Recensione Gundam Battle Tactics

Come allora, anche oggi "Nessuno ce la fa, contro Gundam!"

Recensione Gundam Battle Tactics
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  • 25 anni in compagnia di un Mobile Suit...

    Cartoni animati giapponesi, per i più giovani una passione tutta da scoprire, per altri fonte di infiniti ricordi, memorie di un'infanzia in cui la televisione era in bianco e nero, il telefono era un lusso delle famiglie più agiate e il computer occupava ancora una mezza stanza negli atenei universitari più illustri. Non stiamo parlando di un'epoca remota, signori, tutto questo accadeva solo trent'anni anni fa, l'epoca dell'informatica, come noi la conosciamo, è iniziata nel 1980, anno in cui la IBM ingaggiò Paul Allen e Bill Gates per creare un sistema operativo per Personal Computer. In quel periodo, in cui gli adulti preparavano ed affrontavano enormi cambiamenti sociali e tecnologici, i bambini vivevano, a loro modo, il progresso, l'innovazione e le nuove culture, al grido di “Alabarda Spaziale!!!”, “Raggio Getta!!” o “Spada Diabolica!!!”. Cavalieri scintillanti, nati da tecnologie quasi inconcepibili, guidati da eroi pronti a donare la vita per la salvezza del mondo ed impegnati in strenui combattimenti contro le forze armate del male, con prepotenza irrompevano in un palinsesto televisivo acerbo, scevro di una vera e propria programmazione dedicata ai giovani e rubavano il posto, nel cuore dei ragazzini dell'epoca, a Braccio di Ferro, Tom e Jerry e soci.
    Con il trascorrere degli anni anche i cartoni animati giapponesi (non “Anime”, nemmeno quel termine esisteva nel nostro vocabolario trent'anni fa...) si sono evoluti, sono maturati come il loro pubblico: i giganteschi ed inattaccabili guerrieri solitari sono stati sostituiti da truppe di mezzi da combattimento, guidati da comuni soldati, appartenenti a fazioni in lotta per far valere, con la forza un ideale a volte “condivisibile”. Era iniziata l'epoca di “Gundam”, il Mobile Suit bianco creato da Yoshiyuki Tomino, un cartone animato adulto, popolato di mezzi da combattimento soggetti ad usura, con un carico di munizioni limitato, e soprattutto non più invincibili e costretti spesso a ripiegare o a soccombere. Catalogato da sociologi, genitori ed opinionisti dell'epoca come una qualsiasi altra produzione nipponica, il che significava essere etichettato come “cartone animato diseducativo”, Gundam è diventato un vero e proprio oggetto di culto per tutti i giovani dell'epoca ed è oggetto, negli ultimi anni, di enorme rivalutazione in di tutto l'occidente. A celebrare ulteriormente Amuro “Peter” Rei, Char “Shia” Aznable e tutti i favolosi guerrieri che hanno dato vita alle epiche lotte della “One Year War”, contribuisce il neonato Gundam Battle Tactics, un action game per Playstation Portable che tenta di convogliare in un singolo UMD tutta la drammaticità, il realismo, l'onore e le emozioni proprie dell'anime robotico più bello di tutti i tempi.

    Più Battle o più Tactics?

    Come la maggior parte dei giochi dedicati alle gesta dei Mobile Suit, anche Gundam Battle Tactics è un action game con inquadratura in terza persona del mech da noi pilotato. Il giocatore deve scegliere, prima di iniziare a combattere, il sesso del pilota e a quale delle due fazioni in guerra appartenere (Principato di Zion o Federazione dei Pianeti).
    Il menù di che precede l'azione presenta una serie di possibili opzioni: sulla mappa del mondo, situata nel lato destro dello schermo, sono evidenziate le zone in cui si svolgono le battaglie e sul lato sinistro è visualizzato il nostro arsenale. Già dall'inizio della partita abbiamo a disposizione diversi Mobile Suits da portare in battaglia e molte armi con cui personalizzarli. Purtroppo non si tratta dei modelli più potenti e blasonati, ma di semplici “Gim”, versioni di serie e depotenziate dell'RX78 Gundam. A questi Suit possiamo assegnare un armamento principale e uno secondario, oltre alla inevitabile arma bianca in dotazione ad ogni modello.
    Una volta sbrigata la doverosa burocrazia è tempo di scendere sul campo di battaglia; le missioni prevedono una serie di obbiettivi da conseguire ed un tempo massimo entro cui raggiungerli; si parte dalla semplice eliminazione di tutti i nemici in campo per passare al recupero dei container in cui sono ospitate importanti attrezzature, allo sminamento di zone in cui dovranno transitare i nostri alleati ecc..
    In ogni incarico l'unica costante sono i nemici: dovremo affrontare corpose quantità di attacchi da tutte le tipologie di mezzi da combattimento che abbiamo imparato a conoscere durante le cinquantasei puntate della serie animata. Il nostro Mobile Suit per difendersi, è munito di uno scudo, attivabile premendo uno dei due tasti dorsali, ed è in grado di eseguire dei rapidi spostamenti laterali grazie alla potenza dei razzi propulsori che gli permettono anche il salto. Queste mosse evasive si effettuano tramite una rapida doppia pressione della croce direzionale, e si possono protrarre fino a quando i razzi non si surriscaldano. Per contrattaccare, invece, è necessario definire su quale avversario andremo a concentrare i nostri sforzi: una pressione dell'altro dei due tasti dorsali “aggancia” il Mobile Suit avversario più vicino e permette un migliore puntamento dell'arma. In situazioni di maggiore pericolo è possibile sfruttare una “Special”, una sorta di massiccio attacco di breve durata, in grado di abbattere da solo un singolo Mobile Suit.


