Recensione New Super Mario Bros Wii

Un nuovo platform bidimensionale per l'Idraulico Baffuto più famoso al mondo

New Super Mario Bros Wii
Recensione: Nintendo Wii
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  • Wii
  • Mario. Un nome semplice, comunissimo. Chiunque può chiamarsi Mario. Il tuo compagno di banco, il tuo vicino di casa, il tuo allenatore, il tuo postino, tuo nonno. Il tuo idraulico di fiducia. L’idraulico. Il re della chiave da trentatre e del sondino, il sogno di tutte le casalinghe disperate e, contemporaneamente, di tutti i videogiocatori di vecchia data. Magari non lo stesso tipo di idraulico, non un aitante ragazzone muscoloso pronto a sturare il lavandino in un attimo, ma un omino basso e tarchiato, di certo meno attraente ma, altrettanto sicuramente, più simpatico. E carismatico. Il carisma, dal greco charisma, ovvero dono, è la capacità di attirare persone, di sconvolgere gli eventi. E quel buffo idraulico baffuto gli eventi li ha davvero sconvolti; davvero ha cambiato per sempre il mondo dei videogiochi, dei quali fu la prima vera icona dopo la grande crisi del 1983, dalla quale il mercato si riprese con una nuova consapevolezza di sé e nuove serie, alcune delle quali perdurano tutt’ora. Ma nessuna come quella di Super Mario Bros., sinonimo di videogioco anche al di fuori della cerchia degli appassionati, icona culturale universalmente riconosciuta. Per questo ad ogni nuovo episodio l’attesa è elevatissima, il richiamo mediatico ampio, fino al giorno in cui finalmente la cartuccia, il mini CD o il DVD viene inserito nella console. E finalmente quel giorno è arrivato.

    Declinazione del 2D

    Ci sono cose che non cambiano mai, e spesso ci si lamenta del tedio che ci provocano. Salvo poi rimpiangerle quando cambiano e non si hanno più. Per questo non sentirete mai qualcuno lamentarsi dell’ennesimo rapimento della Principessa Peach da parte di Bowser, classico incipit narrativo di ogni Mario che si rispetti. D’altronde quando si ha voglia di partire, uscire, divertirsi, ogni scusa è quella buona per farlo. E allora perché star lì ore a discutere del niente, di come Nintendo per una volta possa imporre delle varianti su un canovaccio narrativo stra-abusato: aspetto troppo marginale, troppo irrilevante, per costituire un elemento di discussione. E seppur è vero che in alcuni episodi, il recente Galaxy su tutti, qualche orpello narrativo si è provato a infilarlo, questa operazione non è mai stata fatta in maniera netta, facendo risultare la trama meno che una filigrana sbiadita su pagine tutte da riempire.
    Fin dagli albori della serie le meccaniche sono rimaste sempre le stesse. Super Mario Bros. è sempre stato l’esponente migliore del platformismo più pregiato, essenziale e ricercato allo stesso tempo, figlio di un level design curato nei minimi dettagli. La sua unicità è stata forse per anni anche la sua più grande condanna, con altri esponenti che prima hanno provato a seguirne le orme, con successo vario, per poi morire piano piano, scomparendo o contaminandosi con altri generi. Lasciando dunque la serie ammiraglia Nintendo nella solitudine più totale, in un panorama videoludico, quello attuale, in cui la piattaforma è un elemento sempre più trascurato e relegato alle console portatili, forse ritenendo che tale genere sia adatto a una fascia di giocatori molto giovani e poco esigenti. Credenza nefasta, dato che il platform è probabilmente la forma più pura del videogioco, esaltando la componente ludica appunto del sostantivo, dove “gioco” è il divertimento spensierato ed accessibile a tutti, figlio di un gameplay di facile apprendimento ma allo stesso tempo costruito con massima cura. Nessuno ha saputo riproporlo nella stessa maniera di Nintendo, ed il genere si è trovato a poggiare su un unico esponente, con Mario paragonabile al titano Atlante, che nella mitologia greca sorreggeva il mondo.
    La solitudine, il peso degli anni, la mancanza di altri esponenti di rilievo del genere da sfidare hanno fatto brutti scherzi. La celebrazione dell’icona Mario è stata pomposa, il declino della forma che gli ha dato la gloria rapido e silenzioso. Il platform bidimensionale ha lasciato spazio ad innumerevoli esperimenti, alcuni riusciti altri meno. Molti salutarono New Super Mario Bros. per Nintendo DS come il ritorno del Re sui suoi passi, come nuova pietra miliare del genere. Probabilmente non fu così: un ottimo esponente ma niente di più, in virtù di un quid ludico poco sostanzioso. Perché se è vero che il platform bidimensionale è ludicità massima senza orpelli, è altrettanto vero allora che il lavoro fatto in chiave di level design deve essere di eccellenza unica. Cosa che, per quel che riguarda l'episodio DS, non fu.

