Recensione Obscure 2

Preparate motoseghe e fucili, si torna al college

Recensione Obscure 2
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  • PS2
  • Wii
  • Pc
  • Psp
  • Prendete un qualsiasi film horror americano degli ultimi decenni. A tutto quello che c'è di tipico in una produzione del tipo "Non aprite quella porta" (badate bene che stiamo parlando del recente remake non del capolavoro firmato nel 1974 da Tobe Hooper) aggiungete due o tre idee prese in prestito da qualche saga di successo come Silent Hill o Resident Evil e avrete l'esatta percezione di quello a cui andrete incontro acquistando questo titolo. Partendo da una base non esattamente solida (il primo episodio non era certo un capolavoro), Hydravision Entertainment tenta la strada del rinnovamento operando alcuni cambiamenti, anche sostanziali, alla struttura di gioco al fine di renderla più varia e coinvolgente. Peccato che non sia riuscita appieno nel suo intento.

    Questi pazzi, pazzi universitari


    Certe cose non cambiano mai: gli studenti universitari erano scellerati ai tempi dei favolosi anni 60 e lo sono ancora oggi. Sembra strano ma l'occhio della telecamera, dopo un malinconico riepilogo degli orrori vissuti nel primo capitolo, si stringe proprio su un gruppo di ragazzi intenti a sballarsi allegramente in una camera del campus. L'insolito accostamento viene presto giustificato dal fatto che, come sostanza stupefacente, gli studenti utilizzano le foglie di un fiore nero di dubbia provenienza e che provoca loro terribili e vividi incubi popolati da creature spaventose ma allo stesso tempo molto familiari. L'incubo diventa presto realtà a seguito di un rave party universitario finito in massacro al quale deve porre rimedio il solito gruppo di eroi improvvisati: Corey, lo skater specializzato in acrobazie, Amy, la sventolona esperta di enigmi, Mei, il genio del computer, Kenny e Sven, i fusti dalla grande prestanza fisica, Stan, il mago delle serrature e infine Shannon, sorella di Kenny e detentrice di un potere tutto particolare affidatole dalla trama, l'aura oscura, che le permette di controllare lo strano polline nero che infesta l'università. I presupposti per una "americanata" coi fiocchi ci sono tutti ma il momento di storcere il naso arriva solo dopo diverse ore di gioco trascorse le quali, malgrado alcuni colpi di scena del tutto imprevedibili, vi troverete di fronte ad una delle peggiori evoluzioni narrative che il genere horror abbia mai visto (non andiamo oltre per non rovinarvi il gusto, o il disgusto, della scoperta ma vi consigliamo caldamente di non spegnere la console dopo i titoli di coda).

    Sforzi apprezzabili...

    Sette personaggi giocabili, sei differenti abilità che incidono in maniera significativa sul gameplay. Una delle annunciate novità rispetto al suo predecessore risiede appunto nella spiccata valorizzazione delle caratteristiche di ognuno applicate a determinate circostanze. Se in Obscure la scelta di controllare un character anziché un altro era riconducibile alla mera preferenza personale, in questo secondo capitolo il giocatore è sovente costretto a servirsi di una certa figura, e di quella soltanto, per poter proseguire nell'avventura.

    L'idea che sta alla base di questo principio è senza dubbio ottima soprattutto grazie alla varietà delle situazioni di gioco che vengono proposte: non di rado occorre violare un dispositivo di sicurezza per accedere ad un'area, spostare un oggetto pesante o una scala che conduce all'uscita della location, decifrare codici e documenti, arrampicarsi e saltare da una sporgenza all'altra, sbloccare una porta o liberarla dalle oscure presenze che impediscono il passaggio. Queste nuove funzionalità introducono due grandissime modifiche apportate alla struttura di gioco: la massiccia presenza di prove di forza e minigiochi. Controllando Corey, ad esempio, potete aggrapparvi nei punti stabiliti con il tasto cerchio, ma solo attraverso uno "smanettamento" forsennato sarete in grado di issarvi sulla piattaforma da raggiungere; la stessa cosa dicasi nel caso in cui si renda necessario sollevare il proprio compagno oppure esercitare una forte pressione per spezzare una catena che ostacola il vostro cammino. Gli enigmi, molto più impegnativi, richiedono spesso un discreto sforzo mentale che si concretizza, altrettanto frequentemente, nel portare a termine un piccolo minigioco che va dalla ricerca di una parola chiave (attraverso un sistema che ricorda un po' il gioco dell'impiccato) alla forzatura di un chiavistello operata spostando alcune sezioni interne della serratura in modo da raggiungere, con il fil di ferro, l'ingranaggio della porta. In questi momenti, tuttavia, la concentrazione viene più volte spezzata dalle aggressioni di creature e simili poiché il gioco continua a scorrere in maniera del tutto regolare; aspetto questo che denota una certa ambivalenza poiché, se da un lato funge da ulteriore stimolo, dall'altro riesce a rendersi particolarmente fastidioso e difficile da gestire soprattutto quando il tempo stringe e avete i nemici col fiato sul collo.

