Impact Winter Recensione

Un survival game ambientato su un pianeta sommerso dalla neve: riuscirete a resistere trenta giorni in attesa dei soccorsi?

Impact Winter Recensione
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • L'abuso delle meccaniche survival è oramai una costante dell'industria videoludica, specialmente nel panorama indie, che da anni tenta di emulare in ogni forma e modo il clamoroso successo di Minecraft e di tantissimi altri titoli più o meno affini, come Rust o Ark, che hanno scalato le classifiche di Twitch battendo i grandi colossi Tripla A. Nel marasma di emuli e progetti abbozzati, c'è però chi è riuscito a reinterpretare la formula in maniera eccellente, sfruttando le meccaniche a livello tematico (This War of Mine) o estremizzandole (The Flame in the Flood), dando luce a opere brillanti ed emotivamente potenti. Con Impact Winter, Bandai Namco e Mojo Bones tentano di mettere a frutto i semi piantati in questi anni, recuperando decine di elementi diversi per dare origine a un'opera originale e interessante.

    Nevi perenni

    Impact Winter si ambienta in un mondo avvolto da una spessa coltre di neve, durante quell'ipotetico periodo di freddo e gelo in cui verserebbe la Terra se venisse colpita da un asteroide che -innalzando polveri e microparticelle- impedirebbe al Sole di far arrivare le sue radiazioni oltre l'atmosfera, abbassando vertiginosamente la temperatura e annientando quasi ogni specie vivente.

    Il gioco di Mojo Bones sfrutta questo concetto non solo nelle premesse ludiche, ma anche narrative. Dopo un periodo imprecisato in cui vagava senza meta, Jacob, il protagonista della vicenda, trova una vecchia chiesa, popolata da altri dispersi che come lui tentano di sopravvivere alle nuove leggi del mondo. Ci prenderemo dunque carico non solo della sopravvivenza di Jacob, ma anche della gestione delle "risorse umane", sperando di far sopravvivere i superstiti il più a lungo possibile. A inizio gioco, un messaggio arriva ai mezzi di comunicazione del gruppo, dove si avverte che i soccorsi arriveranno entro 30 giorni, e ci chiede di resistere fino a quel momento. Da adesso in poi, è tutto nelle nostre mani.
    Sotto l'aspetto prettamente gestionale, Impact Winter recupera tantissimo del gioiello di 11 Bit Studios, This War of Mine. Ogni membro del gruppo avrà delle abilità specifiche, dei dialoghi dedicati, delle vicende personali che ne influenzeranno le dinamiche all'interno della storia: e dovremo immediatamente iniziare a sfruttarle, se vorremo sopravvivere. Ognuno di loro rischierà quanto noi; freddo, fame, sete, stanchezza e malattie saranno sempre dietro l'angolo, in attesa di colpire. La logica ludica è dunque quella di ragionare in funzione di una sopravvivenza collettiva e non individuale, perché senza i nostri compagni anche noi siamo spacciati. Il giocatore potrà comunque decidere di affidarsi alle abilità specifiche di uno o più personaggi, seguendo le loro "questline" e svolgendo i compiti che gli verranno affidati: a seconda della scelta effettuata su questo fronte, potremo ad esempio potenziare le difese della chiesa, oppure invece rinforzare ed espandere il proprio inventario.
    Non si può inoltre non citare Ako-Light, il più importante tra tutti i nostri alleati nel "Void", il mondo che ci attende lì fuori. Il piccolo robot che ci accompagnerà nelle nostre escursioni è il perno attorno a cui ruota l'intera struttura ludica e narrativa del gioco: l'esperienza legata all'esplorazione (grazie alla quale potremo ad esempio riattivare torri-radio, trovare antenne o luoghi che ci aiuteranno ad amplificare il segnale del robot) si converte in tempo guadagnato nel contatore dei 30 giorni: più giocheremo, dunque, più ci esporremo ai rischi del gelo, ma più sarà facile accorciare di molto la snervante attesa. Ako-Light, salendo di livello, sblocca abilità fondamentali, che daranno uno spessore enorme al gioco, sia in termini esplorativi sia dedicati alla sopravvivenza.

    Oltre alla gestione delle risorse e del gruppo, gli altri due grandi temi di Impact Winter sono la sopravvivenza e l'esplorazione. Dal punto di vista meramente meccanico, Impact Winter non inventa o innova quasi nulla. I parametri di cui tenere conto sono all'incirca gli stessi presenti in ogni esponente del genere: freddo, fame, sete e stanchezza dovranno sempre essere consultati e bilanciati, se si vuole sperare di durare a lungo. Eppure, nel momento in cui queste meccaniche vengono collegate all'esplorazione, la sensazione che si consolida nel giocatore è quella di un'avventura fresca, divertente, che riesce a uscire dalle logiche ripetitive tipiche dei survival moderni e si incastra in una serie di microstorie sempre semplici e brevi, ma ben contestualizzate e comunque stimolanti. Uomini feriti in cerca di medicine, viandanti disposti a commerciare e a darci dei consigli, luoghi ricchi di risorse sepolti da montagne di neve, terrificanti ululati e colpi d'arma da fuoco: il Void è un luogo terribile e pericoloso, ma solo affrontandolo con coraggio ne riscriveremo le leggi.

    La mappa è ben congegnata, esaltata da una direzione artistica fenomenale, che non si lascia abbattere dal contesto innevato ma anzi riesce a sorprenderci proprio per l'uso estremo di colori e luci. Peccato solo per le interfacce grafiche, davvero fuori contesto e che mal si legano allo stile fumettoso scelto da Mojo Bones, a volte più complesse del dovuto e astrusamente navigabili. I dungeon nascosti offrono sempre delle sorprese a livello visivo e narrativo, racconti silenziosi di luoghi ora abbandonati ma un tempo ricchi di vita e storia. Sebbene sia possibile trovare i confini della mappa quasi subito, in realtà il recupero di elementi quasi da metroidvania suggerisce una modesta opera di backtracking, nascondendo alcune delle parti più corpose fino a che non avremo resistito per qualche giorno, e riuscendo poi ad abbattere con la dinamite un muro di neve che ci sbarrava la strada, o costruendo gli strumenti che ci permetteranno di scalare una ripida parete. Da questo punto di vista, nonostante la durata decisamente contenuta rispetto agli esponenti del genere (ogni ora dei 30 giorni equivale a un minuto del mondo reale, e azioni come il dormire velocizzano il trascorrere del tempo), in realtà Impact Winter sembra nascondere il valore aggiunto della casualità, chiedendoci di rigiocarlo per scoprire nuovi approcci, o nuovi modi di usare le risorse.

    Impact Winter Impact WinterVersione Analizzata PCImpact Winter riesce nell'impresa di sorprendere anche il più accanito appassionato di survival, creando una progressione ben calcolata in ogni aspetto del gioco (dall'esplorazione alla gestione del gruppo), e inserendo meccaniche già conosciute e forse abusate come il timer (X-Com, Dead Rising) ma dandogli il giusto peso e spessore. La direzione artistica eccellente e le piccole, dinamiche storie che incontreremo nel Void impreziosiscono ancora di più una formula che funziona e che arriva a esaltare il “survivalist” più accanito.

    7.5

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