Recensione Mario Party 9

Un ritorno alle origini in salsa mariesca

Recensione Mario Party 9
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  • Wii
  • Fu durante l'era del Nintendo 64, la prima delle due sfortunate home console della casa di Kyoto, che iniziarono le peregrinazioni di Mario e compagnia all'esterno del contesto classico del gameplay tutto salti e piattaforme. Certo, c'era già stato il precedente di Super Mario Kart su SNES, ma solo alcuni anni dopo Mario avrebbe iniziato ad apparire sulle copertine di giochi assai diversi dai canonici platform. Era il 1998, e prima degli sportivi Mario Golf e Mario Tennis, usciva sugli scaffali di tutto il mondo un particolare ed innovativo titolo, il primo del suo genere: Mario Party.
    Quello che si trovarono davanti i giocatori fu il primo vero party game, che appoggiandosi sapientemente sulle quattro uscite per i pad in dotazione alla console, valorizzava l'esperienza multiplayer locale tramite una folta schiera di minigiochi, semplicissimi per concezione e di accessibilità immediata. La fortuna del primo titolo rese possibile lo sviluppo di numerosi seguiti che oggi, anno 2012, arrivano ad otto: l'ultimo episodio, Mario Party 9, si ripropone di riavvicinare i giocatori al genere e alla serie, in netto declino.

    Mario e compagnia alla prova del nove

    I motivi che hanno contribuito negli anni a danneggiare l'appeal di una serie che, pur macinando un notevole numero di copie vendute, ha subito un drastico calo nei consensi di critica e pubblico di appassionati, sono molteplici. Il primo è di carattere, possiamo dire, storico: il genere è poco gradito al giocatore moderno, che gli fa scontare la mancanza di una modalità multiplayer online, abituato com'è alla presenza di una simile opzione in quasi ogni gioco che inserisce nella sua console; il secondo, del tutto qualitativo, visto che negli anni gli sviluppatori si sono forse adagiati sugli allori, introducendo pochi elementi di novità nel gameplay e creando minigiochi sempre piacevoli ma raramente interessanti. La risultante di questi due difetti è un terzo, allo stesso tempo comprensivo e peggiorativo degli altri, ovvero un ritmo di gioco a tratti soporifero, soprattutto qualora si abbia la sfortuna di poter godere della produzione esclusivamente in modalità ad un solo giocatore.

    "Abbandonato il ridondante utilizzo del Wiimote esibito dai precedenti episodi su Wii, Mario Party 9 ritorna alla efficace semplicità di un divertimento mordi e fuggi basato al massimo sull'utilizzo della croce direzionale e di due pulsanti"

