Recensione Memoria

Il secondo episodio delle avventure grafiche legate alla saga The Dark Eye coinvolge ed appassiona

Recensione Memoria
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  • Il nome di The Dark Eye: Memoria non riporta alla mente saghe videoludiche blasonate, ne tantomeno campagne pubblicitarie multi-milionarie. Nessun fiume di inchiostro è stato speso per fomentarne l'hype e nessun game designer storico è stato accostato al suo sviluppo; eppure, la nuova avventura grafica di Daedalic Entertainment riesce a dove molti titoli tripla A hanno miseramente fallito: la storia raccontata da Memoria è infatti ascrivibile a pieno titolo tra le più appassionanti, oniriche e coinvolgenti che una produzione videoludica abbia mai proposto negli ultimi anni. Il merito di una così eccelsa qualità narrativa va allo scrittore Kevin Mentz (già autore di Deponia e del primo capitolo della saga di The Dark Eye, Chains of Satinav) e ai personaggi creati dalla sua brillante penna: tanto i protagonisti quanto i comprimari riescono infatti a collocarsi perfettamente all'interno degli eventi, esposti con un'egregia scelta di tempi e parole, instillando nel giocatore simpatie, odi, affetti ed emozioni diverse per ognuno di loro.
    Tutto ha inizio dove il precedente capitolo si era concluso (senza che questo, fortunatamente, riduca il tasso di coinvolgimento per i neofiti della serie): con un giovane ragazzo innamorato ed una maledizione da spezzare; ma i cliché favolistici si trasformano ben presto nel più avvincente dei viaggi.

    Un viaggio Epico

    Geron è un giovane ammaestratore di uccelli dotato di innate capacità magiche che, in seguito ad un destino beffardo (raccontato dagli eventi di Chains of Satinav), vede trasformarsi la sua amata Nuri, da bellissima e leggiadra fata, ad un grosso corvo nero. Seguendo il consiglio di un amico, il nostro eroe si rivolgerà ad un mercante straniero accampatosi fuori dalle mura della città, possessore, secondo molte voci, dell'unico incantesimo in grado di spezzare la maledizione che colpisce Nuri. In cambio dei suoi servizi, a Geron verrà semplicemente chiesto di risolvere un indovinello che perseguita il sonno del forestiero da molte lune, e che riguarda il misterioso destino dell'ultima principessa dell'antica terra di Fasar: Sadja, questo il suo nome, 450 anni prima della nascita di Geron, partì infatti per un'avventura destinata a concludere una sanguinosa guerra contro il suo popolo e a farla diventare la più grande eroina di tutti i tempi, ma la conclusione del suo viaggio rimase sempre avvolta in un fitto mistero. Sciogliere tutti i nodi della vicenda e scoprire il legame tra i nostri due protagonisti sarà quindi compito del giocatore, che grazie ad una serie di brillanti cambi di scena si alternerà al comando di Geron e Sadja. L'avvicendamento dei personaggi ai comandi del proprio mouse non influenzerà solamente le ambientazioni a noi circostanti, ma anche una delle caratteristiche più interessanti a livello di gameplay: l'utilizzo degli incantesimi. Ognuno dei due protagonisti, interagendo con alcuni dei personaggi che incontrerà lungo il percorso, avrà infatti la possibilità di imparare tecniche magiche estremamente utili per oltrepassare molti degli enigmi che troveremo sul nostro cammino: tale scopo sarà raggiungibile grazie a magie dagli effetti 'fisici', come la possibilità di pietrificare piccole forme di vita o di rompere e ricostruire qualsiasi tipo di oggetto, ed altre legate a fenomeni più eterei, come la capacità di seguire una particolare 'scia magica' lasciata da oggetti incantati o creare nella mente del malcapitato di turno visioni che ne manipolino il comportamento. Esiti a parte, gli incantesimi a disposizione dei due protagonisti andranno a formare, intorno agli ultimi capitoli di gioco, un pacchetto numericamente discreto e soprattutto vario, il cui utilizzo sarà sempre collegato ad enigmi ben congegnati. L'ampio spettro di possibilità offerto dalle proprie capacità magiche costringe il giocatore a non abbassare mai l'attenzione davanti ad un nuovo puzzle, e considerare sempre l'utilizzo dei propri incantesimi come fondamentale, almeno quanto quello degli oggetti nel proprio inventario.

