Recensione Naval War: Arctic Circle

Guerra Navale

Recensione Naval War: Arctic Circle
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  • Pc
  • Nel 2030 il Mare del Nord, le coste della Scandinavia, le coste della Gran Bretagna, della Germania e dell'Islanda diventano terreno di guerra. Una crisi che vede come protagonisti la Russia e le forze della NATO, appoggiate dall'aeronautica statunitense, che rischia di minacciare la pace che prima regnava in quelle acque. Un'esercitazione militare della NATO, seguita da una pronta risposta delle forze russe scatena una guerra sempre più massiccia che vede come teatro delle operazioni principalmente il gelido Mare del Nord. Naval War: Artic Circle è un nuovo strategico in tempo reale distribuito da Paradox, ormai da anni superesperta del settore, e sviluppato da Turbo Tape Games, casa norvegese al suo primo importante titolo.

    Il Mare del Nord

    Naval War: Artic Circle è un RTS che concentra la sua attenzione sull'aspetto tattico. Eliminata ogni lungaggine riguardante l'amministrazione o lo sviluppo economico di province o città assieme alla necessità di realizzare da noi l'esercito che utilizzeremo in combattimento, i ragazzi di Turbo Tape Games hanno optato per un altro tipo di approccio, molto più diretto. All'inizio di ognuna delle missioni caratterizzanti le due campagne in single player (dal lato NATO e dal lato della Russia) avremo un certo numero di forze da poter utilizzare. Le missioni sono quindi ambientate in una precisa focalizzazione geografica, sempre rimanendo nel contesto del Nord Europa, ed un certo numero di obiettivi da portare a termine. A noi sarà chiesto, nelle vesti di comandante di flotta, di portare a compimento quanto stabilito, potendoci così concentrare esclusivamente sull'aspetto militare e tattico del conflitto.
    Una volta in-game saremo accolti da una mappa satellitare che occuperà la maggior parte dello schermo, mentre nella zona bassa sarà presente il resto dell'interfaccia, che ci informerà riguardo le varie azioni da poter intraprendere con i mezzi in nostro possesso, sugli armamenti di ogni singola unità e molto altro.

    "Il meccanismo di gioco è abbastanza semplice: individuare il nemico senza essere individuati ed eliminarlo senza essere eliminati. Uno strategico asciutto e ripulito da qualsiasi tipo di orpello."

    Il primo impatto non sarà dei migliori: con le unità mostrate come delle sagome di colore verde (le nostre) e rosso (quelle nemiche), che si muoveranno su una mappa scerva di dettagli di ogni tipo, persino geografici (se non per i contorni netti delle coste). Ciò spinge necessariamente l'attenzione del giocatore sulle azioni da far compiere alle nostre forze aeronavali di cui saremo al comando. Tra queste si annoverano i caccia F35 Lighting II e Saab JAS 39 Gripen, in forza ad esempio alle truppe NATO, entrambi con equipaggiamento specifico per l'attacco a forze navali, aeree o di terra, potendo combinare anche due o più compiti simultaneamente. Il fatto di non poter agire sull'armamento delle forze in nostro possesso e di non poter attingere a dei rinforzi, ci spingerà a sfruttare al meglio le potenzialità di quanto ci sarà concesso. Per quanto riguarda le forze navali troviamo cacciatorpedinieri, portaerei e sottomarini, mentre gli unici appoggi a terra consisteranno in una o più basi militari operative da cui far partire la gran parte delle forze aeree.
    Nelle prime fasi di ogni missione saremo occupati a cercare ed individuare il nemico, che non comparirà inizialmente sui nostri schermi. Questo potrà essere fatto utilizzando i sensori delle navi o degli aerei in nostro possesso. All'utilizzo di un particolare tipo di sensore sarà demandata l'individuazione di certi tipi di mezzi (ad esempio aerei o navali). L'utilizzo però, specialmente in mare, potrebbe rendere le nostre navi a loro volta individuabili e vulnerabili agli attacchi nemici, ad esempio sottomarini. Quindi le nostre azioni dovranno essere ponderate e pianificate in modo da non perdere mezzi, che giocoforza non potranno essere rimpiazzati, portandoci così al game over. Durante le missioni saremo infatti chiamati ad abbattere o affondare un determinato numero di unità nemiche senza perderne noi in numero eccessivo, con poche divagazioni sul tema, come nel caso di alcune missioni di difesa di particolari unità (come ad esempio elicotteri che portano civili o personaggi importanti).
    Il meccanismo di gioco è quindi abbastanza semplice: individuare il nemico senza essere individuati ed eliminarlo senza essere eliminati. Uno strategico asciutto e ripulito da qualsiasi tipo di orpello. Per raggiungere i nostri fini sarà possibile ad esempio mandare dei caccia in pattugliamento di varie zone considerate pericolose oppure usare degli appositi aerei spia. Per quanto riguarda il versante bellico in mare sarà a volte possibile affiancare degli utili sommergibili alle nostre navi in modo da proteggere al meglio i convogli e attaccare con più efficacia quelli nemici. Anche la scelta delle formazioni, completamente personalizzabili, potrà rendere maggiormente efficaci le nostre azioni d'attacco e di difesa.

