Recensione LostWinds: Winter Of The Melodias

Un'avventura allo stato dell'arte, su WiiWare

Recensione LostWinds: Winter Of The Melodias
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  • LostWinds è stato tra i primi titoli disponibili al lancio della piattaforma WiiWare, quando anche Nintendo, nel maggio 2008, si buttò a capofitto nelle infinite possibilità del digital delivery. Il titolo dei ragazzi di Frontier fu un successo di critica e di pubblico, ottenendo votazioni eccellenti dalla stampa specializzata e rimanendo saldamente tra le prime posizioni nella classifica dei giochi più scaricati dal canale Wii Shop.
    Tale successo fu dovuto a vari fattori, in primis una giocabilità sopraffina, ma anche una cura certosina in tutti gli altri elementi di contorno, dalla grafica dai toni morbidi e colorati alla suggestiva colonna sonora. A questi elementi positivi facevano da contraltare alcune piccole pecche, dovute alla scarsa longevità dell’esperienza di gioco e ad un livello di sfida tendente verso il basso. Quando, pochi mesi dopo, la software house inglese annunciò che un secondo episodio dell’avventura di Toku era in sviluppo, molti giocatori videro nel sequel la possibilità di ritrovarsi tra le mani un prodotto ancor più elaborato, che replicasse ma soprattutto espandesse la struttura di gioco, per dare un degno seguito a un capolavoro del digital delivery.
    LostWinds: Winter of the Melodias, centesimo titolo pubblicato per WiiWare, è finalmente arrivato, ed una nuova avventura sulle ali del vento aspetta i giocatori.

    Raffiche ghiacciate e brezza primaverile

    Le vicende di Winter of Melodias prendono inizio immediatamente dopo la conclusione del primo capitolo. Dopo aver riconsegnato la memoria perduta al vecchio Deo e dopo aver liberato il custode roccioso Magmok dal sortilegio del malvagio Balasar, Toku e la sua guida Enril, uno spirito del vento, si ritrovano a dover fronteggiare un’altra sfida. Magdi, la madre del piccolo eroe, è data per dispersa dopo una spedizione sulle montagne rocciose di Mistralis, volta a scoprire i segreti di un’antica e misteriosa popolazione. Il giovane ragazzo si mette quindi alla sua ricerca, ma ben presto grandi difficoltà gli si parano innanzi: le vette sono infatti invase dalla nave e dal ghiaccio, nonostante la stagione estiva, ed il gelo gli rende difficile la vita. Dopo alcune peripezie arriverà infine al cospetto della dea Sontè, capace di comandare il flusso delle stagioni, e ne otterrà i poteri, potendo cambiare a suo piacimento l’estate in inverno e viceversa.
    L’alternanza tra le due stagioni è probabilmente l’elemento di maggior rilievo in Winter of the Melodias. Per coloro che non avessero giocato il primo episodio è utile rimarcare come questo si trattasse di un platform-adventure, con una struttura aperta paragonabile a quella della serie Metroid. In un contesto del genere il cambiamento tra inverno ed estate può alterare profondamente il level design, con cascate che si trasformano da ostacoli insormontabili o in stalattiti di ghiaccio (pronte ad essere sciolte da raffiche infuocate o da massi scagliati dal vento), laghi ghiacciati impossibili da bucare ma facilmente attraversabili a nuoto durante la bella stagione, ed altri vari elementi che alla stessa maniera offrono al giocatore una stimolante sfida in chiave platform (con piattaforme da raggiungere in ogni modo), ed in chiave adventure, con enigmi la cui risoluzione impegnerà seriamente anche coloro che hanno affrontato con successo le difficoltà del primo episodio.
    Se su queste stesse pagine virtuali eravamo stati tanto prodighi nel lusingare l’eccelso lavoro sul level design eseguito dai ragazzi di Frontier per l’episodio originale, dobbiamo ripetere le nostre lodi in maniera ancora più convinta per quanto riguarda questo seguito. La realizzazione di una struttura di gioco aperta e non lineare è già di per sé problematica, e davvero pochissimi titoli possono affermare di avere come fondamenta un mondo organico e ben sviluppato. Winter of the Melodias è tra questi, e davvero sarebbe facile notare come in una produzione di basso budget sia presente una cura ed una coerenza ludica assente anche nei cosiddetti titoli AAA, a budget elevato e con team di sviluppo enormi alle spalle. Se una piattaforma, un pulsante, un masso, un braciere, un qualunque elemento del mondo di gioco è presente, lo è sempre per un motivo. Non ci si lascia andare all’abbellimento sfrenato e pomposo, che spesso va a pari passo con una struttura di gioco banale ed abusata. Nella sua essenzialità Winter of the Melodias è magnifico, perché non seppellisce il giocatore sotto quintali di artificiosi espedienti, ma ne stimola la progressione passo passo invogliandolo sempre più, con enigmi basati sul ciclo delle stagioni ma anche con le tante nuove possibilità date allo spirito del vento Enril. Con pochi e semplici combinazioni di tasti e movimenti impartiti con il Wiimote, implementato ancora una volta in maniera efficace, sarà adesso possibile creare potenti tornado, atti farci a raggiungere piattaforme assai elevate come a perforare il terreno, a mo' di trivella. La forza degli elementi ci verrà incontro anche quando dovremo prosciugare stagni e riversarne magari l’acqua in altre conche, sottoforma di pioggia. Se già da sole queste possibilità di gioco garantiscono una varietà di situazioni ottima, la loro sapiente combinazione esalta ancora di più l’esperienza ludica, quando enigmi particolarmente complicati richiedono uno sforzo non indifferente anche al giocatore più smaliziato. Il backtracking è implementato in maniera sapiente, e stanze nelle quali passeremo inizialmente senza possibilità d’azione diventeranno in seguito -una volta ottenuto il potenziamento necessario- aree d'accesso per sone di gioco precedentemente irraggiungibili. Ed il peregrinare sarà più lungo che nell’episodio precedente, vista una longevità praticamente raddoppiata.