    La stessa difficoltà di gestione si riscontra nell'inventario. Un po' come accadeva in Silent Hill 4, Obscure 2 abbandona parzialmente la vecchia concezione, optando per un sistema in tempo reale supportato dal più classico menu "statico" che concede all'utente tutto il tempo di controllare armi a disposizione, documenti e status della propria squadra. Per utilizzare un certo oggetto, invece, il giocatore deve richiamare un menù rapido tramite tasto L2 e, continuando a tenerlo premuto, scorrere tra le icone finchè non trova quello di cui ha bisogno. Molto probabilmente ci sono diverse correnti di pensiero a riguardo; c'è chi condivide questa impostazione perché dona un maggiore realismo all'azione e c'è chi preferisce intervenire con calma sulle proprie scorte senza doversi preoccupare di finire affettato da un momento all'altro. La virtù ovviamente sta nel mezzo, ma è inutile negare che tenere a bada il nemico nelle situazioni più complesse mentre si cerca disperatamente di curare sé stessi o il proprio partner non è affatto semplice.

    ...ma poco incisivi


    Tutti questi accorgimenti sembrano votati a rendere questo titolo più difficile del precedente. In un certo senso, questo obiettivo viene raggiunto poiché se i punti di salvataggio sono molto più sporadici e addirittura monouso (non è possibile salvare due volte nello stesso punto) ugualmente oculata è la quantità di munizioni disseminata lungo i percorsi o nascoste nelle casse da frantumare, tanto da far riflettere seriamente sul tipo di arma da equipaggiare. Fucile, pistola, balestra, dinamite, mazze da golf e da baseball, lanciarazzi, immobilizzatore, motosega: tutti godono di funzionalità distinte di cui tenere conto in base all'entità dell'attacco. La scelta può avvenire sia tramite menu, sia associando un determinato strumento di offesa ad uno dei quattro tasti direzionali del joypad in modo da poterlo cambiare con facilità all'occorrenza. A volte accade però, che il compagno gestito dalla CPU faccia un utilizzo irrazionale delle risorse comuni, vanificando ogni tentativo di risparmiarle in vista di tempi peggiori. A tale proposito, è bene ricordare che la modalità cooperativa rimane ancora una volta circoscritta allo spazio domestico e che la collaborazione con un personaggio gestito da intelligenza artificiale, rende le cose leggermente più facili in quanto, nonostante sia quasi sempre d'intralcio, questi segue docilmente gli spostamenti dell'utente. Giocare con un amico è di gran lunga più divertente ma il fatto che entrambi possiate decidere dove andare e cosa esaminare costituisce un problema non indifferente in termini di visuale creando una confusione particolarmente irritante; a meno che uno dei due non rimanga sempre incollato all'altro la telecamera non riesce ad inquadrare entrambi senza traballare o creare angolazioni morte.

    La gestione delle inquadrature rimane dunque uno dei difetti più evidenti del prodotto poiché, malgrado la concessione di un parziale controllo manuale, il campo visivo è sempre limitato alla zona limitrofa o alle immediate vicinanze del personaggio. Spesso e volentieri ci si accorge di aver mancato un baule o uno scaffale semplicemente perché l'occhio non ha percepito la loro presenza; paradossalmente il cambio di visuale più funzionale è quello conseguente al puntamento della propria arma (L1+R1) che consente al giocatore di vedere al di là del proprio naso in maniera molto più soddisfacente.

