Recensione Marvel vs Capcom Origins

Una mini-raccolta ci riporta alle origini dei picchiaduro Marvel

Recensione Marvel vs Capcom Origins
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Di collection, remake e rimasterizzazioni in HD, negli ultimi anni ne abbiamo visti veramente tante. Sarà che forse le Software House hanno poche idee o sarà che la nostalgia rende più del nuovo che avanza, ma questa tendenza si è accentuata sensibilmente e quasi ogni editore ha ormai rispolverato i suoi vecchi cavalli di battaglia per riproporli in HD sulle moderne console.
    Non è da meno Capcom, che, dopo Street Fighter, torna a recuperare un altro picchiaduro arcade anni '90. Stiamo parlando di Marvel vs Capcom, che ad ottobre torna, sugli scaffali virtuali del PS Store e di Xbox Marketplace, in una mini-raccolta, chiamata "Marvel vs Capcom: Origins", che contiene, oltre al titolo già citato, anche Marvel Super Heroes .
    Per i collezionisti dell'epoca digitale, il valore della coppia di prodotti è innegabile, ma dal punto di vista ludico come si comportano i due Beat'em up?

    Ritorno alle Origini

    Appena avviato il gioco, immagini e suoni ci riportano subito alle atmosfere dei cabinati e degli anni d'oro delle Sale Giochi, e i giocatori di vecchia data probabilmente si sentiranno subito a loro agio, non senza un po' di nostalgia. Per i più giovani, invece, il primo approccio con questa raccolta potrebbe essere un po' spiazzante perché, diciamolo subito, quasi tutte le carte di Marvel vs Capcom: Origins sono legate al fascino dell'Old-School, mentre aggiunte e revisioni paiono pensate per irretire i retrogamer incalliti.
    Le novità vere e proprie si limitano all'introduzione del multiplayer online e a qualche buona aggiunta di contorno come la Galleria, nella quale si possono spendere i punti guadagnati giocando per sbloccare vari bonus come artwork, filmati, personaggi extra. Per i completisti, la sezione Sfide presenta un elenco di obiettivi da compiere in-game, in modo da ottenere le relative ricompense sotto forma di punti spendibili nella Galleria.

    Nel quadro delle novità introdotte troviamo la modalità Spettatore e la possibilità di salvare i replay, sempre gradite in un picchiaduro ma in questo caso forse fin troppo eccessive. Come vedremo, a rendere meno pregnanti queste introduzioni e minare alla base anche l'utilità del multiplayer c'è infatti un combat system con un carattere non sempre ben definito ed un roster di personaggi tutt'altro che bilanciato.
    A livello grafico comunque, troviamo qualche filtro aggiuntivo che cerca di adattare come meglio può il titolo all'alta definizione, riuscendo nell'impresa solo grazie alla qualità originale degli sprite, molto grandi e ben animati. Marvel Vs Capcom: Origins sostiene anche un approccio mutualmente inverso, più “filologico” , grazie ad un filtro che imita le imperfezioni del tubo catodico, e che rappresenta un'aggiunta simpatica ma tutt'altro che utilizzabile.

    ANCHE I SUPER EROI INVECCHIANO

    Il primo gioco in ordine cronologico è Marvel Super Heroes, uscito nel 1995, che presenta un roster per la verità un po' limitato, proponendo una selezione di personaggi tratti esclusivamente dai fumetti Marvel, come ad esempio Spiderman, Hulk, Wolverine. Sono in tutto tredici: dieci disponibili da subito e tre sbloccabili nella Galleria con le modalità descritte in precedenza. Per quanto riguarda le modalità, non c'è molta scelta: oltre all'Allenamento, dove potremo prendere confidenza con i comandi e imparare le mosse dei nostri super eroi, c'è soltanto la modalità Arcade, classica scalata, attraverso 8 stage, che darà accesso, una volta completata, ad un breve filmato conclusivo diverso a seconda del personaggio.
    A livello di gameplay, il gioco si presenta in tutto e per tutto come un picchiaduro old school: il livello di difficoltà è unico e resta piuttosto impegnativo. Questo rende generalmente i match divertenti ed appaganti, ma a spegnere gli entusiasmi ci pensa il bilanciamento dei personaggi, assolutamente inadeguato all'epoca ed ancora oggi capace di rendere alcuni match decisamente frustranti. L'impegno di Capcom per risolvere problemi universalmente riconosciuti dalle community dei fan latita ancora, ed è un peccato, soprattutto se si considera il prezzo del pacchetto.

    I match, in ogni caso, vengono disputati 1 vs 1, al meglio dei 3 round, come in molti altri giochi del genere. Il battle system è molto classico, con colpi a diversa altezza e le immancabili iper combo, neanche troppo complicate da mettere a segno. La vera peculiarità di questo gioco è rappresentata però dalle gemme: se pensavate che la comparsa delle tanto odiate “Gem” in Street Fighter X Tekken fosse una totale novità, dovete ricredervi. Per fortuna in questo caso le gemme non servono come Perks e modificatori da applicare a priori (un sistema che rovina completamente il bilanciamento di molte partite), ma compaiono casualmente nello stage, e funzionano da power-up immediati. Ad esempio, avremo gemme che potenzieranno per qualche secondo i nostri colpi, gemme che ci renderanno momentaneamente più resistenti o più rapidi o, ancora, gemme che ci restituiranno un po' di salute. Inoltre mettendo a segno delle mosse ben precise, avremo persino la possibilità di "rubare" le gemme del nemico. Il sistema è gradevole e indovinato, e non si capisce come mai Capcom abbia voluto rivalutarlo nel suo prodotto più recente stravolgendolo completamente.

