Mary Skelter Nightmares Recensione

Il nuovo dungeon crawler per PS Vita abbandona le radiose tematiche delle produzioni Compile Heart per trascinarci in un mondo cupo e sanguinoso.

Mary Skelter Nightmares Recensione
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  • PSVita
  • Nell'immaginario collettivo è ormai indissolubile il legame fra Compile Heart e la saga di Hyperdimension Neptunia, l'irrefrenabile (e in continua espansione) parodia della console war imbastita dallo sviluppatore nipponico; eppure dopo la sua fondazione, avvenuta nel non troppo lontano 2008, la software house nipponica ci ha proposto non solo le sconclusionate scorribande di Neptune e compagnia cantante, ma anche svariati altri titoli -più o meno validi- come Fairy Fencer F, Trillion e la serie di Genkai Tokki. Proprio quest'ultima ha visto l'azienda muovere i propri primi e timidi passi nel già oberato genere "dungeon crawler", che di PlayStation Vita ha ormai fatto la propria dimora principale, senza però centrare mai in pieno il bersaglio. MeiQ: Labyrinth of Death in particolare, che abbiamo esaminato solo dodici mesi or sono, introduceva sì delle funzioni alquanto apprezzabili, ma si dimostrò carente sotto tutti gli aspetti principali del genere ludico di appartenenza. È primariamente per questo motivo che abbiamo accolto con molte riserve l'annuncio del nuovo Mary Skelter: Nightmares, ennesimo dungeon RPG approdato alcuni giorni fa sulle PS Vita europee; la lunga prova cui l'abbiamo recentemente sottoposto ha però dimostrato quanto lo sviluppatore nipponico abbia saputo aggiustare il tiro e imparare dai passi falsi commessi nel recente passato.

    Una fiaba traboccante di sangue e incubi

    Mary Skelter: Nightmares è ambientato in un'oscura e terrificante prigione vivente, un gigantesco essere di natura ignota che in passato ha fagocitato la più lussureggiante città del Giappone moderno, intrappolando al proprio interno i suoi abitanti. Al suo posto vi sono oggi un profondo cratere ed una raccapricciante prigione sotterranea in cui gli uomini, che un tempo vivevano spensierati nella città e nelle zone limitrofe, vengono monitorati e torturati ingiustificatamente, giorno dopo giorno, da bizzarre e spietate creature chiamate "Marchen". In questa granguignolesca condizione vivono anche Jack e Alice, affiatati compagni di cella e protagonisti della vicenda, che nelle prime battute del gioco vengono tratti in salvo dalla misteriosa Red Riding Hood, una vivace fanciulla che afferma di essere una cosiddetta Bloody Maiden: le poche persone -tutte rigorosamente di sesso femminile- in grado di tenere testa ai tremendi Marchen. La stessa Alice, dopo la fuga, si scoprirà anch'ella una Bloody Maiden e si unirà al Blood Team, l'avanguardia di un'organizzazione che mira a liberare tutti i prigionieri dei Marchen e a ricondurre la popolazione in superficie. Nonostante i poteri delle Bloody Maiden, l'obiettivo delle forze di liberazione è però ancora ben lontano dall'essere raggiunto, poiché due grandi ostacoli precludono il buon esito della missione. Innanzitutto, la Prigione (così chiamata dai suoi abitanti) è protetta dai potenti Nightmare, inquietanti guardiani in grado di risorgere un numero di volte pressoché infinito. Il secondo, ben più grave, è rappresentato invece dallo stato di berserk che minaccia la sanità mentale delle Bloody Maiden: laddove il contatto col sangue dei Marchen permette alle giovani guerriere di fortificarsi ed entrare nella modalità Massacro (che analizzeremo in seguito), una quantità eccessiva di plasma nemico scatena invece il fattore Bloody Skelter, uno stato di furiosa eccitazione che porta le ragazze a non distinguere gli amici dai nemici, e a cui in passato non vi era alcun rimedio, se non la morte. È qui che entra in gioco il volenteroso Jack, l'unico Bloody Youth finora scoperto dall'organizzazione e il cui sangue si dimostrerà la sola arma in grado di prevenire o comunque curare i disturbi psicotici delle succinte compagne d'arme. Il compito del giocatore sarà dunque sopravvivere e farsi strada in un mondo oscuro, irto di trappole, pericoli di vario genere e soprattutto macabre creature sempre pronte ad annichilire il party alla minima distrazione.

