Recensione Mega Man 9

Welcome Back Megaman

Recensione Mega Man 9
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Il ritorno del Blue Bomber

    Mega Man è, al pari di Mario, Sonic, Bomberman e pochi altri, una delle icone assolute del videogame made in eighties. Chi dice il contrario smetta pure di leggere.
    Come capita spesso a questi grandi personaggi, il passare del tempo ne ha offuscato un pò la brillantezza. Forse a causa dei poco entusiasmanti episodi tridimensionali (non parliamo dei Dash: quelli erano stupendi), o forse per via di una generale perdita di smalto di Capcom, troppo occupata a valorizzare shooter ed action in terza persona per dare la giusta importanza alla saga di Zero o ai remake per PSP, altissime punte del platforming bidimensionale moderno.
    Una cosa però è certa: è a tutti i fan che imperterriti hanno continuato a seguire le gesta del Blue Bomber che Capcom ha dedicato, sotto la guida di Keiji Inafune, un progetto di grande recupero storico che risponde al nome di Mega Man 9.
    Un seguito diretto della prima serie di Mega Man non si vedeva dal 1998 su Super Nintendo, dai tempi di Rockman & Forte (uscito in occidente solo nel successivo porting per GBA, Mega Man & Bass). L'annuncio del nuovo capitolo è stato seguito, come prevedibile, da una serie di immagini, voci, e fake d'ogni tipo. Ma, tra insistenti rumor circa un'uscita esclusiva PSP e diatribe sulla continuity storica, c'era un solo dubbio che attanagliava la mente dei veri fan del robottino blu: 2d o 3d?
    E immaginate lo stupore quando il velo è stato levato dal progetto: Inafune e IntiCreates hanno stupito stampa, addetti ai lavori ed utenti con il solito, vecchio sprite di memoria nintendiana.
    Un pugno in un occhio e tabula rasa su qualunque discussione riguardo la piattaforma di riferimento: gli otto bit sono tornati in vita su tutte le current gen; Xbox360, PS3 e Wii.

    Gameplay d'annata

    Collocato tra Mega Man 8 e Mega Man & Bass, il nono episodio viene introdotto da una serie di disegnini pixellosi e da elementari finestre di testo, perfettamente in linea con quelle viste nell'ultimo episodio ad otto bit.
    La storia vede il Dr Wily accusare Light di aver scatenato otto robot con lo scopo di seminare il panico in città. Toccherà a Mega Man sistemare le cose, dimostrando l'innocenza del suo paffuto creatore e al tempo stesso rendendo innocui i suoi compagni di circuiti e silicone.
    A questo punto sarà già chiaro se il titolo fa per voi o meno. La musica di sottofondo, i colori, le rare animazioni che precedono la schermata del titolo sono non solo la prima portata di un prelibato piatto d'annata, ma anche il biglietto da visita di un titolo che non solo scimmitta giochi vecchi di vent'anni, ma addirittura ritorna alle origini della serie, eliminando la maggiorparte degli elementi del gameplay aggiunti nel corso dei vari sequel.
    Il controllo del personaggio è affidato a soli due tasti, uno per il salto e uno per lo sparo. Tutto qua. Dimenticate scivolate, colpi a carica, persino shortcut che permettano di cambiare armi al volo. E non lasciatevi ingannare dalla presenza di un negozio in cui spendere crediti in cambio di power up: tutto quel che potrete acquistare sono semplici vite aggiuntive e scorte di energia. Nessun power up permanente ne armi segrete saranno a vostra disposizione per salvarvi da quel nemico apparentemente troppo potente o per permettervi di saltare con tranquillità i pozzi senza fondo.
    L'abilità del giocatore e la conoscenza millimetrica di ogni stage fanno la differenza, e tra un game over e l'altro non potrete che rievocare ricordi agrodolci di quei pomeriggi estivi passati a cercare di sopravvivere all'inferno di raggi laser del livello di Quickman, o alle impetose piattaforme a scomparsa nello stage di Iceman.
    Perchè, ebbene si, gli sviluppatori sono riusciti a creare una serie di livelli ancora più crudeli e difficili, ricchi di richiami familiari ma al tempo stesso dotati di un numero enorme di nuovi concept in grado di portare questo platform a livelli di frustrazione davvero mai visti.
    E questo vale anche per chi ha finito Mega Man Zero con rank S.
    Gli otto livelli iniziali (una volta sconfitti i primi otto boss ci sarà la solita fortezza da esplorare) potranno essere affrontati in qualunque ordine: l'unica cosa da tener conto è che, battendo un robot master, otterremo una nuova arma. Mai come prima sfruttare le debolezze dei boss è un aspetto vitale del gameplay, poichè alcuni nemici sono a dir poco impossibili da atterrare con il solo Mega Buster.

