Kingdom: New Lands Recensione

Kingdom: New Lands ci mette nei panni di un sovrano con l'obiettivo di costruire dal nulla un nuovo, vasto reame.

Kingdom: New Lands Recensione
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  • Pc
  • Tra i giochi più meritevoli del panorama videoludico odierno rientrano sicuramente quei titoli in grado di sfruttare al meglio un gameplay minimalista, semplificando interfacce e comandi spesso fin troppo complessi, e riuscendo così a costruire con pochi, piccoli tocchi una formula ludica in grado di sorreggere un'intera esperienza di gioco. Kingdom: New Lands, di Licorice e Noio, pur ampliando ogni aspetto del precedente capitolo, risulta perfettamente inseribile in questa categoria: con l'uso esclusivo delle frecce direzionali (o dei tasti ASD, a vostra scelta), potrete, infatti, far sorgere dal nulla un vero e proprio regno, dotato di una propria economia, di un proprio esercito ed un proprio stile architettonico.

    I used to rule the world...

    Non è certo facile inserire Kingdom: New Lands in una categoria ben precisa: il merito risiede nel sapiente uso da parte degli sviluppatori di mescolare insieme una serie di meccaniche estrapolate di altri generi, ed infarcendo l'insieme con una curva di difficoltà piuttosto ripida. Infatti, Kingdom: New Lands recupera dal primo episodio alcuni elementi tipici dei gestionali, chiedendoci di far crescere le coltivazioni, di stimolare scambi economici e attirare nuovi cittadini nel reame.

    Anche se con dinamiche appena abbozzate, l'equilibrio di queste componenti risulta piuttosto difficile da mantenere. Inoltre, sotto molti punti di vista, New Lands sembra ricordare anche un tower defence, poiché la gran parte dei combattimenti verrà gestita automaticamente dalle sentinelle disposte lungo il percorso che divide i nemici dal nostro personaggio: le schiere di soldati a difesa della roccaforte, del resto, potranno anche essere potenziate poco alla volta, tramite l'aggiunta di altri arcieri, di nuovi cavalieri e di mura ancora più spesse. Infine, di tanto in tanto, nel corso della progressione emerge persino una minima componente roguelike, poiché ad ogni sconfitta ci troveremo a dover ricominciare dal principio, con un nuovo sovrano in erba e un nuovo regno, all'interno di una mappa completamente inedita. Infatti, proprio come nel genere roguelike, il fallimento non corrisponde a una banale sconfitta, ma a un vero e proprio insegnamento: senza commettere inevitabili errori, non a caso, sarà impossibile capire come controllare nel modo migliore possibile il nostro regno: imparare a gestire le risorse, difatti, diviene un'attività imprescindibile per poter raggiungere la quinta terra disponibile sulla mappa di gioco. È qui, allora, che si tireranno le fila del nostro operato: potremo fuggire a gambe levate o dar sfoggio della nostra potenza e conquistare ogni centimetro di terra, nella quale regnare finalmente incontrastati.

    ...seas would rise when I gave the word

    Privo di introduzioni o di complessi tutorial, Kingdom: New Lands ci cala immediatamente nel cuore del gameplay, iniziando sin da subito il conteggio dei giorni (il sistema con cui viene scandito il tempo di gioco) che trascorreremo nel tentativo di fondare il nostro reame: per farlo, dovremo muoverci in avanscoperta all'interno di un vasto mondo bidimensionale, esplorando e le terre che si estendono a destra e a sinistra del nostro accampamento iniziale, il quale potrà accrescersi lentamente fino a trasformarsi in un vero e proprio castello.

