Recensione Gray Matter

Un'avventura grafica uscita dalla penna di Jane Jensen

Recensione Gray Matter
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • Gli amanti delle avventure grafiche attendono il rilascio di Gray Matter (previsto per la fine del mese di gennaio) con ardente trepidazione. Si tratta infatti del titolo che segna il ritorno sulle scene di Jane Jensen, scrittrice statunitense fra le prime a darsi all'arte digitale. La serie Gabriel Knight, del resto, ancora alberga nei cuori dei fan, e l'impegno produttivo della Jensen può essere di fatto considerato pionieristico, tanto che non è raro vederla accostata all'altro grande delle Avventure Grafiche “moderne”, quel Benoit Sokal attualmente al lavoro sul terzo capitolo di Syberia.
    Ma se l'eccellenza dell'autore belga si riversa soprattutto nella componente artistica, l'attenzione meticolosa della Jensen è rivolta soprattutto agli intrecci. Un elemento di fondamentale importanza per un “punta e clicca”, capace da solo di fare la differenza fra un'avventura interessante e curiosa ed una produzione traballante. Gray Matter, dunque, dal punto di vista del plot è davvero quasi inarrivabile. L'estro creativo dell'autrice ha saputo comporre una trama degna di nota, che fa da cardine per un'esperienza ludica davvero piacevolissima.

    Neurobiologia applicata

    La protagonista di questa avventura è Sam Everett, un'illusionista alle prime armi lanciata alla ricerca del Daedalus Club, una strana confraternita che raccoglie tutti i più talentosi maghi del mondo. La sua ricerca parte col piede sbagliato, dal momento che per un classicissimo guasto alla moto, Sam è costretta a fermarsi in una delle più iconiche magioni della campagna londinese.
    Il profilo della villa in cui soggiorna il tetro Dottor Styles si staglia contro un cielo plumbeo e minaccioso, monito imperscrutabile delle misteriose attività che al suo interno si consumano. L'incipit della trama sarà pure fra i più classici, ma il suo svolgimento diventa ben presto coinvolgente e serrato, senza lasciare un attimo di respiro al giocatore. L'utente si trova in qualche modo immischiato in una doppia avventura, mentre cerca di scoprire qualche informazione sul Daedalus Club, ed al contempo desidera fare chiarezza sull'attuale lavoro di Styles, un uomo fin troppo riservato e sospettoso per non nascondere qualcosa.
    Considerate le premesse, i risvolti narrativi colpiscono l'utente con violenza forse inaspettata, sconfinando in territori non certo prevedibili. Il lavoro di Styles rivela tratti distorti che dalla neurobiologia si muovono in direzione del paranormale: ieratico, Styles porta su di se le cicatrici di una catastrofe inenarrabile, ed i suoi sforzi si sono presto trasformati in un'ossessione. La sua visione del mondo, della scienza, è distorta e allucinata, e nei momenti in cui si prende, senza preavviso, il controllo di questo strano personaggio, persino i corridoi e le architetture della lugubre Dread Hill si trasformano e si contorcono. I tocchi di regia, sapientemente dispensati attraverso le classiche inquadrature fisse, sono un valore aggiunto di non poco conto, e contribuiscono in maniera determinante a far crescere il senso di precaria instabilità. Sam, Styles, e le connessioni che lo legano al Daedalus Club, sono di fatto il riflesso materiale di un'inquietudine esistenziale onnipresente, di uno scacco che opprime e soggioga i protagonisti.
    Ricchissima di momenti memorabili, la trama scorre via lungo otto capitoli, che la frammentano in maniera assolutamente appropriata, rispettosi delle regole del “cliffhanger”. L'utente è così guidato per mano lungo una serie di rivelazioni-shock, che di fatto rappresentano una delle eccellenze del prodotto.
    Ma se Gray Matter riesce a suscitare emozioni forti, il merito non è solo della sceneggiatura, intrisa di dialoghi pregnanti e ricolma di personalità curiose. L'atmosfera, come si è detto, passa anche dalle scelte registiche, e dal fascino del lavoro artistico. Gray Matter sceglie di rimanere fedele all'impostazione delle avventure grafiche vecchio stile, e non abbandona i quadri pre-rederizzati di tanti suoi congeneri. Il lavoro artistico sulle ambientazioni è eccellente: ogni locazione è ricca di dettagli, immortalata da prospettive insolite, come se l'occhio della telecamera fosse quello di uno spione indiscreto. Non mancano ovviamente momenti più canonici, ma in generale gli illustratori non si sono mai dimenticati di infondere ad ogni scena un carattere in qualche modo unico, fosse solo per l'illuminazione particolare che sembra riflettere gli stati d'animo dei comprimari.
    Una nota di merito va anche alla colonna sonora. I brani orchestrati per l'occasione sono assolutamente coinvolgenti, perfetti per sottolineare lo strano mix di emozioni che il plot riesce a suscitare. Sonorità acide si alternano a pezzi più movimentati, che riescono addirittura a stimolare un senso di ansia in un genere storicamente molti “riflessivo”. Senza ombra di dubbio, insomma, la direzione artistica di Gray Matter è rara e preziosa, e per i fan di questa particolare categoria ludica, da sempre attraversata dai tratti peculiari della letteratura e dell'illustrazione, ciò basterà per innamorarsi a prima vista.

