Recensione Holy Invasion of Privacy Badman

Un semplice RTS ci ricorda com'era il videogioco di quindici anni fa

Recensione Holy Invasion of Privacy Badman
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  • Il mondo videoludico odierno è buono, giusto e popolato di virtuosi combattenti. Il bene trionfa sempre, la luce sconfigge l'oscurità e gli eroi, belli e valorosi, sono acclamati dalle folle per le loro straordinarie qualità.
    Nascosti dietro i connotati della civiltà del “bene”, quesi paladini della giustizia senza macchia e senza paura perpetuano tuttavia ogni sorta di abusi nei confronti dei vari Signorotti del Male, assalendo le loro dimore, sterminando i loro sudditi e tentando di eliminarli o catturarli anche senza una ragione apparente.
    Holy Invasion of Privacy, Badman! What did I do to deserve this? prende spunto proprio da questo aspetto dell'attuale mondo dei giochi di ruolo -e dei videogiochi in generale, ribaltando il punto di vista delle situazioni e mostrando gli impavidi eroi come i veri “cattivi”: invasori e sopraffattori.
    La storia alla base dell'irriverente titolo Acquire fa della semplicità il suo forte: il giocatore è chiamato a vestire i divini e malvagi panni del Dio della Distruzione, evocato da uno spiritoso ed altrettanto frustrato Overlord di nome Badman, un demone-vampiro con il chiodo fisso di diventare dominatore del mondo.
    Verremo subito messi al corrente della triste situazione alla quale siamo chiamati a porre rimedio: gli eroi hanno iniziato ad invadere la dimora del nostro piagucolante evocatore - il sottotitolo del gioco rende bene l'idea del suo carattere - con l'intenzione di catturarlo per portarlo al loro castello; sarà compito nostro predisporre le difese modellando e popolando il dungeon del nostro fedele discepolo.

    La semplicità è la più grande raffinatezza

    Holy Invasion of Privacy, Badman! è uno strategico bidimensionale piuttosto particolare, dove il giocatore controllerà il “piccone” del Dio della Distruzione, con il quale dovrà semplicemente rompere i blocchi di terreno nel sottosuolo: questa si rivelerà essere l'unica interazione con l'intero ambiente di gioco.
    Dietro questa apparente semplicità si nasconde tuttavia una formula di gioco profonda e raffinata, basata principalmente su una catena alimentare la cui conoscenza è fondamentale per ottenere dei buoni risultati. Al livello più basso di questa catena è presente il suolo con i nutrienti che, picconato, darà vita agli “Slimemosses”: questi costitueranno la base della popolazione all'interno del nostro esercito, e vagheranno per il dungeon portando nutrimento ai blocchi di suolo che toccheranno. Una volta assorbito abbastanza nutrimento, da questi blocchi potranno nascere forme di vita più evolute come gli Omnom, degli insetti demoniaci che nutrendosi si potranno evolvere in creature più forti, i Lizard, delle lucertole combattenti, o i Wookiemon, demoni-ciclopi provenienti da un'altra dimensione.
    Il suolo potrà inoltre immagazzinare anche la magia, quando questa sarà usata da un eroe e, similmente a quanto accade con il nutrimento, maggiori concentrazioni garantiranno la nascita di creature -stavolta magiche- via via più evolute: spiriti, fate e i potentissimi dragoni.
    Le interconnessioni tra le varie creature sono molte e seguono la catena alimentare: ad esempio gli Omnom per crescere ed evolversi si ciberanno degli Slimemosses, ma a loro volta saranno preda dei Lizard. Compito del giocatore sarà dunque popolare il dungeon equilibrando la presenza delle varie creature per garantire loro la sopravvivenza e la possibilità di riprodursi.
    A complicare ulteriormente la situazione viene la necessità di gestire il numero delle picconate: il "Dig Power" non è illimitato e la rimanenza servirà, alla fine di ogni stage, ad aumentare il livello delle varie creature.
    La strategia risulta quindi fondamentale per sopravvivere ad un livello di difficoltà molto elevato: gli eroi sono molto forti, dotati di caratteristiche uniche -chi è debole alla magia, chi al danno fisico- e lasceranno al giocatore solo qualche minuto per riorganizzarsi prima dell'ondata successiva. Ne consegue che solo un buon bilanciamento delle creature, un dungeon ben costruito e un uso attento delle picconate garantirà risultati negli stage più avanzati. Non bisognerà tuttavia scoraggiarsi ai primi insuccessi: preso un po' di tempo per entrare nella giusta ottica di gioco e per sviluppare una propria strategia sperimentando e imparando dai propri errori, anche l'eroe più impavido rischierà di ritrovarsi nel guano di drago fino al collo.
    La longevità è garantita grazie ad un impianto di gioco capace di rapire l'utente con i suoi meccanismi e ad un'eccellente rigiocabilità: le partite non saranno mai uguali e ogni battaglia mai banale, gli imprevisti sono all'ordine del giorno e la casualità con cui sono disposti i blocchi contententi nutrimento porteranno il giocatore a costruire dungeon sempre diversi.
    Il sistema di controllo è molto semplice: la croce direzionale è deputata allo spostamento, il dorsale sinistro porterà l'inqudratura direttamente sull'eroe più vicino, il tasto Trinagolo regolerà i due livelli di zoom sul dungeon mentre il tasto Quadrato ci permetterà di picconare un unico blocco se premunto una volta e una sequenza di blocchi se tenuto premuto. Nostante la semplicità, comunque, non tutto fila liscio come dovrebbe, infatti capita di tanto in tanto di non avere un controllo perfetto del piccone durante la pressione del tasto quadrato. Niente che infici l'esperienza di gioco, comunque.

