Recensione Oblivion : The Elder Scrolls IV

Tamriel vi aspetta!

Recensione Oblivion : The Elder Scrolls IV
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • La perfezione non esiste. Forse

    Il successo dei giochi di ruolo è facilmente spiegabile: permettono di vivere una seconda vita; chi di noi, almeno una volta, non ha immaginato di emulare le gesta di un prode cavaliere, o di disporre di potenti magie con cui destreggiarsi? Chi di noi non ha mai sperato di svegliarsi in un castello incantato, o di muoversi furtivamente dentro uno di questi alla ricerca di oggetti preziosi?
    Anche le nostre emozioni hanno subito una evoluzione: dapprima potevamo immaginare di vivere delle avventure, leggendole in un libro; poi le abbiamo viste, attraverso un film, ed ora, grazie ad Oblivion, possiamo anche viverle...

    Chi di spada ferisce, di martello di vetro daedrico perisce

    Qualcuno potrebbe domandarsi il perché si sostiene che solo adesso, grazie ad Oblivion, possiamo vivere queste avventure; d’altrocanto i GdR sono già presenti sul mercato videoludico da tempo: l’unica risposta che possiamo darvi è quella che Oblivion è completo: nel senso che racchiude al suo interno un microsistema completamente indipendente e autosufficiente.
    Il mondo in cui sarete chiamati a muovervi, ovvero le lande di Tamriel, sono popolate da animali selvatici, banditi, mercanti, e ricche di villaggi, città, rovine e caverne: ogni personaggio è mosso dai propri istinti, nel caso di animali e mostri, e da regole sociali (le nostre regole sociali) nel caso di individui: come accade nella realtà, entrando in una città troverete un folto gruppo di persone indaffarate a svolgere le proprie attività: la mattina vedrete i commercianti uscire dalle loro abitazioni per dirigersi nei loro negozi a svolgere il proprio lavoro; all’ora di pranzo si recheranno alla taverna per un breve pasto caldo e poi torneranno a lavorare, per poi chiudere la bottega verso sera.
    Ogni personaggio avrà quindi la propria serie di routine quotidiane (sopra vi abbiamo solo citato un esempio) che si diversificheranno a seconda della loro occupazione; questi ritmi di vita quotidiana, gestiti dalla Radiant AI (così definita dagli sviluppatori) influenzano pesantemente il modus giocandi (perdonate la concessione latina) del giocatore: immaginate di voler rubare una preziosa armatura da un negozio: potrete ovviamente affidarvi sia alle maniere forti, facendo violentemente irruzione, oppure tentare un approccio più discreto, magari approfittando dell’oscurità o dell’assenza del proprietario; scoprirete che non sempre tentare un furto la notte conviene, visto l’alto numero di guardie di pattuglia: forse sarebbe meglio introdursi nel negozio verso l’ora di pranzo, quando una buona parte della cittadinanza si trova intenta a rifocillarsi. Entrambe le scelte comportando una serie di rischi: con l’oscurità avrete molto tempo a disposizione per ispezionare il negozio, ma rischierete di venir colti in flagrante da una guardia durante il tentativo di scasso; al contrario, di giorno, dovrete muovervi velocemente per evitare che il padrone, di ritorno dal suo pranzo, vi scopra intenti nell’atto criminoso.
    Vi ritroverete dunque a dover ponderare le vostre azioni, curandovi del fatto di trovarvi all’interno di un mondo vivo e animato, nel quale i personaggi, sia essi umani, animali o altro, si comporteranno e reagiranno proprio come aspettare che farebbero nella realtà.
    Per questa ragione Oblivion si discosta dagli altri giochi di ruolo: il capolavoro Betasheda trasporta il giocatore in una nuova realtà, per un grado di coinvolgimento che mai si era visto, o meglio vissuto, fino ad ora.

    Siete aperti la domenica?