    Nonostante l'incipit richiami apparentemente tematiche già affrontate nei due episodi di Criminal Girls, la trama di Mary Skelter: Nightmares ci è parsa molto più profonda, coinvolgente e ben strutturata delle proposte Nippon Ichi Software, anche grazie alla superba (e inaspettata) caratterizzazione dei personaggi principali. Curiosamente infatti, sia Jack che le dieci Bloody Maiden incontrate dall'eroe richiamano svariati personaggi delle favole, come Biancaneve e la Bella Addormentata, e ne conservano per giunta alcuni tratti caratteristici; è proprio il sapiente utilizzo di queste figure, le cui vicende e personalità si rivelano un riuscito mix fra classico ed originale, a dar vita al complesso e funesto intreccio narrativo imbastito da Compile Heart, che per l'occasione ha deciso di accantonare le scanzonate e radiose tematiche tipiche delle sue produzioni.
    Anche in termini di longevità, Mary Skelter: Nightmares si è dimostrato alquanto superiore alla media dei propri simili. Il completamento del gioco richiederà infatti una cinquantina di ore almeno, senza contare il corposo post-game che gli utenti potranno sbloccare solo dopo aver ultimato la "good ending route". Attenzione dunque, perché alcune scelte compiute durante l'avventura potrebbero precludervi l'accesso ai contenuti extra dopo i titoli di coda!

    Qualora la trama di Mary Skelter: Nightmares non vi abbia ancora incuriositi, il gameplay ci riuscirà senza dubbio. Come la maggior parte dei dungeon crawler, il titolo presenta innanzitutto gli amati/odiati scontri casuali con battle system a turni, più una serie di combattimenti scriptati innescabili in prossimità di trappole e ostacoli. I sotterranei sono infatti colmi di tranelli di vario genere, superabili attraverso le abilità univoche delle dieci Bloody Maiden. Per esempio, se le frecce della Bella Addormentata permettono di premere pulsanti altrimenti irraggiungibili, le bombe di Biancaneve possono distruggere pareti per svelare sentieri nascosti, mentre la robusta Cenerentola garantisce una velocità di movimento assai superiore alla norma, fondamentale per superare trappole a tempo, pavimenti fragili e via discorrendo. Nei vasti e assai cupi dungeon diventa quindi indispensabile prestare la massima attenzione all'ambiente circostante e sfruttare al meglio le capacità di ciascun componente del party, altrimenti il giocatore potrebbe ritrovarsi fastidiosamente bloccato per diverse ore in una determinata area. Ciò che rende peculiare l'avanzamento in Mary Skelter: Nightmares è l'alternanza di quelle che potremmo definire due fasi ben distinte. La prima è rappresentata dalla classica esplorazione a tutto campo, durante il quale il giocatore si farà strada fra i vari piani dell'area, recupererà preziose materie prime, e soprattutto cercherà di tenersi alla larga dall'immortale Nightmare di turno.

