Recensione Largo Winch: Empire Under Treath

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Recensione Largo Winch: Empire Under Treath
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Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Fumetto D'autore

    L'Italia certo non è il paese ove il personaggio di Largo Winch, scaturito dalla mente di Philippe Francq, è più conosciuto; se fossimo in Francia però probabilmente apparterremmo alla folta schiera degli estimatori di questo fenomeno di costume che, pensate, ha raggiunto un tale successo da essersi meritato lo sviluppo di una serie televisiva di prossima pubblicazione. Gli amanti del buon fumetto europeo ricorderanno Largo nelle sue serie apparse nelle pagine di Lanciostory o Skorpio, inchiostrato dalla sapiente mano di Van Hame, uno dei più apprezzati fumettisti a livello mondiale che ha peraltro disegnato anche XIII, da cui sta per essere tratto un tie-in sotto forma di first person shooter. Sebbene se la memoria non mi inganna la presente produzione non sia l'unica ad avere per protagonista il bel giovine americano, è tuttavia senz'ombra di dubbio la sua prima apparizione sulla PS2, il repertorio software della quale viene quindi arricchito di una nuova avventura grafica, genere purtroppo poco presente sulla console Sony e di cui il maggior esponente rimane The Secret of Monkey Island 4: Return to Monkey Island (escludendo il più vecchio ma sempre ottimo Shadow of Memories).

    Il mio nome è Winch, Largo Winch

    Sebbene dal titolo nessuno avrebbe osato supporlo, nel gioco in questione prendiamo le veci del noto miliardario di nome Largo Winch. Ereditati i beni paterni in seguito alla misteriosa morte del genitore, Largo si trova a dirigere il Gruppo W, pool di industrie che copre i più svariati tipi di attività nelle più svariate parti del mondo, che ha all'attivo cinquecentomila dipendenti e il cui valore si aggira sui centomila milioni di dollari, e lo scrivo in lettere perché se usassi le cifre avrei già esaurito i caratteri a mia disposizione.
    Il gioco inizia con Largo che annuncia al mondo una missione umanitaria (da lui finanziata) che verrà inviata in Drinavia, piccolo paese dell'est europeo da anni dilaniato da lotte intestine. Il discorso finisce, Largo viene giustamente acclamato, e noi cominciamo a controllarlo mentre si sta dirigendo verso la sala V.I.P. per beneficiare di un meritato relax. Fortunatamente per noi giocatori (sennò sai che barba) i guai non tardano a spuntare, nella fattispecie sotto le sembianze di Sharon Green, avvenente capo delle comunicazioni del Gruppo W che in tutta emergenza informa Largo di alcuni loschi traffici avvenuti in una succursale del Messico, aventi a che fare con la produzione di cibo transgenico. Purtroppo il discorso con la Green viene interrotto dall'annuncio di una bomba presente nella struttura ospitante il convegno, e, come se non bastasse, inspiegabilmente la porta della sala V.I.P. viene bloccata dall'esterno impedendo la fuga a Largo ed i suoi amici.
    Così inizia la nostra avventura, che proseguirà in gravità e drammaticità fino a che le nostre azioni potranno decretare la salvezza di un'intera nazione; salvezza che, per la cronaca, verrà conseguita assaporando i lidi di varie località tra cui spiccano Messico, Siberia, e la nostrana Sardegna (con tanto di "porca miseria" esclamato in italiano). Ma il periodo grammaticale antistante al precedente terminava con la parola "amici"; in effetti Largo può godere di inseparabili e preziosi personaggi che lo aiuteranno nel corso del gioco: Simon Ovronnaz, ex ladruncolo sessomane che riveste anche il ruolo di miglior amico di Largo, nonché dell'Arsenio Lupen della situazione; Joy Arden, ex agente della CIA e sesto dan di karate, attratta da Largo, svolge il ruolo di sua guardia del corpo mantenendo comunque un'invidiabile professionalità nei confronti del miliardario, non senza lanciare frecciatine di disappunto verso le sue frivole amanti; Georgi Kerensky, ex agente del KGB, completa il trittico d'azione al soldo di Largo esibendo la sua fenomenale conoscenza dei sistemi di sicurezza informatici, e dei modi per violarli, ovviamente.
    Anche se non accompagnerà direttamente Winch nella sue scorribande non si può non menzionare John Sullivan, braccio destro di Nerio (il padre di Largo), ha mantenuto il ruolo anche con la nuova gestione, rivelandosi un consigliere infallibile ed un ausilio indispensabile per mandare avanti l'azienda durante le numerose assenze di Largo. Ora parliamo di come possiamo salvare il mondo con il nostro pad.

