte queste leggerezze si perdonano però per l'eccellente gestione della parte finale dell'episodio, in cui finalmente si comincia a vedere il disegno complessivo del racconto. Ancora una volta l'unico filone narrativo che resta totalmente autonomo è quello di Garred, alla ricerca del North Grove: come abbiamo già ribadito in passato, il suo viaggio sembra una parentesi completamente indipendente usata per dar spazio ad ambienti, atmosfere e personaggi che hanno un'importanza fondamentale nella serie televisiva. In questo caso, dopo gli incontri con i Bruti della scorsa puntata, è la volta degli White Walkers, che ci costringono ad uno scontro sicuramente ben tenuto. Ma oltre alla soddisfazione per una competente scena d'azione, l'avventura gelida a nord della Barriera resta per il momento superflua e poco trascinante. Molto di più lo saranno invece le "questioni orientali" di Asher, che per convincere uno stuolo di guerrieri delle fosse ad unirsi alla sua causa dovrà prima affrontare "La Bestia" (un bruto titanico che fa le veci videoludiche della Montagna interpretata da Hafþór Júlíus Björnsson), e poi combattere in un duello che ricorda molto quello per il processo di Tyrion, con un avversario che ha le stesse movenze di Oberyn.

    Questi "ammicchi" alla stagione televisiva, per quanto furbetti possano apparire, ci sono sembrati intelligenti e appropriati per stuzzicare i fan, a differenza dello spazio eccessivo che in passato hanno reclamato le versioni digitalizzate delle star di Hollywood. Il finale dell'episodio, si diceva in apertura, è riuscito anche perché ci fa sentire il peso delle nostre responsabilità, proiettando le nuove scelte morali direttamente verso quello che sarà un finale sicuramente tenutissimo. Come comportarsi, quindi, con il traditore? Ucciderlo oppure cercare di usarlo a proprio vantaggio? E analogamente, come compiacere -nei panni di Mira- la subdola regina madre per fare in modo che fermi l'esercito che gli Whitehill stanno radunando a King's Landing? Quale sia l'esito delle nostre azioni lo scopriremo solo nell'ultima puntata, ma stavolta le biforcazioni narrative sembrano aprire davvero una buona varietà di scenari. A convincerci di questo fatto è anche l'ultima, dolorosissima scelta che A Nest of Vipers ci chiede di prendere: un momento inaspettato, brutale e improvviso come nella miglior tradizione della saga, sicuramente più efficace rispetto a quello della morte di Ethan proprio perché costruito attentamente nell'arco dell'intera serie, che coinvolge personaggi a cui l'utente non può non essersi affezionato. Un momento coraggioso e penetrante, ed il miglior cliffhanger possibile.

    Game of Thrones by Telltale Game of Thrones by TelltaleVersione Analizzata PCDall'episodio finale e dalla sorte dei protagonisti dipenderà il giudizio definitivo sulla serie videoludica di Game of Thrones, che tuttavia impenna proprio in vista del traguardo. Forse quella di diluire la narrazione in sei episodi, invece dei cinque canonici che solitamente rappresentano il “formato Telltale” non è stata un'idea così buona, che ha determinato nelle scorse puntate alcune lungaggini ed una tenuta non proprio costante. Ma adesso l'equilibrio sembra raggiunto: riferimenti alla serie TV, intrighi, tragedie improvvise nello stile di Martin, e finalmente (!) una ritrovata attenzione per il peso delle scelte. Ci aspettiamo grandi cose dal “Season Finale”.

    8

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