Recensione Grim Fandango Remastered

Il ritorno di Manny, icona di un'era del videogioco che merita di essere riapprezzata ancora oggi

Grim Fandango Remastered
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Sono passati 17 anni. Se proviamo a pensare com'era il mondo dei videogiochi nel 1998 è assai probabile che molti di noi non abbiano grandi ricordi di quegli anni e anzi siamo sicuri che alcuni nostri lettori non erano nemmeno nati. Giusto per rinfrescarvi la memoria, quello fu l'anno di Unreal, Starcraft, Sega Dreamcast e della fondazione di una certa Rockstar Games. Quello che non tutti ricordano, però, è che in quello stesso 1998 uscì uno dei titoli più importanti dell'intera storia videoludica, destinato a rientrare per più e più volte nelle classifiche dei migliori giochi di sempre, nonché ad avere un posto speciale nei nostri cuori di giocatori: Grim Fandango. A questo punto è lecito immaginarsi che i più giovani storceranno il naso di fronte a un tale sentimentalismo da "vecchia guardia", ma è proprio per dissipare suddetto scetticismo che Tim Schafer, l'ideatore originale del gioco, ha ritenuto opportuno riproporre al grande pubblico quello che unanimemente possiamo ritenere il suo capolavoro.
    Grim Fandango Remastered è una riedizione della storica avventura grafica targata Lucas Arts ed è venduta a 14.99€ per, ma disponibile gratuitamente per gli abbonati al PlayStation Plus. Scopriamo insieme cos'ha in serbo per noi questo intramontabile classico.

    LA STORIA DI MANNY CALAVERA...

    ...inizia un giorno come tanti al Dipartimento della Morte. C'è un nuovo cliente che ha bisogno di raggiungere il nono Aldilà, luogo della beatitudine eterna, e lo deve fare nel minor tempo possibile, perché la strada è irta di pericoli e coloro che non sono degni di un viaggio preferenziale rischiano di perdersi per sempre nei meandri della Terra dei Morti. Il nostro ossuto agente di viaggi si mette subito al lavoro, controllando quale pacchetto sia alla portata della bontà dimostrata in vita dal signore e, dopo attente ricerche, gli offre il meglio sulla piazza: un bastone da passeggio con tanto di bussola per orientarsi. Tutti i giorni è la stessa storia. I casi migliori vanno al saccente collega Domino, mentre il povero Manny è relegato a offrire pessimi viaggi a pessimi clienti, senza potersi mai guadagnare il biglietto d'uscita dalla squallida El Midollo.
    La fortuna, però, ce la si può anche creare da soli e infatti, grazie ad un originale sistema (che non staremo qui a anticiparvi) il nostro buon agente di viaggio riesce a intercettare l'indirizzo di uno dei clienti riservati al collega Domino, cercando di riscattarsi da anni di ingiustizie. La dolce Mercedes Colomar è praticamente una santa e ha condotto una vita impeccabile, sicuramente le spetta un biglietto per il Numero 9, un treno che accorcia il normale viaggio della durata di quattro anni a quattro minuti, evitando qualsivoglia rischio o contrattempo tra noi e la beatitudine. Come mai allora il computer gli impedisce di erogare tale biglietto? Esiste un motivo per cui certi clienti vanno solo a certi agenti?
    Le domande imperversano nella mente di Manny, ma è in questo momento che il suo piano viene scoperto dal capo ufficio, che non solo lo licenzierà, ma si farà sfuggire un'ormai sconsolata Mercedes, messasi in cammino senza alcun mezzo di trasporto. Il senso di colpa (o l'infatuazione, a seconda dei punti di vista) sarà talmente forte in Manny che da lì partirà una sua personale Odissea ai quattro angoli del mondo alla ricerca della cliente perduta, sfuggendo allo stesso tempo dai membri dell'organizzazione da lui portata a galla al Dipartimento della Morte. Grosso modo questo è l'incipit della storia, corrispondente alle primissime serie di enigmi, che poi si articolerà in aree sempre diverse scandite anche da lassi temporali molto ampi (il gioco è suddiviso in "anni").
    Se le tematiche sono un chiaro omaggio al cinema Noir e a tutto il contesto della malavita da gentleman degli anni 30, il tutto è smorzato dall'ironia generale dovuta alla simbologia e all'iconografia riprese dalla tradizione funebre messicana. A differenza di un Monkey Island, dove la comicità è molto più esplicita, qui tutti i personaggi rimangono sempre seri e impostati (il demone Glottis fa eccezione), anche nelle situazioni più assurde, creando un clima di ilarità che sfocia quasi nel grottesco. Sarebbe scorretto dire che Grim Fandango Remastered sia un'avventura dalle tematiche mature, ma è sicuro che il pubblico meno giovane riuscirà a cogliere delle sfumature, specialmente nei dialoghi, che strapperanno più di un sorriso.

