Recensione Harvest Moon: Island of Happiness

Interessanti novità per una formula di gioco collaudata

Recensione Harvest Moon: Island of Happiness
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  • DS
  • Come passa il tempo

    A dieci anni dalla pubblicazione in Europa del primo episodio della serie Harvest Moon, per Super Nintendo, un nuovo titolo della saga campestre arriva a rimpolpare la già vastissima libreria di titoli per DS.
    Stiamo parlando di Harvest Moon DS: L’isola della felicità, sviluppato da Marvelous e distribuito da Rising Star Games. Gli ingredienti tipici della serie ci sono tutti: una fattoria da avviare, tra colture e bestie da allevare; un villaggio abitati da buffi personaggi e da tante pretendenti da poter sposare; laghi e boschi dove passare il tempo pescando e facendo la legna. Eppure i fan della serie potranno trovare qualcosa in più visto che, anche se la base è rimasta la stessa, sono stati cambiati molti aspetti ed introdotte gustose innovazioni. Ma andiamo per ordine...

    Un’inizio bagnato

    Nonostante il titolo del gioco, l’inizio non è dei più felici. Vi trovate su di una nave, in viaggio verso chissà quale meta, quando all’improvviso una tempesta s’abbatterà potente sul mezzo, facendolo affondare. Nella piena tradizione dei naufragi, vi sveglierete sulla spiaggia di un’isola deserta, ma non sarete soli: altri passeggeri saranno riusciti a raggiungere la riva, ed il gruppo si avventurerà nell’interno di quella che scoprirete essere un’isola, trovando nient’altro che case diroccate, ponti crollati e campi non più coltivati. Siccome in qualche modo bisogna pur sopravvivere, i nostri si metteranno presto al lavoro, ristrutturando alcune abitazioni ed imbastendo le prime attività. A voi, naturalmente, verrà affidata la fattoria.

    Un carico di novità

    Inizialmente gestire la fattoria sarà, come da tradizione, un gran bel problema. Tutto quello che avete a disposizione sono attrezzi poco efficaci e una manciata di monete, che bastano appena per comprare i semi ed impiantare le prime colture. Inoltre, appena preso il controllo del personaggio principale (del quale potrete scegliere il sesso, modificando ovviamente gli abitanti del villaggio corteggiabili), balzerà subito all’occhio una seconda barra che s’affianca a quella classica della resistenza: la barra di sazietà. Con il passare delle ore il livello della barra si abbasserà (seppur in maniera poco sensibile), e per rimpinguarlo dovrete assolutamente mettere qualcosa sotto i denti. Un qualunque alimento va bene, ed all’inizio raramente i vostri pranzi e cene si discosteranno da un menu a base di erbe selvatiche. Per mantenere la barra su livelli alti sarà necessario mangiare circa tre-quattro volte al giorno. L’importanza nel farlo è duplice: esaurendo completamente la barra perderete i sensi (ed una giornata piena di lavoro), ma ancor più grave sarà lasciarla su bassi livelli per un periodo prolungato di tempo. Succederà infatti che meno sarà piena la vostra pancia e più tardi vi sveglierete al mattino, il che è particolarmente dannoso in un gioco che fa dell’attività continuata e della pianificazione delle proprie azioni due degli elementi principali. Il cibo vi permetterà di rimpinguare (stavolta in maniera assai significativa) anche la barra della resistenza, che sarà soggetta a cali a seconda delle vostre attività. E qui gli appassionati della serie troveranno un’altra novità: non sarà più possibile aumentare la forza del personaggio tramite le Power Berries, quindi ancora più di prima sarà fondamentale valutare il da farsi quando al mattino vi recherete a zappare la terra o ad accudire gli animali.
    Un metodo per diminuire le forze spese c’è, a ben vedere, ed a questo è legata un’altra delle novità di questo Harvest Moon: gli oggetti non saranno più migliorabili, ma sarà possibile accoppiarvi le cosidette Meraviglie, pietre preziose che, a seconda del loro colore, ne modificheranno l’efficacia. Scordatevi il sistema classico: non ci saranno più falci d’argento e innaffiatoi d’oro: una particolare Meraviglia diminuirà lo sforzo profuso, un'altra aumenterà la potenza degli oggetti, un’altra la quantità di caselle interessate da un singolo utilizzo di un attrezzo. All’inizio potrete accoppiare ad un oggetto una sola meraviglia, ma successivamente potrete aumentarne il numero. Ad ogni modo non arriverete più ad avere quegli incredibili strumenti che vi permettevano di tagliare tutto il legname su schermo o innaffiare un intero campo con un sol colpo.
    L’ultima e forse più importante novità è il sistema dei punti luce e acqua. Più importante perché interessa la componente di maggior spessore nella struttura del gameplay, ovvero la coltivazione. Non basterà più innaffiare le proprie culture una volta al giorno per farle maturare: avranno bisogno anche della luce del sole, e se non ne riceveranno abbastanza tarderanno la loro maturazione. Fondamentali saranno quindi le condizioni metereologiche, dato che ognuna di loro avrà un differente apporto in quanto a punteggio. E questo non è un aspetto che si ripercuote passivamente sul giocatore: ogni coltura avrà infatti un minimo di punti acqua e sole, superati i quali la sua qualità diminuirà gradualmente. Ad esempio una giornata di fitta pioggia vi garantirà 2 punti acqua, e 0 luce: se una cipolla necessiterà di 2 punti acqua e 2 punti luce per maturare, il giorno dopo non dovrete innaffiare ancora il raccolto, dato che necessiterà solo della luce per maturare allo stato successivo. Questa componente del gameplay è certamente importante, ma non impedisce di fruire del titolo in maniera più spensierata, senza puntare all’estrema qualità dei prodotti della terra. Eppure, per un giocatore smaliziato, rappresenta di certo una gradita aggiunta ed una sfida degna di essere raccolta (in tutti i sensi). Inoltre se non vorrete dipendere troppo dai capricci del tempo sarà possibile costruire una serra, nella quale coltivare prodotti fuori stagione e regolare la luce e l’acqua.
    Il sistema d’allevamento è stato lasciato pressochè immutato, dato che sarà importante coccolare il bestiame per averne prodotti di maggior pregio, ma una novità c’è: ogni tanto potrete accedere a brevi ma simpatici minigiochi, nei quali potrete aumentare ulteriormente l’affetto degli animali nei vostri confronti.

