Recensione Nucleus

Insidie tra le cellule del Playstation Network

Recensione Nucleus
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  • PS3
  • Una giorncta priva di senso? Se è estate andate al mare o passeggiate se c' è una bella giornata.

    Forbire il mercatino online di una console è sempre un'impresa difficile. Con la sempre più accanita concorrenza bisogna spesso servire fredde delle "pietanze" tracotanti, cariche di un semplice valore renumerativo, addette al riempimento della tavola.
    Le stoccate degne di nota non sono, quindi, all'ordine del giorno con questo titolo sviluppato da Sony Computer Entertainment, Nucleus. Il nocciolo della questione è il perché un team di sviluppo interno abbia avuto il coraggio di limitarsi ad "affliggere un semplice rotocalco" nel bel mezzo di una crisi generazionale, in un momento scosso dalla caduta di falsi miti videoludici, turbato dallo smarrimento delle carovane di autori che un tempo rincorrevano il successo, riuscendolo non poche volte ad abbracciarlo.
    Il greve gemito che possono suscitare queste parve frasi è nulla se paragonato alla sensazione di brivido e rammaricante perdizione che si provano all'avvio di uno degli shoot-em-up più brado di tutti i tempi. Nucleus è davvero terrificante.

    Se è inverno, piove o non avete altro di ricreativo da fare giocate a carte o guardate un bel film.

    Il pretesto di glorificare una battaglia tra cellule e batteri, affiancando ad essi un'eroica unità remota che ha il compito di difendere l'organismo sventando minacce di infezioni, si traduce in una beffarda "farsa micro-organica": il corpo degli uomini è così uniforme e funzionale da poter essere considerato una macchina quasi perfetta; non bisogna però abusare della stessa, anche in ambito videoludico. Se il corpo umano debba essere l'unico elemento di traino di un gioco che altrimenti sarebbe perso, è doveroso avvertire l'inconsapevole navigatore del playstation network al quale è balenato in mente di scaricare questo sfortunato ammasso di cellule e bit.

    Bene: vi siete salvati in calcio d'angolo.

    Il menù iniziale ci può già dare un'idea della grossolana applicazione che i programmatori del gioco in questione si sono riservati. Si presenteranno ai nostri occhi 3 "palle" simili a linfonodi che scandiranno 3 diverse fase di gioco: una fase training nell'apparato digestivo, una modalità con difficoltà intermedia nel sistema circolatorio; ed infine un livello avanzato da affrontare nel sistema nervoso. Ad ogni fase corrisponderanno svariate piccole sfide che ci vedranno combattere contro batteri e nuclei infetti facendo uso di un'arma primaria, utilizzabile con la levetta destra, di bombe di proteine rilasciabili con L2. Unico fiore all'occhiello del titolo avrebbe potuto essere la possibilità di controllare il movimento delle cellule disseminate nei livelli mediante un raggio traente, permettendo al giocatore di servirsene come scudo o come arma. Avrebbe potuto, è doveroso ribadirlo, visto che il gameplay risulta quanto mai macchinoso e frustrante, ricolmo di situazioni noiose, assolutamente poco coinvolgente. Giocando a Nucleus vi accorgerete ben presto come i più nobili strumenti di intrattenimento possano essere piegati alla riproduzione di cotanta mediocrità. Non è da scartare la quantità di circostanze difficoltose che il titolo ha da proporre, alle volte passabili, ma vuoi per una cattiva ricercatezza nello stile, forse per una mancata integrazione del sistema di controllo e giocabilità, o magari anche per il semplice motivo di essere inutile nella suo mancato tentativo di essere un procace shoot-em-up, Nucleus è da evitare.

    Quando l'occhio non vuole nemmeno la sua parte.

    Se il senso di disagio al "tatto" è una sensazione che arriva dopo pochi minuti di gioco, il raccapriccio da sguardo è immediato. Le texture si può dire che non esistano: si potrebbe obbiettare sostenendo che un gioco con questo taglio non ha bisogno di texture sopraffine o effetti speciali da oscar. La risposta è: certamente, ma non bisogna mica ricadere negli stadi dei VG anni '80 in cui le linee bianche su sfondo nero facevano scalpore. Forse l'obiettivo era l'essenzialità, ma ciò non giustifica una mancata cura anche nelle animazioni degli esserini presenti sullo schermo, che si muovono goffi, privi di vita, come scarafaggi di carta. Il movimento delle cellule poi è gestito malissimo, tanto che poter sfruttare a pieno quello che il gioco mette a disposizione diventa un'impresa per temerari; in effetti... per masochisti. Il raggio traente diventa molto spesso inutile e può essere utilizzato solo quando l'altalenante leveldesign lo concede, con sfide che ne prevedono l'impiego. Il livello di strategia richiesto a quel punto passa in secondo piano.

    Nucleus NucleusVersione Analizzata PlayStation 3Se la Playstation 3 potesse parlare sarebbe la prima ad esporre il proprio disagio nel veder entrare nel proprio “entourage” giochi come Nucleus. Un vero peccato aver sprecato un progetto che risulta almeno lontanamente originale nella concezione, ma realizzato pessimamente e con un impegno produttivo davvero misero. Ricordando che questo articolo è ben ricco di eufemismi, cercate di spendere tempo e denaro su altri fronti, se potete, considerando magari le offerte alternative presenti sul plystation Network (Super StarDust HD su tutti).

    4

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