Recensione King's Bounty: Warriors of the North

Torna la serie Turn-Based che ha stregato milioni di giocatori

Recensione King's Bounty: Warriors of the North
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  • Dando una rapida occhiata al mercato moderno, troviamo sostanzialmente due tipologie di strategici: quelli che puntano ad una semplicità intrinseca, privi di interfacce complesse e intricate, nei quali è il momento ludico - generalmente real time - l'essenza stessa del gioco e del divertimento; e poi quelli fortemente tattici, dove una miriade di opzioni subissano il videogiocatore di fronte allo schermo, ponendo un'infinità di variabili: giochi in cui la riflessività prima della battaglia è il vero momento catartico e rappresenta tutto il fascino del prodotto.
    La serie King's Bounty rientra in questa seconda categoria, e si è ormai imposta come miglior esponente di un genere che su PC vanta sempre una folta schiera di fan e appassionati. Il franchise è ormai arrivato alla quarta incarnazione, ed il brand è a sua volta ispirato da uno strategico dal titolo omonimo, realizzato nel lontano 1990 dalla New World Computing per piattaforma DOS. Con King's Bounty: Warriors of the North siamo di fronte ad un classico dello strategico a turni su griglia, un tipo di videogame molto tecnico, molto apprezzato dagli amanti del genere ma al tempo stesso talmente complesso da scoraggiare gli utenti meno pratici e alle prime armi. Analizziamo questa nuova incarnazione della serie e vediamo cosa hanno fatto i ragazzi di Katauri Interactive in occasione del loro ennesimo lancio.

    Il figlio del Re

    Se state approcciando il genere per la prima volta, dovete sapere che la saga di King's Bounty, al pari di quella di Heroes of Might & Magic, alterna due distinte fasi di gioco, una prima esplorativa e gestionale giocata in tempo reale, nella quale esploriamo la mappa e raccogliamo risorse per consolidare un piccolo esercito, ed una seconda a turni, in cui combattiamo i nemici su un campo di battaglia a griglia esagonale: una modalità di gioco fortemente strutturata e molto tattica.
    Quando iniziamo la campagna, decidiamo la classe del personaggio da interpretare tra Viking, Skald e Soothslayer, la difficoltà con la quale intraprendere la nuova avventura, lo stemma e naturalmente il nome da dare al nostro eroe.
    Il gioco ci mette nei panni di un principe secondogenito, messo in ombra da un fratello altezzoso che mira alla successione del padre e al titolo di Re. Toccherà a noi intraprendere avventure e quest, per dimostrare a tutti di cosa siamo in grado e di che pasta siamo fatti. Eccezionale importanza è stata data alla storyline principale e alle numerose linee di dialogo, sfortunatamente soltanto scritte, con possibilità di risposta multipla alle domande dei PNG: sarebbe stato bello avere un qualche doppiaggio, anche parziale, dei dialoghi di quest e subquest, ma per probabili questioni di budget il team ha preferito investire denaro e sforzi in altri elementi di gioco.
    Prima di entrare nel vivo del gioco ci viene proposto un tutorial per i primi rudimenti, ampio e ben fatto, che ci guida attraverso le meccaniche principali. Si parte dal villaggio, punto nevralgico della mappa dove ci dirigiamo quando dobbiamo rinfoltire il nostro esercito o acquistare del nuovo equipaggiamento. Dopo qualche dialogo con i PNG del posto, ci spostiamo in un vicino dungeon dove mettiamo mano alle armi e troviamo i primi tesori. Il sistema di controllo è il medesimo dei precedenti episodi, nonché un classico del genere, con il mouse come strumento principale e una tastiera che si limita a richiamare i menù e qualche funzione secondaria con le hotkey. Con la pressione del pulsante sinistro possiamo dirigere e direzionare il personaggio, cliccando nel punto dove vogliamo spostarlo o tenendo premuto per farlo proseguire ad andatura sulla mappa; la pressione del tasto destro invece ci permette di ruotare e muovere la visuale. La possibilità di muovere parzialmente la visuale anche nella modalità tattica a turni, rende più semplice spostare i personaggi o lanciare attacchi dietro le coperture quando ci sono oggetti ed elementi dello scenario posti sulla griglia di battaglia.
    L'interfaccia di gioco è rimasta praticamente inalterata: la schermata di avvio presenta addirittura la medesima impostazione di pulsanti e menù del primo episodio "The Legend", una nota non necessariamente negativa, che però dimostra palesemente lo scarso interesse della software house per un'evoluzione sul piano prettamente tecnico e di design. Il pannello del nostro personaggio accessibile tramite il pulsante visualizzato a schermo o con la pressione del pulsante H, ci mette di fronte a moltissime opzioni che faranno la gioia degli amanti del genere e degli appassionati del gioco di ruolo, con tantissime contaminazioni. Le potenzialità del nostro personaggio ci vengono riassunte in quattro semplici parametri: attacco, difesa, intelletto e leadership. Grazie a queste quattro caratteristiche sappiamo quanto è forte il nostro eroe sul campo di battaglia, e quanto efficaci sono le sue magie contro i nemici, oppure il tipo d'influenza che è in grado di esercitare quando è al comando di un drappello di valorosi soldati. Al di sotto di queste informazioni troviamo i consumabili, ovvero l'Oro da spendere per infoltire l'esercito e per aggiornare il nostro equipaggiamento, l'Ira da spendere su alcune abilità specifiche e infine il Mana da utilizzare per lanciare potenti incantesimi e magie. Ma le ricompense più importanti sono le rune, degli artefatti magici che ci permettono di acquistare nuove skill per il nostro personaggio, incrementando notevolmente le abilità dello stesso sul campo di battaglia e aggiungendo altre variabili di gioco.

