Recensione Might and Magic X Legacy

Terminato l'Early Access, il ritorno della storica saga ruolistica è disponibile da oggi per tutti

Might and Magic X: Legacy
Recensione: PC
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  • Ad un primo sguardo, Might and Magic X: Legacy potrebbe essere facilmente scambiato per una produzione indipendente, magari figlia di quel crowd funding che ultimamente sta regalando tante gioie agli appassionati di generi e stili dati per scomparsi, ma la realtà è leggermente diversa. Nonostante la formula early access di Steam abbia senza dubbio contribuito a finanziare una parte del progetto, il ritorno della storica saga gode del supporto di un publisher di primo piano, ossia Ubisoft, detentore dei diritti legati al brand sin dal 2003. La casa francese, fino ad oggi, si era limitata a portare avanti, tra alti e bassi, la saga parallela di Heroes of Might and Magic, ma con questo decimo capitolo della serie principale torna al GDR vecchia scuola. I ragazzi tedeschi di Limbic Entertainment (che finora si sono fatti le ossa solamente su diversi giochi online, e aggiornamenti di Heroes VI) non hanno preso in considerazione le mezze misure, e propongono così una formula che più old stlye non si può, fatta di movimento rigorosamente su "quadretti" e combattimento a turni. L'esatto contrario, in effetti, di quanto i VGDR abbiano fatto dall'inizio degli anni '90 in poi, arrivando nell'ultima decade a mescolarsi con l'action e la spettacolarità più sfrenata. Un vero e proprio salto indietro nel tempo, certamente proposto con un tempismo azzeccato, data la grande voglia di revival testimoniata dal prepotente ritorno degli ruolistici a turni di questi ultimi anni.

    The ways of old

    Immergersi nel mondo di Might and Magic X: Legacy, per mani e occhi ormai abituati a forme d'intrattenimento ben più grafiche e reattive, è un'operazione che richiede qualche minuto di adattamento. Certamente, coloro che hanno avuto modo di giocare al tempo i classici della serie partiranno avvantaggiati, così come i giocatori che, più recentemente, hanno apprezzato l'indie Legend of Grimrock. Per tutti gli altri, la sensazione iniziale sarà indubbiamente claustrofobica. Gli orizzonti, grazie alla visuale in prima persona, sono sufficientemente aperti, ma ci si muove sempre una casella alla volta, e si può guardare solamente a destra o a sinistra, grazie ai tasti Q ed E. Gli sviluppatori hanno aggiunto anche una sorta di "sguardo libero" tramite la mantenuta pressione del tasto destro del mouse, il quale tuttavia non trova particolari utilizzi nel gameplay vero e proprio.
    Per quanto, una volta presa familiarità con il contesto, la sensazione di straniamento si attenui, rimarrà comunque un generale senso di separazione tra la possibilità di esplorare liberamente il mondo di gioco e la costrizione rappresentata dai riquadri. Mentre un gran numero di VGDR vecchia scuola ponevano il giocatore in ambienti volutamente chiusi e angusti, Legacy apre l'elemento esplorativo ad una mappa piuttosto vasta, eppure navigabile solo secondo la rigida struttura delle caselle, e ricca di barriere invalicabili, con un effetto non sempre piacevole. Abituarsi al fatto di doversi costantemente allineare ai nemici per attaccare, o al non poter raggiungere bersagli nelle retrovie perché oscurati da altre presenze nei riquadri più vicini, richiederà molto tempo, e anche dopo diverse ore di gioco, in alcuni casi, accettare alcune paradossali situazioni non sarà facile.

    L'avventura, come da manuale, comincia con la creazione di un party di quattro combattenti, il quale verrà tuttavia controllato come un'unica entità nel mondo di gioco, con evidente deja vu dai classici della serie, e da molti altri dungeon crawler. La dotazione di razze e classi è più che discreta, e si può decidere se selezionare un party predefinito (e già discretamente bilanciato), affidarsi completamente al caso, oppure partire da zero, modellando ogni personaggio in base alle proprie esigenze. Completati i preliminari, ci si trova alle porte della prima città esplorabile, con le prime ore di gioco accompagnate da frequenti pop-up testuali atti a spiegare le basi del gameplay. Quest'ultimo si divide tra libera esplorazione di aree all'aperto, città e vasti dungeon, combattimenti a turni, soluzione di piccoli enigmi ambientali e brevi dialoghi a scelta multipla, sebbene la sfera decisionale non rappresenti uno dei punti di forza del gioco, concentrato molto di più sulla microgestione del party e sugli scontri con i nemici.

