Recensione Leisure Suit Larry Box Office Bust

Larry torna più sboccato che mai

Recensione Leisure Suit Larry Box Office Bust
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il mondo dei videogiochi è piuttosto curioso. Non si fa infatti particolari problemi a far correre bolidi truccati in caotici ambienti cittadini, far vivere a ragazzini "'emo" avventure mirabolanti fatte di evocazioni e magia, farci impersonare dei soldati freddi e spietati che rappresentano l'ultimo baluardo della civiltà nei confronti di feroci alieni/locuste/zombie/altre popolazioni del pianeta/spagnoli infetti. Far giocare DelPiero nell'Inter. Mentre prima di far vedere mezza coscia, un bacio con un po' di lingua o una scena di effusioni amorose deve passare attraverso le critiche degli altri media, i rimproveri del Moige e le paure di genitori spaventati che questo pericoloso fenomeno possa corrompere le menti dei loro figlioletti, non più teledipendenti come loro. Per una casta scena di sesso all'interno di Mass Effect (scena che per inciso è possibile ritrovare in un qualsiasi film o telefilm di fascia protetta), ci siamo dovuti sorbire accuse di pornografia (non so i loro, ma i porno dello zio Larry erano decisamente più espliciti e lasciavano decisamente ben poco spazio all'immaginazione), con persone e media sconvolti per un po' di sesso alieno (e volendo saffico). Senza pensare che uno dei più celebri personaggi della fantascienza moderna, ovvero il celeberrimo Spock di Star Trek, è il frutto di una tale sconvolgente pratica tra un terrestre ed un vulcaniano. Tutto questo per far capire la gioia che si prova quando un gioco cerca finalmente di infrangere questo triste tabù, andando a parlare di sesso in maniera leggera, ironica, forse anche un po' provocatoria. O perlomeno in questo modo trattavano l'argomento i precedenti titoli di Leisure Suit Larry, la serie creata da Al Lowe, che stava alle avventure grafiche come i film di Lando Buzzanca stavano alle commedie.

