Recensione King Arthur: Fallen Champions

Torna l'RTS fantasy su Re Artù con un capitolo stand-alone ambientato tra i due capitoli!

Recensione King Arthur: Fallen Champions
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  • Nonostante i successi conseguiti da Re Artù con la sconfitta dei nemici nelle terre del Sud, ancora molti sono i territori da assoggettare in Britannia. Le selvagge terre oltre la foresta di Bedegraine non hanno padrone se non i vecchi Dei che in una vita passata hanno ivi combattuto. Questa è la situazione che ci si presenta all’avvio di King Arthur: Fallen Champions, episodio che fa da ponte tra il primo ed il secondo titolo della fortunata serie di strategici-gestionali.

    Tre eroi per britannia

    In questo capitolo saremo chiamati a guidare le gesta di tre diversi eroi, ognuno mosso da proprie motivazioni e con le sue peculiarità. Il gioco ci permetterà di iniziare con uno qualsiasi dei tre senza dare la precedenza a nessuno di essi e permettendoci di cambiare la nostra scelta durante il gioco stesso, portando avanti le varie trame all'unisono fino all'epica battaglia finale. Potremo scegliere tra Sir Lionel, un coraggioso cavaliere che avrà il compito di salvare una damigella in pericolo (secondo il più classico dei cliché); Lady Corrigan, una creatura del crepuscolo in cerca di una via per tornare sul suo trono di Tir-na-nog; ed infine Drest il Prescelto, uno sciamano del Nord guidato nelle sue azioni da visioni e voci notturne. La scelta quindi è abbastanza varia ed ogni storyline sarà differente dalle altre tre garantendo diverse missioni e combattimenti.

    Una volta scelto l’eroe con cui iniziare, saremo catapultati sulla mappa di Britannia da cui potremo muovere il nostro personaggio attraverso le caselle che segnano l’avanzamento dell’avventura e le diverse missioni da affrontare. Durante il viaggio saremo chiamati anche ad effettuare delle importanti scelte del tipo più disparato e che spesso avranno un impatto diretto sul gameplay nelle fasi di combattimento. Ci capiterà quindi di dover scegliere se affrontare un gigante, oppure parlarci per venire ad un accordo, o altrimenti di accogliere dei soldati vagabondi tra le nostre fila anziché ignorarli o attaccarli. Anche scegliere di deviare dal percorso prestabilito per aiutare un semplice monaco potrà tornarci di grande aiuto più avanti nel gioco, questo perché chi sceglieremo di aiutare o di aggregare al nostro gruppo iniziale andrà naturalmente ad infoltire le fila del nostro esercito, donandoci degli evidenti vantaggi sul campo di battaglia. Sarà quindi necessario leggere a fondo tutto il testo scritto che ci verrà presentato a schermo per prendere le giuste decisioni e goderci appieno la storia che ci viene offerta, evitando di andar di fretta per menar subito le mani, cosa che non ripagherà mai appieno.
    Al momento della battaglia vera e propria avremo innanzitutto la possibilità di avere uno schema di riepilogo di quelle che sono le nostre forze, gli obiettivi da conseguire (ad esempio conquistare una cittadella) e le statistiche del nostro eroe. Proprio quest'ultimo rimarrà di fatto la pedina più importante, quella che avrà sempre la facoltà di cambiare il corso della battaglia, grazie anche ad una serie di abilità speciali che verranno apprese con l’avanzare del gioco e che potranno essere richiamate in combattimento, a patto che sia passato il tempo di “ricarica” dell’abilità in questione. Inoltre durante il nostro peregrinare ci potrà anche capitare di esserci imbattuti in qualche artefatto con cui potremo equipaggiare il nostro eroe prima dello scontro e da cui potranno dipendere queste abilità. Esse possono essere di natura magica, come l’evocazione di uno scudo invisibile, o di natura più “pratica”, come la possibilità di attaccare quattro nemici contemporaneamente. Il set di poteri e abilità varierà ovviamente in base all’eroe scelto.

    Fantasy total War

    Sul campo King Arthur non può che ricordare la pluridecorata serie Total War, chiamandoci ad affrontare combattimenti tra centinaia di unità. Va detto subito che i numeri non sono neanche lontanamente paragonabili al titolo Creative Assembly, che al contrario di King Arthur ci fa rivivere scontri con migliaia di uomini sul campo. Certo, King Arthur è un titolo con un altro sapore data la presenza di eroi, poteri e abilità, ma la sensazione è sempre quella di portare avanti una scaramuccia più che una grande battaglia, specialmente se si viene da anni di gioco con la serie Total War. Questo non va quindi inteso come un vero e proprio difetto del titolo, ma potrebbe essere considerato tale da alcuni giocatori più esigenti.
    La varietà delle mappe e la loro orografia ci consentirà di mettere a punto una larga varietà di tattiche più o meno vincenti, mentre l’utilizzo sapiente delle skill dei vari tipi di unità ci porterà verso la vittoria anche nei momenti più difficili. Mandare avanti la fanteria dopo aver decimato il nemico con gli arcieri sarà molto utile, cosi come potrebbe esserlo cercare di prendere alle spalle, magari con un gigante, le truppe avversarie.
    La componente ruolistica si fa sempre sentire e, specialmente nelle fasi avanzate, vincere una battaglia senza sfruttare appieno le doti del proprio eroe e delle proprie truppe, affidandosi solo alla forza bruta, risulterà impossibile. La commistione dell’elemento RPG con quello RTS risulta quindi vincente ed affascinante cosi come lo era stata nel predecessore. Mantenendone sostanzialmente gli stessi schemi e caratteri, King Arthur risulta papabile sia per l’appassionato del fantasy, sia per l’appassionato della tattica e della strategia sul campo.

    Visivamente King Arthur Fallen Champions fa la sua bella figura sia in modalità “strategica” che tattica. In special modo in quest'ultima si può apprezzare l’alto livello di dettaglio che possono vantare le unità di qualunque genere, dai semplici fanti agli Eroi, passando per creature di altro tipo. Le texture delle unità sono sempre dettagliate al contrario di quelle del terreno che non sempre raggiungono o avvicinano tal livello. Nel complesso, comunque, l’impatto visivo è ottimo e condito da un sapiente utilizzo delle ombre e del bloom, che a volte è anche troppo accentuato risultando in tal caso fastidioso. Anche il sonoro si attesta su ottimi livelli con un doppiaggio molto curato e con una colonna sonora assolutamente epica nel suo essere medievaleggiante. Segnaliamo inoltre una buona scalabilità del motore grafico che permette a molti di godersi il titolo, a patto di scendere a qualche compromesso con la qualità visiva.

    King Arthur: Fallen Champions King Arthur: Fallen ChampionsVersione Analizzata PCKing Arthur Fallen Champions è un ottimo antipasto in vista del secondo capitolo della saga. Da una parte conferma in pieno quanto di buono si era visto nel primo episodio, mentre dall'altro fa da ponte con il seguito previsto per Settembre. In definitiva questa espansione stand-alone è quindi consigliata sia a chi ha giocato il primo -per la qualità e la quantità dei contenuti proposti-, sia a chi si affaccia alla serie per la prima volta, magari intrigato da questa riuscita commistione di elementi RPG/fantasy ed elementi strategico-tattici.

    8

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