    Non è un paese per... buoni

    Cuore del titolo Acquire è la modalità storia, che ci porterà ad affrontare i numerosi assalti di qualche manipolo di eroi per proteggere Badman che ci ha evocati. Questa modalità è divisa in 8 stage, al termine di ognuno dei quali saremo chiamati a usare le picconate residue per potenziare il livello delle creature sotto il nostro controllo. Sconfiggere tutti ed undici gli eroi che assalteranno il dungeon nel corso della storia non si rivelerà un'impresa di poco conto, a causa dell'elevata difficoltà generale, ma completare tutti i livelli sarà fonte di estrema soddifazione, come quella che solo i giochi di un tempo sapevano offrire. Terminare la modalità principale sbloccherà inoltre la modalità Storia Bonus che narrerà dell'arrivo di un gruppo d'eroi molto più forte a minacciare il povero Badman, accompagnata da una nuova schermata, dal titolo “Holy home invasion robbery, Badman! Why does this always happen to me!?” e da un livello di difficoltà ulteriormente aumentato. È proprio dura la vita del cattivo!
    Degno di menzione è senza dubbio il modo in cui accedere a questa modalità bonus: quasi come fosse un trucchetto segreto saremo chiamati a premere una sequenza di tasti nel menù principale per ottenere il cambio di schermata. Un vero colpo di classe.
    Altra modalità è il Training che, come suggerisce la parola, non è nient'altro che una modalità di allenamento per affinare le proprie strategie e concentrarsi su determinati aspetti della costruzione del dungeon. Questa modalità si divide in Tutorial, davvero utile se non fondamentale per assimilare i meccanismi di base, e Challenge: particolari sfide imporranno al giocatore determinati obiettivi.
    Ultima modalità relativa al gioco vero e proprio è l'Edit Mode, che ci permetterà di modificare gli eroi a nostro piacimento e di giocare con i gruppi di Eroi creati dai nostri amici. La personalizzazione è completa e permette di modificare oltre alle varie statistiche - come forza, restinza e magia - anche nome, sesso, classe e commento prima della battaglia. Peccato che manchi la possibilità di ravvivare gli stage con delle righe di testo, questa semplice aggiunta avrebbe permesso di creare delle mini storie da scambiare con gli amici.
    Infine abbiamo l'Almanacco, che contiene le schede di tutti le creature, oggetti ed eroi incontrati nel corso del gioco. Questa Dungenologia a dispetto dell'apparenza si rivela non solo molto utile grazie alle informazioni non ottenibili altrove, ma anche piacevole da leggere grazie alle divertentissime descrizioni.

    Ritorno al futuro

    È strano prendere un titolo “nuovo” e ritrovarsi di fronte qualcosa che sembra avere almeno venti anni. Tecnicamente il progetto Acquire si presenta infatti volutamente datato, spiazzando il giocatore con un colpo d'occhio che ricorda i titoli per console 8 bit. Le forme appena abbozzate, la visuale dall'alto e le animazioni semplicissime regalano al titolo un gusto decisamente retrò, che difficilmente piacerà al grande pubblico, ma che si lascia apprezzare perchè perfettamente in linea con la forte carica ironica conferita al progetto dagli sviluppatori: Badman scimmiotta e prende in giro i giochi di ruolo di un tempo. Inquadrata nel contesto narrativo e nel tipo di gioco la grafica risulta dunque decisamente funzionale e particolarmente piacevole, specialmente per il giocatore più esperto e nostalgico al quale il titolo è rivolto.
    Anche il sonoro sembra preso da qualche vecchio titolo, con suoni e musichette molto semplici che fanno a stento il loro dovere, senza purtroppo convincere appieno.
    L'intelligenza artificiale risulta alquanto altalenante passando da momenti di eccezionale lucidità ad altri di incomprensibile stupidità, magari giusto in tempo per mandare in crisi l'intera strategia del giocatore.
    Il gioco, disponibile unicamente in inglese, si rivela abbastanza fruibile anche a coloro i quali non hanno una grande conoscenza della lingua di Shakespeare, grazie alla presenza poche righe di testo facilmente traducibili con l'aiuto un dizionario, nonchè per il poco tempo necessario a capire i meccanismi di base del titolo.
    Tuttavia per godere appieno delle splendide battute e delle schede nell'almanacco è richiesto un buon livello di conoscenza della lingua.

    Holy Invasion of Privacy Badman: What Did I Do to Deserve This Holy Invasion of Privacy Badman: What Did I Do to Deserve ThisVersione Analizzata PSPDopo ben due anni dalla release giapponese - il titolo originale è Yuusha no Kuse ni Namaikida - finalmente l'atipico strategico bidimensionale sviluppato da Acquire giunge in occidente. Lo stile della produzione è unico, grazie ad un riuscito mix tra ironia e tributo verso i classici giochi di ruolo del passato. Qualche difetto è comunque riscontrabile nel sonoro poco incisivo e in un livello di difficoltà forse troppo elevato, che metterà a dura prova anche il più coriaceo dei videogiocatori. In definitiva l'offerta ludica del titolo si rivela pienamente soddisfacente e longeva per il giocatore che ama la sfida seria e per chi voglia fare un tuffo nel passato, decisamente meno appetibile per l'utenza più giovane o per chi cerca una partitella senza troppi pensieri. Un titolo per veri duri.

    7.5

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