    Vita nei campi

    Oltre le novità riportate, il resto del gameplay rimane quello classico della serie, seguendo gli elementi aggiunti negli ultimi episodi. Il villaggio crescerà gradualmente, in base principalmente a due componenti: le vostre azioni e le riparazioni apportate dal carpentiere tuttofare. A seconda della quantità e del tipo di prodotto che spedirete in città sbloccherete nuovi personaggi che arriveranno sull’isola, non più simbolo di naufragio ma accogliente luogo dove poter vivere. Come saranno arrivati i personaggi potranno andarsene, se li ignorerete per un po’, e riportarli sull’isola vi costerà altra fatica. Le riparazioni del carpentiere vi permetteranno di esplorare luoghi prima irraggiungibili, come boschi dove far legna (indispensabile per ampliare la propria casa e per costruire la stalla e la stia) o miniere dove reperire le importanti Meraviglie.
    Il bello della serie sta proprio nella gradualità della struttura del gameplay: all’inizio tutto sembrerà difficile e il tempo sarà poco (anche perché le giornate sono state leggermente accorciate), ma pian piano la situazione migliorerà e nuovi elementi si tufferanno in un gameplay che altrimenti risulterebbe stagnante e stancante dopo poche giornate. Nonostante tutto questo, non manca una certa ripetitività della formula: la varietà di azioni, come vedremo fra poco, è ben sostenuta, ma chi non ama la pratica del "farming" ossessivo (che i giapponesi, dovesse bastare il successo di Monster Hunter o Patapon, sembrano adorare), farebbe bene a stare alla larga da ogni Harvest Moon. L'accumulo progressivo di risorse è l'unico vero scopo del gioco, e nonostante gli elementi introdotti aumentino la componente strategica, il titolo non nasconde la sua vera natura. Chi non disdegna il lavoro metodico ed iterativo, potrebbe invece restare colpito per l'ottima rappresentazione di una realtà "rustica".
    Prima coltivare sarà la vostra unica preoccupazione, troppo impegnati per dedicare più di qualche minuto agli altri abitanti del villaggio: basterà migliorare un oggetto e magicamente impiegherete la metà del tempo, aumentando anche la produttività dei vostri prodotti. Con i soldi guadagnati costruirete una stia e comprerete i primi polli, per poi passare alla stalla, con pecore e mucche. E via di mungitrice, per spedire latte fresco ogni mattina, e di forbici, per tosare le vostre candide pecorelle. Ma perché non farci del formaggio con quel latte? Basta comprare la macchina apposita...Stanchi ed affamati? Un salto in cucina, la giusta ricetta e sarete pronti ad arare altri chilometri di campi o a picconare come forsennati nelle profondità della miniera. Stressati? Perché non una passeggiata nel bosco...E poi quel ruscello che vi scorre limpido pare sia pieno di pesci! E se non dovessero abboccare poco male, si va a caccia di funghi...Sempre che non preferiate coltivare anche quelli (graditissima aggiunta, quella delle fungaie). Insomma la riproposizione di una realtà bucolica e rupestre è davvero ben fatta, e generalmente la varietà non manca. Anche le piccole abitudini di un paesino di campagna sono riproposte, con i giorni di festa che scandiscono l'andare delle settimane ed il passare delle stagioni.
    Ed in mezzo a tutto questo non vorrete mica dimenticarvi dell'amore? Come sempre le ragazze da corteggiare sono molte, ognuna con le sue particolarità: la figlia del vecchio Taro (che altri non è che il buon Jack, protagonista dei primi Harvest Moon, chicca di gran gusto che i fan della serie), oppure l’allevatrice, oppure l'ultima arrivata in città. Per conquistare il cuore di una ragazza ci vorranno regali, eventi speciali, momenti magici in particolari luoghi della città. E se prima o poi ci riuscirete a conquistarla, potrete sposarla e magari ad avere pure un frugoletto che vi scorazza gattoni per casa!

