Recensione Guilty Gear Judgment

Heaven or Hell? Let's Rock!

Recensione Guilty Gear Judgment
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  • Psp
  • Nelle mani di Ishiwatari Daisuke

    Guilty Gear è stato per molti un fulmine a ciel sereno. L'unica alternativa allo strapotere Capcom-Snk, nonchè unica serie di picchiaduro a produrre seguiti in questi ultimi anni bui per gli amanti degli scontri a base di pixel e due dimensioni.
    Anche PSP, che nei suoi primi mesi di vita è stata protagonista di un piacevole revival del genere grazie a due remake prestigiosi, sembrava aver seguito il trend delle console da salotto, abbandonando il genere dei picchiaduro ad incontri in favore di altri ben più giovani e popolari.
    Ancora una volta, Daisuke Ishiwatari salva la situazione con il suo Guilty Gear, realizzando un'interessante package contenente ben due giochi, un remake ed un porting, che di sicuro sazieranno la fame degli appassionati più esigenti.

    Sentirsi a casa sul campo di battaglia

    Il primo dei due titoli inclusi dentro il piccolo UMD dell'handheld Sony, nonchè quello che dona il nome alla "compilation", è Guilty Gear Judgment.
    Si tratta di un picchiaduro a scorrimento, erede spirituale della modalità secondaria inclusa in Guilty Gear Isuka chiamato Boost Mode.
    Proprio come l'extra incluso all'interno del discusso Isuka, questo Judgment ci vedrà impersonare uno dei numerosi personaggi della serie, calati questa volta non in arene per scontri all'ultimo sangue ma all'interno di livelli piuttosto lunghi gremiti di creature infernali.
    La storia di Guilty Gear Judgment ruota attorno ad un'inquietante scoperta: sulla pacifica isola di Isene, i cui abitanti sembrano improvvisamente spariti nel nulla, sono comparsi un gran numero di Gear, creature umanoidi bandite dalla società e tecnicamente estinte. I vari protagonisti del gioco si dirigono tutti sul luogo, ognuno con il proprio obiettivo. Chi per limitare i danni alle isole circostanti, chi in cerca di una preziosa ricompensa, chi sulle tracce della propria nemesi.
    Sebbene i 18 livelli attraverso cui si articola lo story mode siano gli stessi per tutti i personaggi giocabili, la storia si diversifica leggermente grazie alla presenza di un gran numero di dialoghi. Per la verità la trama è molto banale e scontata, terribilmente danneggiata da una traduzione italiana davvero indegna, ma siamo dopotutto davanti ad un picchiaduro a scorrimento e quello che conta in questi casi, ben più della storia o del background dei personaggi (molto curato per la verità) è il carisma di questi ultimi. E la serire di Arc System Works ha ben pochi rivali sotto questo punto di vista. Ogni combattente è caratterizzato alla perfezione, sia sotto il profilo estetico che quello puramente legato alla giocabilità. Ai cinque protagonisti inizialmente selezionabili, terminando la modalità principale più volte, si aggiungeranno altri 16 elementi, che andranno a comporre un roster variegato e completo: soltanto provare tutte le mosse dei personaggi e vedere in che modo il loro stile di combattimento si adatta a situazioni di mischia contro più nemici contemporaneamente garantisce diverse ore di gioco.
    I fan della serie in particolare resteranno sorpresi nel notare come sia stato modificato per l'occasione il sistema di controllo. Dovendo muoversi liberamente, oltre che a destra e a sinistra, anche in profondità, l'uso del tasto X è stato adibito alla funzione di salto, rimpiazzando il calcio ora eseguibile insieme ai pugni con Quadrato. Triangolo e Cerchio restano invece deputati all'esecuzione di colpi leggeri e pesanti con l'arma (che varia da personaggio a personaggio).
    L'esecuzione delle combo è stato quindi semplificato. Ora premere ripetutamente lo stesso tasto produce un risultato simile a quanto visto in picchiaduro a scorrimento classici come Captain Commando o Streets of Rage, ovvero una serie di colpi agili e diversi, molto appaganti da vedere, cui si può infine collegare una delle numerose mosse speciali a disposizione.
    Anche l'arsenale di tecniche a disposizione dei protagonisti è stato vagamente modificato. Le mosse sono tutte più semplici ed intuitive da eseguire, persino quelle tecniche che necessitano dell'uso della tension bar (le classiche special devastanti disponibili solo caricando l'apposita barretta) riescono senza difficoltà nonostante l'azione caotica e i piccoli problemi di ergonomicità della croce direzionale della PSP.