    Dungeon Crawling a quadretti

    Se c'è un'attività principe in Might and Magic X: Legacy, si tratta certamente del combattimento, il quale andrà ad occupare un buon tre quarti del tempo speso nelle terre di Ashan. Dungeon e mappe all'aperto, tutto sommato, non presentano in questo senso grandi differenze concettuali, dato che, a prescindere da dove ci si stia inoltrando, gli incontri con i nemici avverranno con notevole frequenza. Preannunciati da un indicatore di allerta, che passerà al giallo quando si verrà avvistati e al rosso al momento dell'ingaggio, gli scontri si rivelano piuttosto rigidi a causa del posizionamento. Il sistema a riquadri impone l'allineamento ai bersagli per poter attaccare, sia dalla distanza sia con offensive ravvicinate, dunque, in caso si venga ingaggiati da posizioni diagonali, occorrerà "passare" i turni fino a quando non ci si troverà correttamente posizionati per dare il via alle danze. Una volta dato il via alle offensive, il giocatore potrà far compiere ai personaggi del party una singola azione per turno, si tratti di attaccare con un'arma, lanciare un'incantesimo o bere una pozione, oppure spostarsi in un altro riquadro. Il movimento, tuttavia, è soggetto a pesanti limitazioni, e in generale ogni scontro iniziato va in qualche modo concluso, vivi o morti a seconda delle circostanze. Già le prime ore di gioco sono sufficienti per comprendere come, a prescindere da quale dei due livelli di difficoltà si è scelto, Might and Magic X: Legacy è un gioco che non solo non perdona sviste, ma può dispensare imprevedibili momenti punitivi al giocatore. In generale, si tratta della precisa volontà degli sviluppatori di proporre un ambiente di gioco non facile da affrontare, ma si notano anche diversi problemi di bilanciamento e level design. A volte, un colpo di sfortuna, magari dovuto ad un colpo critico fuori scala, può risolvere un lungo combattimento contro banali nemici standard in un niente di fatto, mentre durante le boss fight può capitare di vedere in azione mosse che uccidono istantaneamente.

    Inoltre, durante la libera esplorazione non vi è modo di comprendere il livello dei nemici prima dell'ingaggio. Dato che le statistiche delle creature ostili non crescono insieme a quelle del giocatore, ma rimangono sempre fisse precludendo diverse aree all'inizio, l'unico modo per scoprire la fattibilità di uno scontro sarà sbatterci la testa, a volte facendosi molto male.
    Nonostante questi difetti possano costare al giocatore in termini di senso di frustrazione e "tempo perso", nel complesso il combat system di Legacy riesce anche a regalare grandi soddisfazioni. Quando le ristrettezze a livello di mappa e i problemi di bilanciamento non si fanno troppo sentire, vincere uno scontro sul filo del rasoio regala ottime sensazioni, e il senso di crescita permetterà di sbloccare via via chance tattiche sempre più interessanti, con una buona sinergia nel classico sistema tank-arcieri-maghi. Il ritmo degli scontri è più vivace di quanto ci si potrebbe aspettare, e la grande quantità di punti da distribuire nelle skill elargiti ad ogni passaggio di livello garantisce ben presto una buona varietà di mosse d'attacco e incantesimi da mettere in campo.
    Purtroppo, i combattimenti tendono a sfiancare molto velocemente il party, soprattutto se si considera che durante le prime ore di gioco un semplice incantesimo base può esaurire quasi completamente una barra del mana. Pozioni e altri consumabili vanno acquistati in quantità industriali, ma questo non sempre basta. Date le notevoli dimensioni dei dungeon e la mancata autosufficienza del party, completare in un'unica sessione un'ambientazione sarà quasi del tutto impossibile, e questo richiederà un lento backtracking fino alla città più vicina, per riempire nuovamente l'inventario, far risorgere gli eventuali caduti e acquistare razioni, necessarie a far riposare il party. Se si considera inoltre il fatto che l'incantesimo necessario all'identitificazione degli oggetti richiede diverse ore di gioco per essere acquistato, e l'unica alternativa è rappresentata dai negozianti in città, è facile comprendere come si tratti di una precisa scelta del team di sviluppo, purtroppo incomprensibile. Spezza oltremodo il ritmo di gioco, e soprattutto non aggiunge nulla all'esperienza, se non tediose sessioni di backtracking. La generale mancanza di bilanciamento nel game design porta anche ad altre spiacevoli conseguenze, come i negozi di alcune città che non si aggiornano al livello del giocatore, vendendo anche negli Atti successivi al primo le pozioni di base (peraltro a caro prezzo), ormai quasi del tutto inutili alle necessità di un party evoluto.

