Recensione Lord of the Ring Online

A spasso per la Terra di Mezzo

Recensione Lord of the Ring Online
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  • Pc
  • Nel lontano 1892 nasceva l’uomo destinato a lasciare un segno indelebile nella letteratura Fantasy: John Ronald Reuel Tolkien, autore di libri come “Il Signore degli Anelli”, “Il Silmarillion” e “Lo Hobbit”.
    Le gesta di Frodo Baggins, Gandalf, Legolas, Boromir e Gimli sono conosciute in tutto il globo, anche grazie alla trilogia cinematografica firmata da Peter Jackson che ha portato sul grande schermo la visione di J R.R.Tolkien. A seguito delle produzioni cinematografiche, sulla scia del successo commerciale, sono fiorite anche numerose opere videoludiche legate alla celeberrima ambientazione fantasy. Eppure, all’appello dei videogiochi dedicati al Signore degli Anelli, mancava ancora un MMORPG, genere ormai predominante su PC con pionieri chiamati Ultima Online ed Everquest, e che il successo clamoroso dell’ultima creatura Blizzard, World of Warcraft, ha definitivamente consacrato come fenomeno di massa, con milioni di giocatori in tutto il mondo. Le Ombre di Angmar arriva a colmare questa lacuna. Turbine non poteva permettersi di fallire, vantando una licenza del genere e potendo sfruttare la “scia” positiva del mercato. Del resto, l’opportunità di avventurarsi liberamente nella Terra di Mezzo è il sogno di ogni appassionato.

    Si parte!

    Una volta avviato il gioco tramite il Launcher e gustata l’introduzione in CG, vi troverete di fronte alla schermata per la creazione del personaggio. La fase di personalizzazione è ricca di particolari, dal taglio dei capelli alla corporatura. Potrete scegliere anche la zona di provenienza, che sarà visualizzata sottoforma di titolo, a fianco del nome.
    Già da queste prime schermate si nota l’ottima presentazione grafica del gioco, stilisticamente gradevole e fedele alle aspettative. Le razze tra cui scegliere sono: Nano, Elfo, Hobbit e Umano. Per quanto concerne la scelta della classe, il panorama comprende tutti i ruoli principali già apprezzati in altri titoli. Non mancano all’appello gli stealther (una classe agile ed insidiosa), denominati in questo caso Burglar, in grado di generare una grossa mole di danni; o i tank (una classe in grado di sostenere ingenti quantità di danni), ovvero i Guardian, capaci persino di attirare l’attenzione dei nemici su di loro. Le novità non sono molte; fatta eccezione di alcune classi con potenzialità diverse: il Captain per esempio, una sorta di guerriero con molte utility per la Fellowship. Il party in LOTRO si chiama proprio così: Compagnia. E' solo un nome diverso, ma è uno dei tanti dettagli in grado di aggiungere la necessaria atmosfera Tolkeniana al gioco.
    Avere una buona scelta di classi non è tutto. Serve, infatti, che queste funzionino insieme e siano divertenti da giocare; dato che una delle peculiarità dei MMORPG è proprio l’interazione, e i momenti passati in Compagnia sono i più frequenti.
    Le abilità sono, in generale, molto divertenti da usare, seppure non innovino particolarmente un sistema di gioco canonico, ormai inflazionato. Quello che c’è, comunque, funziona bene. Il menestrello, per esempio, può suonare delle ballate in grado di fare danno e al tempo stesso migliorare temporaneamente alcune caratteristiche del party.
    Una buona organizzazione delle abilità ed una discreta caratterizzazione delle stesse rende in ogni caso il gioco piuttosto dinamico e permette di compiere scelte determinanti, che possono modificare l’esito di una battaglia. E’ chiaro lo sforzo degli sviluppatori nel cercare di offrire un’esperienza divertente, varia, basata sulla cooperazione e sulla conoscenza precisa delle capacità di ogni personaggio: l’obiettivo si può considerare raggiunto. Lotro pecca, però, di scarsa innovazione: tutto funziona bene ma il senso di deja vu è onnipresente.
    L’interazione far compagni, come affermato prima, è un punto cardine. Grazie soprattutto alla versatilità delle classi il “lavoro” di gruppo è molto appagante. Per fare un paragone, il feeling è molto simile a World of Warcraft. Se da una parte ci sono ruoli ben definiti, come il Guardian o il Menestrello, dall’altra sono presenti “ibridi” che non trovano una collocazione precisa: il Champion è uno di questi. Un guerriero in grado di utilizzare due armi e dotato di ottimi attacchi ad area, soffre un po’ rispetto alle altre classi nel trovare la giusta identità nel gruppo. Una più curata pianificazione di queste classi avrebbe potuto giovare ulteriormente. Niente che non sia risolvibile, in piena tradizione MMORPG, con qualche patch.