    Oltretutto va considerato che l'avventura non è per niente semplice e richiede l'utilizzo di un pensiero fuori dagli schemi per poter risolvere certe situazioni. Nel corso dell'avventura non ci si limita a scegliere i dialoghi giusti o a raccogliere il semplice oggetto, ma sono necessari tempismo, memoria e colpo d'occhio, nonché buone capacità di esplorazione (scordatevi gli enigmi che si risolvono tutti nella stessa zona). Complice anche il fatto che molte avventure di oggi somigliano più a dei film interattivi, la difficoltà di questo titolo potrebbe spiazzare dei giocatori troppo (o troppo poco) abituati a usare la logica nelle situazioni complicate, implicando l'utilizzo di qualche "aiuto esterno" per procedere nelle sezioni più criptiche.
    Chi vi scrive ammette di essersi trovato in difficoltà parecchie volte nonostante l'avesse già terminato tanti anni prima, segno del fatto che il modo di giocare è cambiato (o che forse la memoria inizia a fare cilecca). Comunque sul versante longevità stiamo tranquillamente sulla decina di ore se riuscite a entrare subito nel mood giusto, mentre crediamo che i tempi possano essere raddoppiati per una run "trial and error" svolta in tutta serenità (mi raccomando parlate di tutto con tutti a prescindere, i dialoghi sono semplicemente fantastici).

    REMASTERED NON EQUIVALE A REMAKE

    Quello che abbiamo di fronte, però, non è il gioco di 17 anni fa, ma è la versione Remastered di Grim Fandango. Ci aspettavamo quindi dei cambiamenti che lo avrebbero reso digeribile anche da coloro che non nutrivano alcun tipo di affetto preventivo nei confronti del titolo. Purtroppo la release finale ha confermato le perplessità in ambito tecnico che erano emerse dai video mostrati negli scorsi mesi, con un aggiornamento gradito, ma appena sufficiente a tenere il passo coi tempi.
    Il video è stato mantenuto con rapporto 4:3, poiché gli sfondi pre-renderizzati avrebbero dovuto essere ridisegnati da zero e i filmati stessi avrebbero richiesto un nuovo render: in pratica il gioco sarebbe stato rifatto completamente. Esiste nelle opzioni la possibilità di schiacciare il rapporto in 16:9, ma il gioco ne esce ancora più logorato, quindi riteniamo che il 4:3 con bande disegnate laterali (è possibile tenere anche le semplici bande nere) sia l'opzione migliore. I filmati sono stati ripuliti, ma la risoluzione di partenza è talmente bassa da sgranare comunque su un normale televisore FullHD (ricordiamo che la versione da noi provata è quella PlayStation 4), rovinando l'ormai defunta bellezza di tali intermezzi.
    I fondali, al di là dell'estensione di rapporto, non hanno subito alcuna modifica, rimanendo identici a quelli dell'epoca. Se nei casi di sfondi statici il risultato finale è comunque discreto, negli sfondi dinamici o nelle animazioni temporanee la situazione peggiora notevolmente, con stacchi evidenti tra il video e l'immagine. È sempre bene ricordare che stiamo facendo riferimento a un titolo di parecchi anni fa che, a modo suo, dimostra ancora una dignità nel parco giochi odierno, però un po' di cura aggiuntiva nella gestione delle transizioni non avrebbe guastato.
    I modelli dei personaggi e il sistema di illuminazione, invece, sono stati rivisti completamente e rappresentano il vero fulcro di questa edizione Remastered. Tutti i personaggi sono stati aggiornati nel quantitativo di poligoni e possiedono texture molto più definite, rendendoli vivi (paradossale considerando i temi trattati) e vibranti. Tutti i fondali, inoltre, sono stati dotati di veri e propri punti di luce che illuminano in tempo reale i modelli tridimensionali integrandoli con l'ambiente in maniera ancora più dinamica e piacevole. A una prima occhiata possono sembrare minuzie in un titolo che avrebbe meritato un lifting più pesante, ma dalle opzioni è possibile disattivare tali migliorie, per potersi rendere conto di quanto invece siano importanti e ben realizzate.