    Classicità bidimensionale

    Quando venne annunciato New Super Mario Bros. per Wii fu subito una la caratteristica che colpì i videogiocatori di mezzo mondo: per la prima volta sarebbe stato possibile giocare in contemporanea con altri giocatori, dividendo anche in quattro un’esperienza di gioco che da sempre era stata indirizzata al giocatore singolo. Tanto fu il clamore suscitato che passò in secondo piano l’attenzione verso la costruzione dei livelli, ed anzi da più parti vennero avanzate riserve riguardo una possibile semplificazione volta a garantire una facilità di gioco per tanti (ed inesperti) giocatori.
    Alla prova con mano, diciamolo subito, queste perplessità sono state diradate in maniera brutale, come nebbia spazzata da un vento di bora. Il passo avanti rispetto all’episodio DS è notabilissimo, e non si esagera col dire che la coerenza nella costruzione e nella realizzazione dei vari livelli è più prossima a quella di Super Mario Bros. 3, con alcuni elementi ed alcuni livelli più sperimentali che invece rimandano a Super Mario World. Titoli vecchi d’età ma che sono entrati nella storia per una qualità di gioco sopraffina, e dai quali il nuovo episodio della saga dell’idraulico baffuto pesca a piene mani. Persino i sensori di movimento del controller sono stati implementati in una maniera che ha ripercussioni sul level design, con alcuni elementi mobili gestibili con rotazioni del controller, o il salto piroetta e la presa degli oggetti affidati allo scuotimento del Wiimote.
    I fin troppo basilari livelli della versione DS sono stati rimpiazzati da schemi di una magnificenza ludica inaudita, dove l’organicità della collocazione degli elementi viene fuori in maniera netta allorchè il giocatore più smaliziato ed abile, nonché intraprendente e coraggioso, prova a portare al limite le proprie capacità. Ed allora ci si accorge che la disposizione dei nemici non è casuale, ma realizzata permettendo salti concatenati senza toccare nemmeno le piattaforme sottostanti, che quel blocco solitario è lì proprio per permettere lo slancio al fine di prodursi in un efficacissimo triplo salto, che quelle pareti a poca distanza l’una dall’altra sono lì apposta per essere scalate con il salto a muro. E tutto questo è portato all’eccesso dall’inserimento delle tre monete stella per ogni livello, per ottenere le quali sarà necessaria la massima attenzione: basterà saltare un piccolo dettaglio, o perdere l’oggetto richiesto, che i nostri sforzi saranno resi immediatamente vani. Ovviamente il completamento di questi obiettivi non è richiesto al fine del raggiungimento dei crediti finali, ma è probabilmente la summa di un’esperienza ludica che tocca picchi di fantasia e giocabilità eccellenti. Il piccolo prezzo da pagare è un livello di sfida settato verso l’alto, in netto contrasto con la prassi consolidata delle ultime produzioni Nintendo (e non solo); ma finalmente gli appassionati possono davvero dire di avere quello che hanno da sempre desiderato. In più c’è l’introduzione della modalità Super Guida in cui, in caso di difficoltà estrema (sette vite perse in un livello), si potrà chiedere l’aiuto di un Luigi controllato dalla cpu per superare fasi particolarmente difficili.
    A contribuire alla profondità dell’offerta ludica ci sono anche i nuovi costumi che Mario si trova a poter indossare per la prima volta: una simpatica tuta da pinguino, un fiore di ghiaccio ed un bizzarro costume con un'elica per cappello permetteranno nuove evoluzioni, ovviamente finalizzate in primis al divertimento più puro, e in second’ordine al completamento della raccolta di monete stella. Se il primo ci permetterà di scivolare di pancia sul ghiaccio, sbarazzandoci con grazia dei nemici incocciati, il secondo ci doterà del potere di lanciare sfere di ghiaccio con le quali congelare i nemici in solidi e freddi blocchi, utilizzabili come piattaforme o come oggetti da lancio, mentre con il fungo elica potremmo librarci ancora più in alto nell’aria, verso zone altrimenti irraggiungibili. Accanto ai nuovi oggetti ne troviamo di già visti, con il mini fungo della versione DS, che ci ridurrà a dimensioni microscopiche e darà la possibilità di saltare più lontano e di camminare sull’acqua, ed il fiore di fuoco, classico dei classici, con il quale abbrustolire koopa, goomba e compagnia varia.
    I costumi non sono gli unici aspetti in cui ritorna l’iconografia classica della serie. Tornano tubi, montagne arrotondate e nuvole sorridenti, fondali marini. Tornano i goomba, i koopa, i boo, le piante piranha, Lakitu, i pesci volanti, i pallotto Bill, le bob-omb, i wiggler e perfino i koopalings (ovvero la prole di Bowser, graditissimo ritorno), Bowser Junior. In una commistione che unisce vecchi e nuovi personaggi, in un immaginario ricco e vario, che non tocca la completezza di Super Mario World ma riesce comunque ad essere familiare per il vecchio giocatore ed attraente per il nuovo. Il tutto si ripete in otto mondi di tradizione pura e classica, forse fin troppo.

