MLB The Show 17 Recensione

MLB The Show 17 continua sul solco tracciato con la precedente installazione del brand e lo fa all'insegna del rinnovamento.

MLB The Show 17 Recensione
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • PS4
  • I profani, di solito, vivono il baseball principalmente attraverso serie TV e pellicole cinematografiche (o grazie ai Simpson, con gli Isotopi di Springfield). Il mondo di celluloide, comunque, è da sempre in grado di veicolare e cristallizzare con il linguaggio popolare delle immagini storie, miti, luoghi comuni e regole di quello che negli Stati Uniti e in molti altri paesi (pensate al Giappone, o a Cuba) è considerato alla stregua dello sport nazionale. Non capiremo mai come fa un padre a rinsaldare il rapporto col proprio figlio semplicemente lanciando un paio di volte la palla in giardino ma, anche questa, sembra essere la magia che il baseball esercita sugli americani sin dagli albori. Non mancano nemmeno simpatiche note di colore, come la fallimentare incursione di Michael Jordan. Ogni singola partita, effettivamente, possiede qualcosa di magico: trascende l'agonismo e la passione sportive per trasformarsi - come spesso accade quando c'è l'esagerazione yankee di mezzo - in vero e proprio evento a tutto tondo. Show televisivo, prima di tutto, ma anche spettacolo e intrattenimento per il pubblico sugli spalti. Con match che possono durate per oltre quattro ore, la partita diviene quasi un succulento contorno rispetto a tutte le distrazioni che si possono trovare all'interno dello stadio. E il pubblico, ovviamente, ringrazia e si diverte come fosse una festa. Forse è proprio quello il suo fascino. Il baseball, però, è anche fatto di regole, statistiche, profondità tattica e chirurgica visione di gioco che non viene immediatamente compresa dallo spettatore occasionale o, semplicemente, poco avvezzo alle dinamiche di questo sport.
    Nonostante la "diffidenza" e il conclamato amore per altre manifestazioni sportive, comunque, anche nei nostri lidi il baseball può contare su un nutrito stuolo di appassionati che seguono con fervore le vicende d'oltreoceano e i match di casa. Prendete i fanatici Faso e Elio (tuttora presidente, vice e entrambi "giocatori" dell'Ares Milano) di Elio e le Storie Tese, ad esempio. Ricordiamo ancora quando commentavano le partite con grande trasporto e sconfinato amore per la materia. Non stupisce, dunque, che l'ennesima iterazione del brand, regolarmente licenziato dalla Major League Baseball, sia giunta anche nel nostro paese per la gioia dei molti appassionati. The Show 2017, infatti, si presenta senza dubbio come il miglior episodio mai apparso sulle console Sony.

    Everybody loves the Show!

    Per tutti coloro che non si lasciano sfuggire alcuna uscita della decennale serie, MLB The Show 17 riprende, con i dovuti aggiustamenti e aggiunte, la formula vincente e la ricca offerta ludica messe in campo lo scorso anno dal team di sviluppo. Ormai come consuetudine accade per altri titoli sportivi (e come recentemente abbiamo visto in FIFA 17, con la splendida modalità "Il Viaggio") anche The Show 17 ripropone la canonica modalità storia Road to the Show.

