Recensione God Eater Resurrection

Insieme a God Eater 2 Rage Burst, Bandai Namco porta in Occidente anche God Eater Resurrection, versione aggiornata del primo episodio della serie.

Recensione God Eater Resurrection
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  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • L'enorme successo che gli hunting game riscuotono in Giappone non è certo un segreto. Le incredibili vendite registrate dai titoli del dinamico genere videoludico vanno probabilmente associate anche alle abitudini dei giocatori nipponici di "cacciare" in gruppo anche in treno, nei locali e in qualsiasi altro luogo d'incontro; tutto l'opposto di noi occidentali troppo attaccati ai salotti. Per nostra fortuna, questo affascinante e innovativo genere videoludico ha preso piede anche in Occidente, soprattutto grazie alla continuità di Monster Hunter, che ormai da quasi un decennio continua a sfornare nuovi episodi e ad attirare a sé sempre più aspiranti cacciatori. È dunque naturale che pressoché tutte le principali software house nipponiche abbiano cercato, ciascuna col proprio stile, di replicare il successo del franchise Capcom. Di tutti i potenziali cloni del solo e unico capostipite del genere, God Eater di Bandai Namco Entertainment è forse il più interessante e di certo quello che si discosta maggiormente dal brand cui è ispirato. A distanza di quasi cinque anni dal rilascio europeo della versione PSP, il primo God Eater torna sulla scena videoludica occidentale con una versione rimasterizzata in alta definizione per PS Vita, PlayStation 4 e PC (via STEAM). Abbiamo analizzato e confrontato entrambe le versioni per console di God Eater Resurrection, disponibili gratuitamente per chiunque acquisti una copia per PS4 o PS Vita di God Eater 2 Rage Burst.

    La fine del mondo

    Siamo nel 2071, il pianeta Terra è alla mercé di enormi e spaventose bestie fatte di Oracle Cell, organismi cellulari a sé stanti che si nutrono di altri esseri viventi: ognuna di esse è di per sé una colonia con numerose migliaia di forme di vita che cercano di sopravvivere. Questa potente fusione di cellule letali è in grado di resistere a qualsiasi attacco o arma convenzionale, ragion per cui il genere umano si è visto costretto a combattere il fuoco col fuoco; gli Aragami possono infatti essere abbattuti solo attraverso l'utilizzo del cosiddetto God Arc, un'arma biologica piena delle stesse Oracle Cell che formano il corpo delle fameliche creature. I coraggiosi sterminatori in grado di brandire queste efficaci armi futuristiche vengono definiti God Eater. Dopo aver creato il proprio alter ego, il giocatore è immediatamente arruolato nel "Covo", divisione Estremo Oriente della Fenrir, l'organizzazione che di fatto governa il mondo, riunisce i combattenti compatibili all'innesto del God Arc e si occupa dello sterminio degli Aragami. Il nostro compito sarà familiarizzare con gli altri God Eater e formare una competente squadra di intervento che possa eliminare qualsiasi bersaglio con estrema efficacia. Come intuibile, la principale differenza con Monster Hunter sta proprio nella profondità della trama: la sceneggiatura, appena abbozzata nel suddetto rivale, gioca stavolta un ruolo fondamentale e la campagna principale vanta una nutrita selezione di NPC di un certo spessore e dal fascino innegabile. Il pacchetto include 200 missioni circa, incluse quelle presenti a suo tempo in God Eater Burst, le missioni DLC mai rilasciate in Occidente, e per finire un interessante capitolo extra che si riallaccia agli eventi narrati in God Eater 2. Se affrontato singolarmente, il titolo potrà strapparvi non meno di 100 ore almeno, il doppio -se non il triplo- qualora decidiate invece di giocarlo in modalità multiplayer assieme agli amici.

    Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato

    Come in qualsiasi altro hunting game, le missioni di God Eater Resurrection prevedono l'eliminazione di uno o più mostri entro un generoso lasso di tempo (solitamente 30 o 40 minuti, a seconda della difficoltà e del numero di bersagli previsti dalla missione selezionata). Tutti gli incarichi si svolgono in aree molto vaste, fortunatamente non suddivise in stanze, e i mostri presenti in zona sono tutti indicati da apposite icone sempre visibili sulla mini-mappa della location. Una volta raggiunto il bersaglio designato dalla missione, il giocatore può scegliere se scagliarsi sul nemico con le micidiali armi da mischia in dotazione o se aprire invece le danze con qualche colpo di arma da fuoco. L'arma biologica God Arc è infatti composta da tre diversi elementi, e a seconda delle necessità può trasformarsi in un prezioso scudo sfoderabile in qualsiasi momento, in una potente arma da fuoco o nell'immancabile arma da mischia. Esaminiamole una per una cominciando dagli scudi, i quali si differenziano tra loro per dimensioni, efficacia e velocità di utilizzo; se gli scudi più piccoli permettono parate tempestive e assorbono solo la metà dei danni, gli scudi più grandi annullano completamente i danni, ma il loro utilizzo richiede tempo e riflessi ben allenati; assorbendo ¾ dei danni e richiedendo un tempo di utilizzo più che ragionevole, gli scudi intermedi sono forse quelli meglio bilanciati e soprattutto versatili. Le armi da fuoco sono invece suddivise in fucili di precisione, mitragliatrici e cannoni, e si differenziano fra loro per gittata e numero di utilizzi.

    È opportuno precisare come l'utilizzo di queste armi sia vincolato al riempimento della barra Oracle, colma all'inizio di ogni missione e ricaricabile attraverso oggetti nell'inventario o semplicemente assalendo il nemico con i "morsi" o gli attacchi frontali delle armi bianche. Rispetto alla versione PSP, che a suo tempo presentava solo spade, spade lunghe e i pesanti spadoni, God Eater Resurrection presenta anche tutte le categorie di armi da mischia introdotte dal suo sequel, ovvero una ricca selezione di lance, falci e martelli. Se negli altri hunting game i giocatori scelgono le armi da utilizzare basandosi sulle proprie preferenze o sui consueti attributi elementali che da sempre caratterizzano debolezze e resistenze dell'equipaggiamento (come del resto accade anche per i mostri), le armi da mischia di God Eater si suddividono in tre diverse sottocategorie da tenere sempre bene a mente per massimizzare l'entità dei danni provocabili alle varie specie di Aragami. I giocatori possono infatti equipaggiare armi che privilegiano i fendenti, gli attacchi perforanti o quelli frantumatori, indispensabili contro gli Aragami più voluminosi e corazzati; a tal proposito, prima di ogni missione è dunque opportuno consultare il database su cui sono riportati i punti deboli e le caratteristiche principali di ciascun mostro. Ogni arma da mischia equipaggiata al proprio God Arc ha infine un'ultima, peculiare caratteristica: il morso; tenendo premuto l'apposito tasto, l'arma biologica può subire una momentanea e grottesca trasformazione che consente di addentare il nemico e godere di un potenziamento chiamato Burst, durante il quale i personaggi saranno più agili e scattanti, potranno concatenare un maggior numero di combo, e per di più avranno la facoltà di creare speciali proiettili elementali che non comportano alcun consumo della barra Oracle. Naturalmente gli effetti del gravoso stadio Burst hanno una durata momentanea, ma possono essere estesi o rinnovati attraverso un nuovo morso. Nella versione originale del gioco, questa peculiare tecnica era sì molto potente, ma il suo utilizzo risultava parecchio rischioso poiché il caricamento delle fauci (chiamate anche Predator Form) richiedeva diversi secondi potenzialmente fatali; con l'avvento di God Eater Resurrection, lo sviluppatore Shift ha rimediato a tale "difetto" -se così possiamo chiamarlo- implementando nella nuova edizione il cosiddetto Predator Style, un'espansione della funzione morso che permette di azzannare velocemente l'Aragami ingaggiato in battaglia, magari anche anche in aria o persino durante una combo melee. Per bilanciare la semplicità con cui è possibile effettuare le nuove tecniche di morso, lo sviluppatore ha ben pensato inoltre di ridurre la percentuale di barra Burst ricaricata ad ogni singolo morso veloce, la quale può comunque essere incrementata o rinnovata attraverso successive dentate. Il morso, infine, permette di strappare al nemico preziose materie prime che, unite ai premi ottenuti a fine missione e ai materiali raccoglibili nelle varie aree, sono indispensabili per craftare nuovi pezzi di equipaggiamento o anche solo per migliorare gli strumenti di morte già posseduti.