    Altro punto debole ereditato dal primo capitolo è costituito dalla scarsa longevità. Sebbene si tratti di un male comune a parecchi esponenti del genere, sette/otto ore di gioco sono veramente poche visto e considerato che, una volta rivelati tutti i segreti della storia, non sussiste alcun motivo valido per riprendere in mano questo titolo.

    Grafica da paura

    Le migliorie del versante tecnico sono ben visibili ma anch'esse costellate di imperfezioni più o meno gravi. Le ambientazioni sono molto più ampie ed mostrano una maggiore cura dei dettagli, l'atmosfera è decisamente più grave e cupa, lo stile dannatamente più sinistro e truculento.

    La grande differenziazione delle location influisce positivamente sulla gradevolezza visiva di questo titolo ma contribuisce a rafforzare la teoria secondo la quale Obscure 2 ha tratto una fortissima ispirazione dai suoi diretti concorrenti: contrariamente a quanto accadeva in Obscure, interamente ambientato nel plesso scolastico, questo secondo capitolo gode di un'ottima alternanza tra spazi interni (stanze, fogne, scantinati, aule ecc.) ed esterni (boschi, campagne ecc.) alcuni dei quali del tutto simili, appunto, a gloriose produzioni del passato.

    La sessione in cui gli studenti devono attraversare il lago per raggiungere l'altra sponda strizza un po' troppo l'occhio alla medesima sequenza vissuta da Harry Mason in Silent Hill 2 mentre il laboratorio dell'università, fatto di porte a vetri, contenitori e provette varie, sembra uscire direttamente da uno stabile della Umbrella Corporation.

    Discreti modelli poligonali e textures, così come la varietà di armi a disposizione. Osceni invece i filmati in computer grafica che rendono in maniera pessima quelle che dovrebbero essere situazioni cariche di pathos: le espressioni facciali dei personaggi sono ridicole, per non parlare delle loro articolazioni innaturali che li fanno sembrare dei pupazzi di gomma senza vita. Lo stesso non può dirsi dei mostri, costituiti da 4 o 5 tipi di esemplari differenti che vanno dai semplici parassiti in stile Alien alle fastidiose "arpie" volanti per poi finire nei grassoni putrescenti che abbiamo già visto in un'altra saga di successo (indovinate quale!?). Delude anche la tanto decantata fotosensibilità di certe creature che avrebbe dovuto costituire una ulteriore variante al gameplay e che invece è presente solamente in qualche rara occasione in cui occorre spostare un riflettore o una fonte di luce per far regredire le spore e le piante che talvolta ostruiscono il passaggio. Per concludere, una nota di merito va al sonoro più profondo grazie ai brani eseguiti dalla Boston Symphonic Orchestra e dalle voci bianche del Coro di Parigi. Peccato che i brani più ricercati e suggestivi si contino sul palmo di una mano.

    Obscure 2 Obscure 2Versione Analizzata PlayStation 2Purtroppo la prova pratica di questo titolo non fa che confermare il giudizio espresso in sede di anteprima. Obscure 2 è un survival-horror come tanti, anzi, se vogliamo anche peggiore. Obscure non era certo un blockbuster ma almeno seguiva un filo narrativo quantomeno coerente; Obscure 2, nonostante le apprezzabilissime migliorie e aggiunte, è una terribile accozzaglia di stereotipi messi insieme per rendere i contenuti più spettacolari senza tuttavia ottenere i risultati sperati. Volendo chiudere un occhio sulla balordaggine della trama, occorre spezzare una lancia a favore del gameplay, realmente più appassionante e vario soprattutto grazie all’introduzione di enigmi più articolati e situazioni più complesse. Se la stessa cura fosse stata impressa nello storyline, nell’implementazione di telecamera e intelligenza artificiale il giudizio sarebbe stato molto diverso. Speriamo che il terzo capitolo faccia tesoro degli errori passati diventando quel must-buy che non è, e mai sarà, Obscure 2.

    6

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