    Il percorso ci vede, quali indiscussi protagonisti, nei panni di un giovane astro nascente del baseball che ha un unico obbiettivo: diventare il miglior giocatore di sempre attraverso la dura gavetta, ovvero lavorando sodo e iniziando dalla selezione per le serie minori fino ad approdare alla leggendaria Major League e incantare il pubblico.
    Il lungo viaggio verso la vetta ci viene proposto con un taglio documentaristico, come se una troupe televisiva seguisse la carriera del nostro giovane protagonista. Un narratore fuori campo, dalla voce calda e ferma, si occupa infatti di accompagnare ogni inquadratura delle sequenze gestionali, spiegando di volta in volta le dinamiche che governano il mondo del baseball e le difficoltà, i dubbi e i sacrifici che un atleta emergente deve affrontare. Quest'ultimo, ovvero noi, mantiene comunque il pieno controllo delle proprie scelte. Parlando a un dirigente della franchigia, al coach o al proprio manager il titolo, infatti, mette a disposizione le canoniche scelte con cui indirizzare il dialogo. Scordatevi piglio cinematografico delle scene scriptate viste in FIFA 17; in questo caso le battute restano strettamente imbrigliate nell'alveo sportivo e nessun accenno viene fatto a vicende private extra-spogliatoio del protagonista. Non che questo sia un male, anzi. The Show punta dritto al sodo e centra immediatamente nel segno. Il lungo percorso del nostro alter ego in pantaloncini attillati è costellato di partite, eventi e importanti decisioni da prendere per il prosieguo della carriera, per giungere sino alla fama e alla gloria immortale delle World Series. La parte ruolistico-manageriale dedicata al nostro personaggio, però, non si ferma a poche stringhe di dialogo o all'iniziale scelta del ruolo e delle caratteristiche fisiche. I parametri relativi alla fase di attacco e di difesa possono essere aumentati spendendo i "punti allenamento" guadagnati nel corso di ogni azione di gioco mentre, avanzando, si sblocca nuovo equipaggiamento con cui personalizzare il nostro giocatore. Mazze, cappellini, occhiali e ginocchiere possono tutti concorrere nel fornire un deciso alle statistiche dell'atleta.

    A diamond franchise

    All'esperienza ludica principale, San Diego Studio decide di rinnovare l'appuntamento anche con una nutrita quantità di modalità non meno importanti. Franchise, ad esempio, ci consente di prendere le redini di una franchigia tra tutte quelle appartenenti alla MLB e condurla attraverso un'oculata gestione lungo l'intera stagione composta da oltre 160 partite. Vestendo i panni del dirigente factotum, in Franchise la ricchissima esperienza di gioco si compone di due parti. Da un lato troviamo il classico aspetto manageriale che ci vede pienamente coinvolti nella gestione della squadra, dalla componente finanziaria (bilancio, mercato e sponsor) sino alla scelta dei giocatori, con i draft e l'attività di scouting, nonché la gestione della loro condizione fisica e i ruoli. Nella seconda parte dell'esperienza, invece, veniamo chiamati sul campo e in questo caso possiamo decidere se gestire attraverso i nove inning tutta la squadra o un particolare giocatore, oppure se intervenire solo se strettamente necessario. A questo proposito, sono state introdotte nuove feature, per rendere l'esperienza di gioco ancora più accessibile e comprensibile ai neofiti. La più importante è sicuramente Critical Situation la quale ci consente di partecipare all'azione in prima persona per risolvere, appunto, solo una situazione estrema e decisiva. Quick Manage, invece, appare come una simulazione stilizzata simile ai vecchi Scudetto (ve li ricordate?). Il giocatore può osservare il rapido svolgersi degli eventi e gestire la strategia della propria squadra impartendo le indicazioni adeguate.

    L'ultima modalità di gioco, in cui la maggior parte degli appassionati probabilmente passerà ore incalcolabili, è la Diamond Dynasty. No, non è una telenovela, tranquilli. Per chi non la conoscesse, l'obbiettivo è quello di creare il team perfetto potendo contare su un ventaglio potenziale di oltre duemila giocatori, suddivisi tra vecchie glorie e top player attuali. Diamond Dynasty, insomma, funziona un po' come la modalità Ultimate del titolo calcistico targato EA: si collezionano le carte - le famose figurine di cartoncino rigido, delizia di qualunque pargolo a stelle e strisce - e si compete in PvP e PvE attraverso ranked season, amichevoli, eventi a tempo limitato e modalità con regole speciali. Non mancano poi reward giornaliere, weekly mission da portare a termine per guadagnare crediti in game (questi ultimi disponibili anche attraverso le micro transazioni) e altre ricompense, il community marketplace. Racchiudere in poche righe la ricchezza di questa modalità è impresa improba; ciò che possiamo dirvi è che Diamond Dynasty, da sola, vale il prezzo del biglietto.