    Questa filosofia è resa necessaria anche dalla grandezza quasi mai ingente delle ambientazioni in cui si svolgeranno gli enigmi: salvo qualche eccezione, spesso le soluzioni che saremo chiamati a cercare saranno tutte rintracciabili entro un paio di schermate di distanza, se non proprio all'interno di quella in cui ci troviamo. Viene da sé che il numero di oggetti trasportati dai nostri protagonisti non è mai elevatissimo, e le proprie capacità magiche svolgono anche la piacevole funzione di diversificare un gameplay altrimenti fissato su canoni fin troppo classici ed elementari. A ravvivare la situazione ci pensa anche una buonissima varietà di situazioni e richieste da soddisfare per oltrepassare i puzzle sul nostro cammino: queste passeranno per interrogatori da effettuare, tracce da seguire lungo labirintiche foreste, trappole da approntare nella giusta sequenza, incantesimi altrui da sfruttare in modo intelligente e molto altro. La gamma di contesti nei quali vi ritroverete è sicuramente uno dei punti di forza della struttura ludica di Memoria, e un grande merito va dato al team di sviluppo per essere riuscito a motivare e legare a doppio filo ognuno di questi frangenti con l'ossatura narrativa che sta alle spalle di tutto. La difficoltà degli enigmi, pur vivendo di alti e bassi lungo i vari capitoli che compongono l'avventura, si conferma sempre buona, con casi di trial & error selvaggio contabili veramente sulle dita di una mano durante tutto il playthrough: gli stessi protagonisti del gioco sembrano i primi a voler dissuadere il giocatore dall'utilizzo di tale 'tecnica', con una Sadja che dopo pochi tentativi fortuiti andati a vuoto sbufferà al vostro indirizzo, ricordandovi che perdere la testa e affidarvi al caso non vi porterà da nessuna parte. A sostegno della sua tesi arriva una logica di fondo presente in tutti gli enigmi, che spesso, una volta trovata la soluzione o consultato il suggerimento disponibile all'interno del proprio Questlog, vi farà esclamare il classico 'come ho fatto a non pensarci prima!'.

    Ad infastidire maggiormente il giocatore, non sarà l'assenza di razionalità nei ragionamenti sottesi alla risoluzione degli enigmi, quanto la libertà lasciata al giocatore di utilizzare determinati oggetti anche al di fuori del contesto o della sequenza appositamente pensata per loro, causando involontariamente situazioni frustranti nelle quali l'utilizzo di un determinato oggetto ci verrà precluso al momento giusto, solo perché già combinato o impiegato tentando di risolvere un enigma precedente. Abbastanza frustrante anche la tendenza di alcuni enigmi, fortunatamente pochi, che basandosi su risposte a scelta multipla costringono ad indovinare l'esatta sequenza di risposte impostata dal team di sviluppo, nonostante la situazione ne renda plausibili varie combinazioni. Questi i pochi, sopportabili, difetti di una struttura ludica presentata secondo i più classici schemi del genere, con ambienti esplorabili ed interagibili attraverso i due principali tasti del mouse, e un'interfaccia grafica mai invasiva, il cui menù a scomparsa, oltre che al proprio inventario e settaggi vari, propone una sezione ben più utile: il già citato 'Questlog'. Grazie a quest'ultimo potremo consultare in qualsiasi momento un particolare 'riassunto visivo' della storia, nonché usufruire, a titolo assolutamente facoltativo, di un indizio riguardante l'enigma in fase di risoluzione.

    Visioni e Suoni

    A livello grafico, il viaggio di Geron e Sadja è presentato nello stile impeccabile al quale le avventure Daedalic ci hanno abituato: la qualità del disegno a mano utilizzato per realizzare sfondi e scenari di gioco, si attesta su livelli altissimi ed è in grado di mostrare scorci ed orizzonti altamente evocativi così come ambientazioni urbane ed interni ricchi di dettagli ed elementi in movimento. Discorso leggermente diverso per quanto riguarda la realizzazione dei personaggi su schermo: se la qualità dei loro modelli infatti risulta in linea con il resto della produzione, qualche animazione 'pattinosa' o eccessivamente scattosa e la perdita di colori che affligge i protagonisti in alcune ambientazioni fa storcere un po' il naso in attesa di una patch risolutiva.
    Il settore audio di Memoria ci propone temi dal classico (e forse abusato) mood fantasy-medievale, centrando in pieno il senso del termine 'musiche di sottofondo': la loro dimensione più azzeccata sembra infatti proprio essere dentro un background che scorre senza che questo catturi l'attenzione del giocatore, già impegnato a risolvere un enigma dopo l'altro, ne lo costringa a spegnere le casse del proprio PC. Di ben altro livello il doppiaggio, con voci sempre in linea con la struttura e l'evoluzione dei personaggi: anche in questo frangente si fa sentire il tono un po' serioso, rispetto a molti altri point & click, che contraddistingue tutto il titolo di Daedalic, ma la buona recitazione riesce a farne apprezzare il risultato finale.
    Un'ottima longevità, infine, è garantita anche dalla durata di un'avventura che, al netto di aiuti, colpi di fortuna ed enigmi che vi bloccheranno più del previsto, difficilmente si attesterà sotto un counting minimo di almeno dieci ore.

    Memoria MemoriaVersione Analizzata PCCon The Dark Eye: Memoria, Daedalic Entertainment sforna un'avventura grafica di stampo molto classico, che riesce però ad emergere tra i titoli che cercano di regalare una seconda giovinezza a questo genere, grazie a qualità ben amalgamate ed implementate. Prima fra queste una narrazione di primissimo livello: la storia appassiona e coinvolge dal primo all'ultimo capitolo, grazie a personaggi ben caratterizzati ed una vicenda sempre interessante e velata di mistero fino alle sue battute finali. Molto gradita anche la diversificazione del gameplay che l'utilizzo di una buona varietà di incantesimi garantisce, in perfetta sintonia con l'evidente ricerca di differenziare i compiti e le richieste che portano alla soluzione degli enigmi. Durante il nostro playtrough sono stati molti i momenti nei quali Memoria ci ha regalato la sensazione di vivere un racconto costellato di enigmi, piuttosto che un'avventura grafica fatta e finita, e, a conti fatti, proprio l'immedesimazione e il coinvolgimento offerti sono il pregio che più merita di essere premiato e apprezzato del nuovo titolo Daedalic.

    8

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