Recensione Layton Brothers: Mystery Room

Le investigazioni Level-5 diventano mobile

Recensione Layton Brothers: Mystery Room
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  • Se scaricando Layton Brothers: The Mystery Room vi aspettate di trovare il solito gentleman inglese intento a proporvi una serie interminabile di machiavellici rompicapo, probabilmente resterete parecchio delusi. Di Hershel Layton, nel titolo investigativo disponibile da qualche settimana su App Store, non c'è nemmeno l'ombra. Troviamo invece il suo scapestrato figliolo, Alfendi Layton, in forze presso il dipartimento di polizia di Londra e confinato nella "stanza del mistero" che dà il titolo alla produzione: un luogo in cui si indaga sui crimini più odiosi, sugli omicidi senza soluzione e sui misteri irrisolti. La svolta investigativa, inedita per la serie, avvicina The Mystery Room ai prodotti della saga Phoenix Wright: dopo lo strano cross-over che ha visto il professore scontrarsi con l'avvocato più celebre del mondo videoludico, Level-5 deve aver preso in prestito qualche idea, sapendo che nessuno avrebbe a quel punto avuto obiezioni.
    Invece che una raccolta di enigmi, dunque, The Mystery Room fa propri i ritmi di un'avventura grafica e testuale, non rinunciando ovviamente alla componente logica ed elucubrativa che è il marchio di fabbrica della famiglia Layton. Il titolo si dimostra fra l'altro piuttosto fresco, impegnativo e ben caratterizzato: sembra proprio che la sfida a Phoenix Wright e compagnia bella sia stata lanciata.

    Un po' Layton un po' Phoenix

    The Mistery Room è scaricabile gratuitamente dall'App Store, ma se decidete di non spendere un soldo potrete giocare solo i primi due casi dell'avventura, che in verità ne comprende ben nove. Gli altri "episodi" possono essere acquistati dallo store in-game, in due pacchetti separati che costano rispettivamente 2,69€ (i casi dal terzo al settimo) e 1,79€. Siamo abbastanza sicuri che dopo aver giocato all'incipit di The Mystery Room in molti effettueranno subito l'acquisto. La formula di gioco modellata da Level-5, infatti, è solida e interessate, e la progressione che ci trascina di mistero in mistero è scandita da una sceneggiatura sopra le righe, attentissima a caratterizzare al meglio i bizzarri interpreti di ogni episodio.
    Tutto comincia sempre con un delitto apparentemente irrisolvibile: qualcuno presenta al geniale Layton ed alla sua nuova assistente una situazione bizzarra e ingarbugliata: un brutto pasticciaccio. I due detective si mettono subito al lavoro, esaminando attentamente la lista dei sospettati e passando al setaccio le loro dichiarazioni. Da qui comincia l'indagine vera e propria, condotta parallelamente ad un lungo interrogatorio di quello che sembra il colpevole più probabile. Layton e la tenace Lucy Baker, in questa fase, esaminano una ricostruzione fedelissima della scena del crimine, che può essere "esplorata" a fondo alla ricerca di oggetti, elementi, piccoli dettagli in grado di chiarire come si è svolto il delitto. Solitamente il testimone verso cui Alfendi nutre i suoi sospetti tende ad accusare qualche altro indiziato, e cercando sul luogo del delitto bisogna trovare le prove che sottolineano le discrepanze nella versione del delinquente. L'operazione non è in verità troppo complicata: basta cercare in tutte le aree zoomando sui minimi particolari per rivelare biglietti nascosti, segni e fori di proiettili, macchie di sangue. Di tanto in tanto Alfendi vi farà qualche domanda per capire se effettivamente vi state orientando, ma sbagliare la risposta non ha nessuna conseguenza.
    Anche se il grado di sfida non è elevatissimo, il processo risulta abbastanza stimolante: seguire il ragionamento logico che svela gradualmente nuovi retroscena e costringe il testimone a cambiare le sue dichiarazioni è un'operazione tesa e divertente.