    Il stupefacente grado di immedesimazione che il nuovo capitolo della saga The Elder Scrolls offre è merito anche dell’ottimo comparto tecnico che schiera: graficamente parlando un solo aggettivo riesce a rendere perfettamente l’idea di quanto i nostri occhi hanno potuto osservare: superlativo.
    L’intera Tamriel è realizzata con una cura maniacale per ogni dettaglio: essenzialmente, l’intera mappa di gioco, ampia ben 650 km quadrati, può essere suddivisa in zone rurali e cittadine: le prime, di cui fanno parte immensi campi d’erba, colline, montagne, ma anche rovine, austeri monasteri e sperduti villaggi sono talmente curati e ricchi che vi sembrerà di trovarvi di fronte ad una statica fotografia, se solo ogni tanto non vi volasse davanti qualche farfalla o un alce in fuga da qualche predatore.
    Ogni singolo elemento del paesaggio, dallo stelo d’erba al monumentale cipresso, proietta una soft shadow realista e calcolata in tempo reale, generando un effetto grafico stupefacente: attraversando le zone boscose di Tamriel difficilmente non vi fermerete, anche solo per qualche istante, a fissare i curiosi giochi d’ombre che una fronda mossa dal vento proietta sul terreno, oppure le figure delle farfalle che vi svolazzano intorno.
    Le zone cittadine, in quanto a bellezza, non sono da meno: ogni singola superficie, dal muro diroccato di una casa decadente, al volto marmoreo di una statua, è renderizzato con la tecnica del bump mapping, che conferisce un aspetto reale ad ogni elemento, personaggi compresi.
    Proprio questi ultimi sono stati realizzati con una cura tale da sembrare veri: i modelli sono tutti molto dettagliati, adornati da elementi quali gioielli o collane, o fatiscenti armature e tutti animati in maniera splendida; li vedrete gesticolare mentre intrattengono una chiacchierata col vicino di casa e cambiare espressione a seconda dei loro sentimenti nei vostri confronti.
    Un particolare riferimento va mosso alla città imperiale: questa non è un semplice aggregato urbano, ma un vero e proprio capolavoro architettonico: potrete ammirare magnifiche cattedrali di marmo bianco con vetrate coloratissime, o l’altissima Torre dell’Università, dalla quale cima potrete ammirarescorgere, in tutta la sua bellezza, buona parte delle terre di Tamriel.
    Alle già ottime textures e ai modelli curatissimi vanno ad aggiungersi tutta una serie di chicche grafiche, quali l’ High Dinamic Range, o HDR; che simula il comportamento della luce e della luminosità, che di fatto, nel gioco, si traduce in un effetto bloom particolarmente ben realizzato; a questi si aggiungono tecniche più classiche, come l’ AF e l’ AA, oltre all’utilizzo sfrenato del mipmapping, indispensabile per rappresentare in tutta la loro estensione gli infiniti scorci di paesaggio.

    Una piccola nota nei confronti dell' hardware per giocare: Oblivion si presenta come un titolo particolarmente pesante da gestire, colpa della sua elevatissima qualità visiva e dell'immensità del mondo nel quale vi muoverete; tuttavia gli sviluppatori hanno consentito un controllo quasi totale su tutti gli aspetti grafici del gioco, rendendoli scalabili o addirittura disattivabili del tutto per chi desiderasse migliorare le prestazioni. Tuttavia, per garantire una esperienza di gioco gratificante, vi consigliamo di non scendere al di sotto di un Athlon 3600+ accompagnata da una scheda grafica decisamente potente (6800 o equivalente) e con un Gb di RAM a disposizione: con questa macchina potrete giocare a 1024*768 con dettagli impostati su "Alto" e AA attivato a 2x.

    Quante volte ti ho detto di chiudere il Cancello!!

    Sorvolando sul mero aspetto tecnico, a cui i vostri affamati occhi presto si abitueranno, i punti di forza di Oblivion sono ancora molti altri: in primis, la trama.
    Come consuetudine per la saga, la vostra avventura comincerà vedendovi rinchiusi in una cella con la poco allettante prospettiva di venir impiccati, che gentilmente il vostro dirimpettaio non mancherà di sottolineare; il vostro destino sembra segnato quando ricevete l’inaspettata visita dell’Imperatore in persona, che di fatto, si trova in una situazione ben peggiore della vostra: sta per essere ucciso. Guardacaso il suo passaggio verso la salvezza è proprio nella vostra cella e, grazie ad una visione avuta dal monarca, vi verrà affidato un importante compito: trovare l’unico suo erede (sebbene illegittimo) e farlo incoronare nuovo imperatore.
    Onde evitare che il gioco si trasformi in un epico “Chi l’ha Visto”, i creativi di Betasheda hanno ben pensato di inserire una componente apocalittica nella storia, ovvero Oblivion, quello che rappresenta l’inferno di Tamriel, che si sta riversando sulla pacifica isola con varie mostruosità et similia, tramite dei portali definiti “Cancelli di Oblivion”.
    Malgrado la trama possa sembrare la solita versione fritta e rifritta della storia dell’ apocalisse, in realtà si tratta di una delle migliori narrazioni che ci è capitato di vedere negli ultimi anni, ricca di colpi di scena e di veri momenti di suspence; rivelarvi ulteriori dettagli sarebbe quasi criminoso e vi rovinerebbe una parte dei moltissimi pregi del titolo.
    Possiamo solo dirvi che per terminare con successo la quest principale ci sono volute una ventina di ore di gioco, variabili a seconda del livello di difficoltà, da noi impostato su medio, ma che per completare l’intero Oblivion impiegherete 100 e più ore, tra quest secondarie e altre missioni.

