King Kong Recensione: finalmente un tie-in riuscito?

Finalmente un Tie-In riuscito? Sembrerebbe proprio di sì...

King Kong Recensione: finalmente un tie-in riuscito?
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  • PS2
  • DS
  • Xbox
  • Xbox 360
  • NGC
  • Pc
  • Psp
  • Regole di mercato...

    Brand di successo e videogioco al seguito.
    Videogioco al seguito e fallimento di critica.

    Fino ad oggi, questo sillogismo è stato inevitabilmente legato ad ogni trasposizione ludica che tentasse di adeguare le epiche scenografie delle produzioni cinematografiche alle meccaniche di qualche genere fin troppo abusato.

    Tralasciando i discorsi su quanto sia facile e comodo realizzare un videogioco sfruttando il successo dell'omonima pellicola, iniziamo col dire che, per fortuna, ci troviamo di fronte ad un porting che non segue le regole non scritte (e fallimentari) dei suoi compari, e si rivela un prodotto di prim'ordine.

    Peter Jackson's King Kong

    Un titolo dal doppio significato: innanzitutto utile a caratterizzare (tramite il celeberrimo autore) la nuova produzione su King Kong, seguito di vari remake apparsi sugli schermi molti anni or sono.
    In secondo luogo utile a fornire una sorta di sigillo di garanzia e qualità della produzione.
    Come già successo per il Signore degli Anelli (opera che ha rilanciato Jackson nel gruppo dei registi di maggior fama e gloria del momento), Peter ha lavorato a stretto contatto con il team dedito alla realizzazione della trasposizione videoludica della sua ultima fatica, in modo da minimizzare il distacco tra pellicola e videogioco, per garantire continuità e fedeltà massimi.
    Per chi non avesse visto il film (quello d'epoca, visto che il nuovo King Kong vedrà la luce fra qualche giorno), ecco un breve riassunto della trama.
    Un regista in cerca di fama si trova a dover girare un documentario sulla misteriosa e oscura isola del teschio.
    Trovata un'attrice a poche ore dalla partenza la troupe si imbarca alla volta dell'isola, del tutto ignara dei pericoli ai quali andrà incontro.
    Giunti sull'isola iniziano le riprese del film, che prevede una scena in cui la protagonista urla di pericolo. Quello che il regista non aveva previsto, però, è che alle acute grida della giovane Miss Darrow avrebbe fatto eco il terrificante urlo di Kong: il gigantesco gorilla che vive sull'isola...
    Concluso il filmato iniziale il giocatore si trova nei panni dello sceneggiatore, mentre la troupe e gli esploratori avanzano verso il cuore dell'isola.

