Recensione Onimusha 2 (JAP)

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Recensione Onimusha 2 (JAP)
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  • PS2
  • Il ritorno del male

    Visto che il tempo trascorso non è poi molto, non reputo utile incominciare il mio articolo con una lezione di storia. Visto che la fama del titolo di cui sto per parlare precede qualsiasi commento, non credo sia necessario menzionare il numero di copie vendute, o simili dettagli. Credo sia sufficiente citare il nome di Onimusha, e magari ricordarvi con quanto stupore abbiate assistito al trailer del secondo episodio non appena terminato il primo, per introdurvi e prepararvi all'esame di ciò che avete atteso per più di un anno.
    Ebbene, ecco di nuovo a voi il malvagio Nobunaga Oda, guerriero a capo dell'esercito del male, che, assieme al "vecchio" protagonista, aveva fatto perdere le tracce di se. Eccovi di nuovo demoni, maledizioni, e guerrieri giapponesi; ecco a voi, Onimusha 2.

    Tridimensionalità piatta

    Tanto tempo fa, mentre i primi giochi "full 3D" si stavano facendo strada nel mondo dei videogames, la storica serie di Resident Evil, rimaneva fermamente ancorata all'impostazione grafica senza dubbio spettacolare che gli era valsa tanta fama: i modelli poligonali dei personaggi si muovevano in fondali pre-renderizzati, costruiti con dovizia e magistrale cura. Poi, come tutto, il mercato si evolve, e un velo di "stantio" - creato da un'assurda ma giustificata necessità di nuovo - si depositò pian piano sull'afflusso di sequel. Così, con l'avvento di una nuova console, forse per saggiare le potenzialità della macchina, forse per far contenti tutti coloro che richiedevano a grande voce la completa tridimensionalità, Capcom sviluppò il primo Resident Evil ad abbandonare il metodo del pre-render.
    Tuttavia, poco tempo dopo, l'orgoglio di CAPive COMunication si risvegliò, e il sentito bisogno di tornare al vecchio stile, impose sulla massa di videogiocatori un Giappone feudale completamente in 2D. Ovviamente non è venuto a mancare quell'onnipresente sarcasmo che accompagna la diffidenza, ma il successo di Samanosuke ne è uscito indenne. Quindi, sempre a testa alta, nel secondo episodio di Onimusha viene riproposta la stessa concezione stilistica.
    Dunque, togliamoci di dosso ogni idea di rivoluzione, e iniziamo a parlare di spettacolarità. Il risultato ottenuto nella realizzazione grafica è strepitoso. Mai prima d'ora (non sto esagerando affatto) l'unione fra due e tre dimensioni è stata più naturale e fluida: i personaggi si adattano perfettamente alle scene. Certo, la differenza c'è, e rimane a disposizione di ogni critico dall'occhio vigile, ma mai avremo motivo di lamentarci, anzi, la visione d'insieme di ogni singola scena sarà in grado di compiacerci. Grazie all'ottimo utilizzo di punti di luce, all'introduzione di elementi in Full Motion Video negli scenari (da citare le onde in riva al mare, o l'acqua di un fiume), alla piacevole e armonica scelta delle texture, ogni scenario si rivela spettacolare, oltre che perfettamente intriso della corretta atmosfera, doverosamente coinvolgente e di sicuro effetto.

    Ripercussioni e novità

    Il gameplay offerto dal gioco risulta pressoché invariato rispetto a quello del suo antecedente. Il sistema di movimento è il classico "character relative", che ha accompagnato tutti i titoli stile "survival horror" della Capcom e non solo.
    La gestione dell'inventario risulta semplice, neppure necessaria di troppa pratica o manualità, così come lo svolgersi dei combattimenti, visto che la varietà di combinazioni grazie alle quali avere la meglio sui vostri nemici, non è affidata a combinazioni di diversi tasti, quanto (come in Devil May Cry) ai tempi di pressione di un unico pulsante. Se inizialmente il sistema di puntamento automatico dovesse infastidirvi, dato il continuo cambiamento di bersaglio che spesso maledirete, entro poche ore imparerete a conviverci senza troppi danni (ne alla vostra pazienza, ne al personaggio). Il sistema delle anime dei nemici p sempre presente, coinvolgendovi in un continuo cercare gli scontri fisici per poter potenziare la vostra arma o armatura. A proposito di questo, gli strumenti di morte a cui avrete accesso, conteranno, oltre che alla katana e all'alabarda di cui disponeva Samanosuke, di una lancia e di un martello da guerra. Capirete bene che la differenziazione delle caratteristiche di ogni arma si baserà sul dualismo velocità d'attacco - potenza, e potrete immaginate in che modo vengano suddivise (con la spada arma più equilibrata, e il diverbio fra alabarda e martello che rispettivamente contano su velocità e potenza). Nuova introduzione in questo capitolo, la presenza di personaggi secondari non gestiti direttamente dal giocatore, ma dalla CPU. I quattro individui che incontrerete durante l'avventura, saranno ben lieti di aiutarvi nell'impresa, a patto che la vostra considerazione per loro vi induca a donargli alcuni oggetti particolari. Se riterranno le vostre offerte degne di nota, si mobiliteranno per esservi utili negli scontri più impegnativi, altrimenti si guarderanno bene di rischiare la pelle. Segnaliamo, fra i quattro eventuali aiutanti: Oyu, una giovane e incantevole donzella; Kotarou, un ninja; il monaco guerriero (e amante del buon vino) Ekey; e Magoichi, esperto nell'utilizzo di armi da fuoco. Anche se il livello d'interazione con i personaggi non è ai massimi livelli, è lodevole l'innovazione.

    In conclusione

    Il commento finale non poteva essere altro che positivo. Il titolo si dimostra decisamente all'altezza di ogni aspettativa, sfoggiando, assieme al gameplay che già conosciamo, una realizzazione tecnica egregia (anche il comparto audio non va sottovalutato, seppure alcune musiche risultino troppo invadenti e poco giustificate). Qualche piccola innovazione da tenere di conto, un leggero aumento della difficoltà e della varietà degli enigmi; l'unica carenza, di nuovo, nella longevità. Attendiamo quindi la conversione, confidando in un trattamento migliore di quello riservato al primo episodio.

    Quasi dimenticavo: al termine di questo secondo capitolo delal serie, di nuovo uno strano filmato si renderà disponibile, pronto a stuzzicare la vostra curiosità e ad incrementare l'impazienza di vedere il terzo episodio.

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