    Esiste un mago assassino che si diletti a mercanteggiare?

    Come ogni GdR degno di tale nome, anche Oblivion permette al giocatore di scegliere non solo la classe e specialità del proprio alter ego, ma anche la sua fisionomia.
    Cominciando una nuova partita, per prima cosa di verrà chiesto di selezionare una razza di appartenenza; ognuna delle 10 a disposizione avrà predisposizioni particolari e abilità intrinseche: gli elfi del boschi, ad esempio, sono svelti e agili, ideali per il ruolo di esploratore o di ladro, oltre ad avere una abilità innata con l’arco; a differenza di questi lesti elfi, gli orchi sono il carroarmato pesante delle lande di Tamriel: questi giganti verdi sono ottimi per il combattimento corpo a corpo e per gli scontri armati, ma sono penalizzati da una bassa agilità; d’altrocanto l’altissima resistenza li rende dei temibili incassatori, che daranno del filo da torcere anche al più esperto guerriero.
    Una volta scelta la razza, il nostro personaggio riceverà immediatamente dei bonus abilità e alcune speciali, come la facoltà di respirare sott’acqua, o la resistenza alle malattie.
    Successivamente, durante l’esaustivo tutorial, il computer selezionerà la classe più adatta a noi secondo lo stile di gioco che ci ha visto adottare: in totale le classi sono 21, ma nulla ci vieta di crearne una nostra personalizzata: ciascuna classe ha una specifica specializzazione realativa al combattimento (ad esempio blocco, lama, armi contundenti), alle arti magiche (distruzione, illusione, etc...) e alla furtività (sicurezza, mira, agilità, e così via); a questo si aggiunge la presenza di abilità maggiori (o di classe) che ci permetteranno di passare di livello, e una serie di abilità minori, che non influenzano l’avanzamento di livello, ma che risultano di fatto fini a sé stesse.
    Nel mondo di Tamriel esistono diversi modi per aumentare le nostre abilità: il più usuale è senza dubbio utilizzare frequentemente una determinata abilità: un guerriero armato di spada userà spesso l’abilità “Lama”, che aumenterà ogni volta che ingaggeremo un nemico.
    Come accadeva già in Morrowind, una volta passati di livello dovremmo trovare un giaciglio dove riposare e, al risveglio, potremo aumentare dei nostri attributi, come forza, resistenza, intelligenza e via discorrendo.

