Recensione Jak X: Combat Racing

L'alternativa a Mario Kart?

Recensione Jak X: Combat Racing
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  • PS2
  • Jak X, acronimo della titolazione completa Jak eXtreme, è il primo Spin-Off di una delle saghe più celebri di questa generazione ludica. Il set di personaggi e ambientazioni che ha spopolato nei cinque anni di vita di Playstation 2 abbandona definitivamente il concept dei platform game, per essere utilizzato in un ambito del tutto diverso: il combat racing (a la Mario Kart, il paragone è d'obbligo). Ad alcuni, senza scomodare teorie sulla ciclicità della storia, tutto questo ricorderà quanto avvenne anni addietro alla popolarissima Mascotte ludica Crash Bandicoot, protagonista prima di tre riuscitissimi platform, poi di un Kart Racing (CTR, che conta di due seguiti su Ps2), nonchè di una anonima raccolta di minigiochi pensata per il multiplayer (Crash Bash). All'epoca lo sfruttamento del Brand di successo fu considerato da molti una operazione commerciale di dubbio gusto e rilevanza, eppure Team Racing mostrava un'impostazione pregevole. Oggi, se Naughty Dog traccia nuovamente il solito percorso evolutivo per la sua seconda, riuscitissima serie, viene da chiedersi se effettivamente il team creda fermamente nella validità di tale impostazione, piuttosto che nella ricerca metodica di dati di vendita appaganti. Così, vuoi per le considerazioni appena riportate, vuoi per un passaggio più graduale dal platform al racing game (ricordiamo gli impianti di questo genere nel capitolo conclusivo della trilogia), Jak X viene atteso dal pubblico al pari dei suoi predecessori ideologici.

    In effetti il comparto narrativo di Jak X, per niente misero ed argomentato da lunghe e frequenti Cut Scene in Real Time, si ambienta poco dopo gli eventi del terzo episodio. Senza voler approfondire oltre il carattere di personaggi e temi, lontana dalle scoperte sulla natura dei Precursor e per niente finalizzata all'esaltazione dell'eroismo, la trama sfrutta pesantemente e con maestria un set precostituito e di fama indubbia. Jak e la compagnia vengono invitati nella lugubre e pericolosa Kras City per la lettura del testamento di Krew (il grassone sulla ciambella volante, deceduto per mano stessa del fantastico duo). L'uomo di malaffare non cessa ovviamente di creare problemi finanche da morto, coinvolgendo in un'astuta (e prevedibile) trappola persino la propria figlia, obbligando i protagonisti delle passate edizioni a gareggiare nel gran campionato di Kras City. Come già sottolineato, la banalità della base narrativa viene compensata dalla sottile arte dello "Story Telling", dispensata lungo numerose sequenze precalcolate dalla verve umoristica quasi inesauribile. Così, persino il giocatore solitario, sebbene Jak X sia un titolo dichiaratamente votato al Multiplayer, si lascerà trascinare con piacere alla scoperta di una modalità principale ricca come non mai.