    Se nella prima parte occorrerà fuggire ad ogni comparsa del suddetto incubo, la seconda fase avrà invece inizio nel momento in cui il giocatore individuerà il nucleo nascosto in ciascun dungeon: una volta distrutto, il Nightmare guardiano perderà la sua capacità di risorgere e potrà finalmente essere annientato una volta per tutte. Proprio quest'alternanza tra ritirata e caccia rappresenta uno degli aspetti più innovativi e divertenti della produzione, in quanto la repentina comparsa dei Nightmare spezza l'altrimenti monotono ritmo che in genere caratterizza l'esplorazione tipica dei dungeon crawler.
    È però il combat system l'aspetto più soddisfacente dell'intera produzione. A ciascuno scontro possono partecipare fino a sei personaggi: cinque diverse eroine più il buon Jack, che in realtà ha solo una funzione di supporto per le compagne e non potrà essere rimosso in nessun caso. Proseguiamo però per gradi ed esaminiamo il sistema turn based del titolo. Innanzitutto, l'ordine di attacco di mostri e compagni è determinato da una speciale barra posta nella sezione alta dello schermo, influenzata principalmente dall'agilità dei singoli. Ciascuna Bloody Maiden dispone di quattro diversi comandi: l'attacco normale, le abilità speciali -come tecniche e incantesimi- che consumano SP, la parata e infine la fuga per sottrarsi a uno scontro indesiderato. Una degli aspetti principali da tener bene a mente durante le battaglie consiste nel punto debole del nemico, ossia la sua debolezza elementale; qualora venga sfruttata, questa genera danni extra e scatena l'effetto chiamato "Blood Splatter", il quale riempirà gradualmente l'apposita icona posta accanto alla barra HP di ciascuna combattente. Una volta satura, la Bloody Maiden entrerà nella modalità Massacro, e per una manciata di turni subirà non solo una vampiresca trasformazione fisica, ma godrà di un sostanzioso incremento delle proprie statistiche e potrà accedere a skill persino più rovinose. Qualora siano invece i nemici a arrecare danni ingenti, o peggio eliminare un componente del party, il sangue accumulato dall'effetto Blood Splatter non attiverà la modalità Massacro, bensì il fattore Bloody Skelter. In questo caso, la combattente influenzata attaccherà in maniera casuale sia i propri alleati che gli avversari finché non subirà un KO. Solo il buon Jack, attraverso l'arma chiamata "Mary Gun", potrà purificare le compagne di squadra "spruzzandole" col proprio sangue, a patto che questi ne abbia a sufficienza. In ciascun turno, infatti, il ragazzo avrà l'opportunità di generare plasma, difendersi o purificare le Bloody Maiden, a seconda delle necessità.

    Degno di menzione è anche il livello di personalizzazione offerto dal gioco. Non solo l'utente può scegliere e modificare liberamente la classe di ciascuna eroina fra le tante disponibili, al fine di elaborare strategie sempre più efficaci e fantasiose, ma soprattutto ha il dovere di selezionare personalmente le abilità passive e attive da insegnare e impostare alle combattenti ad ogni nuovo level-up. Persino le armi ed il resto dell'equipaggiamento presenta un discreto livello di personalizzazione e può essere potenziato per un massimo di nove volte attraverso il dispendio di appositi cristalli, lasciati cadere dai mostri al termine delle battaglie.
    Tra le altre novità segnaliamo infine la funzione "Blood Devolution", la quale consente di abbassare a propria discrezione il livello raggiunto da ciascuna Maiden e di godere, di volta in volta, di bonus alle statistiche sempre maggiori. Purché il giocatore abbia infatti un sufficiente numero di cristalli, la suddetta funzione potrà essere utilizzata anche diverse dozzine di volte: il personaggio selezionato tornerà puntualmente al livello iniziale ma conserverà statistiche sempre più alte. Si tratta di una meccanica a doppio taglio, specialmente se usata nelle fasi iniziali dell'avventura, poiché se da una parte il bonus offerto garantisce una costante curva di perfezionamento, dall'altra lo sgradevole ritorno al livello uno comporterà tediose sessioni di grinding aggiuntive che potranno minare la pazienza dei giocatori meno avvezzi a tale attività. In ogni caso, l'utilizzo della funzione Blood Devolution non è assolutamente fondamentale per il completamento della campagna principale, anche perché il gioco presenta tre diverse opzioni di difficoltà, riuscendo ad accontentare qualsiasi palato.

