Recensione Gladius

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Gladius - 2187

Recensione Gladius
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Ave Caesare, morituri te salutant.

    C'è sempre stata una lunghissima diatriba riguardo gli strategici, vecchia come il mondo, ovvero se siano meglio quelli a turni o quelli in tempo reale. Io sono sempre stato un ferreo sostenitore di quelli a turni, in maniera di avere anche tre giorni per pensare alla mossa successiva, senza il patema di organizzare difese per impedire agli avversari di entrarmi in casa mentre portavo un attacco o situazioni simili. Purtroppo il destino cinico e baro si è sempre fatto beffe dei miei desideri di piccolo Napoleone ed ha fatto sì che sul mercato prevalessero i tanto di moda RTS, ovvero gli strategici in tempo reale. Non fraintendetemi, il mio non è odio, antipatia od allergia (ho passato tranquillamente le notti su Warcraft 3 e relativa espansione, Empire Earth e compagnia); si tratta del semplice desiderio di potermi prendere tutto il tempo che voglio per riflettere sulla strategia da adottare. Fortunatamente sembra che non sia il solo a pensarla così, ed alla Lucasarts hanno crato un gioco apposta per noi, maniaci della pianificazione estrema.

    Ispanico! Ispanico! Ispanico!

    La storia prende le mosse in un mondo fantasy con una impostazione storica simile a quella dell'antica Roma, durante il periodo imperiale. Abbiamo quindi il corrispettivo di Roma, cioè Imperia, e le terre barbare del nord, corrispondenti all'incirca alla cultura vichinga, che nel gioco prendono il nome di Regno di Nordagh. L'antefatto ci racconta di una sanguinosa guerra tra le due nazioni, in cui l'odio accumulatosi ha portato alla nascita del "dio oscuro". In seguito, gli umani rimasti, con l'aiuto delle valchirie e degli altri dei, distrussero il dio oscuro e compresero l'errore che commisero nell'iniziare la guerra; così siglarono la pace e decisero di sfogare i loro istinti bellicosi con una serie di competizioni gladiatorie. Qui termina l'antefatto e ha inizio il gioco vero e proprio, che ci permette di scegliere tra due personaggi: La principessa di Nordagh oppure il figlio del più valente gladiatore di Imperia, che è appena stato assassinato. La scelta del personaggio differenzia il primo atto del gioco, oltre che la difficoltà dello stesso. Senza svelarvi troppo il resto del gioco, posso dire che la storia, anche se lineare, è interessante e presenta dei personaggi molto ben caratterizzati. Il fatto che il contesto si svolga in un mondo fantasy fa sì che oltre agli umani siano presenti altre razze come ciclopi o satiri e questo permette di aggiungere ulteriore varietà alla struttura ludica.

    Venendo nello specifico a ciò che succede su schermo, si può subito dire che la presentazione realizzata con disegni parzialmente animati è molto particolare e anche di buona qualità, mentre la grafica di gioco vera e propria risente troppo della sua origine su PS2: gli sfondi sono fin troppo semplici e le animazioni un po' legnose.

    Lo scopo del gioco è vincere i tornei delle quattro regioni principali, per poi andare al grande torneo di Caltha e, successivamente, chiudere la trama affrontando una serie di prove che vi lascerò scoprire da soli. Ogni regione ha infatti un suo torneo principale, per accedere al quale è necessario vincere gli altri sparsi per il territorio. Ogni torneo si compone di diverse leghe ed ogni lega, a sua volta, di numerose prove, caratterizzate da una notevole varietà di esperienze ludiche. Non è necessario affrontare tutte le prove di ogni lega (anche se il sottoscritto nei suoi deliri se lo è imposto come sacra missione) per vincerla e ciò è senza dubbio positivo, perchè permette di scegliersi le gare più congeniali. Quando non si è nell'arena, viene mostrata la mappa attraverso la quale ci si può spostare per il territorio, dove è possibile avventurarsi in alcune sottomissioni; in alternativa alla mappa, sullo schermo appaiono le città sedi dei combattimenti, mostrate come un semplice menù con alcuni disegni (comunque ben realizzati e mai banali). Le arene sono tutte ottimamente diversificate, ognuna con un solido background alle spalle ed una particolarità che le renderà immediatamente memorizzabili. Vediamo adesso che succede quando si scende nell'arena: qui mi dovete perdonare se tratterò le cose a grandi linee ma il sistema di gioco è tanto complesso e lungo da spiegare quanto facile da apprendere sul campo tramite il semplice tutorial, quindi mi vedo per forza costretto a tagliarne alcune parti. Iniziamo dicendo che i lottatori si dividono in quattro classi: leggere, medie e pesanti più il supporto, classe atipica come vedremo tra poco. Le classi sono legate tra di loro da un rapporto simile a quello della morra cinese: Pesante batte medio che batte leggero che batte pesante. Il supporto è invece particolarmente debole nel corpo a corpo ma eccezionale dalla distanza e diventerà prestissimno una vostra scelta obbligata. Una volta valuatato chi portarsi in campo ed aver scelto sulla minimappa dove piazzarlo, il gioco vero e proprio comincia. A turni, seguendo i relativi punteggi di iniziativa, i lottatori potranno muoversi, attaccare, sferrare attacchi speciali, lanciare sortilegi ed iniziare azioni complesse che verranno portate a termine nei turni degli avversari. Teniamo anche conto degli attacchi e delle difese legati all'affinità degli elementi caricati combattendo, dell'usura delle armi che può anche portare ad una precoce rottura delle stesse e potete capire da soli come il gioco possa godere di una profondità quasi senza pari. Aggiungete una modalità in multiplayer che consente fino a quattro giocatori di cooperare nelle battaglie, un'aggiunta non da poco che aumenta sensibilmente la longevità del titolo Lucasarts.

    Una volta concluso il combattimento, verranno assegnati i punti esperienza ed i punti abilità che permetteranno di entrare in possesso di nuovi, devastanti modi di fare male agli altri, oppure di difendersi meglio una volta nel pieno della mischia. Vi è anche, logicamente, una sezione di compravendita che però è, a mio parere, un po' troppo confusionaria. Il gioco è tutto sommato tutto qui (tolto qualche intermezzo realizzato col motore del gioco, per dare maggiore corpo alla trama) ma vi posso assicurare che la sostanza è sufficiente per far sbavare gli appassionati del genere e non solo...

    Il gladiatore

    Dunque dunque dunque, cosa dire per chiudere la recensione su Gladius? Sicuramente che è un gioco per appassionati che sappiano passare sopra ad una grafica ed un sonoro non certo all'altezza della macchina su cui gira, e che non è un gioco per i patiti dell'azione (anche se strizza loro l'occhio nel modo di portare gli attacchi, visto che bisogna spesso azzeccare combinazioni di tasti o prove simili per fare sì che il colpo vada a buon fine). Se vi riconoscete in questa descrizione avrete a disposizione un gioco molto ben fatto e curato per ciò che concerne il lato strategico, in grado di ovvrirvi una cinquantina di ore di divertimento per personaggio, e direi che non è poco. Forse il voto è un po' troppo alto in valore assoluto ma ho voluto premiare il coraggio della Lucasarts che si è lanciata in un genere certamente di nicchia con un prodotto così ben curato e di alto budget. Ed ora scusatemi, ma avrei da finire quella dannata lega degli Yeti...

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