    Non solo effetto nostalgia

    Uno dei principali problemi di Might and Magic X: Legacy risiede anche nella lentezza con cui alcuni interessanti aspetti del gameplay vengono introdotti. Quasi dieci ore, spese quasi completamente tra dungeon e backtracking fino alle città, dovranno passare perché si possa finalmente apprezzare una discreta apertura della mappa open world, che prima rimaneva invece contenuta entro barriere invalicabili, e, al suo fianco, il sistema delle Benedizioni, che permettono di superare specifiche barriere magiche. Certo, negli anni del "tutto e subito", i videogiocatori sono stati viziati da produzioni sin troppo rapide e semplici, ma, a nostro parere, non vi è alcun valido motivo per riprendere dal passato impedimenti che oggi potrebbero essere facilmente superati, con un game design anche solo leggermente più flessibile. Permettere al giocatore di godere di maggiore autosufficienza durante l'esplorazione, e soprattutto velocizzare leggermente il raggiungimento di alcuni traguardi, avrebbe potuto rendere l'esperienza molto più godibile, mentre allo stato attuale, soprattutto per giocatori non avvezzi al genere, il playthrough rischia di trasformarsi in una "gara di resistenza", senza garanzie di vittoria, e soprattutto con il rischio di esaurire la pazienza prima di aver incontrato i lati migliori della produzione. Parlando di soluzioni poco condivisibili, c'è anche da citare la lentezza che caratterizza i movimenti dei nemici in fase di posizionamento prima di un combattimento. Nelle opzioni di gioco è stato aggiunto uno slider che permette di aumentarne la velocità (e il consiglio è quello di farlo ancor prima di iniziare a giocare), ma rimane incomprensibile la scelta di lasciarlo ad un livello basso di default.

    Quando non si combatte, in Might and Magic X: Legacy si gestisce il party, analizzando attentamente le skill a disposizione dopo gli avanzamenti di livello e le armi disponibili presso i negozi, oppure si dialoga (sempre molto rapidamente, e la sceneggiatura non è delle migliori) e si risolvono piccoli enigmi. Rispetto ad alcune belle idee viste di recente, soprattutto in Legend of Grimrock, il lavoro svolto in questo senso dagli sviluppatori lascia purtroppo a desiderare, a causa di soluzioni davvero troppo scontate e prive d'inventiva. Positiva invece la possibilità di aggiungere al party due "aiutanti" passivi, i quali verranno reclutati al prezzo di una percentuale del denaro raccolto. Questi ultimi forniranno vari bonus, dalla possibilità di riposare una volta al giorno senza spendere razioni, sino ad un maggior numero di informazioni sui nemici prima dell'inizio di un combattimento. Si tratta di una buona idea, in quanto aggiunge ulteriore strategia al management del party, e soprattutto disponibile sin dalle prime ore di gioco.
    Dal punto di vista tecnico, i ragazzi di Limbic hanno messo insieme una strana creatura, spremendo al massimo le potenzialità del motore grafico Unity per aggiungere al loro mondo shader e HDR. Sebbene il risultato non sia affatto male, soprattutto in certi scorci, l'ottimizzazione è stata davvero trascurata. I cali di frame rate, soprattutto in aree ricche di vegetazione, possono dimezzare improvvisamente gli FPS anche su macchine recenti, mentre pop up e svariati piccoli bug grafici non aiutano certo le visuali a brillare per qualità. Anche il comparto audio non brilla per qualità e varietà: le tracce musicali non sono molte e finiscono per ripetersi all'ossessione, e, soprattutto, le frasette pronunciate dai membri del party rischiano di venire a noia già nella prima ora di gioco.

    Might and Magic X Legacy Might and Magic X LegacyVersione Analizzata PCSin dalla sua genesi, Might and Magic X: Legacy si è indubbiamente configurato come un progetto bizzarro, soprattutto nella scelta di tornare concettualmente ai primissimi capitoli della saga, unendo le limitazioni della mappa a quadretti ad un sistema a turni. Una volta presa la mano sul sistema di combattimento, tuttavia, se ne apprezzano alcune piacevoli caratteristiche, e, tutto sommato, il mondo di gioco aperto riesce in qualche modo a rendere l'avventura piuttosto varia e imprevedibile, e la durata complessiva di venti ore abbondanti testimonia in ogni caso un ottimo sforzo quantitativo da parte del team di sviluppo. A tratti, coloro che hanno vissuto le avventure classiche della saga e di altri classici del genere, ritroveranno il piacere d'un tempo. Purtroppo, tutto questo non richiede solo un riadattamento a canoni ormai tramontati, ma anche tanta pazienza, necessaria per sopportare una lunga serie di sviste a livello di bilanciamento, game design e ottimizzazione generale. Chiaramente, qualche altro mese di approfondito play testing e un orecchio più attento ai consigli della community (pagante) avrebbero potuto fare del gran bene alla produzione, che al momento è tutt'al più in grado di regalare soddisfazioni "a quadretti alterni". Forse, se ai ragazzi di Limbic Entertainment verrà dato modo di intervenire tramite patch, in futuro la situazione potrà parzialmente migliorare, perlomeno per quanto riguarda ottimizzazione e bilanciamento, ma per il momento preparatevi a un'esperienza capace di elargire piacevoli deja vu e frustrazioni in egual misura.

    7.4

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