Jet Set Radio HD diventa portatile: recensione della versione PS Vita

Il capolavoro pubblicato su Dreamcast ritorna in formato portatile

Jet Set Radio HD diventa portatile: recensione della versione PS Vita
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  • Xbox 360
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • PSVita
  • Pc
  • Per molti il Dreamcast resta una sorta di legenda, una terra felice e ormai irraggiungibile che ha trascinato migliaia di videogiocatori verso le lande più fertili e mozzafiato del pianeta videogioco. I fortunati possessori della travagliata console Sega non perdono mai occasione per lasciarsi andare in nostalgiche riesumazioni di quel passato in cui, lontani da DLC e abbonamenti internet, vivevano avventure meravigliose e dotate di una poesia difficilmente tramandabile.
    Oggi che la pratica dei porting, dei remake e delle riproposizioni in HD è una prassi esasperata da moltissimi publisher, la gloria quasi mistica di molte perle del passato è stata pesantemente ridimensionata. Un po’ come quando in età adulta si rilegge un libro amato durante la propria adolescenza, spesso ci si ritrova con un prodotto limitato, incapace di suscitare le medesime emozioni, perché ben al di là delle ovvie evoluzioni del mercato, anche noi stessi siamo cambiati per primi.
    Il perché di un’introduzione del genere? Semplice: anche Jet Set Radio HD è un po’ invecchiato. Sebbene resti un titolo degno delle attenzioni di neofiti e retrogamer, come del resto il voto a fondo pagina ben testimonia, il suo valore, oggi, sarà evidente soprattutto a chi riuscirà a giocarlo con spirito "filologico".

    Arte contemporanea tra radio pirata e rollerblade

    Stile. Tanto stile. E’ la prima cosa che penserete quando, stringendo la piccola console tra le mani, inizierà ad inondare i vostri sensi con colori sgargianti e musica ritmata. Tokyo-to, ovvia rilettura della quasi omonima capitale del Giappone, è una città viva, pulsante e nel pieno di una rivoluzione artistica. Niente pennelli o scalpelli, né interventi paesaggistici secondo i dettami della Land Art: questa nuova razza di artisti si avvale di futuristici rollerblade e bombolette spray per realizzare in tutta la città i propri murales. Oltre alla naturale rivalità che si è venuta a creare tra i membri delle gang tra loro avverse, e spinte a coprire le tag degli oppositori con la propria, le forze dell’ordine, comandate dal Capitano Onishima che ricorda da vicino l’amatissimo Koichi Zenigata, stanno cercando in tutti i modi di arginare il fenomeno.

    In questo trambusto culturale e sociale, il Professor K occupa una posizione privilegiata. Dj di una stazione radio pirata manderà in onda ottima musica, che incontra i generi più disparati dal rock all’elettronica passando per il rap, e si preoccuperà di commentare le gesta della vostra banda nel tentativo di conquistare ogni superficie di Toko-to a suon di murales.
    Nonostante le affascinanti premesse, la trama non riveste che un ruolo totalmente marginale nel gioco. Sviluppata per lo più tramite brevissime scene d’intermezzo che vedono il Professor K come protagonista quasi assoluto, difficilmente vi affezionerete ai personaggi o rimarrete attratti dall’intreccio quasi inesistente e privo di sorprese di alcun tipo. Ciononostante la sovrastruttura che giustifica e sorregge il susseguirsi di livelli è coerente e utile nella creazione di un contesto finzionale dotato di carattere e senso.