    Al termine della missione il nostro operato verrà messo sotto esame e valutato con un voto che va da S (Eccellenza prestazione) a D (scadente). Per completare lo Story Mode è necessario sopravvivere in ogni missione, ma soltanto il conseguimento di una valutazione minima (definita prima dell'inizio del combattimento) in ogni missione permette di avere accesso a tutti i bonus presenti nel gioco.
    Lo story mode prevede, oltre alle missioni di combattimento, dei “Training Test”, ovvero delle sessioni in cui viene provato in battaglia un nuovo Mobile Suit, e il giocatore deve fungere da avversario per il potente mezzo. Sconfiggete il prototipo e vi verrà data l'opportunità di usarlo in battaglia, fatelo ottenendo la valutazione minima e avrete nelle vostre scuderie anche il pilota che lo guidava. Oltre a cambiare il Mobile Suit, da ora in poi sarete in grado di selezionare anche l'ufficiale ai suoi comandi, differente sia nell'aspetto che nelle abilità di combattimento (generalmente più evolute). Ci sono praticamente tutti i protagonisti della One Year War, Amuro, Ayato, Sayla e Kyle, ma anche Shiro Amada (il sottotenente in capo all'8th MS team), Christina Mckenzie, il Pilota di Alex, il primo Mobile Suit concepito per i Newtype, ma anche membri eccellenti delle forze di Zeon, come Ramba Ral, Char Aznable, Bernard Wiseman e molti altri protaognisti di tutte le Side Stories e di tutti i videogame che hanno arricchito, negli ultimi venticinque anni, l'immenso universo di Gundam.

    Ben fatto, PSP

    Tecnicamente Gundam Battle Tactics è un vero gioiellino: i Mobile Suits della federazione e del principato di Zeon non sono mai sembrati così realistici nemmeno nelle molte apparizioni sulle console maggiori, come Playstation 1 e 2. I modelli poligonali dei guerrieri d'acciaio sono tantissimi dettagliati, abbondantemente soggetti ad effetti di illuminazione e le animazioni sono fluide, ricche di particolari e convincenti. Le arene in cui si svolgono i combattimenti stupiscono quanto i partecipanti all'azione: sono varie (per quanto un po' scontate), vaste e ricche di elementi coreografici, utilizzabili sia come riparo che come vera e propria arma. A rafforzare il senso di pregio tecnologico contribuisce la profondità della visuale, che si estende senza alcuno sforzo e senza il minimo “clip” fino agli estremi dell'area di combattimento.
    Lo scotto da pagare per tanta meraviglia è quantificabile in qualche occasionale calo di framerate, piuttosto consistente in certi casi, ma raro e corrispondenti a situazioni particolarmente caotiche.
    La componente audio si pregia di tutti gli effetti sonori più conosciuti dell'anime; il rumore prodotto dai Mobile Suits intenti a camminare, il sibilo emesso dal beam rifle o dalla spada laser sono come sempre marchi di fabbrica inconfondibili delle gesta di Amuro e soci. A dare man forte agli effetti c'è la splendida colonna sonora, una raccolta dei temi musicali più famosi della saga, capaci di trasformare una semplice missione di combattimento in un vero e proprio episodio dell'anime.


    Gundam Battle Tactics Gundam Battle TacticsVersione Analizzata PSPE' impossibile negare che Gundam Battle Tactics sia un ottimo gioco: ci sono tutti i migliori robot usati nelle molte serie animate, i loro rispettivi piloti, una lunga lista di missioni di combattimento varie e ben congegnate e un comparto audio/video sorprendentemente sviluppato. La possibilità di vivere la One Year War da entrambe i fronti, i molti bonus da sbloccare e il multiplayer Wi-Fi per quattro giocatori sono un grande impulso alla rigiocabilità di questo titolo. Il vero difetto di questo ultimo prodotto di Bandai risiede nella mancanza di innovazione: di mech game come questo se ne sono visti a decine negli ultimi anni e da ormai troppo tempo i giocatori sentono il bisogno di maggiore profondità e nuove idee. Le prime informazioni diffuse da Bandai parlavano di un gioco in cui lo story mode variava in funzione del pilota usato in battaglia, di una componente strategica importante e di una intensa collaborazione fra i membri delle pattuglie. Ti tutto questo non c'è traccia nel prodotto testato che, pur rimanendo un ottimo gioco, rischia di lasciare l'amaro in bocca a quanti speravano in un gioco in grado di donare nuova linfa vitale ad un genere sofferente da ormai troppo tempo. Critiche a parte Gundam Battle Tactics rimane un gran bel gioco, ricco di azione, splendidi Mobile Suits e capace di spremere a dovere il neonato hardware Sony. Acquisto obbligato per tutti i fan dell'anime in possesso di PSP, ma anche un ottimo candidato per gli acquisti di chi cerca un buon action game senza dover per forza conoscere a menadito il cartone animato. “Siete amici miei, sono Peter Rei, comandante del roboooot....”

    8

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