Recensione Leviathan Warships

Da Paradox Interactive, uno strategico navale interessante

Recensione Leviathan Warships
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  • Sin dalla sua fondazione nel “lontano” 1998, Paradox Interactive è sempre stata sinonimo di titoli indipendenti complessi e impegnativi, anche se non sempre di grande successo.
    Oltre a prodotti “particolari” come Magicka, A Game of Dwarves, Mount & Blade e la serie di Survival Horror Penumbra, il vero fiore all’occhiello del publisher svedese sono gli Strategici, tra i quali annoveriamo serie come King Arthur, Europa Universalis, Crusader Kings, Hearts of Iron, Majesty e Sword of the Stars.
    L’ultimo esponente di questo onorato genere videoludico è Leviathan: Warships, sviluppato da Pieces Interactive, studio svedese relativamente giovane, di cui i giocatori di Magicka avranno sicuramente apprezzato i primi lavori in alcuni DLC come The Other Side of the Coin, Dungeons & Daemons e Tower of Niflheim.

    Colpito e Affondato

    Leviathan: Warships è uno strategico a turni a tema navale multipiattaforma, disponibile su PC, Mac e tablet Android e iOS, in cui i giocatori comandano flotte di navi di diversa stazza e dall’armamento personalizzabile, con una moderatamente vasta selezione di elementi offensivi e difensivi.
    La personalizzazione della flotta avviene tramite un apposito editor, che permette di selezionare la classe standard delle navi e poi modificarne lo scafo, diviso nelle tre parti di prua, poppa e mezzanave, selezionando fra una struttura bilanciata, corazzata (che più resistente, ma anche più pesante da spostare) o alleggerita (che aumenta la velocità di spostamento, ma rende la nave più vulnerabile ai colpi subiti). Una volta deciso il setup dello scafo e il tipo di Ponte (disponibile in due varietà: una normale “da battaglia” e un’altra che garantisce un bonus al raggio d’avvistamento della nave), è possibile equipaggiare il vascello con un numero di strumenti difensivi e offensivi generalmente limitato dalla stazza e dalla classe di riferimento. Ovviamente troviamo cannoni navali a medio e lungo raggio, obici d’artiglieria lanciamissili, lanciamine, scudi e cannoni a rotaia. Sempre a seconda del tipo di nave selezionato, sarà possibile sistemare l’attrezzatura su un elevato numero di montanti disseminati sulla coperta. Una volta selezionati i componenti desiderati, è possibile salvare l’allestimento della nave come Blueprint, in modo da risparmiare tempo durante la creazione di flotte di discrete dimensioni.

    Un’altra caratteristica interessante di Leviathan: Warships, infatti, è la classificazione della flotta in base ai punti delle singole navi che la compongono, in modo simile ai giochi da tavolo come Warhammer e Il Signore degli Anelli, in cui ogni armamento aggiunge un numero di punti pari alla propria potenza distruttiva. A seconda del punteggio cumulativo delle navi, la flotta viene classificata Piccola, Media o Grande, caratteristica che può essere utilizzata nella creazione delle partite multiplayer per determinare il tipo di battaglie che si vuole combattere, mentre nella modalità Campagna il massimale viene innalzato con l’avanzamento delle missioni. Come avrete capito, la discreta abbondanza di dotazioni belliche propone una buona varietà tattica, e rende davvero stimolante la fase di creazione della propria flotta.
    Una volta avviate le battaglie, l'azione di divide in due fasi specifiche: la pianificazione e la messa in opera delle indicazioni impartite ai singoli vascelli (azione). In pratica tutte le forze in campo (o tutti i giocatori, nel caso di partite multiplayer) impartiscono alla propria flotta gli ordini allo stesso momento, e li vedono realizzati poi in una “fase comune”. Proprio come in Frozen Synapse, quindi, bisogna cercare di prevedere quali saranno le mosse dell'avversario, anticipandone i movimenti. L'interfaccia che ci permette di gestire spostamenti, fuoco e rotazioni è ricca di opzioni (tutte le armi possono essere gestite singolarmente), ma in linea di massima facile da metabolizzare.

