Recensione King Arthur

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco King Arthur - 2599

Recensione King Arthur
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Da un film mediocre un gioco mediocre?

    Konami tenta di ripercorrere la strada tracciata da EA, che con tie-in discreti di film e franchise famosi campa da anni: peccato che la casa giapponese parta già col piede sbagliato, decidendo di puntare sul King Arthur di Jerry Bruckheimer, colossal fantastico e blockbuster annunciato ma, alla prova del botteghino, flop clamoroso e non certo immeritato.
    Un inizio non promettente: non resta che sperare che il gioco sia migliore del film cui si ispira.

    Un nuovo Artù

    Per cercare di variare un poco la solita trita e ritrita epica arturiana, i produttori di King Arthur hanno pensato bene di rifarsi ai più recenti studi storici sulla figura di re Artù, che lo collocano in epoca tardo-romana. La storia, infatti, si svolge nel V secolo d.C.: l'impero romano si sta ormai sfaldando e le sue truppe abbandonano le provincie più remote per tentare un'ultima resistenza in Italia.
    Lucius Artorius Castus è un comandante di stanza in Britannia, noto soprattutto per essere a capo del più formidabile reparto di cavalleria di tutto l'impero, quello dei cavalieri Sarmati. Quando i romani si ritirano dall'isola, lasciando via libera ai Sassoni invasori, lui, britanno per parte di madre, decide di rimanere coi suoi cavalieri per prestare aiuto alla popolazione autoctona. Buona parte del peso di una decisione così importante ricade comunque sulle spalle di Ginevra, una splendida e combattiva amazzone di cui Artorius si é innamorato.
    Le vicende narrate nella pellicola culminano nella storica battaglia di Badon Hill, vincendo la quale i Britanni riuscirono ad arrestare e rinviare di qualche tempo l'invasione sassone.

    Il gameplay

    Il gioco prende pesantemente ispirazione dagli hack 'n slash dedicati da EA al Signore degli Anelli. Riassumendo, significa che non dovremo fare altro che procedere e sterminare orde di nemici attraverso livelli lineari ispirati agli eventi cinematografici.
    Ogni livello impone una scelta tra 2 personaggi: solitamente questi cambiano ogni volta, permettendoci di impersonare praticamente tutti i protagonisti dell'omonima pellicola, dal prode Artù alla sexy Ginevra, dal vescovo Germanius al più anonimo dei centurioni.
    L'alternanza di personaggi significa anche una certa varietà di stili di combattimento: il gioco, infatti, mette a disposizione tre tipologie differenti di combattimento: a piedi, a cavallo e con l'arco.
    I combattimenti a terra sono molto classici: ogni combattente ha 3 colpi -debole, medio e pesante- che si differenziano per i danni causati ma anche per la velocità di esecuzione. Purtroppo i nemici sono così rapidi nel colpire che si finisce sempre con l'usare l'attacco veloce, in modo da non essere colpiti prima di riuscire a portare a segno l'attacco. Esiste anche la possibilità di parare fendenti frontali, ma visto che siamo quasi sempre circondati da orde di personaggi ostili è sempre meglio fuggire che farsi accerchiare nel tentativo di dar sfoggio delle proprie abilità difensive. In pratica i combattimenti in mischia sono spesso assai complessi ed impegnativi.
    A cavallo le cose migliorano a nostro favore: sarà possibile travolgere gli avversari o far impennare la cavalcatura e prenderli a devastanti zoccolate, senza dimenticare i colpi di spada o di lancia inflitti dal cavaliere.
    Le fasi di combattimento con arco, infine, vorrebbero rappresentare un'alternativa ai alla mischia: in genere l'arco (che dispone di frecce infinite) serve per abbattere nemici fuori portata, ma risulta deleterio nella maggior parte delle situazioni, visto che -sul campo di battaglia- é difficile trovare un posto tranquillo da cui mirare. Per fortuna é sempre possibile riporlo per impugnare armi da mischia.
    Dopo ogni livello il giocatore guadagna punti esperienza da spendere per acquisire nuove tecniche e combo o per potenziare il nostro personaggio: vista la continua alternanza di combattenti i programmatori hanno intelligentemente reso questi potenziamenti comuni a tutti, indipendentemente da chi si stia utilizzando.
    Il gioco è affrontabile anche assieme ad un amico attraverso un interessante e ben realizzato multiplayer a 2 giocatori.
    La longevità, infine, é discreta per un titolo del genere, ma inficiata da incomprensibili picchi di difficoltà che rendono alcuni passaggi davvero frustranti.

    Grafica e sonoro

    Graficamente, pur non raggiungendo le vette toccate da EA con i giochi dedicati a "Il Signore degli Anelli", possiamo tranquillamente constatare come personaggi ed ambientazioni risultino piuttosto fedeli a quelli del film.
    Gli sprite dei protagonisti non sono molto grandi, ma con forme dettagliate e movenze ben realizzate, mentre i nemici sono, ovviamente, tutti cloni gli uni degli altri. Gli ambienti sono la riproduzione digitale di quelli della pellicola di Fuqua e sono interattivi il minimo indispensabile (raccolta di pozioni energetiche, porte da abbattere e poco altro). Riprendendo l'idea già proposta da EA, nel gioco abbondano i filmati tratti direttamente dal film che, con un guizzo di originalità (sono sarcastico, si capisce?) generalmente finiscono col passare direttamente da fotogramma a Computer Graphic.
    La telecamera é fissa ma l'ambiente di gioco è sempre ben visibile, mentre l'IA dei nemici è basilare: individuano il bersaglio e attaccano.
    Le voci dei personaggi sono quelle degli attori originali (inglesi dunque, ma con sottotitoli in italiano), mentre la colonna sonora, pur molto ben fatta, non é quella composta da Howard Shore.

    Conclusioni

    King Arthur non é un brutto gioco. Semplicemente é un clone sfacciato degli hack'n slash del Signore degli Anelli firmati EA: se vi piace il genere anche questo titolo Konami si rivelerà un buon passatempo, pur inferiore agli originali.
    Altrimenti, passate pure oltre senza rimpianti.

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