Recensione HP e i Doni Della Morte

Il mago dalla bacchetta scarica: recensito I Doni della Morte

Recensione HP e i Doni Della Morte
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Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Sulle nostre pagine, in questi anni, raramente si sono visti cosiddetti tie-in raggiungere -o superare- le soglie della sufficienza. Tuttavia, anche la più mediocre delle produzioni, aveva sempre garantito almeno un paio di elementi divertenti e/o interessanti, prevenendo in tal modo il disastro totale. Oggi, però, un videogioco potrebbe essere arrivato laddove nessun altro è riuscito ad arrivare, sradicando ogni concezione negativa sul genere finora conosciuta.
    Si tratta di Harry Potter e i Doni della Morte Parte I, tie-in dell’omonimo film a breve nelle sale, sviluppato da EA Bright Light Studio (uno degli studi dedicati alle produzioni Casual della softco canadese).
    Il titolo, presentato già in maniera disastrosa durante l’ultima GamsCom di Colonia, si è recentemente rivelato alla redazione in forma completa, dimostrando di saper annichilire (sempre in negativo, s’intende) molti degli orrori prodotti in questo decennio. La data d’uscita per Xbox 360, Playstation 3, Wii, PC e Nintendo DS è prevista per il 19 Novembre. Il titolo supporterà (vedremo in seguito come) anche il controllo tramite Kinect, mentre non sarà abilitato all’uso del Playstation Move.

    Prima d’inoltrarsi nel “vivo” è bene una piccola premessa riguardo alla trama, sulla quale pare inutile dilungarsi troppo.
    I Doni della Morte Parte I ripercorrerà pedissequamente (o quasi) i passi del film, prendendo il via immediatamente dopo l’assassinio di Albus Silente, con la decisione di Harry, Hermione e Ron di abbandonare Hogwards alla ricerca degli horcrux, gli oggetti in cui è contenuta l’anima di Voldemort.

    Action oriented what?!

    Dal punto di vista del gameplay I Doni della Morte prende una piega decisamente diversa rispetto ai precedenti capitoli videoludici della saga, puntando a meccaniche più action-oriented e trasformando in tal modo i tre quarti dell’avventura in un third person shooter ambientato nel mondo della magia. Buona parte dell’avventura vedrà dunque il nostro maghetto alle prese con Mangiamorte, Dissennatori e mostriciattoli vari, consentendogli di sfoderare un arsenale mai visto prima e di sfruttare un sistema di coperture alla Gears of War.
    Sorgono, proprio durante gli scontri, i primi e più gravi problemi della produzione. Per affrontare i nemici, in sostanza, sarà sufficiente effettuare un comodissimo lock on su ognuno di essi (in sequenza) e “sparare” -letteralmente- un incantesimo a caso tra quelli guadagnati. Dalla bacchetta del signor Potter scaturiranno incantesimi a profusione, proprio come proiettili da un’arma da fuoco. Non vi sarà alcun contatore, alcun caricamento, alcun tempo di recupero da gestire: potremo attaccare semplicemente all’infinito. Inutile, dunque, si rivela un’eventuale sfruttamento tattico delle coperture; i nemici, dotati di un'intelligenza artificiale imbarazzante, si limiteranno dopotutto a comparire difronte al gruppo di maghi-terminator e farsi massacrare. E’ bene precisare, comunque, che il cover system è comunque presente, ma si rivela piuttosto goffo e mal congegnato: la colpa è da dividere equamente tra un control scheme spreciso e per nulla sincronizzato con le azioni a schermo ed un comparto animazioni indietro di almeno una generazione.
    Esigua, nonostante la presenza di numerosi nemici diversi e di un sistema di crescita (totalmente automatico) che farà guadagnare al nostro beniamino una rosa d’incantesimi, anche la varietà di situazioni in combattimento. Gran parte delle Magie, infatti, produrrà sul nemico esattamente lo stesso effetto: la disintegrazione. E se questo può essere anche accettabile per certi incantesimi, pare proprio oltrepassare il limite quando persino “Paralisi” ha come effetto la morte pressoché istantanea del nemico. Le alternative si riducono quindi a due in tutta l’avventura: l’Incanto Patronus per debellare i Dissennatori e il Vingardium Leviosa da utilizzare sollevando oggetti ed utilizzandoli come scudo.
    Entrambe le variabili, tuttavia, cozzano con i già citati problemi di latenza dei controlli e con il loro generale malfunzionamento. Aldilà dei combattimenti (circa il 90% dell’avventura) Harry Potter e i Doni della Morte presenta alcune sessioni on-rail e stealth che -all’apparenza- potrebbero donare un minimo di refrigerio ad una struttura di gioco stantia e costantemente ripetitiva. Le prime, a dire il vero, risultano se non altro funzionanti rispetto al resto, presentando un incedere abbastanza dinamico rovinato, in ogni caso, dall’irreale facilità d’esecuzione. Sarà questo l’ennesimo caso in cui il protagonista si trasformerà in supereroe, capace di torcersi a 360° senza problemi per agganciare i nemici, e in grado di scagliare incantesimi nemmeno avesse una M-60 incantata con cui far fuoco.
    Molto peggio, nemmeno a farlo apposta, le sessioni “stealth”, se così le si può definire. Harry, in questo caso, sarà chiamato a sfruttare la caratteristiche del mantello dell’invisibilità, cercando di evitare i contatti fisici per evitare di farsi scoprire e fermandosi di tanto in tanto per ricaricare un apposito indicatore di “trasparenza”. Tutto regolare, senonché in molte di queste sezioni le persone da non toccare appariranno tramite gradevolissimi pop-up, sorprendendoci alle spalle e costringendoci a ricominciare l’intera sezione daccapo.
    L’apice della frustrazione è ancora una volta raggiunto grazie alle numerosissime imprecisioni del sistema di controllo, a cui in questo caso si aggiunge una navigazione nel mondo di gioco mai sotto controllo ed una gestione della telecamera (qui in prima persona) totalmente sballata.
    A salvarsi, dunque, sono solo dei simpatici extra, come i numeri della Gazzetta del Profeta sparsi negli scenari che, sotto forma di articolo, narreranno avvenimenti in corso nel mondo della magia, contestualizzando un minimo l’avventura. Per chi ancora fosse intenzionato a farsi del male giocando ai Doni della Morte, magari ingolosito dalla compatibilità con Kinect, è bene specificare che l’esperienza con il Motion Control Microsoft cambia totalmente: il titolo si trasforma in uno shooter su binari, ereditando -non bastasse- tutti i problemi di latenza della famigerata periferica. Il sistema di riconoscimento delle posizioni è inoltre poco preciso. Mentre per scagliare degli "incantesimi a ricerca" bisogna sbracciarsi in maniera esagerata, spostando la mano come fossimo nell'HUB Kinect potremo bersagliare gli avversari con delle irreali smitragliate. Data l'eccessiva facilità nell'avanzamento (sconclusionato e privo di verve), è futile la possibilità di parare gli attacchi attivando una sorta di scudo, anche se in alcuni scontri con i Boss dovremo usarla per incorrere in una morte prematura. L'esperienza con Kinect resta una dei peggiori esempi di implementazione del Motion Control visti fino ad oggi (e nonostante la vita di Kinect sia appena agli inizi, Harry Potter e i Doni della Morte la attenta con ostilità insperata).

