Recensione Grand Theft Auto San Andreas: mettiamo a soqquadro la California

Dopo New York e Miami, si criminaleggia in California

Recensione Grand Theft Auto San Andreas: mettiamo a soqquadro la California
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  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Il ritorno del figliol prodigo

    La saga GTA è da molti considerata la miglior espressione videoludica del concetto di libertà ed accuratezza nella ricostruzione di un mondo contemporaneo. L’idea di girare liberamente per enormi città dotate di cittadini, vita e agguerrite gang mafiose, nei panni di un criminale destinato a diventare qualcuno non è mai stata incarnata in modo migliore, se non nel superbo Mafia della Illusion. San Andreas ha goduto di una spasmodica attesa dovuta soprattutto al fatto che doveva finalmente portare una ventata innovativa alla serie, cosa che il sopravvalutato Vice City non era riuscito a fare in modo convincente. L’impresa non era certo facile: quanto GTA 3 si poteva davvero chiamare bello ed innovativo, tanto Vice City era caricaturale e stanco (almeno dal mio punto di vista ndVlad), e la solita meccanica di libertà di movimenti unita alla possibilità di devastare tutto il devastabile era ormai sorpassata dai nuovi orizzonti dell’industria videoludica. Dopo 6 mesi da uno strepitoso successo sulla console sony sbarca sui PC di tutto il mondo il 5th episodio di Grand Theft Auto...dimenticando la dubbia qualità della conversione: sarà davvero riuscito nel suo intento?

    Una nuova visione della contemporaneità

    In S. Andreas vestirete i panni di tale Carl Johnson, fuggito dalla sua città natale, San Andreas, per evitare di rimanere vittima della guerra tra la sua fazione afroamericana e quella cubana dei ballas. Tornato in città per i funerali della madre, CJ troverà la sua famiglia distrutta e il quartiere in mano a nemici e poliziotti corrotti...e deciderà di rimettere le cose a posto. Una buona trama quella sviluppata dai rockstar, che permette quindi di vedere un’ottica della “famiglia” decisamente diversa da quella cui eravamo abituati...dimentichiamoci il “don” e i gangster dalla camicia a scacchi e la cravatta a pois, il mondo afroamericana è giocato su un sistema del tutto diverso, dove il rispetto si guadagna a suon di muscoli, piercing e tatuaggi piuttosto che con giacca, cravatta e occhiali da sole. Tutta un’altra cosa il sistema di gestione della banda, qui il capo va personalmente a badare ai propri problemi, invece di mandare i propri impomatati scagnozzi (presentati sempre con gli originalissimi nomi di Vinnie, Tango o Salvatore), e quindi cambiate anche le missioni, che vi vedranno personalmente alle prese con i problemi della vostra famiglia, piuttosto che a risolvere quelli di altri (come accadeva in Vice City e GTA 3). Rimangono invece dal capitolo precedente un altissimo numero di armi, automobili, moto, barche, velivoli ed ora perfino biciclette liberamente utilizzabili dal nostro CJ, come da copione dotate di caratteristiche diverse in termini di maneggevolezza, sospensioni ecc.

    Cause the eyes of a ranger are upon you

    Rimasti quindi saldamente ancorati al vecchio gameplay di missioni da parte di numerosi datori di lavoro (in fondo che siano parenti o capibanda cambia relativamente poco) e alla filosofia di libertà di movimento, in cosa hanno puntato gli sviluppatori per attirare il pubblico su s. andreas? Innanzitutto nella grandezza dell’ambiente. Dopo le prime missioni a San Andreas, già di per se grande quando la vecchia Vice City, le vostre peregrinazioni condurranno CJ in giro per tutto lo stato, nella collinosa metropoli San Fierro e nella ricca e prospera Las Venturas, a loro volta delle dimensioni della Liberty di GTA 3. A dividere le 3 città vi è una intricata rete stradale di superstrade e provinciali che si diramano attraverso una mezza dozzina di paesetti sparsi nelle colline, e non mancheranno diversi fiumi a separare tra loro le diverse locazioni della mappa. Ottima poi la caratterizzazione delle varie metropoli, ognuna delle quali dotata di forze di polizia, tipologie di cittadini e auto differenti. E dove non arriva il braccio organizzato della legge, dove swat ed FBI non riescono a vedere, in piena campagna, ecco spuntare i fantomatici rangers, con tanto di casacche e fuoristrada alla Walzer, accompagnati da sonnacchiosi contadini, ingombranti e lenti trattori, giovani dal cappello texano e altri stereotipi delle campagne americane, che condiscono una caratterizzazione dei diversi luoghi davvero ottima e che evita di rischiare che il giocatore si senta sempre nello stesso ambiente. Peccato che le grandi dimensioni del territorio richiedano un notevole lasso di tempo per essere interamente ricoperte a piedi o in auto (e perché no, in barca o aereo), rendendo abbastanza noiose le lunghe traversate (anche se dopo le furibonde camminate di morrowind si sopporta questo e altro).