    QUANDO CAPITAN AMERICA INCONTRA RYU

    Marvel vs Capcom (uscito nel 1997) è il primo capitolo della serie crossover, che annovera, in un unico roster, personaggi Marvel e personaggi tratti dalle più famose produzioni targate Capcom, tra i quali Ryu, Megaman, Zangief e altri. I lottatori sono in tutto 15 (21 se si tiene conto delle versioni potenziate, acquistabili dalla Galleria). Rispetto a Marvel Super Heroes, qui la struttura di gioco cambia: viene introdotto il tipico tag-team match, che verrà riproposto anche nei capitoli successivi della saga. Questo sistema prevede incontri 2 vs 2: il giocatore dovrà infatti scegliere due lottatori che alternerà a piacimento sul campo di battaglia e che verranno anche spalleggiati da un terzo elemento, scelto a caso dalla CPU in una rosa di personaggi non giocabili, che potrà entrare in campo per qualche secondo e fare il suo attacco, per poi defilarsi subito dopo. Altra differenza strutturale riguarda il numero di round: in Marvel vs Capcom infatti, i match sono costituiti da un singolo round. La modalità Arcade (che, anche in questo caso, è l'unica presente) è sempre composta da 8 stage di difficoltà crescente, che portano ad un finale diverso per ogni personaggio.

    Il livello di sfida invece raggiunge picchi piuttosto elevati, specialmente negli ultimi stage, risultando a tratti frustrante per i non esperti del genere. Anche per Marvel Vs Capcom bisogna infatti replicare il discorso sul bilanciamento tutt'altro che perfetto del roster. Non è facile scegliere a cuor leggero la coppia di eroi preferiti, se questi ricadono nella categoria di personaggi “sfortunati”, costretti a cedere il passo a “colleghi” ben più rapidi, potenti e con maggiore mobilità.
    Marvel vs Capcom, in ogni caso, mostra qualche upgrade tecnico rispetto a Super Heroes: gli scenari appaiono più curati e le mini cut-scene che fanno da preludio alle super mosse sono decisamente più spettacolari. Complessivamente però il gioco appare molto meno intrigante rispetto al secondo capitolo: sia per dinamiche di gioco che per freschezza e bilanciamento, Marvel Vs Capcom 2 la spunta sul suo sequel, e lo diciamo proprio considerando che ad un prezzo accattivante è possibile acquistarlo sugli store online.

    MAL COMUNE... NIENTE GAUDIO!

    A fronte dei difetti di bilanciamento sopra citati, l'introduzione della modalità multiplayer perde buona parte del suo fascino. E lo dimostra il fatto che i attualmente i server di gioco sono praticamente deserti: trovare una partita diventa un'impresa titanica, ed è quindi molto difficile testare la qualità di un Netcode che comunque dovrebbe essere discreta, appoggiandosi all'ormai noto servizio GGPO. E' presente ovviamente anche la possibilità di giocare in multiplayer locale.
    Da segnalare poi che il gioco è solo parzialmente in italiano, nel senso che, mentre i menù sono tradotti, le didascalie delle vignette che compongono i filmati o le brevissime scene d'intermezzo tra i combattimenti sono state lasciate in lingua inglese.
    Un'altra considerazione riguarda il control scheme. Ovviamente, come tutti i picchiaduro, anche Marvel vs Capcom: Origins da il meglio di sé giocato con un arcade stick, ma nonostante questo, i due titoli che compongono questa raccolta non risultano tecnici all'inverosimile, ed anzi già cominciano ad abbracciare quella filosofia che poi è sopravvissuta fino al terzo capitolo del Cross Over. Per certi versi quindi l'approccio agli scontri appare un po' chiassoso, ed al contempo accessibile anche ai meno esperti del genere.

    Marvel vs Capcom Origins Marvel vs Capcom OriginsVersione Analizzata PlayStation 3Marvel vs Capcom: Origins è una raccolta che ci sentiamo di consigliare soltanto ai nostalgici appassionati del genere. Senza opportune operazioni di revisione dal punto di vista tecnico o ludico, i titoli cominciano a sentire il peso degli anni, soprattutto per quel che riguarda il bilanciamento dei personaggi, purtroppo sbagliato già all'epoca e non corretto in questa riedizione. Alla luce di questo, anche alcune idee indovinate (come il Gem System nella sua forma originale) tendono a perdere spessore. Il problema di Marvel Vs Capcom: Origins è proprio questo suo approccio fin troppo “filologico”, che recupera senza troppe modifiche i due Beat'em Up, e punta troppo sull'effetto-nostalgia. Di certo i collezionisti apprezzeranno la raccolta, ma se consideriamo il prezzo piuttosto elevato (14,99 euro/1200 MP), bisogna ammettere che sugli store online si trova di più e di meglio allo stesso prezzo, anche nell'offerta dello stesso publisher. Senza scomodare Street Fighter (Marvel Vs Capcom è infatti meno tecnico e più accessibile), il secondo capitolo del Cross Over può essere un sostituto più degno, vario, intrigante anche dal punto di vista tecnico.

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