    Ma come la storia insegna, un comandante non è nessuno senza un esercito pronto a seguirlo: ecco perché abbiamo a disposizione 5 slot da riempire con milizie e truppe di ogni genere. Qui possiamo solo sbizzarrirci a creare l'esercito che preferiamo, selezionando unità a cavallo, combattenti in mischia o combattenti dalla distanza. La parte tattica funziona egregiamente, confermando la bontà del sistema di gioco tattico a turni consacrato da Katauri Interactive con il primo episodio della serie King's Bounty.
    Come vuole la tradizione del franchise, durante la fase di combattimento troviamo i leader di fazione ai due estremi della griglia - ovvero il nostro eroe e l'eventuale boss avversario - mentre le unità in nostro possesso e quelle avversarie sono disposte tatticamente sulla griglia di battaglia. Come in una partita di scacchi, dobbiamo studiare le nostre mosse e cercare l'anticipo su quelle dell'avversario, in modo da poter vincere nel minor numero possibile di mosse. Non è cosa semplice, specialmente per il giocatore alle prime armi: ma con il tutorial a spiegarci i primi rudimenti, le prime missioni e qualche scontro sulla mappa, saremo pronti ad affrontare anche le sfide più difficili...non senza impegno e la giusta dose di riflessività.
    Arcieri e combattenti dalla distanza come i lanciatori d'ascia rimangono nelle retrovie per colpire i nemici da lontano ed evitare di subire danni da parte delle unità più pericolose e potenti. Le pedine dotate di mount sono le più pericolose e generalmente le più rapide sul campo di battaglia, in quanto infliggono gravi ferite, vantando al tempo stesso una grande resistenza al danno. La meccanica base di King's Bounty richiede di utilizzare gli elementi posti all'interno della mappa a proprio vantaggio, in modo da creare beneficio per le nostre unità a danno del nemico. Per esempio possiamo usare le unità più resistenti per bloccare la strada all'avversario mentre con le ranged unit lo sfianchiamo prima del colpo finale. Naturalmente durante il gioco verranno proposte le più svariate situazioni, quindi contro un manipolo di fantasmi dell'esercito dei non morti, agiremo diversamente rispetto al fronteggiare degli zombie o dei ragni giganti. Conoscere statistiche di attacco e difesa delle proprie unità, nonché attacchi e danni inflitti, è priorità di un gioco che richiede concentrazione e memoria.
    Per uscire da una situazione di pericolo o se la battaglia volge al peggio, possiamo decidere di lanciare una magia, presa direttamente dal nostro libro degli incantesimi, per potenziare le unità del nostro esercito, indebolire quelle avversarie, oppure inscenare un diversivo per cambiare le carte in tavola e volgere il combattimento a nostro favore. Le battaglie hanno purtroppo messo in evidenza dei grossi difetti sulle coperture e gli elementi dello scenario, che di fatto impediscono alle unità di camminarci sopra ma non di lanciarci attraverso frecce o lance. Tutto questo rende il combattimento un po' irreale e meno tattico del previsto.
    La parte esplorativa è anch'essa ben realizzata, con un modello di gioco e di navigazione della mappa che non si discosta dai precedenti lavori del dev team. Per portare a termine la campagna occorrono circa 60 ore di gioco, barriera che può comunque essere superata dal giocatore meticoloso che intende sviluppare tutte le sotto-trame e le quest secondarie, così come raccogliere e acquistare i vari item e potenziamenti offerti dal titolo. Sfortunatamente assente una modalità multiplayer così come le mappe skirmish, varianti di gioco che avrebbero certamente rinvigorito un gameplay funzionale e ben studiato, ma che a distanza di 4 anni soffre di una certa ripetitività.