    Viaggiando per la Terra di Mezzo

    Superata la fase cruciale della creazione del personaggio vi ritroverete nella zona iniziale. Familiarizzare col gioco non è difficile, anche grazie alle esaurienti spiegazioni che appaiono a schermo e che vi guideranno per le prime ore.
    Il sistema di controllo è ben studiato e risulterà subito familiare a chi ha fatto esperienza su altri MMORPG. L'ispirazione generale del gameplay è mutuata quasi completamente dal colosso Blizzard più volte citato: del resto, uno dei punti forti di Wow è proprio l’accessibilità e funzionalità dei controlli, e Turbine è riuscita a catturare questa peculiarità ed implementarla in LOTRO, anche con una certa "personalità". Insomma, muoversi per la Terra di Mezzo è immediato e gradevole. Se tuttavia qualche giocatore dovesse trovare difficoltà particolati, grazie alle ricche opzioni di gioco è possibile rimappare qualsiasi tasto e configurare l’interfaccia. Quest’ultima è un altro elemento importante, capace di indispettire un giocatore in caso di poca funzionalità e immediatezza: non c’è niente di peggio che confondersi tra mille schermate poco esplicative e confusionarie. LOTRO non sbaglia neanche qui: l’interfaccia è ben strutturata e si ispira palesemente a quella dei suoi predecessori di maggiore successo (forse anche troppo).
    Un esempio è il “Quest tracker”, che riporta gli obiettivi principali di una missione sulla parte destra dello schermo. La chat è perfettamente leggibile ed è suddivisa in canali, secondo i canoni prestabiliti del genere. Il primo impatto con Le ombre di Angmat non è, quindi, traumatico e la sensazione è che sia tutto al posto giusto. Sarebbe stato bello, però, avere qualche novità in più oltre all’importazione di tutti gli elementi caratteristici dell'eredità di altri MMORPG: anche in questo caso, la mancanza di originalità penalizza leggermente il pellegrinaggio nella Terra di Mezzo.
    Una volta metabolizzate le funzionalità dell’interfaccia, vi troverete di fronte un Npc ansioso di darvi la prima missione. La quest vi porterà direttamente in una zona istanziata con tanto di filmato e narrazione: un tocco di classe che permette di immedesimarsi e vivere appieno la storia, donando atmosfera al gioco. Avrete subito a che fare con personaggi del calibro di Gandalf o Gimli, e sicuramente un brivido di emozione percorrerà la schiena di molti appassionati del Signore degli Anelli. Questo è solo l’inizio dell’avventura principale, che è ben evidenziata durante il gioco, in modo da poterne seguire le vicende senza perdersi tra le decine di quest secondarie disponibili. Queste ultime, in ogni caso, si possono definire la base portante di un MMORPG, e ne decretano buona parte del successo. LOTRO sembra fare tesoro di questa affermazione e offre delle quest coinvolgenti e ben strutturate. Fin da subito, dunque, sarete parte integrante della storia e l’avanzamento tra i 50 livelli disponibili ne gioverà parecchio. Sono presenti anche avventure destinate ad essere portate a termine tramite una Fellowship (il party), spesso istanziate e più articolate del solito. Vi capiterà spesso di intraprendere avventure originali e divertenti, che contribuiscono a variare le situazioni scongiurando il pericolo di annoiarsi.
    Rimanendo in ambito di quest, ecco una delle novità più interessanti: i Deed, una sorta di obiettivi o piccole avventure “alternative”da completare. Variano dall’esplorazione di determinate zone, all’uccisione di un certo genere di mostro. Svolgendo una di queste missioni spesso capiterà di leggere un messaggio al centro dello schermo. Si tratta dell’acquisizione di un nuovo Deed. Il pannello apposito (chiamato “Deed log”) viene aggiornato in modo da controllarne l’avanzamento. Queste “piccole” quest secondarie sono una specie di gioco nel gioco, realizzate in maniera da diventare quasi una droga per i giocatori più accaniti. Completarle e ottenere tutte le ricompense disponibili da soddisfazione, una sorta di “gioia da collezionista”. E’ un sistema che aggiunge parecchio all’esperienza ludica: qualsiasi azione, anche la più banale come l’uccisione di un lupo, porta all’avanzamento del Deed corrispondente. Nella parte inferiore del Log atto a registrare questi progressi è visualizzata la ricompensa: può essere un titolo da affiancare al nome o una Virtue, una sorta di bonus che contribuisce al potenziamento e specializzazione del proprio personaggio, interagendo in questo caso con il complesso sistema dei Traits.
    Quello dei Traits è un sistema che permette di personalizzare ulteriorimente il proprio personaggio, e si dimostra funzionale allo scopo di donare delle preziose sfumature al gioco. Una volta acquisita una Virtue, per esempio, basta visitare il Bardo più vicino per utilizzarla e riempire una delle caselle dei Traits, delle schermate riassuntive che delineano in maniera piuttosto precisa le abilità dei PG. Le caselle "vuote" vengono sbloccate con l’avanzare dei livelli e permettono di sviluppare il personaggio secondo i propri gusti: è possibile ottenere Virtues non solo grazie ai Deed, ma anche acquistandole regolarmente da uno dei numerosi bardi. Completando determinati Trait potrete guadagnare una certa percentuale di resistenza ad attacchi melee, rigenerare il Morale più velocemente, resistere in maniera più efficace al veleno. Un modo decisamente intrigante e intelligente per sviluppare il personaggio: il progressivo potenziamento coinvolge, grazie al summenzionato sistema dei Deed, anche l’esplorazione del mondo, che diventa parte integrante del processo ludico votato all'accrescimento delle caratteristiche.