    Un pizzico di fanservice

    Era prevedibile che Mary Skelter: Nightmares presentasse almeno un minimo di fanservice, e infatti il titolo offre un mini-gioco del tutto opzionale che, se utilizzato prima di avventurarsi nei dungeon, permette di potenziare temporaneamente fino a quattro combattenti. Nella base dell'organizzazione Dawn, infatti, il protagonista Jack sarà capace di utilizzare la pruriginosa funzione "Purge Corruption" sulle sue compagne per rimuovere completamente il tasso di corruzione (indicato sullo schermo da macchie di sangue mostruoso) e conferire loro dei momentanei power-up. Come si traduce tutto questo in termini di gameplay? Chiunque abbia giocato un Criminal Girls l'avrà già intuito: attraverso lo schermo touch della PS Vita, il giocatore è infatti chiamato a strofinare sulle parti "sporche" e contaminate delle avvenenti fanciulle fino a "purificarle" del tutto. Come se non bastasse, i giocatori più maliziosi potranno dilettarsi con un simpatico e semplice sistema di affezione che, attraverso regali e decorazioni per le stanze delle singole eroine, permette di sbloccare ammiccanti artwork anche piuttosto belli, in pieno stile Compile Heart.
    Gli unici aspetti sottotono della produzione sono purtroppo il comparto tecnico e sonoro. Durante la nostra prova abbiamo infatti registrato qualche fastidioso calo di frame rate nel corso delle battaglie più concitate, magari con un elevato numero di nemici sullo schermo; in ogni caso, si tratta di episodi isolati e giustificabili entro certo limiti. Lo stesso non si può però dire di mostri e scenari, ancora troppo spogli e poco variegati, come del resto accade in tutti i titoli di casa Compile Heart. Molto bello invece il character design, affidato al sempre ispirato Kei Nanameda, che già da qualche anno collabora con Idea Factory e in passato si era fatto apprezzare per il lavoro svolto su Trillion: God of Destruction.
    Come anticipato poc'anzi, la seppur vasta colonna sonora, composta da vari artisti e non dal consueto Tenpei Sato (anch'egli impegnato su Trillion e sul meno riuscito MeiQ), spesso non accompagna a dovere i toni della narrazione e per di più fa un utilizzo eccessivo del movimentato tema principale, portando facilmente l'utente a detestarlo già dopo qualche ora di gioco. A risollevare il comparto audio ci pensa in questo caso l'ottimo doppiaggio originale nipponico, di certo meglio recitato e più azzeccato della traccia anglofona.

    Mary Skelter: Nightmares Mary Skelter: NightmaresVersione Analizzata PlayStation VitaSe il genere dungeon crawler è spesso visto di cattivo occhio, soprattutto qui in Europa, il motivo va probabilmente cercato nella mancanza di inventiva e voglia di rinnovarsi che caratterizza buona parte dei titoli del genere, ancora troppo ancorati a meccaniche obsolete e spesso tediose. Mary Skelter: Nightmares, a dispetto dei pronostici, prende in prestito i più riusciti elementi del suddetto genere ludico e li mescola a meccaniche nuove e fantasiose, proponendo un cocktail gustoso e moderno. Il livello di personalizzazione ed il combat system in particolare, così vasto e caratterizzato da una curva di apprendimento particolarmente ostica, riusciranno di certo a fare la gioia di qualsiasi appassionato di RPG. Il tutto è infine contornato da una storia ben più riuscita di quanto visto nella maggior parte dei dungeon crawler che già oberano il parco giochi di PlayStation Vita. Peccato solo per i dialoghi prolissi tipici delle produzioni Compile Heart, i quali contengono spesso informazioni irrilevanti e fungono da deterrente per i giocatori meno inclini a leggere lunghi quantitativi di testi in lingua inglese.

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