    Non ci son più le spade di una volta

    Uno dei maggiori difetti di Morrowind era rappresentato dal machiavellico sistema di combattimento: ai livelli più bassi ci si trovava a dover colpire per una abbondante decina di minuti anche il nemico più debole, visto che la grande maggioranza dei nostri colpi finivano a vuoto, malgrado si fosse praticamente a ridosso dell’avversario: uno scontro quindi con un topo di fogna finiva spesso in una continua pressione del tasto “attacco”, nella speranza che la sua vita finisse prima della nostra. Per inverso, ai livelli più elevati, ci si trasformava in una sorta di divinità immortale, in grado di sterminare intere città senza venir nemmeno toccati.
    Per ovviare a questo inconveniente, gli sviluppatori hanno optato per adattare ogni combattimento al nostro livello di esperienza, lasciando di fatto aperta la speranza di vittoria in ogni scontro. Questo sistema, che fa utilizzo di un complesso apparato di combo, di cui parleremo più avanti, rivela la classica doppia faccia della medaglia: da un lato non troveremo mai scontri infattibili, ma dall’altro si viene a perdere la sensazione di continuo miglioramento del personaggio.
    Un ulteriore plauso va comunque mosso per l'implementazione dei combattimenti: questi sono sempre molto coinvolgenti e, ai livelli di difficoltà elevati, restituiscono la (si presume) reale sensazione di stress e tensione di uno scontro all’arma bianca.
    Resta comunque da apprezzare, e non di poco, il riuscito tentativo di inserire una componente strategica negli scontri: infatti, man mano che diverremo più abili con un genere di arma, come spade o martelli, sbloccheremo una serie di mosse realmente utili ai fini del combattimento: quando ad esempio, raggiungeremo il grado di Maestro nell’uso delle armi con lama, riusciremo a sferrare dei micidiali fendenti che, se andranno a segno, potrebbero disarmare l’avversario, oppure atterrarlo; questi bonus di specialità variano per ogni abilità, e non sono solo utili ai fini degli scontri, ma anche per le normali operazioni di vita quotidiana.
    Parlando del combattimento è impossibile non citare l’importanza dello scudo: questo strumento di difesa, attivabile col tasto destro del mouse, ci permetterà di difenderci da numerosi attacchi e da piogge di frecce, oltre a rivelarsi una eccellente arma d’offesa nei casi più disperati, sebbene risulti poco ortodossa.

    Il mio regno per un cavallo sauro pezzato

    Parafrasando la celebre frase di Riccardo III, i ragazzi di Betasheda hanno ben pensato, per evitare al giocatore di macinare interi chilometri per spostarsi da una locazione all’altra, di inserire nel gioco uno dei più celebri animali da monta: il cavallo.
    Questo comodo mezzo di trasporto quadrupede, oltre a svolgere una funzione assai pittoresca (trottare verso il tramonto sulla sponda di un placido fiume) ci permette di velocizzare di molti gli spostamenti; per chi poi non si accontentasse, e volesse tagliar fuori completamente i pellegrinaggi, gli basterà semplicemente aprire la mappa di gioco e ciccare su una locazione conosciuta per vedersi immediatamente trasportato dove desiderato.
    Questo sistema, malgrado possa far storcere il naso ai puristi del genere, permette di accelerare tutti quei tempi morti tra una quest e l’altra.
    Di conseguenza non possiamo che ben accogliere questi simpatici mammiferi zoccolati, sebbene il loro costo non sia proprio alla portata di tutti (potrete tuttavia decidere di rubarne uno).
    Un ulteriore elemento introdotto dai ragazzi di Betasheda in questo nuovo capitolo è una leggera componente stealth che permea tutto il gioco: una volta creato (o sviluppato) un personaggio affine con il movimento furtivo, sarà possibile evitare una discreta quantità di scontri semplicemente sfruttando le zone d'ombra e le azioni silenziose, proprio come accadeva in titolo come Thief e Splinter Cell. Purtroppo questa simpatica introduzione è in parte rovinata da una non proprio perfetta applicazione in-game: capiterà diverse volte che il vostro personaggio venga individuato anche trovandosi nell'ombra più totale e i vantaggi di passare minuti a scivolare alle spalle di un nemico sono, almeno agli inizi, assai poco validi.
    Bisogna però dire che nessuno vi obbliga a compiere azioni stealth, nè tantomeno il gioco impone serie penalità a chi preferisce la forza bruta: questo non toglie che cogliere una guardia di sorpresa, pugnalandola con la nostra lama avvelenata, rende l'esperienza di gioco ancora più esaltante.

    The Elder Scrolls IV: Oblivion The Elder Scrolls IV: OblivionVersione Analizzata PCDalla recensione si potrebbe trarre l’impressione di trovarsi davanti ad un titolo praticamente perfetto: Oblivion lo è, senza mezzi termini. A chi si lamenta di qualche incertezza grafica, o della eccessiva esosità in termini di prestazioni, o magari di una traduzione non proprio brillante, non possiamo che rispondere di aprire gli occhi: rovinarsi l’esperienza di gioco che questo titolo offre per un eccesso di pignoleria sarebbe un comportamento ottuso. Godetevi il gioco, anche più volte, e vi ritroverete davanti ad una stupenda perla rara, che vi farà vivere avventure incredibili. Avventure che fino ad ora avrete solo sognato.

    8

    Che voto dai a: The Elder Scrolls IV: Oblivion

    Media Voto Utenti
    Voti: 784
    8.5
    nd