    Il punto è che il gioco si esaurisce qui. Le azioni da fare sono in realtà poche e per la maggior parte ci troveremo ad accelerare il tempo di gioco per velocizzare i lentissimi spostamenti dei mezzi militari e per vedere se il siluro da noi lanciato andrà a segno oppure no. Anche l'impianto tattico del titolo scricchiola: sarà più semplice, troppo, mandare in massa i caccia contro il nemico e polverizzarlo con una pioggia di missili piuttosto che cercare modi più raffinati di sconfiggerlo. La profondità presunta del titolo non trova un reale sbocco, lasciandoci sempre con una certa insoddisfazione, come se si fosse potuto fare di più per rendere questo titolo più interessante. Certo, dovremo rendere conto dell'autonomia dei mezzi, dei rifornimenti di carburante (in special modo per gli aerei) e della condizione degli scafi delle navi, che se troppo danneggiate possono andare a fuoco limando lentamente la salute della nave fino al suo affondamento, e addirittura impostare le velocità di ogni singolo caccia e di ogni singola nave. Per i primi potremo impostare anche l'altitudine, che però non avrà effetti reali sul gameplay. Far volare gli F35 a 10000 o 100 metri d'altezza non comporterà in sostanza nessuna differenza, e non si capisce quindi il perchè di una tale funzione. Il problema è proprio questo: sembrerebbe esserci tanta carne al fuoco, che alla fine risulta poco curata o addirittura inutile.
    Non aiuta un'intelligenza artificiale non troppo sveglia, da spazzare via con attacchi diretti senza troppe difficoltà.
    In multiplayer invece le cose potrebbero cambiare e rendersi decisamente più complesse. E forse in questo contesto Naval War potrebbe dare del suo meglio. In questa modalità gli scontri saranno in uno contro uno, ma la limitazione nel numero degli scenari giocabili (solo quattro) rende il tutto meno interessante di quanto non potrebbe; il tutto unito alla scarsità di utenti online. Un potenziamento del multiplayer sembrerebbe quindi d'obbligo per risollevare un titolo che sul versante del gameplay offre poco, ma che potrebbe avere ben altre potenzialità.

    Tecnicamente

    Naval War: Artic Circle, visto il genere, non dovrebbe essere scelto per l'aspetto grafico, in questi casi trascurabile. Il titolo offre, oltre alla visione tattica su mappa satellitare, anche una visuale 3D, essenzialmente cinematografica, su cui non si possono dare ordini e che all'occorrenza può essere impostata a tutto schermo lasciando l'essenziale schermata tattica in un piccolo riquadro all'interno dell'interfaccia. La presenza di tale feature sembra ancora una volta qualcosa di abbozzato, come se i ragazzi di Turbo Tape Games avessero provato a fare il passo più lungo della gamba, offrendoci qualcosa che non sono riusciti ad ottimizzare e raffinare. Vediamo così modelli poligonali di unità navali ed aeree assolutamente poveri e con texture slavate ed estremamente poco dettagliate; basi militari che inspiegabilmente sprofondano per metà nel terreno e navi che sembrano affondare, nonostante non siano nemmeno state colpite dal nemico. Si rivela inutile agire sui vari parametri grafici, come AA o filtri vari, come l'anisotropico, o ancora sull'illuminazione. Tutto l'impianto 3D del titolo è a tratti imbarazzante, tanto che sarebbe stato meglio eliminarlo dal prodotto finito vista la sua inutilità ai fini del gameplay.
    Stesso discorso per il sonoro che presenta un singolo brano che si ripeterà in eterno, fin dal menù principale, accompagnato da un esiguo, quanto scarso qualitativamente, numero di effetti.

    Naval War: Arctic Circle Naval War: Arctic CircleVersione Analizzata PCNaval War: Artic Circle poteva essere un buon titolo, ma la sua realizzazione sia dal punto di vista del gameplay, che dal punto di vista tecnico, a tratti largamente insufficiente e poco curata, ne mina alle basi la qualità. In definitiva se fosse stato un titolo a prezzo ridotto avrebbe forse potuto avere qualche chance in più, ma la presenza di Paradox come distributore ci impone di valutarlo in una determinata maniera, ben consci dell'esperienza che la casa svedese vanta nel campo degli strategici. Il titolo è dunque aonsigliato a pochi: a coloro i quali volessero a tutti i costi provare uno strategico ambientato in un futuro prossimo, e che amano i titoli che riproducono moderne battaglie aereo-navali.

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