    Logica e illusione

    Anche dal punto di vista ludico, tuttavia, Gray Matter si difende più che bene. La base è molto classica, per una progressione comunque inquadrata, che si muove dai lunghi dialoghi con gli NPC alla gestione (non troppo complessa) dell'inventario e delle varie combinazioni di oggetti. L'interfaccia minimale funziona alla grande: semplice ed intuitiva, si basa sull'utilizzo di un cursore che cambia in base al contesto, permettendo di eseguire in un lampo l'azione più opportuna con l'oggetto selezionato. Mantenendo fede alla sua impostazione classica, Gray Matter richiede un buon colpo d'occhio ed un acuto spirito d'osservazione, ma fortunatamente in nessun caso la frustrazione del Pixel Hunting assalirà il giocatore. Anche perchè, nel caso in cui rimaniate bloccati, è possibile evidenziare in un attimo tutti gli oggetti con cui è possibile interagire. Un'opzione poco gradita ai puristi (che possono comunque ignorarla), ma che di fatto avvicina una cospicua fetta d'utenza a quella che è un'esperienza fortemente consigliata. I giocatori più navigati, poi, sentiranno raramente il bisogno di ricorrere agli “aiuti”: la progressione, in Gray Matter, segue un filo logico di un'eleganza inoppugnabile, e la risoluzione degli enigmi è di una coerenza esemplare. Non manca qualche momento lievemente più ostico, in cui far lavorare -appunto- la materia grigia, ma quando la soluzione si paleserà agli occhi del giocatore, le soddisfazioni saranno immense, e mai smorzate dall'idea di qualche forzatura.
    Anche dal punto di vista della struttura di gioco, il titolo dtp entertainment si mostra in qualche maniera peculiare. Ognuno degli otto capitoli, infatti, oltre ai compiti principali richiesti per portarlo a termine, contiene qualche “obiettivo extra” che i più tenaci perseguiranno di buona lena. La libertà garantita da un sistema del genere permette inoltre di spostarsi a piacimento nelle ambientazioni, senza incontrare assurdi ostacoli predeterminati.
    Con un guizzo di personalità, la stravagante attività della protagonista penetra addirittura nel gameplay di Gray Matter. In qualche caso, infatti, Sam dovrà esibirsi in qualche trucco di magia, eseguendo una serie di azioni così come sono indicate dal suo preziosissimo manuale. Si tratta di una variazione su tema non troppo pregnante, ma che rivela d'un colpo la meticolosa attenzione del team di sviluppo per la caratterizzazione del proprio prodotto, e denuncia la voglia esagerata di proporre qualcosa di nuovo. Questa introduzione, capace di stupire la prima volta, diventa ben presto assimilabile alle altre routine del genere d'appartenenza, ma resta indispensabile per variare il ritmo della progressione e per caratterizzare al meglio tutta la produzione.
    In generale, dunque, Gray Matter ha pochi punti deboli anche per quel che riguarda la sua struttura portante. Forse un po' troppo incline alla semplificazione, non si perde mai in enigmi che perdono di vista la logicità, e tanto basta per superare molti improbabili esiti di colleghi che cercano nel non-sense un'originalità di dubbio gusto.
    Del comparto tecnico di Gray Matter si è già ampiamente discusso. L’ottima prova a livello stilistico si intreccia tuttavia con qualche incertezza nella gestione dei modelli poligonali dei personaggi. Alla sensazione di “stacco” tipica di ogni titolo che utilizza modelli 3D su sfondi prerenderizzati, si aggiunge un comparto animazioni che traballa in qualche occasione, ed una mole poligonale non sempre eccezionale. I protagonisti, tuttavia, riescono ad essere comunque molto espressivi, ed il contesto scenico, che mescola gli eccezionali brani della colonna sonora con panorami e inquadrature da mozzare il fiato, annichilisce in un lampo i difetti oggettivamente riscontrabili. Gray Matter è uno di quei prodotti che riescono a superare, grazie ad una direzione artistica con pochi precedenti, le lievi storture tecniche.

    Gray Matter Gray MatterVersione Analizzata PCGray Matter è un’avventura grafica caldeggiata a chi sa apprezzare un comparto narrativo di caratura eccezionale, che punti soprattutto sull’emotività. Dal suo procedere entro strutture ampiamente collaudate non segue un gameplay paludato e poco dinamico. Anzi, la logicità degli enigmi, e qualche innesto piuttosto originale, fanno brillare anche il comparto ludico di questa produzione. Ma ciò che resta il vero punto di forza del titolo, è un carattere artistico brillante come pochi. Imperdibile per gli appassionati, data l’esile richiesta in fatto di specifiche tecniche potrebbe essere un ottimo diversivo per chi è abituato ad altri generi e ritmi meno ragionati.

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