    Uno dei principali punti di forza dei titoli della serie God Eater è proprio un adeguato sistema di ricompense che permette di realizzare gli equipaggiamenti desiderati senza tediare il giocatore con esagerati e frustranti sessioni di farming, caratteristica che spesso penalizza altri hunting game e addirittura rischia di allontanare aspiranti cacciatori in erba. Il titolo ha ereditato direttamente da God Eater 2 i fantomatici "God Arc abbandonati", strumenti ottenibili al termine delle missioni di livello quattro (o superiori) che possiedono abilità trasferibili ai pezzi di equipaggiamento del giocatore. Per esempio, potrà capitarvi di trovare God Arc con utili abilità che consentono di visualizzare sulla mini-mappa l'energia residua degli Aragami: in questo caso, l'icona caratteristica di ciascun Aragami lampeggerà sempre più man mano che il mostro sarà prossimo alla fine. L'ultima novità, anch'essa presa dal secondo episodio della serie, è rappresentata dai cosiddetti PA, vere e proprie abilità personali dei compagni di squadra offline che consentono di scegliere, sbloccare o migliorare le caratteristiche dei personaggi controllati dall'IA del gioco.

    A seconda delle necessità o del proprio stile di gioco, i compagni possono ora essere equipaggiati con abilità offensive, difensive, o semplicemente con utili buff che ne migliorano i parametri base. Come già menzionato, God Eater Resurrection è interamente affrontabile sia in solitaria che in compagnia; a differenza di qualsiasi altro hunting game, il titolo non presenta missioni esclusive per l'una o per l'altra modalità, ma al contrario permette di proseguire con la storia principale anche durante le sessioni multiplayer, eliminando un gravoso ostacolo che spesso finisce per tediare gli amanti del genere: dover completare in solitaria la campagna offline. Il titolo vanta un ottimo netcode e durante la nostra lunga prova non abbiamo registrato casi di latenza, addirittura il gioco, qualora la connessione a internet risulti ballerina, permette di tornare immediatamente in campo attraverso la tempestiva pressione del tasto affidato alla riconnessione. Una meccanica lodevole che sarà certamente apprezzata da tutti i giocatori privi di fibra ottica o comunque di connessioni molto veloci.

    Localizzazione ostile

    Distribuito in Occidente assieme al secondo episodio della serie, God Eater Resurrection è in realtà il più recente titolo del franchise, ma non questo il più performante a livello tecnico, soprattutto su PlayStation 4. Nonostante l'ottimo restauro effettuato dal team di sviluppo, le origini PSP del titolo si fanno sentire anche sull'attuale handheld di Sony, con ambienti eccessivamente spogli e deludenti. Gli stessi modelli poligonali dei personaggi, forti di un character design eccezionale e accattivante curato da Koichi Itakura e Sokabe Shuji, risultano ancora troppo spigolosi; gli Aragami sono però quelli che hanno risentito maggiormente del porting, soprattutto in termini di nitidezza. Per quanto riguarda il comparto audio, il titolo presenta la già ottima colonna sonora di God Eater Burst con l'aggiunta di nuove tracce udibili per lo più nell'inedito capitolo finale; al contrario, il doppiaggio in lingua inglese, purtroppo l'unica traccia audio disponibile, non convince appieno e accusa lo stesso effetto cavernoso che affligge God Eater 2 Rage Burst. A peggiorare la situazione ci pensa una traduzione dei testi in italiano davvero imbarazzante e non presente nel gioco originale... Durante la nostra prova abbiamo riscontrato non solo frequenti errori di traduzione in grado di alterare il significato di intere frasi, ma persino una punteggiatura imprecisa, spesso assente, e qualche errore di grammatica. Data la rarità della localizzazione in italiana, richiesta a gran voce su produzioni ben più in vista, sarà difficile non ricordare quest'episodio come un'occasione sprecata. Per nostra fortuna, modificando la lingua principale della console è possibile usufruire della puntuale e ben più accurata traduzione in inglese.

    God Eater Resurrection God Eater ResurrectionVersione Analizzata PlayStation 4Rilasciato in Giappone lo scorso ottobre, God Eater Resurrection ha il merito di aver restituito a God Eater Burst il lustro che gli spettava e ad oggi rappresenta senza dubbio la migliore alternativa per tutti i non simpatizzanti di alcune frustranti meccaniche di Monster Hunter, nonché una tappa obbligatoria qualora si voglia affrontare anche il secondo episodio della serie. Vantando un gameplay dinamico e molto più diretto, il gioco è fruibile anche da cacciatori inesperti o addirittura alle prime armi, e soprattutto offre una solida sceneggiatura futuristica che accompagna sapientemente anche giocatori solitari, al pari di un qualsiasi JRPG di stampo classico. Certo il comparto grafico non è all’altezza dell’attuale ammiraglia Sony, ma risulta pienamente godibile su PS Vita e in ogni caso i vari difetti sopracitati passano quasi inosservati qualora si giochi in compagnia dei propri amici, magari con la chat vocale attiva.

    7.4

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