    Dopo quello che è stato probabilmente l'apice della serie, Mario Party 4, si è proseguito nel solco tracciato, e poco o nulla è stato fatto per cambiare l'andazzo. Nemmeno l'arrivo della serie su Wii ed il conseguente utilizzo creativo del controller è riuscito a cambiare la faccia di un gameplay troppo monotono e prevedibile. Ci prova questo nono episodio, attraverso delle soluzioni atte a snellire la struttura di gioco, velocizzandone il ritmo e rimettendo in primo piano i minigiochi, che della serie negli anni avevo sancito il successo. Se e in che misura questa operazione sia riuscita è la discriminante in base alla quale bisogna approcciarsi a Mario Party 9.
    La maniera in cui l'azione si svolge sui tabelloni che fanno da contesto al gioco di tavola mariesco è stata completamente stravolta: i personaggi non sono più pedine da muovere indipendentemente secondo un numero di caselle dettato dal lancio del dado; invece, essi si muovono tutti insieme su un unico mezzo, sia questo uno strambo autoveicolo o un carrello minerario. Una scelta coraggiosa, nelle intenzioni atta a ridurre la lunghezza delle partite e a darvi un maggior ritmo. Riguardo la prima intenzione, certamente gli sviluppatori sono riusciti nel loro intento, per ovvi motivi, visto che il lancio dei dadi è cumulativo per tutti i giocatori e fa raggiungere in relativamente breve tempo l'ultima casella del tabellone; riguardo la seconda, non possiamo dire che la scelta abbia sortito particolari effetti, anzi, ha avuto anche risvolti negativi sul divertimento.
    Infilare ogni giocatore sullo stesso mezzo non ha affatto migliorato il ritmo di gioco, visto che comunque ogni giocatore deve tirare il suo dado secondo turni prestabiliti; invece, ha appiattito l'esperienza di gioco, annullando il divertimento che si poteva ricavare dal prendere in giro un giocatore particolarmente sfortunato, o dal vedere improvvisi cambi di posizione tra i personaggi. Il focus del gameplay non è mai stato sul completamento del tabellone, ma sull'ottenimento di particolari oggetti tramite caselle e minigiochi (in questo episodio si tratta di Ministelle), ma questa scelta banalizza totalmente la componente "gioco da tavola". Rimangono le caselle evento, che coinvolgono il giocatore, ma non in maniera tale da poter offrire un valido apporto al divertimento che si ricava dalla singola partita. Ed è anche la varietà di queste soluzioni a non essere totalmente convincente, visto che quasi mai hanno un peso rilevante all'interno dell'economia di gioco.

    "La mancanza di una modalità online non sconvolge né lascia particolarmente perplessi: in un contesto del genere un giocatore non nella stanza sarebbe poco più che un bot."

    L'effetto della piattezza della progressione è un andamento decisamente prevedibile della competizione, del tutto privo di quei clamorosi e divertentissimi ribaltoni che dinamitavano le partite degli scorsi capitoli. Il vincitore sarà sempre il più bravo nei minigiochi, e per quanto un minimo di meritocrazia in più sarebbe stato decisamente gradito, il suo eccesso limita le potenzialità di un gioco che dovrebbe riuscire a coinvolgere anche i giocatori meno smaliziati. Insomma, mai vi verrà da spaccare il pad in testa al vostro fin troppo fortunato compagno di divano, e questo in un Mario Party è senza dubbio un problema.
    Nello stesso ambito s'inserisce il giudizio sulla qualità complessiva dei tabelloni. Li avevamo amati, intricati com'erano, dai mille trabocchetti e dalle ingegnose scorciatoie, ed ora il ritroviamo come poco più che binari sui quali scorre il mezzo che trasporta i quattro giocatori. Un minimo di varietà è inserito dagli elementi tipici di ogni scenario, come delfini che donano Ministelle o Boo che ci svolazzano dietro tra gli angoli bui di una tetra magione, ma purtroppo, ad un'ottima caratterizzazione artistica, non corrisponde un decente lavoro in chiave squisitamente ludica.

    Mini-games

    Arrivati fin qui si potrebbe pensare ad un giudizio che, annegato dallo sconforto per la banalizzazione di alcune meccaniche, viri decisamente verso la negatività. Per fortuna l'altro pilastro della struttura di gioco, ovvero i minigiochi, si dimostra decisamente più solido. Abbandonato il ridondante utilizzo del Wiimote esibito dai precedenti episodi su Wii, Mario Party 9 ritorna alla efficace semplicità di un divertimento mordi e fuggi basato al massimo sull'utilizzo della croce direzionale e di due pulsanti, limitando l'utilizzo dei sensori di movimento a pochi episodi. La scelta paga, dando un minimo di profondità in più alla folta schiera di piccoli espedienti videoludici che rappresenta da anni il cuore pulsante della serie. Abbiamo faticato a trovare nelle prime sessioni un singolo minigioco noioso, e sono stati necessari innumerevoli tabelloni per scovare ed identificare quelli meno intriganti, opportunamente scartabili visto che ci viene data sempre la possibilità di selezionare quale intendiamo giocare.