    Una volta terminata l'indagine, comunque, si passa alla fase inquisitoria, in cui le cose cominciano a farsi ancora più interessanti. Qui dovrete smontare pezzo per pezzo l'interpretazione ufficiale del crimine, arrivando ad accusare il colpevole e catturandolo nella vostra rete logica. Per ogni sua dichiarazione dovrete presentare una delle prove raccolte durante l'indagine, oppure evidenziare le discrepanze con le testimonianze degli altri indagati.
    Chi ha giocato ad uno qualsiasi dei capitoli di Phoenix Wright (il primo è disponibile su App Store, e resta il più grande capolavoro di questo strano genere videoludico), avrà notato che The Mystery Room ne riprende in toto la struttura. Qui non ci sono avvocati e tribunali, e neppure il giudice che vi caccia dall'aula se fate troppi sbagli, ma l'esperienza complessiva è praticamente la stessa. Ed anche in questo caso riesce a regalare diverse soddisfazioni, proprio perché vi mette al centro di un'indagine in cui dovrete usare la testa e dimostrarvi attenti osservatori. Che vogliate vederlo come una versione interattiva delle detective story della settimana enigmistica o come una particolare declinazione delle avventure testuali, The Mistery Room sa comunque coinvolgere ed appagare. Gli manca la complessità del collega più volte citato, nonché la sua difficoltà alle volte machiavellica, ma non la forte logicità delle soluzioni ed un carattere che risalta.
    Proprio la sceneggiatura e la caratterizzazione grafica di The Mystery Room sono davvero brillanti, e superano in certi casi persino lo stile ormai un po' stanco dei capitoli regolari della saga di Layton. I dialoghi (tutti in inglese) sono volutamente esagerati, caricaturali, zeppi di strambe inflessioni ed espressioni colloquiali. I difetti di pronuncia resi in maniera perfetta con la grafia strappano un sorriso a chi mastica un po' la lingua, e fanno da controcanto all'ottima "interpretazione" degli sprite bidimensionali dei personaggi, ben disegnati e ottimamente caratterizzati da poche e semplici espressioni. Tutto il botta e risposta fra Alfendi e il sospettato è poi reso in maniera sopraffina, con le due parti che si lanciano continuamente delle vere e proprie frecciate. Forse questa scenetta non è iconica come l'Objection di Phoenix Wright, ma rappresenta in maniera esemplare tutta la tensione degli scambi d'accuse.

    Layton Brothers: Mystery Room Layton Brothers: Mystery RoomVersione Analizzata iPhoneThe Mistery Room è una bella sorpresa che arriva a vivacizzare il catalogo dell'App Store, sempre più affollato di Endless Runner e robetta del genere. La produzione Level-5 recupera la struttura di gioco di Phoenix Wright, riuscendo però a rivendicare un suo carattere, sia nella fase investigativa (dove si può esplorare una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine) che nel processo accusatorio. E' un peccato che alcuni casi siano un po' troppo assurdi, e che il coefficiente di difficoltà sia praticamente annullato dalla possibilità di sbagliare le deduzioni senza nessuna conseguenza. La sceneggiatura sempre brillante e ben scritta, la logicità stringente del processo deduttivo, e persino la storia di Alfendi Layton che compare nelle fasi finali dell'avventura riescono ad “acchiappare” il giocatore e lo entusiasmano. Le geniali intuizioni che vi colgono all'improvviso, facendovi capire come sono davvero andate le cose sulla scena del crimine, o quel piccolo dettaglio che vi permette di incastrare un sospettato più ostico del solito, sono lì pronti a galvanizzarvi, esibendo l'esemplare struttura enigmistica di The Mistery Room. Una volta provati i primi casi, acquistare i pacchetti e chiudere questa prima stagione sarà praticamente un imperativo.

    8

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