Recensione Monster Truck Nitro 2

Redlynx, team di sviluppo con base a Helsinki in Finlandia, ha ottenuto un successo incredibile con la versione per Xbox Live Arcade di Trials, sottotitolata HD, un mix tra racing game, puzzle basato sulla fisica e action tanto difficile quanto tremendamente appassionante, in grado di far scattare la classica scintilla che porta a continuare a giocare, anche quando i tentativi falliti di superare uno stage si approssimano pericolosamente verso i numeri a tre cifre.
Il concept di Trials HD, basato su una moto da trial, appunto, che deve attraversare livelli pieni di insidie, viene riproposto su iPhone con il secondo capitolo di una serie che invece ha come protagonisti i classici bigfoot americani, fuoristrada dotati di gomme gigantesche, in grado di schiacciare qualsiasi cosa.
Il passaggio da console casalinga a device portatile è stato indolore?

Distruzione a tutta velocità

La struttura di gioco è rimasta molto simile a quella di Trials e si è ormai trasformata quasi in un marchio di fabbrica per i titoli di Redlynx: i livelli scorrono da sinistra verso destra e sono rappresentati da un insieme di strade sterrate, salti, ponti ed ostacoli di vario tipo che vanno superati per giungere al traguardo.
La visuale non è completamente laterale ma inclinata di qualche grado verso destra in modo da fornire una minima visione della parte di tracciato in arrivo, così da poter pianificare al meglio l’approccio alle varie minacce ed eventuali evoluzioni da effettuare in volo a seguito di un salto ben riuscito da una rampa.
Le ambientazioni sono discretamente varie e vanno dalla classica pista in asfalto con numerose auto da schiacciare durante la gara, fino a zone montuose innevate con saliscendi al limite del mal di mare e aree rurali con ponti ferroviari in rovina.
Graficamente Monster Truck Nitro 2 si difende bene ed è un netto passo in avanti rispetto al primo capitolo per iPhone. Rimane una qualità altalenante delle texture ma la fluidità è ottima ed in un gioco del genere è sicuramente un fattore di primaria importanza.

Dal pad al touch screen

Il sistema di controllo ideato da Redlynx per Monster Truck Nitro 2 sfrutta completamente le peculiarità della piattaforma iPhone e iPod Touch: gli accelerometri servono per far inclinare far inclinare il mezzo avanti o indietro, in modo da poter impennare per superare eventuali ostacoli o modificare l’angolo di un salto da una rampa o di atterraggio su una piattaforma particolarmente insidiosa.
La velocità del bigfoot è invece regolabile tramite uno slide che si estende per tutta la larghezza dello schermo: portando il cursore verso destra si accelera, posizionandolo al centro ci si ferma e facendolo arretrare si procede in retromarcia.
Alla partenza la velocità verrà impostata automaticamente al massimo ma poi sarà compito del giocatore regolarla, soprattutto nei livelli avanzati nei quali la componente puzzle emergerà con prepotenza: se all’inizio basterà semplicemente andare più veloce possibile e modificare in corsa l’inclinazione del mezzo, nei livelli più complessi bisognerà anche valutare come affrontare i salti oppure le zone in discesa, spesso simili a tunnel, che possono compromettere una buona prova.
Il metodo di controllo funziona anche se è tutt’altro che semplice da padroneggiare al meglio per il semplice fatto che bisogna ruotare il dispositivo mantenendo sempre un dito pronto per agire sul touch screen per variare la velocità.

Evoluzioni estreme

Le sfide si svolgono sempre contro il tempo, sia visualizzato numericamente su schermo, sia rappresentato dal ghost dell’avversario da battere, in modo da avere un colpo d’occhio rapido sull’avanzamento della gara e, in caso di sconfitta, su quali sono i punti in cui è necessario migliorare.
Per variare l’approccio alle gare le piste sono disseminate di icone che rappresentano il turbo: una volta raccolte danno una notevole spinta per un breve periodo di tempo, utile tanto per passare in vantaggio quanto per superare baratri che a velocità normale sarebbero fatali.
Il boost momentaneo può essere ottenuto anche effettuando rotazioni complete del veicolo, realizzabili in aria in concomitanza con i salti più alti: spesso avvicinandosi ad una rampa bisognerà capire rapidamente se la zona e la distanza dal punto di atterraggio permettono un giro della morte in volo. In tal caso si può procede ad inclinare al massimo il mezzo che, una volta compiuta l’evoluzione e toccato il terreno con tutte e quattro le ruote, guadagnerà l’agognata spinta in più.
Il motore fisico che governa tutto il gioco entra prepotentemente in gioco in questi casi, nei quali la velocità istantanea guadagnata andrà governata inclinando in avanti il veicolo per non farlo ribaltare nel caso di una brusca impennata.