    Totalmente apprezzabile è anche la loro varietà, assicurata non solo dal numero ma anche dalla concezione, visto il ritorno degli apprezzati 3 contro 1, sebbene molti di essi siano riproposizioni di minigiochi apparsi nei precedenti episodi; una scelta, al nono, abbastanza comprensibile. Tra i più meritevoli segnaliamo senz'altro quelli che coinvolgono i quattro giocatori in uno scontro con un boss: nei tabelloni ci sono infatti due caselle, una a metà ed una alla fine del percorso, che danno accesso a minigiochi più profondi, vista la presenza di Wiggler da schiacciare, Calamanki da infiocinare e tanti altri personaggi di rilievo del Regno dei Funghi dei quali non vi vogliamo svelare la presenza. Ma questa struttura di gioco così peculiare è capace di reggere ancora oggi, al tempo del gioco online massivo? Si, e benissimo, soprattutto quando si hanno a disposizione altri tre mattacchioni con i quali godere di quanto il gioco ha da offrire. Giocare da soli, anche al netto delle innovazioni implementate, risulta noioso dopo poco; iniziare un tabellone in quattro è invece il primo passo verso ore e ore di divertimento garantito, sebbene lo scarso peso sulla partita delle meccaniche legate al tabellone renda meno imprevedibili le stesse, difetto che diventa comunque microscopico nel momento in cui vi trovate impegnate a pigiar tasti spalla a spalla con qualcuno. La mancanza di una modalità online non sconvolge né lascia particolarmente perplessi: in un contesto del genere un giocatore non nella stanza sarebbe poco più che un bot, ed allora ne si pò fare tranquillamente a meno, anche se ormai la sola possibilità di scegliere dovrebbe essere un must per produzioni simili.

    Una bella festa

    E' con piacere che parliamo del comparto tecnico di questo Mario Party 9, nella misura in cui notiamo uno sforzo realizzativo atto a denotare la produzione come un lavoro curato in ogni suo aspetto, mentre più volte ci è capitato di rilevare -in simili giochi- un aspetto cosmetico piacevole ma che faceva affidamento più sul carisma dei personaggi e sulla familiarità delle ambientazioni che su di un evidente impegno in tal senso. Intendiamoci, non ci troviamo di certo di fronte ad un gioco che spinge la console al massimo delle sue potenzialità, ma quanto vi troviamo non è semplicemente preso di peso da altre produzioni, e possiamo senza dubbio affermare che questo sia l'episodio migliore della serie per qualità tecnica. A spiccare maggiormente è la cura del dettaglio, ma anche una modellazione poligonale leggermente più complessa del solito fa il suo lavoro, immediatamente apprezzabile. E' sempre però la direzione artistica a fare la parte del leone: i tabelloni sono bellissimi da attraversare, e quanto non forniscono in puro intrattenimento lo donano in fascino, tra mulini a vento, velieri che sparano palle di cannone, torri stregate, giungle colme di banane e molto altro. In linea invece con il minimalismo della serie il comparto audio, rilevante giusto per qualche effetto (i soliti "Mamma mia!", versi di Yoshi e strilli di Toad) e per i piacevoli brani di sottofondo.

    Una bella festa

    Mario Party 9 Mario Party 9Versione Analizzata Nintendo WiiMario Party 9 rappresenta sicuramente l’episodio più riuscito degli ultimi anni, il migliore dopo il quarto. Gli sviluppatori hanno avuto il coraggio di implementare alcune innovazioni, riuscite però solo a metà, ma va premiata certamente la loro volontà di migliorare una serie in netto declino. Peccato per la poca creatività mostrata nella realizzazione dei tabelloni, perché i minigiochi sono i soliti, piacevolissimi da giocare. Per il resto su questo episodio si può utilizzare lo stesso metro di valutazione implementato con gli altri: acquisto imprescindibile se giocato con una schiera di amici, del tutto trascurabile se avete compagni allergici a funghetti e stelline.

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