    Relativismo Assoluto

    L'inquadratura è ovviamente in terza persona e disegna in tempo reale sia le scene che i personaggi; Largo può essere controllato con un sistema screen relative o character relative laddove se incliniamo a destra la leva analogica del dualshock nel primo vedremo Largo correre verso la destra dello schermo (tipo Devil May Cry), mentre nel secondo vedremo Largo ruotare su se stesso in senso orario (tipo un qualsiasi Resident Evil). Le telecamere inquadrano agilmente l'ambiente con panoramiche e rotazioni piuttosto fluide e intelligenti, e nei cambi d'inquadratura viene utilizzato lo stesso principio adottato da Capcom in Devil May Cry: quando (con impostazione screen relative) avviene un cambio di telecamera il personaggio mantiene la direzione precedente come se il controllo fosse ancora riferito all'inquadratura precedente e viene mantenuto fino al rilascio della levetta analogica.
    Gli oggetti importanti nello scenario vengono evidenziati tramite un lampeggiamento degli stessi, mentre le azioni performabili da Largo, sebbene varino a seconda dell'obiettivo delle nostre attenzioni, si possono ricondurre a 3 fondamentali: "esamina" (descrive l'oggetto in questione), "interagisci" (che include azioni fondamentali quali il prendere un oggetto, l'aprire una porta o il parlare con qualcuno) e "inventario" (attraverso il quale si possono combinare 2 oggetti o utilizzarne uno nell'ambiente). Ognuna delle precedenti attività è associata ad un tasto principale del controller (cerchio, croce e quadrato) ai quali si può aggiungere il triangolo che fornisce in ogni circostanza un comodo aiuto in linea che riassume quanto appena enunciato o varianti del caso.
    Tirando le conclusioni il sistema di controllo è comodo e ben studiato e l'unico difetto da me riscontrato sta nell'impossibilità di eseguire alcuna azione mentre Largo è in movimento, problema che in rari casi mi ha portato a non rendermi conto della presenza di oggetti fondamentali per l'avanzamento del gioco. Anche gli occhi (e le orecchie) vogliono la loro parte. La avranno?

    Incongruenze Stilistiche

    Il gioco è realizzato in Renderware. Prima di annodare quel cappio al lampadario lasciate che vi descriva le mie impressioni sull'impatto generale: sono rimasto deluso dal fatto che non vi sia ombra del character design di Van Hame. Niente, nisba, nulla, manco per sogno, i personaggi sono stati ridisegnati completamente in computer grafica rispetto alla controparte cartacea, ed il risultato, purtroppo, non è dei migliori visto che sono praticamente irriconoscibili per gli amanti del fumetto. Parte della colpa della non riconoscibilità è dovuta senz'altro alla povertà poligonale dei modelli che animano i personaggi, che si attestano quindi su livelli nettamente inferiori a ciò che siamo abituati a vedere su PS2. Dove invece Largo stupisce è negli ambienti: raramente mi è capitato di vedere scenari realizzati con tale cura per quanto riguarda luci, ombre e architettura in genere; persino delle texture (ormai appurato problema della stragrande maggioranza dei titoli PS2) non ci si può lamentare, e a tutto questo aggiungiamo l'ombra proiettata dal protagonista che si arrampica generosamente su tutte le superfici che va realisticamente a coprire.
    In definitiva un aspetto più che dignitoso, deludente per quanto riguarda modellazione e texture dei personaggi, sorprendente per ambienti e varietà di locazioni esplorabili, minata solo raramente da rallentamenti (perlopiù ingiustificati) che non minacciano assolutamente la giocabilità.
    L'aspetto audio risulta anch'esso piuttosto curato, con suoni differenti a seconda del terreno calpestato, musiche che variano in base alla località visitata (mantenendosi su un discreto livello compositivo) e un doppiaggio che risulta la pecora nera della produzione: svariati errori di sincronizzazione del parlato in inglese con il labiale dei personaggi e soprattutto un Largo che gode di un doppiatore che pare essersi appena ripreso da una dose di sonnifero destinata ad un elefante. Molto buona la traduzione in italiano.