    Un cielo sereno

    Il classico paragrafo sul commento tecnico è necessario, ma probabilmente chi apprezza la serie lo riterrà piuttosto superfluo. Per gli indecisi aggiungiamo che, anche dal punto di vista estetico il titolo di casa Marvelous si lascia apprezzare. Niente a che vedere con le grandi produzioni, ma il misto di ambienti 2D e personaggi 3D si mostra pulito, seppur con colori leggermente spenti ed animazioni non sempre fluidissime. La qualità dei disegni e dei modelli e lo stile artistico adottato sono però senza dubbio di prim’ordine, e contribuiscono in maniera sensibile a caratterizzare i personaggi.
    Il comparto audio si mostra solido, con una discreta varietà di melodie di buona qualità: particolarmente apprezzabili sono quelle legate alle varie stagioni, dato che riescono nel non difficile intento di non stufare l’orecchio del giocatore che le sente per 30 giorni (di gioco) di seguito.
    Il sistema di controllo ha i suoi alti e i suoi bassi. La decisione di affidare totalmente la gestione del personaggio al pennino ha pagato in alcuni casi ma provoca qualche difficoltà in altri: la raccolta, da sempre compito tediante, sarà rapidissima, dato che basterà toccare un ortaggio per prenderlo e metterlo nello zaino; più difficile sarà spostarsi con precisione di zolla in zolla, soprattutto quando dovrete innaffiare o zappare, ma l’abitudine vi verrà presto in aiuto, cosi come gli attrezzi migliorati che copriranno più zolle.
    Una piccola aggiunta al gameplay viene dalla Wi-Fi Connection: sarà possibile collegarsi alla rete per avere una valutazione del proprio operato e per scalare la classifica dei migliori ranch. Niente di trascendentale, ma di sicuro una componente che invoglia a fare del proprio meglio.

    Harvest Moon: Island of Happiness Harvest Moon: Island of HappinessVersione Analizzata Nintendo DSHarvest Moon DS: L’isola della felicità riesce a mantenere intatto lo spirito classico della serie. In tempi di riproposizioni sempre uguali delle stesse tipologie di gioco è lodevole vedere come Marvelous riesca in ogni episodio a spostare il bilanciamento del gameplay da un elemento ad un altro e ad aggiungere importanti innovazioni. Il comparto tecnico non è eccelso ma è comunque di discreta fattura, peccato per il sistema di controllo non propriamente immediato. Rimangono sempre valide le classiche avvertenze sulla particolare tipologia di gioco (dedicata al farming e quindi marcatamente iterativa), ma questo (o Harvest Moon: Magical Melody per Nintendo Wii) potrebbe essere il titolo buono per vedere cosa la serie ha da offrire.

    7

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