    Compagni d’avventura e lavoro

    Un fattore importante per la sopravvivenza di una comunità di giocatori sono le gilde: in LOTRO si chiamano Kinship. Sono gestite in maniera similare agli altri giochi e permettono di affrontare le sfide più impegnative in maniera organizzata (oltre ad essere, naturalmente, un efficacissimo strumento in grado di favorire la coesione fra giocatori). Essere parte di una Kinship permette anche di scambiare materiali per il craft in modo più veloce e conveniente con i propri compagni. roprio quest ultimo elemento interesserà sicuramente molti giocatori. Il craft è, infatti, un altro dei punti cardine di un MMORPG. In LOTRO questo aspetto è sviluppato piuttosto bene, senza però apportare delle novità importanti in grado di caratterizzarlo in maniera innovativa. Le abilità lavorative sono suddivise in Vocazioni Queste ultime sono le stesse per ogni razza o classe: recandosi dall'NPC "Master of Apprentices" è possibile sceglierne una (ad esempio Armourer, Explorer, Historian, ecc.). Una volta imparata, nella finestra craft appaiono tre differenti rami: le singole professioni, in pratica. Scegliendo la vocazione Explorer, per esempio, si hanno le professioni Tailor, Forester e Prospector. Non sono altro che abilità lavorative da livellare: Forester da la possibilità di raccogliere materie prime dal suolo, e successivamente creare oggetti più complessi. Lo stesso vale per Prospector, in chiave di metalli e minerali. Entrambe sono dotate di un'abilità (un tracker) per visualizzare le risorse da raccogliere sulla minimappa. E' possibile in ogni caso, con l'esperienza, avanzare di livello e aumentare le proprie capacità creative, in modo da forgiare oggetti sempre più potenti e raggiungere la maestria in determinate operazioni. Il sistema è ben congegnato e favorisce il commercio dei materiali fra giocatori specializzati diversamente. Tuttavia anche il craft, a parte qualche piccola variante, segue i binari tracciati dai precedenti MMORPG, e non raggiunge vette di eccellenza, come invece accade nell'ultimo titolo di casa Sigil: Vanguard. Paragonato a quest ultimo, infatti, il sistema di craft presente in LOTRO ne esce sicuramente a testa bassa. Mancano molte sfumature che, con un po' di impegno in più, avrebbero potuto aggiungere un'intera dimensione al gioco. Sono queste piccole/grandi mancanze a penalizzare il lavoro di Turbine. Nonostante un risultato complessivo eccellente, manca una sorta di “sprint” creativo in grado di far distinguere il gioco dalla massa, e di porlo al di sopra degli altri.
    Non fraintendete però: il gioco offre anche qualche novità (oltre ai Deed e Traits), seppur di contorno.
    Una di queste è sicuramente la musica: in LOTRO potrete suonare uno strumento musicale, e anche farlo in compagnia. Dopo aver acquisito le skill passive necessarie, basta recarsi da un bardo e scegliere cosa comperare, tra flauti, liuti e altri stumenti. Il comando /music scritto in chat vi permetterà di suonare tramite tastiera in modo piuttosto intuitivo. Vi assicuriamo che sarà difficile smettere: capiterà spesso di attirare l’attenzione di molti utenti e di realizzare vere e proprie “opere” insieme agli altri giocatori. La feature definitiva per gli amanti del Role Playing, e un’aggiunta molto “ispirata”.