    Buono, brutto o cattivo

    La dimensione della mappa non è l’ultimo aspetto di S. Andreas che è stato ampliato rispetto gli episodi precedenti. Una grande attenzione è stata dedicata alla personalizzazione e allo sviluppo del personaggio. Sarà possibile entrare in negozi dove comprare decine e decine di vestiti differenti, andare dal barbiere per cambiare pettinatura o ai negozi di tatuaggi. Volete dare l’idea di un criminale da strada? Una buona pettinatura rasta, unita a vestiti malridotti e jeans cascanti sarà perfetta...preferite il mafioso? Allora sotto con gel e vestiti di seta. Le possibilità sono davvero molteplici, peccato che ben raramente si pensi realmente di cambiare stile e quindi si resti senza alcun problema “al naturale”. E’ stata inoltre inserita, sempre nel contesto di una maggiore caratterizzazione, la possibilità di ingrassare mangiando troppo (obbligatorie le pause pranzo nei vari fast food dello stato), di fare più muscoli per colpire con più forza ed imparare nuove mosse (alla palestra) e un piccolo sistema di miglioramento delle abilità di guida, di mira e di resistenza se si predilige un tipo di arma o di veicolo piuttosto che un altro. Non aspettiamoci un sistema alla gdr, semplicemente usando a lungo una pistola piuttosto che un fucile o un’auto piuttosto che una moto apparirà saltuariamente un massaggino che indica che il miglioramento la nostra abilità con armi corte e di guida. Non manca una strizzatina d’occhio al genere stealth, con qualche missione nella quale evitare di farsi scoprire. Tentativo apprezzabile quanto dimenticabile a causa della pessima caratterizzazione degli interni e dalla IA mediocre dei nemici, sarà per la prossima volta. Peccato che tutti questi aspetti, oltre ad essere assolutamente ininfluenti a livello di gioco, sembrino non avere alcuna particolare utilità pratica. Neppure il sottogioco della conquista della fidanzata (c’è addirittura l’indicatore di sex-appeal) e il relativo rapporto sessuale (cancellato nella versione pc ma riattivabile con una semplice mod) riesce a dare al prodotto la ventata di innovazione che gli manca.