    UNO SPRAZZO DI MAGIA

    Il nuovo King's Bounty non sembra presentare grosse innovazioni rispetto al precedente episodio, un fattore un poco scoraggiante se consideriamo che nell'arco di quattro anni il team avrebbe sicuramente avuto l'opportunità di evolversi sotto il profilo tecnico.
    Il titolo non è tecnicamente paragonabile al rivale Might & Magic: Heroes VI, seppur proponga un mondo affascinante, raccontato attraverso un design molto piacevole e sicuramente curato. Le texture valorizzano dei modelli poligonali e degli ambienti ricchi e ben disegnati, persino sulle riprese ravvicinate, anche se era lecito aspettarsi una maggior definizione per i fruitori di schede grafiche di ultima generazione e per i fortunati possessori di terminali di fascia alta.
    L'ombreggiatura è ridotta all'osso, presente solo su alcune strutture e oggetti, realizzata comunque in maniera approssimativa e decisamente al di sotto delle aspettative di un titolo che, di fatto, risulta realizzato con un engine identico a quello dei predecessori. Gli effetti sono la parte più carente del comparto grafico, con magia, fumo e fuoco che funzionano ma che potevano certamente essere più curati. Nonostante i mancati update tenici, il gioco è decisamente godibile e molto apprezzabile, dando sfoggio di ambientazioni, livelli e dungeon ben costruiti e caratterizzati. Il gioco non ha mostrato alcun segno di debolezza strutturale, con un engine che funziona egregiamente anche sulle macchine più vecchie, con un framerate costante in ogni occasione. Non siamo incappati in particolari bug, un punto a favore quindi ad un'ottima revisione del gioco.
    La palette audio è decisamente varia e di buon livello: discreta anche la colonna sonora, con un tema principale epico e trionfante, e delle tracce musicali ottime seppur poco caratterizzate.

    King's Bounty: Warriors of the North King's Bounty: Warriors of the NorthVersione Analizzata PCKing's Bounty: Warriors of the North è il naturale seguito di una serie turn-based strategy acclamata e di successo, un titolo che nella sua buona realizzazione non ambisce a nulla di nuovo e innovativo, proponendo quanto già fatto dai ragazzi russi nei precedenti episodi. Se dal punto di vista strattamente ludico il gioco è in grado di offrire tanto divertimento e un'eccellente longevità, il gameplay risulta un po' ridondante, supportato da un comparto tecnico che si poteva certamente rivisitare e migliorare. Curata come sempre la parte narrativa, ricchissima nei contenuti seppur non particolarmente originale. Come ad ogni appuntamento con la serie King's Bounty, ci sentiamo di consigliare il gioco agli amanti del genere strategico, così come ai role play gamers in cerca di un buon diversivo ludico.

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