    Fast Ball, furious home run

    Ad accompagnare l'incalcolabile mole di contenuti di MLB The Show 17, ci pensa un comparto grafico di altissimo livello e una giocabilità sopraffina. Riguardo a quest'ultima, il team di sviluppo ha fatto il possibile per rendere accessibile al grande pubblico la propria creatura, profilandola in modo personalizzato tanto per ciò che riguarda la fase di battuta, quanto per ciò che concerne la difesa. Per ogni singola azione di gioco sono state previste molteplici opzioni dedicate alla mappatura dei comandi. Ciò consente un grado di personalizzazione estremamente profondo e stratificato. Testando ogni combinazione possibile, siamo giunti alla conclusione che il pad è stato sfruttato in modo intelligente nella sua totalità. Certo, se non siete abituati alle dinamiche di gioco e alle regole che governano questo sport, avrete bisogno di un po' di rodaggio per assimilarne appieno il funzionamento e le combinazioni di tasti da utilizzare per ogni ruolo ma, una volta scesi in campo, il feedback risulta pressoché perfetto in ogni sua componente e soluzione.

    Inoltre, rispetto alle precedenti installazioni del brand, San Diego Studio ha lavorato alacremente per migliorare non solo la gestione della fisica e dell'intelligenza artificiale. risultati si notano immediatamente. L'effetto dei diversi colpi porta ad una realistica traiettoria della pallina anche se, in sporadiche occasioni, abbiamo assistito a un suo "scivolamento" sul campo un po' troppo marcato, come se non risentisse di alcun rallentamento dovuto all'attrito. Di elevatissima fattura, invece, si presenta il colpo d'occhio generale. Davvero maestoso, capace di rendere appieno l'idea di cosa devono provare i giocatori quando entrano nel diamante. I campi di gioco sono ricreati palmo a palmo, i modelli poligonali si presentano morbidi e realistici, tanto nell'aspetto quanto nei movimenti, rifiniti persino nel loro dettaglio più insignificante. La gestione degli effetti atmosferici e dell'illuminazione risalta per la sua precisione e aderenza alla realtà. Il vociare della folla festante, gli effetti sonori e la voce del coach (secondo noi ci sono anche gli sfottò del ricevitore) che fa capolino dall'audio del pad quando ci troviamo in battuta completano un quadro più che positivo.

    MLB The Show 17 MLB The Show 17Versione Analizzata PlayStation 4MLB The Show 17 continua sul solco tracciato con la precedente installazione del brand e lo fa all'insegna del rinnovamento. Gli appassionati di baseball troveranno un buffet ancora più ricco dal quale servirsi grazie ad un generale arricchimento dell'offerta ludica che già l'anno scorso si presentava assai sostanziosa. Il team di sviluppo ha fatto il possibile per rendere il titolo accessibile e comprensibile al grande pubblico senza dimenticare i veterani, proponendo diverse opzioni nella mappatura dei comandi per entrambe le fasi di gioco. La beltà del comparto tecnico, poi, si pone come perfetta cornice per un quadro dipinto in maniera pressoché priva di sbavature evidenti. L'ennesima simulazione dedicata al baseball sfornata in esclusiva per la console Sony dai Santa Monica Studio, insomma, centra il bersaglio (o forse, per restare in tema, è meglio dire "fa un fuoricampo"?) e si pone come doveroso punto fermo nella longeva storia della serie dal quale ripartire il prossimo anno con nuove idee e migliorie.

    9

    Che voto dai a: MLB The Show 17

    Media Voto Utenti
    Voti: 9
    7.7
    nd