    La campagna, oltre ad essere giocabile in cooperativa con fino a 3 compagni, è accessibile anche offline come esperienza single-player, dove funziona essenzialmente come “tutorial esteso”, necessario per apprendere le meccaniche di gioco oltre a quelle spiegate nella parte propriamente didattica, che purtroppo illustra a stento come spostare le navi, la rotazione, il puntamento manuale delle armi, il funzionamento degli scudi e il posizionamento delle mine. Il resto delle meccaniche come il funzionamento dei razzi, dell’artiglieria, dei cannoni a rotaia e del dispositivo di occultamento, oppure la presenza del fuoco amico (e il relativo annullamento dei propri colpi nel caso si trovino sulla traiettoria di uno scudo alleato) e i danni continui inflitti dall’arenamento delle navi con chiglia profonda sui fondali bassi, sono essenzialmente esperienze apprese “sul campo”.
    Chiusa la parentesi legata alla campagna di gioco, dato che la trama è quasi inesistente (a dipanare il filo narrativo lungo le nove missioni disponibili sono solo i briefing e i debriefing, i commenti di accompagnamento del Secondo Ufficiale e, in un paio di casi, qualche dialogo inter-missione), la seconda modalità affrontabile in cooperativa consiste in una serie di sfide, che propongono scenari differenti con obiettivi come la difesa di una posizione e la semplice distruzione della flotta nemica.
    Per chi è più interessato a giocare una versione tridimensionale della classica battaglia navale, poi, esistono le modalità competitive, divise in “Scontro a Punti”, ovvero una sorta di Deathmatch a squadre, e “Assassinio”, ovvero un Deathmatch puro in cui fino a quattro giocatori si scontrano in battaglia uno contro l’altro.
    Ogni partita può essere configurata non solo in base al numero di giocatori desiderato o alla mappa in cui giocare, ma anche per accettare flotte di una determinata stazza e una durata massima per i turni di pianificazione, che può variare dagli estremamente pochi 15 secondi fino ad addirittura 7 giorni! Dato che però la fase di svolgimento dura sempre e solo 10 secondi, ci domandiamo l’utilità di una fase di pianificazione così dilatata nel tempo.
    Comunque sia le promesse per una promettente esperienza multiplayer a basso costo ci sono tutte, peccato che a oggi, dopo quasi una settimana dalla pubblicazione, i quattro server di gioco disponibili per l’Europa (2 dedicati e altri 2 apparentemente hostati direttamente dallo sviluppatore) siano abbondantemente spogli, e che le poche partite pubbliche trovate fossero impostate esclusivamente nella modalità “a Punti”.
    Una possibile spiegazione di questo fenomeno è probabilmente la quasi totale mancanza di promozione effettuata dal publisher Paradox, che effettivamente non è famoso per le grandi campagne promozionali allestite per i suoi titoli. Lo stesso Magicka, titolo tra i più conosciuti nel “mainstream” videoludico, ha guadagnato la propria fama soprattutto grazie al plauso della critica e dei giocatori.
    Un’altra caratteristica che denuncia la natura indie a medio-basso costo di Leviathan: Warships è l’engine grafico utilizzato. L’Unity Engine è un motore tridimensionale multipiattaforma, che permette di sviluppare giochi compatibili con i sistemi operativi desktop, con Flash e con le console HD, ma non siamo certamente ai livelli di licenze più blasonate o diffuse come l’Unreal Engine o Criware. Ne consegue che la resa grafica del gioco risulta essenzialmente discreta, con navi e ambientazioni rappresentate con il minimo sindacale dei poligoni necessari per non essere confusi con titoli di una generazione fa; le opzioni di personalizzazione disponibili per la versione PC provata non vanno oltre l’essenziale, con l’impostazione della risoluzione e del dettaglio grafico generale (a scelta fra Basso, Medio e Alto), che comunque non cambiano granché il risultato finale (il titolo gira senza problemi su PC di fascia media).

    Per quanto riguarda il comparto audio, invece, Pieces Interactive si è limitata a inserire alcuni brani strumentali per accompagnare le missioni, ed effetti sonori diversi per il fuoco degli armamenti, l’esplosione e l’affondamento delle navi abbattute. Nessun dialogo doppiato (o magari mugugnato come in Magicka) e nessun video accessorio a quelli proposti all’inizio delle missioni, per lo più creati con lo stesso motore di gioco.
    Non chiediamo certo le scene live action con Michael Ironside, Tim Curry o Udo Kier della serie Command & Conquer/Red Alert, ma il non aver dato una voce all’aiutante Célestin Michel o ai de-briefing post-missione ci sembra forse un’occasione sprecata.
    D’altra parte non si può chiedere troppo a un publisher indipendente, che pubblica titoli di nicchia a costi relativamente contenuti, se non di continuare a scovare e coltivare i talenti indipendenti dell’industria videoludica, vera linfa vitale di un ecosistema altrimenti fossilizzato sui soliti generi, altamente redditizi ma dal contenuto innovativo appena percepibile.

    Leviathan Warships Leviathan WarshipsVersione Analizzata PCPur contando su un budget evidentemente risicato, Leviathan: Warships riesce a proporre uno strategico a turni a tema navale dalle meccaniche interessanti e complesse, adatto sia agli appassionati del micro-management (grazie alla personalizzazione delle navi e il controllo manuale degli armamenti in battaglia) che a quelli della strategia in generale. Sfortunatamente i server sono quasi tutti vuoti, ma ci auguriamo che si formi presto una community affiatata e appassionata, che dia il giusto risalto alle qualità del prodotto.

    7

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