    Sulla strada per il Giudizio

    Se il sistema di controllo si rivela inaspettatamente un punto di forza del titolo, specie considerando il mal riuscito tentativo di Guilty Gear Isuka, lascia insoddisfatti il level design. Ben pochi elementi spezzano la linearità delle ambientazioni. Ci si limita a procedere in avanti lungo i livelli, sconfiggendo le orde di nemici che ci si parano contro e rompendo occasionalmente qualche barile in cerca di oggetti per aumentare il nostro punteggio, recuperare punti ferita o riempire la tension bar. Persino i fondali sono terribilmente monotoni, ripetuti all'infinito per i due minuti richiesti tra il completamento di un livello ed un altro, anche se fortunatamente per la maggiorparte del tempo saremo troppo impegnati a sopravvivere per notare la pesantezza di questo difetto. Inoltre nei momenti di sconforto più grandi, il programmatori hanno inserito dei piccoli escamotage per salvare la situazione: scalinate, ponti sospesi nel nulla, un paio di trappole esplosive e qualche ascensore, ma sopratutto una manciata di boss battle (che per la verità si limitano al premere i tasti a caso nella quasi totalità delle volte), allontanano la mente dalla tentazione di pigiare prematuramente il tasto Off.
    Per i giocatori più annoiati c'è comunque la possiblità di cimentarsi in altre modalità, prima fra tutte quella cooperativa, grazie a cui divertirsi con un'amico dotato di un secondo UMD di Guilty Gear Judgment, oppure il Survival Mode.
    In alternativa, c'è sempre la possibilità di tornare nel menu di selezione principale ed accedere al secondo titolo incluso, ovvero Guilty Gear X2 #Reload.

    Reload

    Per i puristi dei picchiaduro, la ricerca ossessiva dell'arcade perfect è un vero e proprio incubo.
    Se una conversione non mantiene la velocità, l'esatta qualità delle animazioni dei personaggi e persino eventuali glitch in grado di generare combo letali, non è un buon prodotto.
    Alla luce di questo, il mercato delle console portatili è sempre stato visto come "secondario", a causa delle evidenti limitazioni hardware che rendono impossibile anche solo pensare ad una conversione fedele da arcade.
    Eppure provando Guilty Gear XX #Reload in versione PSP, non si può che assumere un'espressione soddisfatta: se si tralascia l'ovvio scale grafico dovuto alle dimensioni dello schermo dell'handheld, il gioco è praticamente identico all'originale! La velocità dell'azione, la gamma delle mosse, persino la durata delle animazioni dei personaggi; tutto rispecchia fedelmente la versione per console da casa.
    Ovviamente la conversione di XX #Reload non poteva essere perfetta, e questa volta a pagarne le spese è la gamma di modalità selezionabili. Con sommo disappunto, il titolo offre soltanto opzioni strettamente legate al concetto di "arcade": survival mode (e la variante Medal of Millionaire), Practice, Single Player e VS. Mancano dunque all'appello, oltre alla piacevole gallery, anche il mission mode e lo story mode. Queste due modalità in particolare da sole valevano l'acquisto del gioco nella sua controparte casalinga. Fortunatamente gli elementi sbloccabili ottenibili completandole sono tutti disponibili immedatamente su PSP. Questo da un lato compromette la longevità del titolo, ma dall'altra garantisce un'esperienza di gioco completa che paradossalmente trova le ragioni della sua mutilazione nella portabilità della console: sembra che i programmatori abbiano eseguito questi tagli con consapevolezza, assicurandosi di garantire la possibilità di cimentarsi in partite veloci piuttosto che alle lunghe sessioni di dialogo miste a combattimenti offerte dal compianto story mode. In ogni caso questa lacuna è parzialmente colmata da Judgment.