    Murales un po’ sbiaditi

    Il fulcro dell’esperienza risiede naturalmente nel gameplay. Oggi come oggi Jet Set Radio HD non può che apparire lievemente anacronistico, per quanto ancora capace di veicolare divertimento e assuefazione in gran quantità.
    L’idea di base è semplice: lasciati liberi di vagare all’interno di alcune location dalle ragguardevoli dimensioni, dovrete trovare le tag avversarie e coprirle con la vostra. Due gli ostacoli che vi renderanno la vita difficile: il timer e la polizia, che farà di tutto per rallentarvi o consumare la barra della vita a colpi di pistola. Sarete quindi spinti costantemente a muovervi il più veloce possibile, magari confidando in una perfetta conoscenza dello scenario di turno. Come avrete già intuito Jet Set Radio HD si concentra moltissimo sul punteggio, sulla velocità d’esecuzione e sullo stile che adotterete per raggiungere gli obbiettivi. Per carpire la vera essenza della produzione Sega dovete essere tra quei videogiocatori che adorano provare riprovare un livello sino a scoprirne ogni anfratto, sfruttare a proprio vantaggio la morfologia e ottimizzare i tempi di percorrenza.
    Il grande senso di libertà trasmesso, comunque costantemente limitato dalla presenza del timer, si palesa nei numerosissimi elementi con cui potrete interagire. Corrimano da grindare, auto alle quali appendervi per spostarvi con maggior velocità tra una strada e l’altra, half-pipe necessari per sfoderare qualche trick utile a incrementare il punteggio, piattaforme su cui saltare per acciuffare bombole spray, necessarie poi per disegnare i murales: ogni livello è una sorta di parco giochi, pieno di strumenti messi a disposizione dagli sviluppatori con cui divertirvi e testare le capacità ginniche dell’avatar.
    Il ritmo, spezzato solo dai quick-time event necessari per la realizzazione delle tag più complesse, è naturalmente piuttosto alto e vi ancorerà alla console sino alla fine di ogni sessione.

    Come detto non mancano alcuni problemi.
    La telecamera, tanto per cominciare, spesso faticherà a offrirvi la miglior prospettiva. Per quanto sia possibile gestirla tramite l’analogico destro, in alcune situazioni maledirete gli sviluppatori per non essere riusciti a risolvere questa magagna. Inoltre anche il sistema di controllo non sembra preciso come quello già apprezzato nella versione per PS3. Soprattutto quando si tratterà di atterrare sui sottili corrimano non tarderete a sfoderare la parte migliore e forbita del vostro vocabolario. La pratica migliora le cose, senza alcun dubbio, ma si ha la netta sensazione di una non perfetta conversione da questo punto di vista. Inoltre, come abbiamo già sottolineato, il concept apparirà irrimediabilmente invecchiato e privo di quell’appeal che all’epoca della sua pubblicazione lo rese un must per i fieri possessori di un Dreamcast.
    A ben vedere non sono difetti così invalidanti e anche così Jet Set Radio HD si dimostra ben più innovativo, coraggioso e stupefacente di tante produzioni contemporanee, ma i nostalgici dovranno arrendersi all’idea che parte della magia d’un tempo si è irrimediabilmente persa.
    Graficamente siamo di fronte a un piccolo capolavoro che non mancherà di far brillare ulteriormente il già stupefacente schermo OLED della PS Vita. Se su PS3, complici le maggiori dimensioni dello schermo, era più facile accorgersi di alcune texture poco definite e dei modelli poligonali lievemente rozzi. Sul portatile Sony non si ha molto tempo per notare queste piccole sbavature, presi come si è a godersi i colori sgargianti di Tokyo-to e lo stile adottato dai creativi di Sega. Grazie anche a un frame-rate che non conosce momenti di imbarazzo, non ci si può lamentare proprio di nulla.
    Splendido il sonoro. Purtroppo, come già accaduto per la versione PS3, alcune tracce sono state eliminate per motivi legati ai diritti, ma ciò non scalfisce affatto un ambito riuscitissimo della produzione. Tra pezzi rap, altri chiaramente J-Pop e l’immancabile dose di elettronica e dance, le vostre scorribande saranno sempre degnamente accompagnate. Buoni effetti e il doppiaggio in inglese del Professor K.
    Difficile parlare di longevità in termini canonici. Jet Set Radio HD può offrire circa una decina d’ore di intrattenimento, ma tra highscore da migliorare e personaggi da sbloccare avrete il vostro bel da fare per molto altro tempo.

    Jet Set Radio HD Jet Set Radio HDVersione Analizzata PlayStation VitaJet Set Radio HD è indiscutibilmente invecchiato. Se all’epoca della sua uscita era un titolo assolutamente imperdibile, oggi il suo acquisto va ponderato in base ai propri gusti. Il prezzo, otto euro, è competitivo e assolutamente proporzionato ai contenuti che offre. Rispetto alla versione per PS3 quest’edizione per PS Vita guadagna l’ovvia portabilità e una maggior definizione grafica, ma perde qualcosa in termini di precisione nel sistema di controllo. Il concept, ancorato a parametri arcade, non incontrerà le simpatie di tutti i videogiocatori, ma indiscutibilmente stiamo parlando di un titolo tutt’ora in grado di divertire e ammaliare tutti coloro che scenderanno a compromessi con il suo gameplay.

    7.5

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