GripShift: recensione del primo platform racing portatile

Il primo Platform-Racing. Portatile, per altro

GripShift: recensione del primo platform racing portatile
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  • PS3
  • Psp
  • Uno strano Mix...

    Spesso per ottenere i migliori cocktails occorre mischiare ingredienti che sembrano agli antipodi. Il classico unito all'esotico, il dolce con l'aspro generano, a volte, un gusto particolare ed inebriante; altre volte, qualcosa di completamente indigesto.
    Alla ricerca della ricetta per l'originalità, Sidhe Interactive ha deciso di mischiare gli elementi di un racing game d'azione con quelli di un platform e di un puzzle game. Se è vero che la genialità spesso valica il confine con la follia, il risultato potrebbe essere meno insolito ed assurdo di quanto si possa pensare.

    Correndo a testa in giù

    Gripshift non è un gioco convenzionale, e la sua peculiarità traspare dal design dei più di settanta tracciati che compongo la modalità principale. Giri della morte, curve a gomito, rampe e sali scendi si susseguono su nastri di asfalto magicamente sospesi a mezz'aria. Più che su circuiti automobilistici sembra di trovarsi a correre su improbabili montagne russe che galleggiano in aria assieme a bizzarri isolotti.
    Come detto, il gioco è suddiviso in più di settanta livelli, ma sarebbe più corretto parlare di sfide. All'inizio di ciascuna di essa, una veloce panoramica ci mostra gli obiettivi da completare, che variano dal completare il tracciato entro un tempo limite, al raccogliere tutte le stelle presenti nel campo di gioco fino al ritrovare un oggetto nascosto nel livello. Ed è qua che entra in scena la componente platform e puzzle tanto sbandierata dagli sviluppatori. Se nei primi livelli è un gioco da ragazzi tagliare il traguardo, raccogliendo stelle e bonus, i tracciati più avanzati sono vere e proprie sfide alle leggi della fisica e alla pazienza del giocatore. Piattaforme mobili e salti improbabili sbarrano la strada, mentre checkpoint disseminati in porzioni improbabili del tracciato costringono a vere e proprie gincane per terminare la propria corsa. Cadere nel vuoto e ricominciare un livello da capo è all'ordine del giorno in Gripshift, ma, complici i tempi di caricamento inaspettatamente veloci, il restart non è mai motivo di frustrazione. Si ha sempre la sensazione di poter compiere anche le evoluzioni più impossibili, e, per quanto possa sembrare assurdo saltare da una piattaforma all'altra alla guida di un'auto, il livello di sfida è sempre alto e non passa mai la voglia di fare l'ultimo (ennesimo) tentativo.
    Periodicamente, alle normali sfide si alternano vere e proprie gare contro un unico avversario controllato dalla cpu. In questo caso, i tracciati si chiudono per divenire veri e propri circuiti (le gare si svolgono sulla lunghezza di due giri), perdendo purtroppo gran parte della loro originalità e complessità. Al tempo stesso compaiono dei power up che, in perfetto stile Mario Kart, permettono di bersagliare il proprio avversario con razzi e dinamite, o di proteggersi con uno scudo energetico.
    Completare i compiti proposti dal gioco permette di accumulare crediti, necessari per accedere alle difficoltà più elevate. Ciascun livello infatti è raggruppato in uno dei cinque gradi di difficoltà, e se per accedere al tracciato successivo è sufficiente arrivare al traguardo di quello corrente (indipendentemente dal raggiungimento degli obiettivi richiesti), per sbloccare i percorsi delle difficoltà più elevate si devono guadagnare i corrispettivi crediti.
    A rendere ancor più complicato il gioco, concorre un peculiare gameplay che influenza in maniera pesante lo stile di guida. Costringere delle vetture a millimetrici balzi su piattaforme sarebbe pura follia, almeno con un motore fisico realistico. Per questa ragione in Gripshift molti dei dettami Newtoniani sono sovvertiti. È possibile accelerare durante un salto, inclinare il proprio veicolo in modo da influenzarne la traettoria e finanche immobilizzarlo (grazie al freno a mano) nel bel mezzo di un salto. Insomma, una fisica irreale ma funzionale al gameplay. Anche l'inerzia trasmette un feeling inusuale. La sensazione iniziale è quella di non avere mai il completo controllo sulla propria vettura, quasi che questa pattinasse costantemente su di una lastra di ghiaccio. Va detto che basta un po' di testardaggine per domare il sistema di controllo ed entrare perfettamente in sintonia, non solo con i comandi, ma anche con lo spirito del gioco che evita palesemente di prendersi troppo sul serio.

    Minigiochi e Multiplayer

    I crediti non consentono solo di accedere ai livelli successivi, ma anche di sbloccare sei minigiochi, divertenti e fusi di testa, esattamente come la modalità principale. Sarebbe un delitto rovinare la sorpresa delle trovate escogitate da Sidhe Interactive; basti dire che l'idea più sobria è quella di lanciarsi a folle velocità contro dieci birilli/pinguini in una vera e propria partita di bowling (con tanto di punteggio), mentre suscita commozione la modalità ispirata al vecchio classico Disney ‘Tron' con le macchine che lasciano una scia solida in perfetto stile Snake.
    Ognuno dei sei minigiochi può essere affrontato in multiplayer; a tutti gli effetti la principale attrattiva per il giocare a Gripshift con un amico. Il titolo permette di affrontare i circuiti delle gare contro la cpu con tre avversari umani, ed offre due interessanti modalità aggiuntive, da disputarsi in apposite arene: il Deathmatch e la ‘Bandiera invertita'. Il deathmatch è l'immancabile sfida all'ultimo frag con le armi e i power up messi a disposizione durante le gare; ‘Bandiera invertita' invece è un'interessante variante del capture the flag dove vince chi riesce a mantenere per due minuti complessivi il simbolo di Gripshift con gli avversari intenti a tamponarlo per conquistare l'emblema e la possibilità di vincere la partita.
    Stimolante l'editor di livelli, che permette di creare le proprie sfide personali da proporre ad amici (e nemici). Con un po' di pratica è possibile realizzare con facilità piccoli capolavori, tanta è la semplicità e la potenza dell'editor. Già adesso sul sito ufficiale è possibile scaricare una decina di tracciati aggiuntivi.

    Bolidi Portatili

    Gripshift presenta una veste grafica pulita e funzionale che ben si adatta al suo spirito goliardico e scanzonato. Certo, non costringe la piccola PSP a mostrare i suoi muscoli, ma svolge a dovere il proprio compito, restituendo una buona sensazione di velocità. Il design delle vetture non è parso particolarmente ispirato, sicuramente non all'altezza dei livelli di gioco, suddivisi in cinque temi e ricchi di piccoli particolari, piacevoli e colorati.
    Simpatico l'accompagnamento sonoro che pur non avendo la pretesa di rivaleggiare con produzioni maggiori include pezzi orecchiabili e vari. Ovviamente anche nella colonna sonora regna sovrano lo spirito ‘alternativo' dell'intera produzione con pezzi che spaziano dall'hip pop al funky.

    GripShift GripShiftVersione Analizzata PSPL’esperimento Gripshift può dirsi riuscito, ma solo in parte. Il gioco è fresco, divertente ed appassionante e trova il suo maggior pregio nel fattore sfida che riesce a tenere incollato il giocatore senza mai frustrarlo, nonostante la notevole difficoltà di alcune sfide. Gripshift è un gioco curato, sviluppato con evidente passione e coinvolgimento; un titolo privo di difetti evidenti, sia dal punto di vista del gameplay che da quello della realizzazione tecnica.

    7

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