    Gameplay

    Tutto il gioco è caratterizzato da un forte realismo (per quanto si possa parlare di realismo trattandosi di un'opera di fantasia): l'interfaccia di default è priva sia di mirino che di indicatore di salute, ma agendo nelle opzioni sarà possibile "decorarla" con il mirino e con l'inventario (sotto forma di semplice visualizzazione degli oggetti che portiamo dietro, in numero massimo di tre).
    Oltre all'interfaccia e alla visuale in prima persona, la tendenza alla verosimiglianza si nota nell'interazione con gli scenari e nel sistema di attribuzione delle ferite, oltre che grazie ad una buona intelligenza artificiale sia nella gestione dei personaggi non giocanti che dei nemici.
    L'inizio del gioco ci vede senza armi, ma all'occorrenza ci verrà fornita da uno degli esploratori un'arma da fuoco.
    Nelle situazioni di emergenza potremo comunque utilizzare le varie lance che troviamo conficcate nel terreno o addirittura le costole staccate dalle ossa di dinosauri, disseminate lungo tutto il percorso.
    L'interazione con gli scenari non prevede solamente il recupero di primordiali -ma più che mai efficaci- armi (un colpo di lancia ben assestato è in grado di abbattere uno granchio gigante e persino un dinosauro di piccole dimensioni), ma impone al giocatore di farsi strada tra gli ostacoli presenti sull'isola, dando fuoco fuoco a rovi che bloccano il passaggio e aprendo porte tramite primitivi argani (questa operazione spesso sarà svolta dai nostri compagni di esplorazione, mentre noi dovremo tenere a bada i mostri che puntualmente ci staranno alle calcagna).
    Tornando al sistema di attribuzione delle ferite, il titolo in analisi non prevede alcuna barra di energia o punti ferita: il protagonista si trova solo, con poche armi di fronte all'immensità e alla mostruosità dei propri nemici: ogni morso o graffio può essere letale, e in caso di scontro diretto se permetteremo al nostro avversario di avvicinarsi troppo, le speranze di sopravvivenza saranno poche.
    Dopo il primo colpo (che nella maggiorparte dei casi tingerà di rosso sangue la visuale e ci costringerà a barcollare) se non riusciremo a metterci al riparo e riposarci saremo inevitabilmente facile preda per il famelico predatore che ci ha attaccato.
    In caso la nostra fuga avesse esito positivo basterà attendere un po' per medicarsi (o farsi medicare) le ferite.
    Stessa cosa faranno i nostri compagni d'avventura ,che nelle situazioni di pericolo si prodigheranno in nostro soccorso o richiederanno il nostro aiuto a seconda dei casi, e non mancheranno di aiutarsi a vicenda nelle medicazioni.
    A differenza di altri giochi infatti, il loro aiuto nell'affrontare in nemici (a parte quelli grossi) è più che concreto, e spesso si potrà notare con sorpresa una lancia proveniente dalle nostre spalle che abbatte il nemico che ci stava caricando. In questo modo viene resa perfettamente la sensazione di collaborazione propria delle situazioni in cui un gruppo di persone si trova in difficoltà in terra ostile.
    Riprendendo il discorso delle armi e dei danni, se da un lato abbiamo un sistema che (a favore del realismo) rende il giocatore molto vulnerabile, dall'altro abbiamo lo stesso sistema che permetterà una "facile" uccisione del nemico se i combattimenti e i colpi saranno pianificati e ragionati.
    Di ogni che ci troveremo di fronte dovremo individuare punti vitali: un colpo ben assestato riesce a uccidere nemici di piccole-medie dimensioni, mentre vari colpi in punti poco critici possono risultare poco utili alla nostra sopravvivenza.
    Differente è la situazione per i nemici di taglia extra large: in questo caso le vie percorribili sono diverse.
    La prima prevede la fuga intelligente: spesso ci troveremo a fuggire con i nostri compagni, tentando in ogni modo di rallentare il nostro inseguitore, per dare modo agli altri di aprire porte e passaggi eventualmente chiusi. Ad aiutarci come al solito l'ambiente circostante: sarà possibile utilizzare esche per ingolosire i predatori più grandi, usare il fuoco per uccidere quelli più piccoli o le lance per tenerli lontani (anche se in questo caso c'è il rischio che la vostra arma si spezzi).
    La seconda via è quella di affrontare il nemico: questa situazione di solito ci vede in zone che garantiscono un minimo di copertura (almeno temporanea) agli attacchi del nostro antagonista.
    Il segreto del successo sono una serie di colpi mirati, lo sfruttamento dell'ambiente e il rimanere sempre in movimento.

    A spasso nell'isola del Teschio

    A parte le sezioni di gioco in cui ci troveremo faccia a faccia col nemico, Peter Jackson's King Kong è caratterizzato da una estesa sezione di esplorazione dell'ambiente circostante, in linea con il film.
    Durante queste fasi sarà costante la sensazione di paura, pericolo e precarietà che verosimilmente provano i protagonisti, e nel gioco tutto ciò è reso ottimamente grazie a un audio posizionale in dolby 5.1 veramente ben implementato e funzionale al gameplay (a differenza di altri titoli in cui il 5.1 è solo presente di nome ma non di fatto), una visuale in prima persona che garantisce massimo coinvolgimento e delle ambientazioni fedeli al film e ben realizzate (spesso ci troveremo in zone paludose dalle quali potranno saltar fuori da un momento all'altro preistorici coccodrilli o altri nemici).

    Doppiaggio e dialoghi sono completamente localizzati, e l'interazione vocale dei personaggi non avviene solamente durante le cut scene ma anche in-game: i personaggi non giocanti esprimeranno preoccupazioni, bisogno di aiuto, o semplicemente considerazioni generali, in maniera del tutto naturale e realistica.
    Stessa cosa dicasi per i mostri, anche se in questo caso a far da padrone sarà il possente urlo di Kong, che emesso dagli altoparlanti di un buon impianto regalerà sensazioni da cinema.
    "Da cinema" è anche la colonna sonora: le musiche sono ben amalgamante con l'azione di gioco, cupe e d'atmosfera nelle fasi di esplorazione e concitate e incalzanti durante i combattimenti, senza mai far notare troppo stacchi di stile.

    Mamma, voglio essere un gorillone grande e grosso...