    Otto bit

    Malgrado il livello di difficoltà diabolico, il level design davvero eccezionale vi spingerà a ripercorrere gli stessi corridoi più e più volte, cercando di migliorarvi e superare quella stanza zeppa di spine mortali o i tremendi miniboss.
    Come accennavamo poco fa, in quasi tutti i livelli sono stati introdotti interessanti elementi in grado di proporre qualcosa di veramente nuovo. Nello stage di Tornado Man, per esempio, dovremo farci largo verso corridoi irti di spine salendo a bordo di piattaforme rotanti: un salto al momento sbagliato e ci ritroveremo a testa in giù verso il vuoto.
    Anche i mostri "generici" che infestano ogni stage sono stati caratterizzati in modo da offrire un alto livello di sfida, e al tempo stesso un'esperienza diversa a seconda di quale livello stiamo visitando. Se lo stage di Splash Woman (all'improvviso, una robottina!) è gremito di creaturine deboli ma veloci, che salteranno addosso al protagonista con l'unico scopo di fargli perdere l'equilibrio e lasciarlo cadere da alcuni strani ascensori-bolla; il livello di Hornet Man sarà difeso da resistenti torrette cannone che dovremo sfruttare a nostro vantaggio per abbattere pareti, liberando così la strada per lo schermo successivo.
    A rendere ancor più appetibile l'intera esperienza di gioco, Capcom ha introdotto un sistema di sfide simili agli achievement disponibili su Xbox 360 e Ps3 (unificando l'esperienza di gioco anche per gli utenti Wii) in grado di prolungare notevolmente la longevità del titolo.
    Gradita introduzione è il time attack, valida alternativa allo story mode principale per tutti quei giocatori che riusciranno a padroneggiarne la struttura in breve tempo.
    Inoltre un sistema di download permetterà di arricchire Mega Man 9 con un un gran numero di contenuti aggiuntivi, come nuovi livelli o altri personaggi giocabili (Proto Man, o Blues se preferite).
    Tenendo conto di tutte queste feature, diviene immediatamente chiaro come Mega Man 9 presenti un'offerta corposa, capace di sfruttare a proprio vantaggio la brevità della modalità principale (i più bravi potrebbero finire il gioco in un'oretta), puntando tutto sulla rigiocabilità e la possibiltà di accedere ad una serie di sfide davvero impegnative.

    Gusto retrò

    Proporre al giorno d'oggi un gioco che in tutto e per tutto rispetta crismi e tecnicismi di due lustri fa è un atto di grande coraggio. Molti, avviando il titolo, potrebbero storcere il naso: dopotutto lo "spettacolo" che si para innanzi al giocatore è una serie di schermate composte da una manciata di pixel e pochissimi colori.
    Quello che conta, nel valutare un prodotto di questo tipo, è taner conto dell'obiettivo degli sviluppatori.
    Su quale delle cadette current gen stiate giocando ha poca importanza. A parte lo smussamento degli angoli (assente nella versione Wii, che è dunque la più fedele agli anni ottanta), Mega Man resta lo stesso platform bidimensionale che avete giocato da bambini. Le animazioni dei personaggi e dei mostri sono ridotte all'osso, nel migliore dei casi parliamo di tre soli frame, mentre gli sfondi sono, salvo rare occasioni, perfettamente immobili. Niente parallasse, figuriamoci effetti di trasparenza. Il design di ambienti e nemici è, però, sempre efficace, e va sopratutto sottolineato come, malgrado siano passati tanti anni, ogni singola nuova creatura che popola questo piccolo universo di pixel sia perfettamente a proprio agio alle prese con il blue bomber. Ovviamente questo discorso vale anche per i boss; in alcuni casi riprendono le fattezze di robot master del passato (Magma Man non vi ricorda un tantinello Neelde Man?), e le armi che otterremo battendoli non sempre saranno esattamente originali, ma tutto sommato si tratta di un marchio di fabbrica della serie. Basta confrontare Stone Man e Guts Man, o il Leaf Shield e la Skull Barrier per accorgersene.
    Parlando di fedeltà, resterete sorpresi nel notare come siano stati riprodotti fedelmente anche piccoli glitch come la scomparsa dei mostri a bordo dello schermo o il respawn esagerato dei nemici.
    Se il comparto visivo potrebbe causare addirittura disgusto nei giocatori più viziati o giovani (dopotutto ci sono ragazzi che negli anni ottanta nemmeno erano ancora nati!), sarebbe impossibile non restare colpiti dalla colonna sonora, interamente composta da brani a base di rigorosa e nostalgica bit music.
    Ogni stage è accompagnato da un tema ben composto e arrangiato, che si autoimpone il limite dei pochi canali del Nes ad otto bit per creare melodie assolutamente orecchiabili e molto varie.
    Un ottimo lavoro anche quello svolto per gli effetti sonori.

    Mega Man 9 Mega Man 9Versione Analizzata Nintendo WiiNon fatevi spaventare dalla difficoltà e dall'aspetto grafico: l'obiettivo di Capcom è stato centrato in pieno. Che si trattasse di far commuovere i giocatori di vecchia data o di impressionare le nuove leve con un prodotto che ricalca perfettamente i più elevati standard di vent'anni fa, IntiCreates e il team di Inafune hanno dato vita ad un titolo anacronisticamente perfetto. Molti penseranno che la casa di Osaka abbia solo voluto sollevare un polverone, oppure che tutto questo entusiasmo per un gioco così bruttino e difficile sia ingiustificato. Provate a fare una partita e smentitevi da soli.

    9

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