    Fiabe dipinte

    Se dal punto di vista prettamente ludico Winter of the Melodias ricalca la struttura di gioco dell’episodio precedente e addirittura ne amplia le possibilità, lo stesso si può dire per la componente squisitamente tecnica. Anche qui Frontier si è saputa superare, ed ha creato un mondo di gioco dai colori morbidi e dalla tonalità oniriche. La natura è dipinta in maniera superba, dagli alberi ai piccoli cespugli, dalle cascate alle caverne ghiacciate, con paesaggi ancora più ricchi ed ancora più vivi. Lo stile utilizzato è rimasto lo stesso, ed anche qui c’è solo da applaudire, perché saper rendere un mondo fiabesco senza sfociare nella caricatura infantile è compito assai arduo nel quale, ci permettiamo di dire, un gusto squisitamente europeo ha maggiori probabilità di riuscita.
    Un piccolo passo indietro è stato fatto per quanto riguarda la colonna sonora. Il tripudio di flauti etnici è replicato ma in maniera meno coinvolgente ed incisiva, seppur anche qui la cura riposta sia innegabile, visti (o per meglio dire sentiti) i coinvolgenti effetti ambientali.
    Atmosfere oniriche e magnificenza audiovisiva sono le stesse, ed il giocatore non può non esservi partecipe, affascinato dalla cura con la quale è rappresentata la natura o dalle buffe ed ottimamente realizzate animazioni di Toku, ancora una volta piccolo eroe impegnato in un grande compito. Tutto quello che era nel primo episodio è presente nel secondo, in maniera ancor più grande.

    LostWinds: Winter Of The Melodias LostWinds: Winter Of The MelodiasVersione Analizzata Nintendo WiiL’esperienza regalata dall'originale LostWinds è rimasta immutata, con un perfetto bilanciamento tra la componente ludica e quella audiovisiva, sebbene il sense of wonder possa arrivare con minor forza a coloro che sono già stati rapiti dal primo episodio. La giocabilità si assesta su livelli eccelsi, ed il difetto della facilità del primo episodio è stato cancellato, con enigmi impegnativi da affrontare coniugando sforzo mentale e coordinazione occhio-pad. Toku si muove con grazia in un’area di gioco ben costruita, un mondo di gioco coerente che impreziosisce al massimo le innumerevoli soluzioni di gioco implementate. Ed a rendere ancor più piena questa esperienza c’è un comparto audiovisivo onirico e fiabesco, colorato e caldo, sapientemente disegnato e finemente realizzato, coinvolgente, capace di regalare atmosfere uniche. Ancora una volta Frontier è stata capace di regalarci una gemma, il miglior titolo WiiWare ed uno dei migliori per Wii.

    9.5

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