    La degradazione delle città

    Dal punto di vista tecnico, e soprattutto grafico, S. Andreas è una totale delusione. Siamo tutti consapevoli che da una conversione non i si può aspettare una grafica alla Half Life 2, ma un risultato che sembra addirittura indietro rispetto a Vice City, a quasi un anno dall’apparizione del prodotto su ps2, è davvero troppo. Personaggi sgranati, animati in maniera pessima e con una cura dei dettagli assolutamente minima si muovono in un ambiente formato da casoni quadrati e spogli che danno più l’idea di una baraccopoli che di una città, gli interni sono formati da vuote stanze quadrate prive di qualsiasi elemento decorativo, gli effetti speciali sono mediocri e assolutamente fuori epoca. Fortunatamente la fluidità di gioco si mantiene in termini accettabili anche in situazioni di totale confusione con decine di auto e nemici sullo schermo. Dal punto di vista sonoro siamo nella media, con effetti convincenti ma non eccelsi, resta la solita vasta gamma di musiche ascoltabili a bordo dei veicoli dalle stazioni radio, ma la loro qualità è ridotta rispetto quella dei pezzi di GTA III e Vice City. L’IA, altro aspetto tecnico fondamentale, è stata oggetto, in termini generali, di un potenziamento nei comportamenti dei singoli cittadini, i quali ora mostrano diverse reazioni a furti e a violenze, come fuga oppure volontà di vendetta personale, dei piccoli criminali, che vedrete spesso impegnati a importunare ragazze e che a volte vi provocheranno a colpirli, e degli agenti, che mostrano una risposta alla criminalità migliore che in passato, e che in caso di sparatoria o di aggressioni, comprese quelle che vi vedranno come semplice spettatore, interverranno e tenteranno di riportare l’ordine. Se a questi miglioramenti globali fossero stati affiancati comportamenti realistici anche negli scontri a fuoco si potrebbe parlare di IA ben riuscita,ma purtroppo vedremo ancora gente girare su se stessa se sotto fuoco, starsene allo scoperto seppure con un’auto perfetta per dare copertura a 3 passi ed altri problemi da sempre presenti nella serie e ancora non oggetto di correzione.

    Speriamo nel sesto episodio

    S. Andreas tuttavia, nonostante i miglioramenti, non riesce a convincere...perché? Semplicemente perché la sensazione che si prova giocando a Vice City o GTA III è la stessa, nulla è stato cambiato nel fondo del gioco, resta sempre presente il senso di ripetitività delle missioni e delle azioni, e se forse avessero omesso qualche orpello inutile (tipo il taglio di capelli modificabile e il mangiare) per una buona serie di modalità nuove (magari una resa migliore delle missioni da poliziotto, pompiere ecc...) probabilmente in termini globali il gioco soddisferebbe di più. Ai difetti in termini di gameplay si uniscono quelli derivati da una conversione di mediocre fattura, cosa che, visti gli eccellenti risultati dei 2 capitoli precedenti,lascia abbastanza sorpresi. Le difficoltà di movimento della telecamera col mouse sono evidenti, e il sistema di controllo via tastiera è stato reso più complicato che in passato, anche a causa dei molti tasti e della loro assurda configurazione predefinita. Pessima l’idea di rendere la guida più complicata, che, unita ai problemi di cui sopra, darà l’impressione che il fondo stradale sia quantomeno ghiacciato per l’incredibile serie di testacoda e sterzate folli fatte dalle auto, comprese quelle più pesanti come fuoristrada e camion. L’ultimo difetto, per il quale forse mi si farà passare per censore, è quello contenutistico: ragionando mente fredda: con la situazione attuale, vedibile ogni santo giorno su giornali e telegiornali, è davvero il caso di rilasciare l’ennesimo gioco nel quale, oltre ad impersonare il perfetto piccolo criminale, si danno come obiettivi l’uccisione di figlie e mogli di avversari,l’ eliminazione di bande giovanili e l’uccisione di poliziotti, e che da la possibilità di uccidere la propria ragazza in caso di un rapporto sessuale insoddisfacente e di andare allegramente a lucciole per poi eliminarle dopo essersi “divertiti”? Forse sarebbe meglio una maggior proliferazione delle idee di Swat 4...ma alla coscienza del singolo la sentenza...si tratta di un difetto puramente soggettivo.

    Grand Theft Auto: San Andreas Grand Theft Auto: San AndreasVersione Analizzata PCS. Andreas non basta ad attirare nuovi fan alla saga, anzi, rischia di perderne alcuni. Non è bastato ingrandire la mappa e mettere orpelli inutili per risollevarne le sorti, quando ormai sarebbe ora di un cambiamento radicale a partire dalle basi. Se a questo ci si aggiungono i limiti di una conversione non propriamente ottimale e di un comparto grafico mediocre, si capisce che la saga GTA ha ormai fatto il suo tempo, e se rockstar si vuole evitare di fare la stessa fine di driver dovrà lavorare sul serio al prossimo episodio, senza sperare che ormai la pietanza non sia diventata insipida.

    7

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