Recensione Karous

I Milestone: per la terza volta su Dreamcast!

Recensione Karous
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  • DC
  • Wii
  • Il genere duro a morire...

    Invero, ci stupisce come ancora nessuno abbia arbitrariamente sparato a zero su questo titolo, consci della scarsa stima che la critica in genere nutre nei confronti di Milestone, in maniera del tutto ingiustificata. Ciò detto, è con sommo gaudio che ci apprestiamo a parlarvi di questo Karous, annunciato quando ormai, noi compresi, nessuno nutriva più la minima speranza: chi vi sta parlando, lo scorso Agosto, contattò i Milestone per chiedere informazioni riguardo una eventuale release Dreamcast, ma gli venne risposto che il titolo sarebbe stato un'esclusiva Wii (verso Aprile); non si sa bene cosa sia successo, dopo, ma a distanza di una manciata di mesi, si paventava chiaramente la possibilità di release sul 128 bit Sega. Che ciò sia stato determinato dal grande entusiasmo suscitato da Last Hope e l'interessante Trigger Heart Exelica, è quasi certo, ma ciò che conta è il risultato: un altro grande shoot'em up giunge su Dreamcast, accorpandosi alla già larga schiera di ottimi titoli disponibili in line-up. Il blastatore professionista stappi una bottiglia di prosecco.

    Radirgy Revolution!

    Karous si presenta, dunque, quale sequel ufficioso del grandioso Radirgy, avvalendosi del medesimo motore in cel shading e di medesime trovate concettuali, seppur offrendo una veste dark, quasi antitetica rispetto al positivismo irreversibile del prequel. Ciò che distingue questa nuova opera è, a conti fatti, l'aver nuovamente esplorato lande ancora vergini dell'innovazione blastatoria, aggiungendo al gradevole gameplay di Radirgy dei spunti nondimeno interessanti: il gameplay è ora contaminato da elementi tipici del j/rpg classico, e ciò comporta tutto un marasma di bonus collezionabili, che porteranno la nostra "navetta-corvo" al continuo e necessario level-up, con conseguente e inarrestabile incedere delle capacità di fuoco, difesa, agilità e quant'altro possa influenzare le sorti di una buona partita. Sarà, nello specifico, possibile raccogliere per lo schermo svariati bonus che, affiancandosi ai redivivi traslati a piè pari da Radirgy, permetteranno di incrementare il proprio fuoco primario, l'attacco secondario, la resistenza di uno scudo protettivo, l'energia della navetta e la velocità (sia nell'incedere che nel retrocedere); ciò aggiunge alla partita una componente strategica che, a nostro parere, strizza l'occhio a Gradius e alle altre produzioni Konami, ove fondamentale si rivelava una oculata gestione dell'armamentario e dei bonus disponibili. Sempre mutuando idee dal classicismo Konami, sarà possibile colpire più e più volte i bonus presenti su schermo, prima di assorbirli, e ciò comporterà un loro mutare in oggetti via via diversi, fino all'ottenimento di un bonus particolarmente adatto alla circostanza, secondo prerogative del videogamer. Per chi non avesse mai provato Radirgy, altresì, riteniamo opportuno spendere qualche carattere sulla incredibile sobrietà del concept di fondo: avremo a disposizione un tasto di fuoco principale (decisamente utile per uscire indenni dalle situazioni più congestionate), uno slash di 180 gradi (ideale per eliminare in un sol colpo modesti aggregati di nemici) e una sorta di cerchio protettivo (attivabile tramite la raccolta di pillole, rilasciate dai nemici uccisi); nondimeno importante sarà l'attivazione di un piccolo scudo, ottenibile rilasciando il tasto di fuoco per una manciata di secondi, che permetterà di parare il fuoco frontale e, al contempo, di cozzare contro le navette nemiche, per assorbire da queste una più ingente quantità di pillole (o altri eventuali bonus).

    Difficoltà: un marchio di fabbrica...

    La difficoltà decisamente elevata di Radirgy è stata in minima parte livellata verso il basso, permettendo l'approccio anche al videogamer meno temprato, nonostante un certo periodo di assimilazione risulti sempre necessario: i patterns di fuoco nemico richiederanno una decisa assimilazione mnemonica, l'uso delle innumerevoli funzioni richiederà una certa dimestichezza di fondo, la scoperta degli innumerevoli segreti ed easter eggs abbisognerà di una certa tolleranza alle lunghe sessioni di gioco. Il divertimento che ne ricaveremo sarà quindi notevole, seppur sempre sotteso ad una certa tolleranza che, pensiamo, dovrete sviluppare per non lasciare adito a frustrazione alcuna. Ma, del resto, è questo a rendere Karous uno shoot'em up di alta scuola.

    Il cel shading che visse due volte...

    Sortisce altresì soddisfazione il degustare il comparto tecnico, che rimodella l'irreprensibile cel shading del prequel e lo tinge di un nero pece decisamente pertinente al prodotto, e che ancor meglio si lascia apprezzare, se ammirato tramite ausilio di un vga box, con schermo immancabilmente ribaltato. Una blanda nota di demerito per il chara design, che si innova solo in parte, affiancando ai nuovi e ben realizzati nemici buona parte del "bestiario" appartenuto a Radirgy; ciò nonostante, i boss e i mid-boss sono certamente ispirati, e la relativa offensiva si dimostrerà sovente geniale, richiedendo spesso attente strategie e abilità via via differenti. A completamento, avremo un sound decisamente adatto, dalle musicalità effettivamente horror, che però non abbandonano del tutto i ritmi techno tanti cari ai compositori Milestone. Ancora una volta, un lavoro ineccepibile.

    karous karousVersione Analizzata DreamcastL'unica riserva che, oggettivamente, potrebbe evidenziarsi, riguarda l'aver mutuato svariati elementi grafico/concettuali dal prequel, ma l'enorme dispiegamento di risorse intellettuali, nell'innovare e rendere effettivamente nuovi anche gli elementi già apprezzati in Radirgy, rende l'ultima fatica Milestone un prodotto da provare. Chiunque non abbia avuto modo di provare il prequel, invece, farebbe bene a percorrere la via della redenzione, previo acquisto di questo Karous che, ne siamo certi, regalerà grande soddisfazione.

    7.5

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