    Nel Regno dei Funghi

    Se dal lato prettamente stilistico nulla si può eccepire, infatti, lo stesso non può essere fatto riguardo il comparto tecnico. Sicuramente le immagini non rendono giustizia a quella che è effettivamente la qualità grafica su schermo, eppure già i primi screenshot avevano fatto presagire quello che sostanzialmente è rilevabile nel prodotto finale: New Super Mario Bros. Wii, a fronte di una direzione artistica eccellente, non porta al limite le potenzialità della macchina. I modelli 3D sono realizzati da un numero discreto di poligoni ed animati ottimamente, ma è nel 2D che, paradossalmente, si nota la minor cura. Le ambientazioni sono colorate ed essenziali, ma di certo un maggior impegno nella realizzazione dei fondali sarebbe stata apprezzabile, cosi come l’implementazione di più livelli di parallasse. A voler giudicare esclusivamente lo sforzo tecnico profuso si arriverebbe a livelli discreti ma non oltre, ed il giudizio in questa sede è migliorato dalla direzione artistica, che rende ogni livello comunque un’apprezzabile riproduzione del Regno dei Funghi. Qualche effetto degno di nota c’è, dalle trasparenze all’illuminazione, ma davvero con poco sforzo supplementare il quadro visivo sarebbe potuto risultare più ricco.
    Il comparto audio si attesta su livelli buoni: i temi presenti sono d’ispirazione classica ma resi ottimamente, sebbene un po’ scarsi a livello numerico, e gli effetti sonori sono anche questi classici ma completamente ricampionati, con alcuni che vengono riprodotti (in maniera discreta) anche dall’altoparlante implementato nel Wiimote.
    Il sistema di controllo, a livello d’interfaccia, è assai basilare dato che, pur constando di molte opzioni, fa affidamento su pochi pulsanti, delegati alla corsa e al salto, ed a scossoni del Wiimote per la piroetta. Parlando a livello di gameplay si può invece notare la riproduzione dello stesso sistema adottato in New Super Mario Bros. per DS, con i personaggi che rispondono con una certa inerzia ai comandi impartiti: tale adattamento è certamente figlio della scelta del 2,5D, con i modelli poligonali che devono reagire diversamente da quanto farebbero dei semplici sprite.

    I quattro salterini

    Un’ultima analisi non può prescindere dall’introduzione della componente multiplayer. Tanto si è fantasticato e discusso riguardo questa innovazione, ed una cosa di certo si può dire: chi ha da sempre sognato di attraversare i livelli di gioco al fianco di un altro giocatore è stato finalmente accontentato. Ovviamente ci sono dei piccoli limiti imposti dallo scorrimento laterale, come la necessità di attendere il proprio compagno per procedere, ma il divertimento che il gioco spalla a spalla provoca è eccezionale e proporzionale alla quantità di giocatori. Gli stili di gioco sono poi vari, per cui si potrà sviluppare un atteggiamento cooperativo o uno di sfida, o un mix dei due, per i risultati più ilari e memorabili. Le modalità a corredo non offrono grandi spunti ulteriori rispetto a quella normale, mancando poi di un sistema che registri i migliori punteggi, ma di sicuro sono una gradita aggiunta. Ma la cosa più importante è che lo spirito della serie rimane immutato, ed il divertimento assicurato come sempre.
    Non c’è niente di sconvolgente o tremendamente innovativo, e questo discorso può di certo essere esteso a tutta la nuova produzione di casa Nintendo: ma qui davvero c’è poco bisogno di prendersi sul serio, e per tornare a saltare e a divertirsi nel Regno dei Funghi, anche in compagnia, basta davvero poco. Il Re è davvero tornato, nella sua incarnazione più bidimensionalmente giocosa.

    New Super Mario Bros Wii New Super Mario Bros WiiVersione Analizzata Nintendo WiiNew Super Mario Bros. Wii non è il nuovo punto di riferimento nel platform 2D. Lo è nel post-Super Mario World, ma non raggiunge i fasti dei suoi illustri predecessori. Sarebbe comunque ingeneroso ogni altro accostamento ed ogni altra critica che prenda come punto di riferimento prodotti nati in un’altra epoca, in altre circostanze e, diciamolo, con un altro budget. La nuova opera Nintendo riesce però ad andare oltre il semplice omaggio ad una indimenticabile classicità, proponendo un gameplay sopraffino ma, soprattutto, un level design che davvero non fa rimpiangere i bei tempi che furono. Purtroppo manca qualcosa, soprattutto una maggior cura a livello tecnico, ma a questa mancanza fa da contraltare una modalità multiplayer che riesce ad essere divertente, senza pretese particolari. Pertanto chi ha ancora voglia di tuffarsi in un mondo fatto di salti, tubi, koopa danzerini e idraulici baffuti, può avere di che gioire. Ma, soprattutto, di che giocare.

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