    Doverosamente, prima di addentrarsi nell'analisi di tale modalità, è bene descrivere brevemente il gameplay del gioco, modellato sugli standard classici del genere. I cart di Jak X, il cui stile ricalca fedelmente quello che migliaia di appassionati avranno imparato a conoscere in Jak III, sono ovviamente dotati di un motore poderoso e predisposti all'utilizzo di armamentario più o meno pesante. Disseminati lungo i tracciati ed i circuiti, il giocatore potrà trovare cristalli di Eco (Azzurro, Verde, Rosso, Giallo), ognuno dalle funzioni distintive. L'eco Azzurro, in particolare, aumenta la quantità di "Turbo" a disposizione del concorrente, e risulta di vitale importanza non solo per la buona riuscita della gara, ma anche per il risolversi su pista di una frenesia che a questo tipo di giochi non dovrebbe mai mancare. La barra del turbo può essere inoltre ricaricata eseguendo varie manovre durante la corsa: canonicamente grazie ai salti particolarmente lunghi o alle scivolate laterali in curva (performabili con l'uso più o meno consapevole del freno a mano).
    I cristalli di eco Rosso e Giallo sono forniscono rispettivamente armi posteriori (di difesa, utili per deflettere i missili; di supporto, come un piccolo droide che spara agli avversari vicini; infine di offesa indiretta, come mine o scie d'olio), e anteriori, utili all'eliminazione temporanea dei concorrenti in vantaggio (ovviamente tutte le auto vengono rigenerate nel punto in cui esplodono, dopo un tot di secondi). Mentre l'Eco verda, più raro e meno utile, ha la sola funzione di riempire la barra dell'energia (in realtà quasi mai svuotata per metà, e quasi ogni volta esaurita dai colpi devastanti), ha una funzione fondamentale l'Eco Oscuro, che si ottiene eliminando i propri avversari nei modi più brutali possibile. Una volta raccolta la quantità necessaria di Eco Oscuro, sia le armi che il turbo verranno potenziati, le prime aggiornate a versioni notevolmente più devastanti, il secondo offerente una spinta ulteriore al Kart del protagonista.
    In tale impostazione di gioco, si contano davvero pochi difetti: l'azione è frenetica, varia (grazie al notevole numero di armi), ed il Kart si controlla con sufficiente maneggevolezza, eccezion fatta per una gestione delle collisioni decisamente esagerata (all'abilità del giocatore il compito di evitare tali collisioni, con gli avversari come con l'ambiente di gioco).
    Si aggiunga a questo la grandissima disposizione di tracciati e tipologie di competizioni che Jak X propone all'utente, decisamente superiore alle aspettative: durante le gare di qualificazione per le quattro coppe che il giocatore dovrà vincere per completare l'avverntura, si avrà modo di scoprire un nutrita serie di opzioni.
    Oltre alle classiche "Gara su Pista", "DeathMatch", "Prova a tempo", appaiono le interessanti "Gara Mortale", in cui il giocatore dovrà eliminare una serie interminabile di veicoli per raggiungere un punteggio prestabilito, "Ora di punta", in cui - correndo contromano - l'utente dovrà generare il maggior numero di collisioni con le auto provenienti dal senso inverso, "Rally Glaciale", in cui si dovrà fermare il cronometro toccando una serie di indicatori posizionati lungo il tracciato. E non finisce qui: le arene non ospiteranno soltanto le gar edi distruzione tutti contro tutti, ma potranno vedere la "corsa agli artefatti" (variazione su tema di alcune missioni del terzo episodio, in cui il protagonista doveva raggiungere in tempo una serie di artefatti Precursor) e la "Caccia sportiva" (in cui vince chi elimina più droidi, questi ultimi in grado di reagire con diverse modalità d'attacco). Ancora oltre, esistono tre ulteriori modalità sulle quali non ci dilunghiamo, che verranno scoperte con piacere dal fruitore finale, e consistono per lo più in variazioni su tema di quelle appena descritte.
    Tutta questa bontà è ovviamente affiancata da un numero di circuiti e arene ben nutrito. Purtroppo, il risultato finale non riesce a raggiungere livelli di eccellenza, a causa di qualche difetto che riduce aspettative e divertimento. In primo luogo la mancanza di interazione con i fondali, ampiamente sbandierata nei comunicati stampa ed in prova diretta quasi del tutto assente. In effetti molti elementi dello schermo possono essere ditrutti dalla furia del vostro passaggio o dalle detonazioni dell'armamentario, eppure la modifica strutturale del circuito, oltre ad essere quasi invisibile all'eventuale secondo passaggio, non interagisce minimamente con i partecipanti alla gara. Da questo punto di vista è ancora l'indimenticato Rollcage (Stage II) che deteniene il primato d'interattività e modificazione strutturale.
    Il secondo, più fondamentale difetto, è l'ininfluenza, spesso evidente, delle vostre effettive capacità di pilota. La capacità assurda (e programmata) degli avversari di starvi sempre costantemente alle calcagna, ovviamente rimanda la loro possibilità di vittoria alla casualità dell'arma che essi (come voi stessi) recuperano grazie ai cristalli di Eco. Che abbiate guidato perfettamente per l'80% del tracciato o che abbiate continuamente sbattuto mantenendovi in ultima posizione, ha poca importanza: stranamente i contendenti al titolo hanno la mania di non distanziarsi troppo da voi, come la capacità innata e incredibile di non restare troppo indietro. Insolita scelta per un Kart Racing, che ovviamente rende l'approccio più confusionale del solito e molto meno appagante, sebbene alzi la curva di difficoltà ben sopra la media, allungando di gran lunga la longevità del titolo (conquistare tutte le medaglie d'oro è impresa assai ardua). Fortunatamente tale difetto si riscontra soltanto nelle competizioni classiche, visto che negli scontri speciali non avrete da confrontarvi derettamente con avversari, e prevarranno le vostre velleità di pilota.
    Ultimo accenno alla funzione principale delle medagli sopra citate: oltre al progredire lineare dell'avventura, il raggiungimento delle prestazioni migliori permetterà al giocatore di sbloccare una serie di componenti per il tuning (soltanto visivo) delle proprie vetture, nonchè di guadagnare monete da spendere di contro per l'acquisto di vari Upgrade (Motore [Velocità Massima], Cambio [Accelerazione], Corazza e Turbo). Inoltre, sequenzialmente, il giocatore avrà accesso ad una serie di nuovi piloti, contestualmente con l'avanzare del comparto narrativo, utilizzabili nella modalità Multiplayer.