    Purtroppo, per quanto possa sembrare assurdo in un titolo simile, l'ottimizzazione del nuovo sistema di rendering ci ha lasciati un po' perplessi, con alcune sporadiche situazioni in cui vi erano cali di framerate non solo a fronte di un gran quantitativo di personaggi su schermo, come nel locale Blue Casket, ma anche in situazioni tecnicamente più "innocue". I tempi di caricamento delle aree sono stati generalmente istantanei, anche se in alcuni casi è apparsa una schermata di caricamento della durata di alcuni secondi. Infine i salvataggi (ricordando che non è stato introdotto alcun tipo di autosave) richiedono necessariamente delle ottimizzazioni, in quanto sia per aprire il nostro profilo, sia per salvare i progressi, ogni volta era necessario almeno un minuto di tempo. Ovviamente nulla di estremamente fastidioso per un'avventura grafica, ma egualmente spiazzante laddove stringevamo in mano lo stesso pad della console che farà girare Uncharted 4.
    Il comparto sonoro è stato ripulito per l'occasione, rammentandovi la bontà della traduzione italiana anche per il parlato che è stata mantenuta in tutta la sua bellezza. Anche in questo caso il materiale di base non era dei più semplici da gestire, ma il risultato finale è più che buono sia per le musiche che per il parlato, con una chiarezza di tonalità sempre costante. Le musiche, sempre azzeccate, sono spesso temi jazz di accompagnamento che vi terranno compagnia durante le vostre prolungate riflessioni e mantengono ancora oggi il loro fascino retrò.
    Unica vera aggiunta contenutistica di questa nuova versione è la presenza del commento degli sviluppatori (attivabile da menu), con il quale potrete ascoltare parecchi retroscena non solo delle sezioni in cui vi troverete, ma anche del gioco in generale, semplicemente premendo L1 in certe aree. Le curiosità sono parecchie e tendenzialmente interessanti, ma ne consigliamo l'ascolto solo a chi avesse già terminato l'avventura in passato, perché spesso sono molto lunghe e spezzano in modo incredibile il procedere dell'avventura (alle volte ci siamo dimenticati il motivo della nostra visita in quella zona, ma sicuramente c'entra ancora una volta l'età).
    Graditissima, infine, la revisione del sistema di controllo che ora non è più "Character Relative" (con la rotazione su sé stesso del personaggio e la possibilità di andare solo avanti e indietro, per intenderci come i primi Resident Evil), ma "Camera Relative". Basterà inclinare lo stick analogico e Manny si sposterà direttamente in quella direzione, rendendo le nostre ricerche rilassanti e immediate.

    Grim Fandango Grim FandangoVersione Analizzata PlayStation 4Grim Fandango Remastered è un esperimento. È il tentativo di proporre alle nuove generazioni un gioco che, ripreso in mano oggi, ha il sapore di un tempo ormai perduto della storia videoludica. Un tempo “ingenuo” in cui la qualità prendeva il sopravvento sui tempi di sviluppo e i giochi uscivano solo quando erano realmente terminati. Questo è, però, un valore soprattutto nostalgico. Coloro che non avessero mai sentito parlare di Grim Fandango prima d’ora si ritroveranno tra le mani un prodotto che è frutto dell’amore del proprio padre (il buon Tim Schafer), ma che non convince appieno per quanto riguarda l’opera di aggiornamento che ha subito per l’occasione. Dopo tutti questi anni di attesa sarebbero stati auspicabili degli sfondi ridisegnati da zero (come è stato per i remake dei primi due Monkey Island) anche al costo di ulteriore tempo per lo sviluppo, piuttosto che offrire al grande pubblico di oggi un lavoro che, a tutti gli effetti, è stato lasciato a metà e ci rende tristi all’idea che qualcosa (molto) di più poteva essere fatto. La luce di cui comunque brilla Grim Fandango Remastered è quasi tutta riflessa, dovuta all’irraggiungibile risultato del capitolo originale che, a distanza di tanti anni, continua a divertire e appassionare superando lo scoglio dei limiti tecnici con qualche discreta ferita, ma tutto sommato in buone condizioni. Non dimentichiamoci che quello che abbiamo di fronte rimane comunque un capolavoro e che le perplessità riguardano il solo lato “Remastered”, perché tutto il resto varrebbe almeno due punti aggiuntivi sul voto finale. Coloro che lo hanno già provato in passato lo possono considerare solo se vogliono una versione aggiornata e compatibile con i nuovi sistemi (con tanto di commento aggiuntivo). Chi non lo ha mai giocato, invece, gli dia una chance, perché indirettamente questa edizione ha vinto la sua personale battaglia contro il tempo, dimostrando che, senza stravolgerne radicalmente la grafica, Manny Calavera ha ancora molto da insegnare alle avventure di oggi. E ricordate: viva la revolución!

    7

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