    Si, ma il gioco

    Eccoci alla parte più importante: la valutazione di Largo Winch come prodotto completo, estranea alla valutazione di aspetti presi singolarmente.
    Mettiamo subito le cose in chiaro: Largo è facile, ma parecchio facile. Poi sarò io che ho completato mille volte tutti i giochi della Lucasfilm (adesso LucasArts), però davvero nelle prime due ore (quasi) di gioco mi sono annoiato. La facilità del gioco è dovuta alla presentazione "episodica" degli avvenimenti, in pratica ogni quarto d'ora massimo di gioco c'è un "punto di non ritorno" in cui sia gli oggetti che le stanze visitabili vengono resettati e completamente rinnovati, diminuendo quelle che possono essere le combinazioni tra inventario-scenario, e riducendo al minimo (quasi annullando) il trasporto di elementi ridondanti, inutili e fuorvianti per la risoluzione degli enigmi. In pratica ho avuto difficoltà solo in due o tre occasioni al massimo (perlopiù verso il concludersi del gioco), nelle quali comunque non mi sono arenato per più di mezz'ora.
    Comunemente a tutte le recenti produzioni di questo genere (su qualsiasi piattaforma) anche qui l'azione è estremamente lineare ed è impossibile rimanere bloccati senza possibili soluzioni a causa di una dimenticanza o disattenzione precedente. A rendere più interessante l'impianto di gioco sono stati inseriti dei semplici sottogiochi quali il poker, l'hackeraggio e il combattimento (che avviene a turni in una sorta di rivisitazione dell'impianto presente in blasonati RPG), non spezzano troppo il ritmo (beh, forse l'hackeraggio un po' sì) pur risultando piacevoli variazioni al gameplay. Lodevole l'opzione di salvare in qualsiasi momento il gioco su memory card, gli accessi al DVD davvero rapidissimi tranne in caso di morte), il poter pausare l'azione anche nelle scene non interattive calcolate in tempo reale (Square, impara!), l'inserimento di un'agenda elettronica in cui Largo appunta gli avvenimenti e i consigli per la risoluzione di un enigma (quasi inutile, vista la facilità del gioco), e la realisticità del materiale informatico che Largo potrà visionare tramite i terminali a cui avrà accesso (mail, resoconti bancari, informazioni sul personale e background storico dello stesso, tutti realizzati con dovizia di particolari e credibilità).

    Last Line

    All'inizio mi sarei sentito di consigliare Largo Winch Empire Under Threat ai più giovani, visto l'approccio "easy-oriented" degli enigmi, tuttavia alla prima velata scena di sesso (ve ne sono due in tutto il gioco e vi assicuro che ancora mi devono spiegare il perché di tutto lo scalpore suscitato) e ad una scena di violenza in particolare (nella quale Largo praticamente "impicca" un assassino nemico) ho capito il perché fosse stato vietato ai minori di 14 anni e ho parzialmente rivisto la mia valutazione. Quest'ultima avventura Ubisoft è destinata a chi, diversamente dal sottoscritto, non ha alle spalle completamenti di miriadi di avventure grafiche e che quindi non si aspetta nulla di particolarmente sofisticato. Se avete fame di questo genere di videogiochi, non volete nulla di troppo impegnativo e vi accontentate di un prodotto confezionato discretamente ma che pecca leggermente nell'originalità degli enigmi presentati allora potete aggiungere tranquillamente un voto al giudizio finale.

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