    Almeno è in HD....ma ne siamo sicuri?

    Dal punto di vista tecnico Harry Potter e i Doni della Morte è uno dei titoli meno riusciti di questa generazione.
    Pur risultando sufficientemente fedeli alle controparti cinematografiche i modelli poligonali mostrano una certa carenza di dettaglio ed un’espressività che dimostra tutti i limiti della tecnologia non propriamente all’avanguardia utilizzata. E se parlando di protagonisti e comprimari rimaniamo comunque nella cerchia dell’accettabile eccoci scendere ben al di sotto nel momento in cui compaiono a schermo i primi personaggi “di contorno” o, ancor peggio, i Mangiamorte, le “truppe di Voldemort”. In questi casi la povertà di dettagli si fa molto più preoccupante e, dalla testa ai piedi (texture comprese), ogni modello sembra essere ricavato dallo stesso stampino.
    Le cose non migliorano nel momento in cui la scena si mette in moto, rivelando un comparto animazioni del tutto antiquato, con movimenti rigidi e legnosi quasi fossero stati posti dei limiti al movimento delle articolazioni.
    Tutto quel che di negativo mostrano gli attori sullo schermo si riflette alla stessa maniera sullo scenario di gioco, che risulta oltremodo piatto e limitato.
    Gli scenari presentano un’estensione limitatissima, un’interattività quasi totalmente azzerata e sono figurati da un mix quasi imbarazzante di elementi in bassa definizione.
    Chiude l’affresco un comparto sonoro, fortunatamente, di diverso livello, con la sountrack rilevata direttamente dalle librerie di Hollywood a cui, purtroppo, si contrappone un doppiaggio italiano rifatto di sana pianta e, nemmeno a farlo apposta, palesemente inferiore a quello originale.

    Harry Potter e i Doni Della Morte Harry Potter e i Doni Della MorteVersione Analizzata Xbox 360Non c’è un solo microscopico motivo per procedere anche solo ad una prova di Harry Potter e i Doni della Morte. Fanatismo verso la storia, verso i personaggi e verso il fantasy in generale non possono assolutamente competere con una produzione dal gameplay praticamente inesistente (e, ciononostante, frustrante) e con un comparto tecnico fermo alla preistoria videoludica. Siamo di fronte ad un disastro sotto tutti i punti di vista, uno di quei pochi titoli, in una generazione, da evitare con ogni mezzo.

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