    Squadra che vince non si cambia

    Una delle caratteristiche peculiari della serie Arc System Works è l'inimitabile stile anime e di conseguenza l'ottima qualità del motore grafico. Fondamentalmente questi punti forti sono rimasti inalterati anche nella controparte tascabile del titolo, con le dovute eccezioni. Parlando di XX #Reload, innanzitutto va premesso che la qualità degli artwork e dei menu che accompagna le varie schermate di selezione di modalità e personaggi è ottima e, anche se si tratta di elementi interamente riciclati dai capitoli maggiori della serie, la capacità di mantenere inalterato il feeling su PSP non è cosa da poco, specialmente se si estende anche alle scene di combattimento: innanzitutto i fondali, seppur leggermente sgranati nei casi di zoom ravvicinato, mantengono sia la palette di colori brillanti che l'enorme cura per i dettagli. Persino gli elementi animati, come personaggi che esultano o piccole creature che popolano le ambientazioni, sono ancora presenti.
    Anche i combattenti sono ottimamente realizzati, e salvo qualche piccola sbavatura (quando la telecamera si avvicina tendono a spixellare), restano sempre molto gradevoli da vedere. Gli effetti speciali delle mosse o delle letali destroy sono perfettamente riprodotti.
    Per quanto riguarda Judgment invece, sorgono un pò di problemi. I protagonisti sono realizzati in modo analogo a XX #Reload, ma in dimensioni leggermente più ridotte, e con qualche animazione in meno. Questo non è però il vero problema: come accade molto spesso nei picchiaduro a scorrimento, sono gli avversari a rappresentare il tallone d'achille del titolo. Troppi pochi, troppo poco vari. Si contano solamente poco più di una decina di mostri, con tutte le variazioni di palette dei colori del caso. E quando il giocatore viene assalito da un gruppo di cinque o sei nemici praticamente identici, soprattutto in una formula di gioco ripetitiva come quella di Judgment, la stanchezza e la noia non tardano a farsi avvertire.
    Non troppo riusciti anche i fondali, anch'essi poco vari e poco profondi, a causa di un numero esiguo di livelli di parallasse ed elementi animati di sorta.
    Ottima sotto tutti i punti di vista, invece, la colonna sonora: entrambi i titoli presenti godono di un gran numero di tracce che spaziano tra hard rock e heavy metal, passando per progressive e momenti più melodici, perfetti per esaltare l'azione di gioco, a volte in modo giustamente invasivo, vista la qualità media degli accompagnamenti.

    Guilty Gear Judgment Guilty Gear JudgmentVersione Analizzata PSPPur se non privo di difetti, Guilty Gear Judgment è un prodotto decisamente appetibile per gli amanti dei picchiaduro. Il comparto tecnico soddisfacente, l'incredibile colonna sonora e la varietà delle modalità di gioco fanno dimenticare ben presto l'amaro in bocca suscitato dalle mancanze di XX #Reload o dai piccoli problemi di Judgment. Visto anche il miglioramento apportato alla croce direzionale della nuova PSP da poco disponibile in tutti i negozi europei, che dovrebbe risolvere le incertezze del sistema di controllo, ci troviamo difronte ad un'ottima conversione di uno dei migliori picchiaduro 2d degli ultimi tempi, in grado di regalare ore ed ore di divertimento, specialmente grazie alle immancabili opzioni multigiocatore.

    7

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