    Finora abbiamo parlato delle sessioni di gioco in cui saremo nei panni dell'intrepido sceneggiatore Jack.
    Per alimentare i nostri complessi di doppia personalità, Peter Jackson's King Kong ci pone anche nei panni di Kong, re dell'isola.
    Indossata la pesante tuta da gorilla XXL, verremo a trovarci ad affrontare tirannosauri, giganteschi pipistrelli/pterodattili e altre creature con lo scopo di cercare/salvare la bella Ann, vittima sacrificale offerta dagli indigeni al terrificante re dell'isola dal cuore tenero.
    In queste fasi l'azione si svolgerà lungo "binari" immaginari: i percorsi sono prestabiliti e sarà nostro compito saltare si sporgenza in sporgenza, distruggere ostacoli, sollevare colonne e sconfiggere i nemici che attenteranno all'incolumità della nostra protetta.
    Protetta che, resasi conto dell'inclinazione del gorilla, lo aiuterà persino a superare ostacoli, come rovi o ponti che altrimenti gli impedirebbero di avanzare.
    Quando arriverà il momento del combattimento, come giocatori potremo avere la rivalsa sulle creature che nei panni di Jack ci costringevano alla fuga.
    Il combattimento (come anche le fasi di movimento) di Kong avviene in terza persona (scelta che permette di apprezzare le buone animazioni del gorilla) e si compie tramite colpi più o meno pesanti, utilizzo di tronchi, pietre o addirittura cadaveri dei nemici stessi, unitamente ad una serie di prese finali piuttosto cruente.
    In caso le cose dovessero complicarsi, tramite la ripetuta pressione del tasto apposito, potremo far battere i pugni sul petto a Kong (come da tradizione) e entrare in modalità Furia, menando colpi devastanti a chiunque ci si pari davanti (la rabbia di Kong è resa a livello grafico tramite un effetto "seppia" ed il rallentamento dell'azione intorno a noi).

    Tecnica

    Grazie a un perfetto mix tra le sessioni di Jack e quelle di Kong, l'azione scorrerà fluida e senza stacchi, la trama e la sceneggiatura renderanno il gioco sempre coinvolgente, e nonostante a conti fatti il gameplay sia concettualmente semplice, non si avrà mai la sensazione di noia.
    Volontariamente finora sono stati radi gli accenni al sistema di controllo, poiché esso è implementato in modo tale da risultare facile e immediato, rendendo superfluo il libretto di istruzioni, così come l'analisi delle caratteristiche tecniche è state diluita nella descrizione generale del gioco.
    Il grande pregio di questo titolo, infatti, è che tecnica, audio e video, sceneggiatura, ambientazioni maestose, gameplay e controlli si fondono insieme per creare quello che in prova diretta risulta un ottimo prodotto, pur essendo caratterizzato da un motore grafico non recentissimo e da delle texture di qualità non eccelsa (cosa alla quale si è ovviato nella versione X Box 360). Un frame rate costante ma con qualche esitazione nelle fasi concitate (copratutto quando impersoniamo Kong) e una longevità legata alla durata degli eventi del film (perciò non particolarmente lunga: bastano 11-12 ore di gioco per finirlo con calma), chiudono la scena.

    King Kong King KongVersione Analizzata XboxPeter Jackson’s King Kong è forse il primo Tie In che, piuttosto che essere una versione in piccolo della pellicola a cui è ispirato, riesce ad essere quella stessa pellicola, proponendo al giocatore sensazioni simili a quelle dello spettatore e del protagonista del film, grazie a un comparto tecnico e una realizzazione di tutto rispetto, e una storia e un personaggio ormai mitici. Alcuni dettagli innovativi (l'assenza totale di indicatori su schermo), l'alternarsi di due diversi stili di gioco, la perfetta gestione delle inquadrature e degli effetti grafici, volta a creare una scenografia decisamente cinematografica, fanno di King Kong un prodotto degno di nota. Senza bisogno di strizzare l'occhio ad una libertà di movimento in questo caso del tutto assente (sebbene le situazioni possano essere affrontate con approcci diversi, la strada da percorrere è segnata e inevitabile), il King Kong videoludico è un film interattivo di fattura eccellente, in grado di proporre un divertimento fuori dagli schemi classici, unito ed inscindibile ad un colpo d'occhio (e d'orecchio) la cui epicità lascia pienamente soddisfatti. Limitato solamente nella longevità (inveitabilmente legata alla lunghezza degli eventi narrati nella pellicola), e nell'oggettiva validità del motore grafico, non al passo coi tempi (ma sfruttato in maniera egregia).

    8

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