    Cinepanettone

    Il prodotto Codemasters e quello Sierra/Vivendi condividono però solo il nome ed un dichiarato umorismo a sfondo sessuale, che in Box Office Bust sfortunatamente sfocia troppo spesso nel volgare ed è raramente davvero ironico o sagace. Forse è questo il segnale più evidente della dipartita di Lowe dal team di sviluppo. Tanto per non arrischiarsi in paragoni scomodi per la loro levatura morale e culturale, possiamo provare a comparare la serie con quella cinematografica di American Pie. Nel primo film gli ormoni di uno strambo gruppo di adolescenti sono il pretesto per costruire una commedia leggera sui problemi sessuali dei giovani, piena di allusioni e momenti divertenti legati alle loro fantasie e perversioni. Negli episodi successivi questo stesso incipit viene semplicemente utilizzato per mostrare un po' di tette "condite" da qualche gag senza capo nè coda, in pieno stile cinepanettone. La stessa differenza la si ritrova confrontando gli episodi passati con gli ultimi due creati della nuova gestione dell'IP. Larry Laffer era un imbranato playboy dalle scarse doti fisiche che durante le sue avventure riusciva a sedurre delle donne bellissime grazie alla sue inventiva e costanza: il tutto portava l'utente a simpatizzare per lui ed a sbavare per le sue apparentemente irraggiungibili prede. Il protagonista di Magna Cum Laude e Box Office Bust è invece un ragazzino piuttosto volgare e sboccato, che non riesce a fare a meno di inserire un doppio senso in ogni cosa che dice, con la stessa grazie di un pachiderma in un negozio di cristalli. Il risultato è che a volte si ride, altre si sogghigna, ma molto più spesso ci si trova a domandarsi il motivo per il quale dovremmo trovare divertente una persona così grezza, oltretutto se questa, grazie alle sue “doti oratorie”, andrà irrimediabilmente -ed incomprensibilmente- ad ammaliare una delle leggiadre superdotate di cui il gioco è pieno.
    Forse il difetto più grande del titolo è proprio quello di non fornire validi motivi per sentirsi "eccitati" nel provarci con le diverse ragazze disponibili -in tutti i sensi-, notabili solo per il numero esagerato di poligoni necessario per riprodurre l'enorme seno, ma per il resto piatte come il loro elettroencefalogramma e sinuose come un ciocco da camino. Quel che è peggio è che l'abbordaggio è completamente decontestualizzato dalla storia principale: per attivare le “missioni di seduzione” basterà recarsi nell'ufficio dell'amministrazione dei Laffer Studios, attivare la missione da un'anonima bacheca, ricercare l'oggetto desiderato dalla ragazza e stop: bambolotto gonfiabile virtuale sedotto ed abbandonato, grazie al quale potersi vantare con gli amici. Nessuna possibilità di errore, nessuna raffinata strategia di seduzione e nemmeno una delle divertenti avventure del passato con cui guadagnarsi l'ammirazione dell'interessata, ma solo una serie di dialoghi sconclusionati e volgari, con una qualche occasionale, ulteriore, caduta di stile (ci riferiamo per esempio alla scena con la ragazza non vedente), prima di andare a timbrare il cartellino nella sporca roulotte che fa da casa a Larry. Come ciliegina sulla torta avremo una delle “scene di sesso” meno incisive della storia, con qualche mugugnio ripreso da una telecamera esterna al nido d'amore, senza la minima traccia di minigiochi, hot coffee o altro.
    Oltretutto non sarebbe stato particolarmente complesso inserire queste avventure all'interno della trama principale di gioco esattamente come succedeva con gli episodi originali della serie: le occasioni per contestualizzare qualche sana scappatella ci sarebbero anche state, ma gli sviluppatori hanno evidentemente preferito tenere separate le cose per non si sa bene quale motivo, forse per rendere questo “plus” maggiormente accessibile per tutti coloro che volessero arrivare al sodo senza nemmeno andare avanti con la trama di gioco.

    Laffer Studios

    Questa avventura vi vedrà impersonare Larry Lovage, lo svitato nipote del celebre Larry Laffer, lo sconclusionato playboy protagonista dei primi capitoli della serie, che invecchiando ha deciso di “mettere la testa a posto” ed entrare nel patinato mondo del cinema, fondando addirittura degli Studios omonimi nei quali girare colossal del calibro di Bitanic e Beefcake Mountain. Gli affari andavano bene (e come poteva essere altrimenti con questi copioni tra le mani?), fino a quando qualcuno ha cominciato a sabotare tutte le produzioni dello studio, in modo tale da far fallire Larry-zio e rilevare la sua compagnia per pochi quattrini.
    Vista la situazione chi meglio del brutto, arrapato, sboccato e piuttosto stupido nipote potrebbe scoprire chi c'è dietro a tutti questi incidenti? Sfortunatamente nessuno, ed in questo modo ci ritroveremo a fare i factotum, o schiavi, all'interno degli Studios alla ricerca di qualcuno che abbia bisogno della nostra manodopera altamente non specializzata. I nostri compiti saranno dunque quelli di dover recapitare la posta alle grandi star del cinema, fare da ciceroni per una giornalista straniera, fino a piazzare cimici nel telefono di quello che è il sospettato numero uno dei sabotaggi o fotografare due attricette disinibite in modo da utilizzare le foto come merce di scambio per riscattare materiale altrettanto bollente. La varietà delle missioni è dunque buona, capace di spezzare il ritmo del gioco con il susseguirsi di fasi platform, shooter, racing o stealth. Anche le ambientazioni riescono ad essere piuttosto varie, grazie ai diversi set cinematografici ed ai voli pindarici del giovane Larry.
    Il vero problema sta nella superficialità con la quale è stato sviluppato tutto il pacchetto. Non dubitiamo che per i giocatori meno esigenti questo fattore potrebbe sposarsi perfettamente con la leggerezza e “faciloneria” globale del titolo, ma spesso essa va ad inficiare la giocabilità, facendo diventare il problema più rilevante. Saremo vittime infatti di frequenti problemi di gestione della telecamera, che avrà la tendenza ad impazzire durante le fasi platform, i problemi di riconoscimento di sporgenze e superfici, o di una meccanica di combattimento macchinosa nonostante i pochi tasti utilizzati. Questi aspetti denotano un game design poco profondo ed accurato, che unito alla mancanza di checkpoint all'interno delle missioni, crea nell'utente irritazione e frustrazione, a causa di morti improvvise o fallimenti proprio per i succitati problemi di programmazione, costringendolo a ripetere tutto da capo. Un'altra scelta poco comprensibile è quella di fornire, durante le fasi di esplorazione, un sistema di mappa e miniradar piuttosto completo e puntuale, nel quale l'obiettivo ci viene mostrato persino attraverso cut scene ingrado di illustrarci il percorso da seguire. Ad un certo punto della storia esso verrà poi improvvisamente ridotto fino all'osso, lasciando i giocatori completamente spaesati e facendoli procede attraverso un poco gratificante trial-and-error, con conseguente ripartenza dell'intera missione in caso di errore.
    Non fosse per queste cose ci sarebbe tanto da fare: gare sui kart, 100 Larry Awards da collezionare e minigiochi di varia natura, tanto da tener impegnati con una discreta varietà di elementi per oltre 10 ore di gioco che, considerando il prezzo budget al quale il prodotto viene proposto, potrebbe essere considerato un buon ammontare.

