Recensione Hatoful Boyfriend: Holiday Star

Una visual novel ridotta ai minimi termini con dei piccioni che si atteggiano ad essere umani, parlano di cose serissime e in grado di porsi ai limiti del concetto di videogioco. Dobbiamo aggiungere altro?

Recensione Hatoful Boyfriend: Holiday Star
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  • Pc
  • PS4
  • Chi vuole recensire Hatoful Boyfriend: Holiday Star? Io, io, io! Che ingenuo che sono stato: pensavo di trovarmi subito alle prese con corteggiamenti interrazziali, e invece sono rimasto completamente a digiuno. Sognavo di affondare le mie dita tra le sue piume, per poi strappargli un bacio bocca-becco, ma niente di tutto questo si è poi avverato. È stato amaro scoprire che Holiday Star non è un vero e proprio seguito dell'originale Hatoful Boyfriend, ma una sorta di speciale natalizio, a cui manca praticamente ogni cosa che ha reso, almeno ai miei occhi, il titolo originale così follemente intrigante. Niente o quasi scelte, niente o quasi romanticismo, niente o quasi appuntamenti, "solo" un mondo costruito dagli uomini ma popolato esclusivamente da uccelli, sotto botta cosmica natalizia per giunta, alle prese con trame e sottotrame, tutto a sfondo natalizio naturalmente, rigorosamente lineari, e con un inizio e una fine a tenuta stagna.

    Bianca e nera

    Avrete insomma capito che c'è qualcosa di perverso nelle origini di questa roba qui. Nel titolo originale la trama ruota attorno all'unica ragazza umana di una scuola frequentata da soli uccelli, e sebbene sembri l'inizio di un film vietato ai minori, in realtà Hatoful Boyfriend nasconde risvolti assolutamente tragici e per certi versi simili a quelli del vecchio Il Pianeta delle Scimmie, con l'umanità ridotta del 90% a seguito di pestilenze e guerre. Una situazione che ha favorito proprio la popolazione aviaria, divenuta negli anni sempre più intelligente, tanto da costruire una propria società, che rimane comunque indissolubilmente legata alla nostra. Nel mondo di Hatoful Boyfriend, come di questo nuovo Holiday Star, per qualche strano motivo i negozi sono gestiti da volativi, sono frequentati da volatili, ma vendono cravatte, orecchini, e questa cosa qui mi fa diventare matto, oggi come ieri. Trovo pazzesco che un fottuto pappagallino frequenti un pub, o che un pettirosso si atteggi a capo della baracca anche se non arriva al bancone. Penserete che una cosa simile abbia un successo limitato, ma già il fatto che stiamo parlando del secondo gioco di una serie dovrebbe farvi intuire l'esatto contrario. E infatti... Hatoful Boyfriend è una sorta di cult game in Giappone, dove ha prosperato al punto da poter contare su web series, gadget e addirittura libri (ma illustrati, fortunatamente). Piace, e il motivo pensavo fosse da ricercare solamente nella strana commistione di elementi così diversi tra loro. E invece no! C'è qualcosa di più se il mondo di Hatoful Boyfriend, come dimostra Holiday Star, prolifica anche in prodotti così autoreferenziali, senza nessun appiglio esterno se non qualche strizzata d'occhio ad altre serie ben più famose, tra cui quella di Phoenix Wright. Hatoful Boyfriend: Holiday Star è una storia di uccelli che vivono come essere umani senza averne i prerequisiti, come il basilare pollice opponibile. Insisto tanto su questa faccenda perché per certi aspetti, l'approccio di Hatoful Boyfriend è di quelli realistici: i protagonisti non hanno nulla di umanoide ma anzi, sono rappresentati con delle immagini reali, vere e proprie foto scontornate e poggiate sui diversi fondali disegnati a mano.

    Inoltre, non tutte le sceneggiature presenti (sono quattro, dalla durata di circa un'ora e mezza ciascuna, più alcune sottotrame opzionali) sentono l'obbligo di quella leggerezza natalizia che ci si aspetterebbe da un titolo simile, ma anzi, dopo la prima trama introduttiva alquanto simpatica (qualcuno sta rubando tutti gli alberi di Natale della città!), non disdegnano momenti estremamente più toccanti, o addirittura disturbanti. Sì, l'ho detto anche io: "sto forse per piangere per colpa di un passero dal cuore spezzato?", ma poi ho spento il PC e sono andato ad ubriacarmi, e tutto si è risolto. È proprio così, c'è un fondo horror dietro tutto questo, anzi, un fondo di vera pazzia, che emerge dallo strano contesto ma anche dai violenti e repentini cambi di tono in cui ci trascinerà questa atipica avventura.

    Stop the pidgeon!

    Tecnicamente non mi aspettavo altro oltre a quello che potete già vedere nelle foto sparse in questa pagina, che è già un enorme passo in avanti rispetto a quando il gioco uscì per la prima volta in Giappone, nel 2011. Eh sì, anche questo Hatoful Boyfriend: Holiday Star si può definire a tutti gli effetti una versione remastered, con grafica e sonoro ripuliti per l'occasione. La cosa straordinaria è che lo stile, nonostante presenti elementi grafici dal taglio così diverso, trova subito una stramba uniformità che cattura, e fa sentire immediatamente a proprio agio. Anche le musiche sono sorprendenti, nella scelta e nella varietà. In pieno stile giapponese, ogni personaggio ha un suo tema musicale personale, ma c'è tanta di quella Jingle Bells che potrebbe farvi venire una crisi di rigetto ben prima della vigilia.

    Hatoful Boyfriend: Holiday Star Hatoful Boyfriend: Holiday StarVersione Analizzata PCHatoful Boyfriend: Holiday Star è una visual novel ridotta ai minimi termini, o più semplicemente un fan service per tutti quelli che hanno amato oltre ogni logica il primo gioco. È senza dubbio scritto bene, e anche se volutamente semplice è capace di toccare corde decisamente delicate. Però, maledizione, la sua struttura mette in imbarazzo anche me, che sono molto largo di manica quando c'è da definire cosa è un videogioco e cosa non lo è. Holiday Star è meno interattivo di un libro game (avete presente Lupo Solitario?), meno interattivo di tante altre visual novel che ho avuto il piacere di giocare in passato, meno interattivo di qualsiasi cosa abbia fatto Telltale nella sua storia. Holiday Star è un gioco, concediamoglielo dai, ma semplicemente da leggere. Però non è un gioco come un altro, è un gioco con gli uccelli che stanno sotto botta natalizia estrema e parlano anche di cose serie e serissime (praticamente un programma della De Filippi!), e per qualcuno questo potrebbe anche essere abbastanza.

    6

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