    ...e il PvP?

    Se siete dei PK nati questo non è decisamente il gioco che fa per voi. L’unica modalità PvP contemplata da LOTRO è chiamata PvMP, ossia Player versus Monster Player. Dopo il conseguimento del livello 10 si guadagna l’accesso, tramite dei portali presenti nelle città, ad una zona dedicata completamente a questa modalità. Il giocatore è in grado di creare un personaggio “Mostro”, affiliato alle forze di Sauron, da utilizzare per quest particolari e nella guerra con i partecipanti della fazione opposta. Un tipo di PvP sicuramente atipico e piuttosto originale. Vestendo questi malefici panni siete in grado di guadagnare dei Destiny Points, speciali punti adibiti al miglioramento del Monster o spendibili per il personaggio principale. Il PvMP è, quindi, utile oltre che divertente e alternativo.
    Non supplisce però alla mancanza di un PvP “aperto” e consono ai giocatori più guerrafondai. Questa mancanza è dovuta soprattutto al modo in cui Turbine ha realizzato il gioco, fin dalla sua struttura di base pensato come centralizato sulla cooperazione, e non sulla competizione. Se per molte persone questa non è una feature necessaria, per altrettante è una mancanza enorme. C’e’ una grossa fetta di giocatori che attende impazientemente l’arrivo di un MMORPG basato e costruito attorno al PvP. LOTRO è penalizzato da questo punto di vista, e vede limitata la sua appetibilità.
    Sono comunque scelte di progettazione, effettuate in modo consapevole da una software house. Anche se un pò di amaro in bocca resta.

    A quanti Frames per Second gira uno Hobbit

    Dal punto di vista grafico, LOTRO è decisamente ben realizzato.
    Capiterà molto spesso di fermarvi semplicemente per ammirare il paesaggio: alberi, fiumi, colline, tutto traspira atmosfera Tolkeniana. Gli sviluppatori di Turbine hanno fatto un ottimo lavoro, ricreando una Terra di Mezzo credibile e fedele ai racconti. Inoltre, grazie alla sua scalabilità, il motore grafico è in grado di girare anche su computer non proprio recenti. Ma soprattutto non richiede un mostro di potenza per essere goduto pienamente: anche un computer vecchio di un paio d’anni riesce a gestire il gioco a dettagli alti. Le opzioni grafiche sono molte, ed è facile ottenere risultati soddisfacenti dopo un pò di tempo passato a navigare nei menu.
    Dal punto di vista prettamente tecnico, c'è da segnalare che alcune animazioni e modelli, non sono realizzati in maniera impeccabile. Il colpo d’occhio complessivo è comunque ottimo, ed esplorare la Terra di Mezzo è un’esperienza fantastica. La prima visita a Brea rimarrà impressa in modo indelebile nella mente degli appassionati del libro, come l'ingresso nella locanda “Il Puledro Impennato”. E’ indiscutibile che il background del Signore degli Anelli doni al gioco un’atmosfera unica.
    Il comparto sonoro fa il suo dovere, senza eccellere in modo particolare. Una nota di merito alla narrazione dei filmati, decisamente coinvolgente.

    Lord of the Rings: Shadow of Angmar Lord of the Rings: Shadow of AngmarVersione Analizzata PCOgni gioco che vanta la licenza de “Il Signore degli Anelli” porta con sé una serie di promesse e aspettative superiori alla norma. The Lord of the Rings Online riesce nell’impresa di ricreare le atmosfere e le sensazioni del capolavoro di J.R.R.Tolkien. Per i fan del libro e dei film è un sogno che diventa realtà, per tutti gli altri è un ottimo MMORPG contenente quello che di meglio hanno offerto altri esponenti del genere. Proprio questo, però, è anche il maggior difetto di "Le ombre di Angmar": la mancanza di originalità, unita all'assenza di un sistema PvP più ampio, fa sì che le poche (benché ottime) novità non bastino a rendere il titolo indimenticabile, impedendogli di spiccare quel balzo necessario a staccare la concorrenza. Come per tutti i giochi di questo genere solo il tempo confermerà questo giudizio complessivamente positivo: fattori come la comunità di giocatori e le patch regolari sono una discriminante importantissima. Speriamo in un supporto continuo e di buona qualità.

    8

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