    Il Party Play è in effetti elemento fondamentale di Jak X. Al di là del solito split screen (visuale ridotta e qualche rallentamento), è il Multiplayer Online che consiste di un notevole valore aggiunto. Così come per Ratchet: Gladiator, questo titolo è probabilmente il tentativo più ruscito di insinuare nell'utente Sony la cultura dell'Online Gaming, forse in previsione della prossima generazione Hardware.
    Le opzioni Online di Jak X, ampiamente pubblicizzate in un apposito libretto -Net Gamer - aggiunto all'interno della confezione, permettono a 6 giocatori di sfidarsi in rete, nelle modalità sopra descritte. Stupisce tuttavia l'ampia disponibilità e funzionalità dei server di gioco, che dimostra come un servizio gratuito possa essere massimamente competente (del resto la casa madre deve fare bella figura). Un canale di Chat vocale e l'assenza di problemi di stabilità e connessione rendono, senza ombra di dubbio, il comparto Online di Jak X uno dei migliori attualmente disponibili. Speriamo vivamente che questa serie di titoli autunnali (Gladiator, Socom III, Jak X) possa segnare la rinscita del gioco in rete, essenziale oltretutto per la diffusione della macchina e del prodotto.

    Tecnicamente il titolo è affascinante e ben costruito. Il design ricalca fedelmente quello classico della serie, capace di attirare indistintamente utenti di ogni fascia d'età, e senza dubbio appariscente ed originale. Le modellazioni poligonali sono ottime, e l'unico calo di qualità è riscontrabile ad un esame dettagliato nella gestione degli effetti speciali, probabilmente trascurati per dare maggiore vigore alla velocità ed alla frenesia della corsa: il refresh visivo è saldo e costante, ai massimi livelli in molte situazioni, con cali riscontrati sopratutto durante le prove Multiplayer. Resta la volontà di stupire nei momenti in cui le inquadrature abbandonano la corsa e vengono dirette verso l'esplosione del proprio veicolo, in questi casi ben realizzata e spettacolare, sebbene del tutto secondaria per quella che è una valutazione tecnica.
    La texturizzazione è di livello medio alto: visto lo stile ed il design visivo non è necessario un alto livello di realismo, e le superifici possono presentare senza danno continuità cromatiche anche estese.

    Il comparto sonoro è purtroppo l'aspetto meno pregevole del titolo: sebbene la certificazione THX attesti una notevole qualità in fatto di chiarezza acustica, le scelte musicali di Jak X sono del tutto sbagliate. Il sottofondo che ascolterete durante le competizioni è in massima parte rinunciabile e non caratterizzante. D'altro canto, la sufficienza di questo aspetto è giustificata dall'ottima localizzazione in italiano, forse stereotipata ma ben recitata e nutrita.

    Jak X: Combat Racing Jak X: Combat RacingVersione Analizzata PlayStation 2Jak X è un titolo coraggioso. Sfruttando un brand di successo come trampolino, tenta di lanciare e affermare un concept atipico per il mercato PS2, votato per altro al gioco Online che, purtroppo, non è molto in voga fra gli utenti Sony. Eppure, il coraggio di Naughty Dog viene ampiamente ripagato da un giudizio più che positivo, vista sopratutto l'eccezionale offerta di competizioni e opzioni che il gioco è in grado di offrire anche all'utente singolo. Una strana calibrazione della difficoltà, discussa in fase di analisi, è uno dei pochi aspetti che mina la giocabilità del prodotto, unitamente ad una scarsa interazione con l'ambiente di gioco. Per il resto, l'offerta alla base di Jak X è estremamente valida, forte della frenesia e della varietà che non dovrebbero mancare ad un Combat Racing. Per altro, le opzioni multiplayer di Jak sono validissime ed i server che ospitano i giocatori ben organizzati e molto funzionali. Un colpo andato a segno, che avrebbe bisogno di poche ulteriori revisioni (e, dunque, almeno un seguito) per aspirare ad essere ricordato oltre questa generazione. Probabilmente resterà di contro uno sfogo di abilissimi programmatori (già al lavoro per le nuove generazioni Hardware?), una produzione isolata che resisterà nel cuore degli appassionati e potrà avvicinare molti utenti al gioco in rete.

    7.7

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