    Cineasta

    Non fosse per il grosso logo che appare ad ogni riavvio del gioco, in pochi avrebbero potuto immaginare che Box Office Bust sia stato sviluppato con lo stesso tool che è stato utilizzato per i due Gears of War o Rainbow Six Vegas. Ambienti spartani, pop-up piuttosto accentuato e tearing contraddistinguono il motore grafico utilizzato, e l'unica cosa in comune coi blockbuster Epic Games è il tardivo caricamento di alcune textures. Lo stile fumettoso e caricaturale dei personaggi a poco serve per mascherare queste limitazioni, soprattutto se le animazioni degli stessi (quelle delle ragazze in primis) sono legnose e innaturali e la varietà di modelli utilizzati scarsa. Come già detto è invece buona la varietà delle ambientazioni, legata alla parodia di alcuni celebri film in formato b-movie.
    Anche dal punto di vista audio non si possono segnalare grandi performances, con musiche piuttosto anonime e qualche effetto sonoro discreto. Spicca invece il doppiaggio, sul quale sembra abbiano investito parecchio, chiamando nomi più o meno celebri di Hollywood come Nikki Cox e Carmen Electra, attrici che dimostrano la loro professionalità regalandoci una buona interpretazione.
    La longevità del titolo è discreta, e va dalle 6 ore per una partita “tirata” alle oltre 10 ricercando tutti gli oggetti e completando i minigiochi. Considerando il prezzo budget al quale il titolo è proposto al pubblico è un discreto ammontare di ore, nonostante la mancanza di una qualsivoglia modalità online.

    Leisure Suit Larry Box Office Bust Leisure Suit Larry Box Office BustVersione Analizzata Xbox 360Leisure Suit Larry: Box Office Bust è un titolo che fallisce principalmente nel riprodurre lo spirito goliardico e malizioso della serie originale. Tecnicamente insufficiente ed artisticamente piuttosto grezzo e volgare il gioco si salva principalmente per la varietà delle ambientazioni e del gameplay, motivi comunque insufficienti per poterlo consigliare, spassionatamente, anche agli amanti del genere o i fanatici della serie.

    4.5

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