    In maniera casuale (ed in questi casi riaffiora la componente roguelike di New Lands), la mappa genererà in una delle due direzioni un portale oscuro, che la notte vomiterà ondate sempre più forti e numerose di avidi mostri: queste creature, però, non ci attaccheranno direttamente, ma ci ruberanno ogni risorsa disponibile, fino a insidiare persino la corona, che il nostro Re o la nostra Regina (anche il sesso da impersonare è in mano alle stoccate della sorte) porteranno sempre con onore. Se uno dei nemici dovesse mettere le mani sulla corona, ovviamente, sarebbe la fine per l'intero regno. Non importa dunque se avremo raggiunto la quinta terra o ci saremo fermati alla prima: il gioco ci costringerà a ricominciare da capo, con un nuovo personaggio e nuove zone in cui viaggiare. Una simile scelta di game design rende indubbiamente rischioso affacciarsi troppo al di fuori delle mura, poiché se il nostro cavallo dovesse stancarsi nel bel mezzo della notte, correremmo il pericolo di incappare in mostruosità troppo veloci per noi, che potrebbero così porre prematuramente fine alla nostra avventura. Rispetto al capitolo originale, come accennato prima, Kingdom: New Lands aggiunge altre quattro aree, per un totale di cinque zone, ognuna delle quali riserva alcune sorprese che spetta al giocatore scoprire nel corso dei suoi pellegrinaggi.
    Purtroppo, però, il gioco soffre di limiti abbastanza invalidanti, relativi soprattutto alla mancanza di indizi o suggerimenti sui metodi più opportuni con cui affrontare gli invasori. Infatti, al di là di un breve tutorial iniziale, New Lands non spiega assolutamente nulla di tutto ciò che è possibile fare per sviluppare il nostro regno. Se da un lato potremo capire con una certa facilità come si comporta un'unità schierata in campo, dall'altro non mancano meccaniche il cui funzionamento è impossibile scoprire soltanto per intuizione, e che verranno comprese solo quando il giocatore avrà combinato alcune azioni tra di loro in maniera del tutto casuale: proseguire così "a tentoni" rischia di dar vita ad un avanzamento che si muove per inerzia, senza sufficienti stimoli. Una delle difficoltà più grandi dell'esperienza finale, quindi, risulta proprio la necessità di agire senza uno schema strategico ben definito, ma anzi compiendo imprese la cui utilità potrebbe rimanerci ignota per molto tempo.

    Per fortuna, l'ottima direzione artistica riesce quasi sempre a far capire al giocatore cosa sta per accadere, sfruttando sonoro, grafica ed effettistica in maniera intelligente: dalla Luna rossa (sintomo di una notte pericolosa) al respiro affannato della cavalcatura (che dovrà immediatamente riposare), dunque, morte dopo morte impareremo a interpretare ciò che il gioco ci suggerisce implicitamente. Eppure, anche da questo punto di vista, il titolo ci è parso molto limitato rispetto alle esperienze simili offerte dal mercato attuale: In New Lands c'è davvero poca varietà, un aspetto che spinge il giocatore a seguire un percorso abbastanza lineare dopo appena un paio di partite, ossia quanto basta per intuire gli schemi d'azione più utili. Nonostante l'opera offra una progressione assolutamente valida in relazione alla scarsità di meccaniche proposte, a lungo andare potrebbe dimostrarsi troppo schematica e limitata.

    Kingdom: New Lands Kingdom: New LandsVersione Analizzata PCKingdom: New Lands è un'esperienza abbastanza peculiare, dotata di una formula atipica, che mescola vari elementi ludici appartenenti a generi diversi. Riesce però a solleticare l'interesse de giocatore celandogli sapientemente la maggior parte dei suoi contenuti, e creando osì un alone di mistero che stimola la voglia di esplorazione ed il senso di scoperta. Questo pregio, purtroppo, è forse anche il suo più grande limite: l'apprendimento di nuove meccaniche lascia ben presto il posto al riciclo dello stesso schema d'approccio, privando poco alla volta l'utente del piacere che caratterizza in maniera così decisa le prime fasi dell'avventura. Kingdom, tuttavia, resta un prodotto consigliato a chiunque si senta attratto da un gameplay sì minimalista ma tutto sommato abbastanza efficace, nobilitato inoltre da una brillante direzione artistica.

    6

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